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Categoria: ASTROLOGIA (Page 5 of 24)

Approfondimenti di astrologia tradizionale, indagine e ricerche, fonti e metodologie dell’astrologia a cura del sito almuten.it

La traduzione di Speculum Lapidum di Margherita Fiorello. Recensione di The Mirror of Stones.

Margherita Fiorello (studiosa, ricercatrice ed esperta di astrologia tradizionale, consigliere di Cielo e Terra, socia certificata del CIDA e particolarmente interessata ai fenomeni culturali dell’Astrologia medievale e rinascimentale) ha recentemente pubblicato “The Mirror of Stones” una traduzione dello Speculum Lapidum di Camillo Leonardi. Il manuale, che da oggi possiamo consultare anche in lingua italiana, fu pubblicato per la prima volta nel 1502. Il testo è una raccolta di lapidari dedicati alla magia taumaturgica che richiedeva le conoscenze delle singole virtù delle pietre, nonché le relative analogie astrologiche e planetarie. Descrive: 250 pietre dotate di virtù occulte, nonché oltre 90 immagini magiche da incidere, classificabili come astrologiche, mitologiche ed erotiche.

La testimonianza culturale

Il Lapidario è una valida testimonianza delle conoscenze della tarda antichità e del Medioevo, un testo importante a cui riferirci per comprendere le nozioni rinascimentali legate alla magia e alla medicina. Già in Marsilio Ficino incontriamo parte della concezione leonardiana relativa alle proprietà curative delle gemme; la radice di questa arte è antichissima ma già nel De Vita di Ficino (1489) incontriamo un significativo filo conduttore che ci indica quanto la figura del medico fosse molto vicina a quella del mago e dell’astrologo.

Ficino vs Leonardi e il neoplatonismo

Sicuramente Ficino, quanto Leonardi, erano influenzati dal neoplatonismo: secondo la dottrina neoplatonica la malattia, per esempio, è espressione di una distemperanza e quindi di discrasia che porta squilibrio negli umori della persona; la magia naturale entra in questa idea di patologia e diventa strumento nelle mani del mago, dell’astrologo e del medico, un potente strumento nella via del riequilibrio. Pietre, gemme, erbe, talismani, immagini magiche, erano concepiti come oggetti finalizzati alla guarigione dell’animo, della mente, del corpo. Constato ormai di frequente che la magia naturale, quanto la medicina e l’astrologia, erano in antichità all’interno di un corpus unico: biologia, chimica, botanica, medicina, anatomia, astronomia, astrologia … tutto concorre alla formazione del mago astrologo che incarnava una figura completa professionalmente, capace di intervenire nel riconoscimento delle discrasie e nell’operare valide operazioni per riequilibrare le crisi, ma anche per propiziare il bene ed eventi lieti.

Riequilibrare e riarmonizzare

Il tomo di Leonardi è ricco di riferimenti sulle proprietà taumaturgiche occulte delle pietre e delle immagini incise. Sono proprietà che lavorano sul riequilibrare i quattro umori; le immagini avrebbero il potere di “attivare” attraverso vista e tatto una serie di reazioni simpatetiche finalizzate a ritrovare un certo equilibrio. Anche nella Tetrabiblos di Tolomeo gli umori sono direttamente collegati alle energie planetarie: il Principe degli Astrologi del II secolo d.C. consolidò la dottrina delle corrispondenze tra microcosmo e macrocosmo, secondo cui ogni corpo astrale aveva il suo equivalente analogo sulla terra, un principio fondamentale della nozione di magia.

La vista: saper guardare le pietre e le gemme

Nello studio del testo tradotto in italiano da Margherita Fiorello, la parte che mi ha più coinvolto è il concetto di “vista”, letteralmente “capacità del mago-astrologo di riconoscere le pietre” che intendeva riferirsi non solo ad una mera classificazione chimica della gemma, ma anche alla capacità di osservare nella pietra proprietà, caratteri, forme e qualità capaci di suscitare una certa fascinazione. Pare evidente che l’osservazione permetteva al mago-astrologo di saper riconoscere le gemme vere dalle gemme false. Le gemme vere erano quelle che possedevano qualcosa in più rispetto ad una pietra della stessa natura (e quel qualcosa in più è un tipo di lucentezza, di inclusione minerale, o una certa forma, o delle particolari macchie od ombre, o tutte quelle cose che causano fascinazione nell’osservatore).

Scrive Camillo Leonardi che il secondo modo in cui le gemme naturali possono essere riconosciute è il loro aspetto; più vengono guardate e più gli occhi si dilettano; e quando vengono avvicinate alla fiamma di una candela brillano molto chiaramente. Nel caso delle pietre non naturali, invece, più si guardano, più gli occhi si dispiacciono e si affaticano, perché la loro luminosità diminuisce, soprattutto quando vengono avvicinate alla fiamma di una candela.

Riconoscere una pietra significa vedere in essa una proprietà che trascende il mero dato organico; dice Leonardi che la vista della gemma suscita nell’osservatore una risposta mentale piacevole che diventa il segno distintivo della vera natura della materia guardata. Al centro di questo piacere c’è il colore: e poiché le gemme si conoscono prima con la vista che con il nome, poiché in effetti arriviamo a nominare le gemme in base ai loro colori, le ordinerò in ordine alfabetico in base al loro colore insieme ai nomi propri delle gemme, in modo che, una volta compreso il loro nome, anche le loro virtù possano essere comprese leggendo la voce appropriata.

Alcune domande all’autrice

Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo testo? Perché lo trovi interessante?

Lo Specchio delle Pietre è una vera e propria enciclopedia, una summa delle conoscenze sulle pietre del tempo. Ho scelto di focalizzarmi sull’ultimo libro dell’opera, quello sulle proprietà magiche delle pietre, perché il testo di Leonardi offre una collezione di lapidari medievali, importantissimi, ma allo stesso tempo attualmente difficili da reperire.

Uno di questi è il lapidario del Quindecim Stellis, un testo che per la sua natura puramente astrologica ebbe grande fortuna ed è stato preservato in molti manoscritti.

Il più rilevante penso sia però il lapidario di Techel/Azareus, il lapidario più diffuso del Medioevo, che troviamo incorporato nel Ghayat al Hakim, la versione araba del Picatrix, ed in maniera più rielaborata anche nella sua versione latina. Questo ci fa capire quanta influenza possa aver avuto questo lapidario sulla costruzione dei talismani e sui poteri curativi e magici delle pietre. Si tratta di un testo che viene pubblicato per la prima volta in tempi moderni, sono stata molto contenta di averlo fatto, anche perché qualche articolo accademico l’ha preso a riferimento: è una bella soddisfazione!

Sia Ficino che Leonardi parlano dei talismani. Pensi che ci siano dei legami e delle affinità fra i due?

Sicuramente; entrambi hanno attinto allo stesso materiale, quello che Leonardi raccoglierà poi nello Specchio. In particolare, per quanto riguarda il talismano del Serpentario contro i veleni, Ficino ci parla di un re persiano e di aver preso il talismano da Pietro Abano (l’autore dell’Astrolabium Planum), che a sua volta cita come fonte un libro dei Persiani. Ma quale è questo libro di cui ci parla Abano e da cui Ficino ha preso il talismano? Thorndike ha sostenuto che si trattasse del famoso lapidario scritto da Ermete Trismegisto per il re Kyranos, ma nel Kyranides non c’è nessuna traccia del talismano del Serpentario.

Gli studi più recenti hanno individuato la fonte proprio nel lapidario Techel/Azareus, a cui come abbiamo detto Leonardi dedica ampio spazio, conoscendo evidentemente l’importanza di questo lapidario. La comprensione del testo ficiniano passa dunque anche per lo Specchio delle Pietre, che è fondamentale per capire i testi medievali e rinascimentali.

Tralasciando le virtù delle pietre e delle gemme preziose, quale è il ruolo delle immagini nella magia naturale, e quale è la loro origine?

Intanto nel Medioevo la parola italiana “talismano” in latino è “imago”, quindi potremmo tranquillamente dire che l’immagine è fondamentale. L’immagine è la modalità con cui noi esploriamo la realtà che ci circonda; per percepire il mondo dobbiamo comunque costruirne una immagine, soprattutto se non possiamo vederlo perché si tratta di un livello che non è pienamente razionale. Per quanto riguarda le pietre, comunque, non tutte le proprietà erano ascritte all’uso di immagini, perché si riteneva che alcune pietre avessero delle proprietà naturali, come noi ai nostri giorni attribuiamo alle piante. Quindi ci sono pietre che debbono le loro proprietà alle immagini incise ed altre invece che funzionano comunque, e questo Leonardi lo spiega molto bene nella parte introduttiva.  

L’Eliotropio è una pietra che assicura, secondo le credenze medievali, il dono della invisibilità, Camillo Leonardi dice che protegge anche dai demoni. Questa credenza è solo medievale o esistono fonti che dimostrano un suo uso similare anche in tempi precedenti a Leonardi?

Camillo Leonardi nello Specchio raccoglie dei lapidari medievali e quindi le virtù delle pietre sono quelle tradizionali, note dal Medioevo e dalla tarda antichità. In particolare, sull’eliotropio si basa una delle novelle del Decamerone, che racconta proprio di una burla basata sul supposto potere di rendere invisibili chi ne indossa una pietra. Ma dell’eliotropio parlano anche testi più antichi, come quello di Plinio. Essendo una pietra solare, l’eliotropio ha sicuramente un potere “per antipatia” sui demoni. Qui vediamo proprio l’importanza dei lapidari, perché sono un anello di congiunzione tra l’antichità ed il Medioevo. Le pietre magiche e curative dell’antichità lo rimangono pure nel Medioevo e nel Rinascimento, come ad esempio l’eliotropio appunto o la pietra dell’aquila, che aiuta le partorienti. Questo è interessante, perché invece la magia medievale al contrario assumerà delle sue caratteristiche ben precise, è frutto dell’elaborazione del periodo.

Le immagini dei talismani possono avere forme e derivazioni diverse o tutte provengono sempre e solamente da immagini astrologiche?

L’origine dell’immagine astrologica è strettamente medievale, in quanto si cercò di giustificare la pratica magica, che era ovviamente condannata come opera demoniaca, salvandone certi ambiti di applicazione.  Per questo motivo, per esempio, come abbiamo detto prima, un’opera come il Quindecim Stellis ebbe una vasta diffusione, perché si appoggiava solo sull’astrologia, sulla scelta della configurazione astrale giusta.

Dobbiamo dire però che questa non era la norma, e che la letteratura medievale magica richiede generalmente il ricorso ad entità diverse con vari livelli di interazione, dalla semplice preghiera al sacrificio.

A volte addirittura lo stesso testo viene tradotto in una duplice versione, una versione astrale pura ed una riveduta, con l’aggiunta di caratteri, angeli e – come diremmo adesso – una “scenography” a tema. 

Il confine comunque rimane ambiguo, anche concetti che per noi sono evidentemente astrologici, come le dimore lunari, nel sentire medievale potevano diventare un inganno del demonio. Naturalmente man mano che passiamo dal Medioevo al Rinascimento, e ancora di più dopo il Cinquecento queste distinzioni tendono a divenire molto sfumate e a perdere di importanza.

CONCLUSIONI

Il manuale tradotto da Margherita Fiorello in lingua italiana è oggi un valido riferimento per quanti sono appassionati di magia naturale e per quanti praticano l’arte delle gemme, delle pietre, delle incisioni, dei talismani. Un testo che non può mancare nella propria personale libreria!

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English version

Margherita Fiorello (scholar, researcher, and expert in traditional astrology, advisor at Cielo e Terra, certified member of CIDA, and particularly interested in the cultural phenomena of medieval and Renaissance astrology) has recently published “The Mirror of Stones,” a translation of Camillo Leonardi’s “Speculum Lapidum.” The manual, which is now available in Italian as well, was first published in 1502. The text is a collection of lapidaries dedicated to thaumaturgic magic, which required knowledge of the individual virtues of stones, as well as their corresponding astrological and planetary analogies. It describes 250 stones endowed with occult virtues, along with over 90 magical images to be engraved, classified as astrological, mythological, and erotic.

The Lapidary stands as a valuable testament to the knowledge of late antiquity and the Middle Ages, making it an important reference for understanding Renaissance notions related to magic and medicine. Even in Marsilio Ficino’s works, we encounter aspects of Leonardian concepts concerning the healing properties of gems. The roots of this art are ancient, but in Ficino’s “De Vita” (1489), we find an important thread that indicates the close relationship between the roles of the physician, magician, and astrologer.

Undoubtedly, both Ficino and Leonardi were influenced by Neoplatonism. According to Neoplatonic doctrine, for instance, illness is an expression of imbalance and disharmony, disrupting the humors within a person. Natural magic aligns with this idea of pathology, becoming a tool in the hands of the magician, astrologer, and physician—a powerful instrument for realigning imbalances. Stones, gems, herbs, talismans, and magical images were conceived as objects aimed at healing the soul, mind, and body. It is evident that natural magic, medicine, and astrology were part of a unified corpus in antiquity: biology, chemistry, botany, medicine, anatomy, astronomy, astrology… all contribute to the formation of the astrologer-magician, a well-rounded professional capable of recognizing imbalances and performing effective operations to restore equilibrium and promote positive events.

Leonardi’s tome is replete with references to the hidden thaumaturgic properties of stones and engraved images. These properties work to rebalance the four humors; the images are said to “activate” a series of sympathetic reactions through sight and touch, aimed at restoring a certain equilibrium. In Ptolemy’s “Tetrabiblos,” the humors are directly linked to planetary energies. This second-century Prince of Astrologers solidified the doctrine of correspondences between the microcosm and macrocosm, wherein each astral body had its analogous counterpart on Earth—a fundamental principle in the notion of magic.

Within the study of Margherita Fiorello’s translated text, what particularly struck me was the concept of “sight,” the literal ability of the astrologer-magician to recognize the stones. This went beyond mere chemical classification of the gem; it extended to the ability to perceive in the stone properties, traits, forms, and qualities that could evoke fascination. It appears that this observation allowed the astrologer-magician to differentiate genuine gems from false ones. True gems possessed something more than stones of the same nature (such as a certain brilliance, mineral inclusion, specific shape, particular spots or shadows—everything that captivates an observer).

Camillo Leonardi writes that the second way to recognize natural gems is through their appearance; the more they are gazed upon, the more the eyes delight in them; when brought near a candle flame, they shine very brightly. Conversely, in the case of non-natural stones, the more they are looked at, the more the eyes displease and fatigue, as their brightness diminishes, especially when near a candle flame.

Recognizing a stone means seeing in it a property that transcends mere organic data. Leonardi states that the sight of a gem elicits a pleasant mental response in the observer, becoming a distinctive sign of the true nature of the observed material. Central to this pleasure is color, and since gems are known first through sight before their names, and in fact we name gems based on their colors, I shall organize them alphabetically according to their colors alongside their proper names, so that once their names are understood, their virtues can also be comprehended by reading the appropriate entry.

What prompted you to delve into this text?

What do you find intriguing about it? “The Mirror of Stones” is a true encyclopedia, a summation of the knowledge about stones from its time. I chose to focus on the final book of the work, which deals with the magical properties of stones, because Leonardi’s text offers a collection of medieval lapidaries—extremely significant but currently hard to come by. One such work is the “Lapidario del Quindecim Stellis,” a text that, due to its purely astrological nature, gained popularity and is preserved in many manuscripts.

However, the most relevant one, in my opinion, is the “Lapidario di Techel/Azareus,” the most widespread lapidary of the Middle Ages. This work is incorporated into the “Ghayat al Hakim,” the Arabic version of the “Picatrix,” and is also reworked in its Latin version. This highlights the significant influence this lapidary might have had on the construction of talismans and the curative and magical powers of stones. Publishing this text for the first time in modern times was truly satisfying, especially since it has been referenced in some academic articles.

Both Ficino and Leonardi discuss talismans. Do you think there are connections and affinities between the two?

Certainly; both drew from the same material that Leonardi would later compile in “The Mirror.” Particularly concerning the talisman of the Serpentarius against poisons, Ficino mentions a Persian king and that he acquired the talisman from Pietro Abano (author of “Astrolabium Planum”), who, in turn, cites a Persian book as the source. But what is this book that Abano mentions and from which Ficino took the talisman? Thorndike argued that it might have been the famous lapidary written by Hermes Trismegistus for King Kyranos, but there is no trace of the Serpentarius talisman in the “Kyranides.”

Recent studies have identified the source in the “Lapidario Techel/Azareus,” to which, as we mentioned before, Leonardi dedicates ample space, clearly understanding its importance. Thus, comprehending Ficino’s text also passes through “The Mirror of Stones,” which is crucial for understanding medieval and Renaissance texts.

Leaving aside the virtues of stones and precious gems, what role do images play in natural magic, and what is their origin?

In the Middle Ages, the Italian word “talisman” was translated to Latin as “imago,” so we can safely say that the image is fundamental. The image is the means by which we explore the reality around us; to perceive the world, we must construct an image, especially if we cannot see it directly because it exists in a level that is not entirely rational. Regarding stones, not all properties were attributed to the use of images, as some stones were believed to have natural properties, much like how we attribute properties to plants today. Therefore, there are stones whose properties are linked to engraved images, while others work independently. Leonardi explains this distinction well in the introductory section.

The Heliotrope is a stone that, according to medieval beliefs, grants the gift of invisibility. Camillo Leonardi states that it also protects against demons. Is this belief solely medieval, or are there sources that show a similar use predating Leonardi?

In “The Mirror,” Camillo Leonardi compiles medieval lapidaries, so the virtues of the stones are traditional, known since the Middle Ages and late antiquity. Notably, the tale of the Heliotrope forms the basis of one of the tales in the “Decameron,” which recounts a prank based on the supposed power of making the wearer invisible. But older texts, such as Pliny’s, also mention the Heliotrope. As a solar stone, the Heliotrope undoubtedly has an “antipathetic” power against demons. This reveals the importance of lapidaries as a link between antiquity and the Middle Ages. The magical and curative stones of antiquity continue to hold relevance in the Middle Ages and the Renaissance, such as the Heliotrope or the eagle stone, which aids women in childbirth. This is intriguing, as medieval magic, on the contrary, assumed distinct characteristics; it was a product of that era’s elaboration.

Can the images of talismans have different forms and origins, or do they always and exclusively stem from astrological images?

The origin of the astrological image is decidedly medieval, as an attempt was made to justify magical practices, which were naturally condemned as demonic endeavors, while still salvaging certain areas of application. For example, as mentioned earlier, works like the “Quindecim Stellis” gained widespread acceptance because they were solely based on astrology, focusing on choosing the right astral configuration.

However, we must state that this was not the norm, and medieval magical literature generally required the involvement of different entities with various levels of interaction, ranging from simple prayers to sacrifices. Sometimes, even the same text is translated into two versions—a pure astral version and a revised one, adding characters, angels, and, as we might say now, a theme-based “scenography.”

The boundary remains ambiguous, and even concepts that are obviously astrological for us, such as the lunar mansions, could, in the medieval understanding, become a deceit of the devil. Naturally, as we transition from the Middle Ages to the Renaissance, and even more so after the 16th century, these distinctions tend to become blurred and less significant.

CONCLUSIONS

The manual translated into Italian by Margherita Fiorello is now a valuable reference for those passionate about natural magic and those practicing the arts of gems, stones, engravings, and talismans. A text that should not be missing from anyone’s personal library.”

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Magia Babilonese o Astrale in alcuni testi cuneiformi di Uruk (BRM 4 20 e 4 19)

La magia astrale babilonese fu adattata a temi magici tradizionali babilonesi ovvero è una amalgama tra tradizione magica antica e nuove concezioni magiche tardo babilonesi, profondamente relazionate anche alla dinamica e alla natura del cielo. In un testo unico di Uruk del periodo ellenistico, BRM 4 20 (con un testo parallelo sempre di Uruk, BRM 4 19), si evidenziano contenuti di magia astrale (riferirsi alle fonti consultate, in bibliografia).

Queste tavolette di Uruk sono essenzialmente una rielaborazione di un testo rinvenuto a Sultantepe (STT 300, oggi un sito archeologico tardo-assiro ai margini dell’impero neo-assiro , ora nella provincia di Şanlıurfa , in Turchia. Sultantepe si trova a circa 15 chilometri a sud di Urfa , sulla strada per Harran; gli scavi in questo sito hanno rivelato una città assira , con livelli dall’VIII al VII secolo che furono ricostruiti dopo il 648 a.C. circa, contenente un tesoro di tavolette cuneiformi), che mette in relazione la magia astrale con specifici giorni dell’anno lunare, mentre i testi di Uruk adattano le stesse condizioni ai segni zodiacali.

Nella magia astrale di Uruk (tavoletta BRM 4 20), le singole voci associate ai segni zodiacali rappresentano una magia aggressiva che può alterare la realtà, ma anche incantesimi e rituali difensivi o protettivi che reagiscono alla realtà derivante da malattie oppure derivante da disgrazie già avvenute. Presumibilmente questi incantesimi sono considerati efficaci quando utilizzati nel momento in cui un pianeta o la luna attraversa un certo spazio zodiacale.

Nel testo BRM 4 20 “regione” sta per segno zodiacale oppure sezione o area costellativa, questo non è dato saperlo, stando agli studiosi il testo riguarderebbe la posizione della Luna per l’esercizio di certi incantesimi; la ricerca evidenzia che le tavolette di Sultantepe indicano un riferimento della Luna nel suo movimento siderale, mentre le tavolette di Uruk hanno convertito e forse “semplificato” evidenziando solo aree zodiacali, anche se in alcuni casi ci sono riferimenti a stelle precise. Segue parte del testo della tavoletta BRM 4 20 che ho tradotto in italiano (partendo dalla traduzione inglese):

  1. (Gli incantesimi per) “cambiare idea”: (nella) regione del Leone.
  2. (Gli incantesimi per) “rovesciare una sentenza”: regione dell’Acquario.
  3. (Gli incantesimi per) “allentare la presa”: regione della Vergine.
  4. (Gli incantesimi per) “rompere un giuramento”: regione dell’Acquario.
  5. (Gli incantesimi per) “l’amore di un uomo per una donna”: regione della Bilancia.
  6. (Gli incantesimi per) “l’amore di una donna per un uomo”: regione dei Pesci.
  7. (Gli incantesimi per) “amore di un uomo per un uomo”: regione dello Scorpione.
  8. (Gli incantesimi per) “una donna che verrà”: regione dell’Ariete.
  9. (Gli incantesimi per) “tagliare il respiro”: regione del Sagittario, in alternativa Gemelli.
  10. (Gli incantesimi per) “fare un voltafaccia”: regione dei Gemelli.
  11. (Gli incantesimi per) “purificare (dalla colpa) con l’acqua del fiume o del pozzo” (ordalia): regione del Capricorno.
  12. (Gli incantesimi per) “entrare nel palazzo” (egalkurrû): regione del Cancro.
  13. (Gli incantesimi per) “placare l’ira (divina)”: regione dell’Acquario.
  14. (Gli incantesimi per) il “re che ricorda il suo nome con favore nel suo palazzo”: oppure (Gli incantesimi affinché) il “principe menzioni favorevolmente il suo nome nel suo palazzo”: nella regione dei Pesci.
  15. (Gli incantesimi affinché) colui che vi vede si rallegri e sia felice di vedervi: nella regione del Leone.
  16. (Gli incantesimi per) far sì che una donna abbia rapporti sessuali: regione dell’Ariete.
  17. (Gli incantesimi per far sì che) chi vi vede vi indichi con favore: regione della Vergine.
  18. (Gli incantesimi per) depositare argento: regione della stella più luminosa del Toro (probabilmente Aldebaran).
  19. (Gli incantesimi per) far tornare uno (schiavo) fuggitivo: regione di Regolo, in alternativa della Bilancia.
  20. (Gli incantesimi affinché) la moglie di un uomo non volga lo sguardo o il viso verso un altro (testo assente…)
  21. (Gli incantesimi per) la magia dell’odio: regione dello Scorpione.
  22. (Gli incantesimi per) annullare la stregoneria (ušburruda): regione dell’Acquario, in alternativa dei Pesci.
  23. (Gli incantesimi per) impedire l’avvicinamento di un nemico nella casa di un uomo: regione del Toro, in alternativa all’Acquario.
  24. (Gli incantesimi per) far guadagnare il pubblicano: regione del Cancro, in alternativa all’Acquario.
  25. (Gli incantesimi per) liberarsi dalla stregoneria, per far sì che la malattia non si avvicini alla vittima; per guarire la testa; per liberarsi dalla mania, per guarire una ferita, per arginare l’emorragia mestruale, per impedire al male di avvicinarsi alla casa di un uomo: regione del Capricorno.
  26. (Gli incantesimi per) lilû-demone: regione del Toro, in alternativa della Bilancia.
  27. (Gli incantesimi per) Lilith: regione del Toro, in alternativa Toro, in alternativa,
  28. (Gli incantesimi per) Lilû e Lilith: regione del Sagittario.
  29. (Gli incantesimi per) convulsioni, epilessia, (var. aggiunge bennu), malattia della mano del dio, malattia della mano della fantasma: regione del Leone.
  30. (Gli incantesimi per) afferrare un fantasma e legarlo a un uomo, per affidare la figura di un uomo a una (persona) morta, per fare una libagione a un fantasma (in questo modo) per eliminare il male: regione del Cancro.
  31. (Gli incantesimi per) “far venire una donna”, senza incorrere in recriminazioni: regione del […testo mancante].
  32. (Gli incantesimi per) “invitare il dio, invitare la dea”, (bisogno di) guarire la paralisi, (bisogno di) guarire il male: regione di [… testo mancante]; paralisi, (necessità di) purificare la casa, (necessità di) mettere in quarantena il paziente, (necessità di) guarire una malattia rettale, (necessità di) guarire un calcolo, (necessità di) fermare la diarrea, (necessità di) liberarsi della febbre: regione dell’Ariete.
  33. (Gli incantesimi per) un magnate o un principe per non indulgere in (oppure credere) calunnie: regione dei Gemelli.
  34. (Gli incantesimi per) non avere insulti, per mettere un uomo contro (un altro) uomo, per placare l’ira, per non credere alle calunnie, o per abbandonare un morto, per far sì che (var. un uomo o) uno stregone o una strega o una sacerdotessa parli o per allontanare un magnate dal palazzo, o per l’ira divina sulla testa di un uomo, per impedire che un uomo sia amato dal re, per impedire che una donna ami (qualcun altro): regione del Leone.
  35. (Gli incantesimi per) l’afasia: regione di […. testo mancante].
  36. (Gli incantesimi per) ‘afflizione della fronte’: regione di [… testo mancante].
  37. (Gli incantesimi per) l’impotenza: regione di [… testo mancante].
  38. (Gli incantesimi per attirare il) favore del re: regione di […].
  39. (Gli incantesimi per non far scappare lo schiavo di un uomo: regione dello Scorpione.
  40. (Gli incantesimi per) annullare l’ira divina di un dio che guarda: regione del Toro.
  41. (Gli incantesimi per) spaventare un rivale (donna) o rimuovere un uomo dalla sua carica: regione del Capricorno.
  42. (Gli incantesimi per) rimuovere un uomo dalla sua posizione di fiducia o per mettere un uomo contro (un altro) uomo: regione del Capricorno.
  43. (Gli incantesimi per) un uomo contro (un altro) uomo: regione dell’Ariete.

Fonte

Mesopotamian protective spirits, the ritual Text di F.A.M. Wiggemann LINK

Science, tecnology and medicine in ancient culture, V.2 di Asper, van der Eijk, Geller, von Staden, Taub LINK

Traslitterazione del testo da cuneiforme all’inglese (ho però utilizzato la versione inglese presente in Science, tecnology and medicine in ancient culture link precedente, p. 44 a 47 perché più comprensibile) LINK

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Melothesia e dodecatemoria: la scoperta di Otto Neugebauer

Nelle ricerche condotte da Otto Neugebauer 1899-1990, matematico austriaco noto per i suoi studi sulla storia dell’astronomia e delle altre scienze esatte nell’antichità, in particolare sull’antica astronomia mesopotamica, egizia e greca (consultate nel testo che troverete in bibliografia), l’autore analizzando la grande mole di fonti del Catalogus Codicum Astrologorum Graecorum, scopre una tavola con il seguente titolo:

ovvero “Sulle membra dei segni zodiacali“, contenuta in Cod. Vat. gr. 208 fol. 129, 130 (pagine riprodotte nell’immagine che segue, nel testo consultato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana archivio digitale) e Cod. Palat. gr. 137 fol. 83.

Cod. Vat. gr. 208 fol. 129 e 130
Fonte Biblioteca Apostolica Vaticana ©

La tavola presenta la suddivisione in 12 parti di ogni segno zodiacale, ogni suddivisione rievoca una parte del corpo. Si chiamano dodicesimi oppure dodecatemoria. Per esempio, il segno del Cancro è suddiviso in 12 parti e ogni parte (dalla prima all’ultima) descrive una parte del corpo:

Primo dodicesimo, Testa
Secondo dodicesimo, Viso
Terzo dodicesimo, Bocca
Quarto dodicesimo, Scapole
Quinto dodicesimo, Gola
Sesto dodicesimo, Arto destro
Settimo dodicesimo, Arto sinistro
Ottavo dodicesimo, Schiena
Nono dodicesimo, Addome
Decimo dodicesimo, Mani
Undicesimo dodicesimo, Piedi
Ultimo dodicesimo, Cosce.

Neugebauer afferma di aver dimostrato che la dottrina astrologica dei dodicesimi è una delle poche dottrine che possiamo far risalire certamente alla Mesopotamia. Il Cancro presenta nelle indicazioni di Neugebauer una serie di numeri, che potrebbero indicare le ampiezze approssimative dei dodicesimi (che elencherò più avanti), ma a prescindere da questo è una chiara suddivisione in 12 parti di un segno zodiacale. Nella tabella consultata da Neugebauer risultano conservati solo i numeri dei dodicesimi del Cancro, del Capricorno e dell’Acquario, negli altri casi il ricercatore suppone la presenza di errori di scrittura che hanno oscurato lo schema sottostante.

La suddivisione dei segni in 12 parti, di cui ogni parte regge una parte del corpo, è chiaramente una “curiosa miscela” della nota “melothesia zodiacale” – afferma Neugebauer – ma intenderebbe rappresentare anche una memoria delle caratteristiche specifiche delle costellazioni stesse associate alle parti del corpo umano.

La disposizione ordinaria, aggiunge Neugebauer, associa le seguenti parti del corpo ai segni zodiacali:

  1. Testa – Ariete
  2. Gola – Toro
  3. Spalle, braccia – Gemelli
  4. Petto – Cancro
  5. Stomaco e cuore – Leone
  6. Addome – Vergine
  7. Natiche – Bilancia
  8. Pudenda (genitali) – Scorpione
  9. Ginocchia – Sagittario
  10. Cosce, lombi – Capricorno
  11. Tibia, caviglie – Acquario
  12. Piedi – Pesci

I vari dodicesimi sarebbero collegati a memorie costellative, i dodicesimi vanno in questo contesto a rievocare ogni parte dello zodiaco all’interno di un solo segno zodiacale. Una anticipazione, praticamente, della omotetia interna delle cose che comunemente chiamiamo “frattale”. Ogni segno zodiacale suddiviso in 12 parti, rievoca l’intero zodiaco. I numeri che appaiono accanto ai segni zodiacali sono probabilmente una suddivisione approssimativa dei dodicesimi, che riporto come è indicata dalla tabella consultata da Neugebauer:

  • Primo dodicesimo (fino a 02°)
  • Secondo dodicesimo (fino a 05°)
  • Terzo dodicesimo (fino a 07°)
  • Quarto dodicesimo (… 10°)
  • Quinto dodicesimo (… 12°)
  • Sesto dodicesimo (… 15°)
  • Settimo dodicesimo (… 17°)
  • Ottavo dodicesimo (… 20°)
  • Nono dodicesimo (… 22°)
  • Decimo dodicesimo (… 25°)
  • Undicesimo dodicesimo (… 27°)
  • Ultimo dodicesimo (fino a 30°)

Il metodo di applicazione, e l’origine di queste informazioni trovate da Neugebauer, rimangono per ora ignote.

La dottrina della associazione tra parti del corpo e segni zodiacali è molto antica e non sappiamo ancora oggi quale è la sua reale origine. Una traccia evidente appare comunque nell’eredità della Mesopotamia, dove ogni grado zodiacale era connotato di un significato o di una associazione ad una parte specifica del corpo.

Il segno zodiacale in assoluto, suddiviso poi in 12 parti, è una prima macroscopica suddivisione e intende rievocare l’idea di “connessioni” tra parti del corpo e loro funzioni biologiche, fisiologiche, sull’essere vivente … con le relative parti costellative o dello zodiaco tropicale in base a come vogliamo vederla.

Neugebauer sottolinea come le parti del corpo associate ai segni fossero anche associate alle stelle fisse, così il cuore come organo, per esempio, coincide con la posizione di Regulus nello spazio costellativo. Nella nota questione della precessione degli equinozi, osserva Neugebauer che tale “movimento” non è mai stato preso seriamente in considerazione almeno per la questione delle associazioni tra zodiaco e parti del corpo (ovvero se le parti del corpo provengono da una origine anche costellativa, nel tempo i segni zodiacali dello zodiaco tropicale sono stati visti come memorie costellative, nonostante l’ovvio spostamento dell’ottava sfera).

Segue la ricostruzione della tabella dei dodicesimi e parti del corpo cosi come riprodotta da Neugebauer.

Bibliografia

Cod. Vat. gr 208 (link)

Consultata la ricerca di O. Neugebauer pp 352 – 357
nel suo testo “Astronomy and History Selected Essays” (testo attualmente disponibile digitalizzato previo acquisto al seguente link).

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Vicinanza – Lontananza di Mercurio al Sole. Cosa dicono i commentatori di Tolomeo?

Gli approcci interpretativi, nelle metodologie astrologiche, che riguardano Mercurio sono semplicemente definibili sui generis. Infatti, le stesse condizioni e qualità che assume Mercurio non è detto che significano la stessa cosa se assunte da un altro pianeta. Per esempio, la visibilità o l’invisibilità di Mercurio, oppure l’essere o meno sotto i raggi del Sole, pare che per Mercurio non abbia lo stesso significato rispetto ad altri pianeti. Proprio per le questioni relative alla visibilità / invisibilità di un astro, nonché alla condizione di “combustione”, ogni pianeta esprimerà qualità e significati diversi, che sono strettamente correlati alla natura intrinseca del pianeta stesso. Per Mercurio la vicinanza al Sole non è così nefasta, né deleteria, anzi tale condizione è indice di un certo tipo di intelligenza specifica, ma per quale motivo? Scopriamolo!

Premessa importante sull’intelligenza e la ratio

Mercurio è significatore della mente. Non è tuttavia così banale il suo significato, esso dipende da complesse questioni di filosofia naturale e di dottrina aristotelica riguardante l’intelligenza e la razionalità umane. Tolomeo dichiara che riguardo alle qualità dell’animo quelle concernenti l’intelletto e la ragione si traggono dalla condizione dell’astro di Mercurio in ogni sua circostanza…. Quando gli autori parlano di condizione di Mercurio intendono riferirsi alla sua circustantia temporum. In sintesi, da Mercurio possiamo trarre informazioni sulla facoltà intellettiva e razionale. Tuttavia, i commentatori di Tolomeo discutono ampiamente sulla facoltà intellettiva e razionale: si domandano principalmente sulla sua costituzione e natura e su quanto il metodo astrologico possa illuminarci rispetto questa questione.

È molto interessante notare che numerosi commentatori di Tolomeo quando parlano di animo e mente rievocano sovente questioni morali ed etiche, nonché naturali, mettendo in gioco la dottrina aristotelica e più in generale quella naturale. Per esempio, Giuliano Ristori, (Frate Carmelitano, matematico, astronomo, astrologo del XV secolo) commentatore del Quadripartito, dice che la parte intellettiva e razionale non è soggetta ai corpi celesti direttamente, ma mediatamente. Il motivo è legato al corpo umano, ovvero l’intelligenza e la razionalità sono strumenti immateriali che senza un corpo non possono esprimersi. Da questa considerazione il famoso detto che gli Astri indicano ma non determinano di San Tommaso d’Aquino assume un significato diverso da come lo interpretiamo oggi: l’analogia, per comprenderci, è quella di una nave soggetta al flusso della corrente marina, alla quale si adatta e nell’adattamento a tale flusso noi agiamo per muovere l’imbarcazione e decidere se seguire il flusso stesso o se attivarci per andare controcorrente. Il flusso della corrente è l’azione degli influssi celesti, a cui siamo soggetti, ma la capacità di deviare il percorso dell’imbarcazione, o di agire e reagire a tale flusso, è una azione propria del corpo. Mercurio, quindi, identifica il “flusso di una corrente cognitiva e razionale, una modalità dell’essere, un modo di pensare, la qualità stessa della ratio; tuttavia tale flusso è soggetto alla natura del corpo, alla componente vegetativa (che vedremo è identificata dagli astrologi del medioevo con l’Ascendente e non solo) nonché con la componente animica (collegata alla Luna).

Significatori dell’Essere: animo e mente

Inutile dire che i diversi autori della letteratura astrologica propongono varie congetture e riflessioni sul modo di interpretare la questione dell’animo e della mente. In particolare, nell’Astrologia medievale troviamo l’uso dei già citati Mercurio e Luna – indicati chiaramente da Tolomeo come significatore il primo della mente e il secondo dell’animo – ma anche il ruolo dell’Ascendente perché significatore del corpo. Gli astrologi medievali non fanno altro che rispettare criteri di filosofia naturale e di dottrina aristotelica: se il corpo ha importanza sul modo di esprimere animo e intelletto – giacché essi possono esprimersi e identificarsi solo all’interno di un corpo – allora l’Ascendente non può essere sottratto dalla valutazione complessiva di questo capitolo.

In particolare, nella letteratura medievale, per esempio nella trattazione di Antonio da Montolmo (docente presso le Università di Bologna e Padova, vissuto nella seconda metà del secolo XIV, insegnante di grammatica, astrologia e medicina) incontriamo che:

  1. La parte vegetativa dell’anima si determina dall’Ascendente, dai Signori della Triplicità dell’Ascendente e dal Luogo dell’Hyleg;
  2. Luna, Almuten dell’Ascendente e pianeti in casa uno, hanno significato sulla parte vegetativa;
  3. I pianeti nella casa uno e il luminare del tempo hanno significato anche sull’anima e sulla parte sensitiva;
  4. Per la parte intellettiva e razionale è da considerare Mercurio, l’Almuten dell’Ascendente, la Luna.

Semplificando, nella letteratura medievale troviamo che la Luna ha significato su tutte le tre parti dell’animo (facoltà vegetativa, sensitiva e intellettiva). Mercurio fornisce specifiche informazioni sulla facoltà intellettiva. L’Ascendente fornisce specifiche informazioni sulla parte vegetativa.

Albumasar dice: “sappi che l’Oroscopo significa il corpo, il suo signore l’anima; se pertanto l’oroscopo è bene affetto, ma il suo signore è afflitto, significa al corpo salute, all’anima scoramento e travagli. Ma se l’oroscopo è afflitto e il suo signore è volto al bene, significa al corpo malattia, all’anima fiducia e letizia”.

Mercurio, la posizione vicina o lontana rispetto al Sole

Ma la questione più interessante riguarda la vicinanza o meno di Mercurio al Sole. Ora, sappiamo che Mercurio non può mai essere in sestile, quadratura, trigono od opposizione al Sole. La sua condizione è molto particolare perché è sempre vicino al Sole e mai si allontana da Lui. Può tuttavia trovarsi orientale od occidentale, ovvero sorgere prima o dopo il Sole, può anche avere fasi di levata o tramonto eliaco e addirittura risultare visibile (poco prima o poco dopo il tramonto) ma anche quando è visibile dobbiamo avere condizioni di orizzonte specifiche per poterlo vedere, perché di solito quando visibile lo vediamo appena sopra l’orizzonte poco prima che sorge il sole o poco dopo il tramonto del sole. Mercurio poi è tra i cinque pianeti erranti quello più soggetto a moti apparenti di retrogradazione.

Giudicare Mercurio è veramente complesso: ibn al-Dayah addirittura propone otto condizioni in cui giudicare Mercurio. Tali giudizi riguardano:

  • la sua forza in base a come appare (quindi condizioni di dignità essenziale)
  • nonché in base a come è posizionato (condizione di dignità accidentale)
  • poi tenere in considerazione questioni riguardanti la sua visibilità o invisibilità (sotto i raggi o libero dai raggi, oppure se è un Mercurio che sta andando verso i raggi oppure se si trova sotto i raggi in modo applicativo, oppure se sta sotto i raggi ma in modo separativo)
  • quindi la condizione  orientale od occidentale
  • le qualità del moto lento o veloce
  • se è stazionario o retrogrado, quindi in quale stazione eventualmente si trova, dunque se è di moto veloce, addirittura indica questioni relative alla latitudine
  • e cosa non meno importante alle figure che fa con gli altri pianeti in particolare con i malefici e i benefici
  • e rispetto a queste figure (aspetti) è necessario valutare se i benefici o i malefici sono sopra o sotto Mercurio
  • o se dominano su di esso
  • e ancora valutare se Mercurio domina o controlla in qualche modo i benefici o i malefici
  • la natura del segno che occupa, e via dicendo.

La questione della vicinanza di Mercurio al Sole e quindi l’eventuale condizione di pianeta sotto i raggi, o di pianeta combusto, è molto chiara nella letteratura tradizionale. La combustione di Mercurio non agisce come disvalore per il pianeta, cosa che invece accade per altri pianeti.

Per esempio, i pianeti che subiscono maggiori danni nei confronti della combustione sono Venere e Saturno, perché questi hanno principi antagonisti rispetto al Sole che è fonte di calore. Venere perché è molto umida, Saturno perché è molto freddo, quando uniti al Sole in condizioni di combustione, essi subiscono danni. Anche Marte e Giove possono subire danni ma in modo minore perché comunque sono pienati caldi. Sicuramente Marte è quello che subisce meno danni di tutti. Mentre Giove è la sua componente umida a essere messa in discussione ma è comunque protetto dalla sua naturale condizione calda. Poi la combustione dipende anche dalle qualità del Sole: insomma il Sole produce maggiori danni quando è in quelle posizioni della sfera celeste dove esprime al meglio la sua qualità; per esempio quando è in Leone e in Ariete (domicilio ed esaltazione), anche in Sagittario il Sole produce effetti di combustione dannosi (perché è un segno di fuoco e l’elemento fuoco è retto dal Sole specialmente nella fazione diurna); per esempio un Sole in Acquario o in Bilancia (esilio caduta) sicuramente continua ad esercitare funzione di combustione quindi ha capacità di rendere invisibili gli astri, ma l’azione di tale evento è meno dannosa, come anche quando il Sole è peregrino, dove la combustione è meno efficace, pur rimanendo l’azione e il fenomeno in sé.

Mercurio vicino al Sole non è considerato come potenzialmente dannoso per il pianeta. Il motivo potremmo associarlo al fatto che Mercurio è sempre vicino al Sole, quindi “nel tempo” si è adattato perfettamente a questa condizione! Non a caso le qualità di Mercurio non sono definite nella letteratura:

  1. Non è maschile.
  2. Non è femminile.
  3. Altri dicono che è maschile e femminile.
  4. Non è specificatamente caldo.
  5. Non è specificatamente umido.
  6. Non è specificatamente secco.
  7. Non è specificatamente freddo.
  8. Altri dicono che è sia caldo sia umido sia secco sia freddo, in base a come è posizionato e disposto.
  9. Quindi se è visibile o invisibile, questo avrà significato sulla qualità della mente e della ratio.
  10. Se è umido o secco, se è caldo o freddo, avrà significato sulle qualità della mente e della ratio.

Insomma, non c’è una “natura di partenza” definita, Mercurio pare che assuma la sua specificità in modo accidentale, quindi in base a come e dove si trova in ogni momento del giorno! Ne consegue che ognuno di noi avrà un Mercurio specificato dal momento della nascita e dalle sue disposizioni nella sfera locale. Dipende molto dalle relazioni che forma con gli altri astri, dalla posizione nei quadranti, dall’essere orientale od occidentale rispetto al Sole, dall’essere in una nascita diurna o notturna, dal segno che occupa, dal ruolo che ha nei confronti dei malefici e benefici, e via dicendo. La trattazione di Mercurio è, come indicato all’inizio, sui generis: specifica, particolare, unica nel suo genere, riservata.

Interpretare la vicinanza o distanza di Mercurio rispetto al Sole

Il commentatore della Tetrabiblos, ibn Ridwan, come anche Albumasar, Cardano, Antonio da Montolmo, ibn Ezra, Schoner, eccetera, forniscono spiegazioni minuziose e dettagliate su come giudicare Mercurio, che provo a sintetizzare nei punti più importanti che seguono.

  1. La condizione di hairesis di Mercurio è uno dei primi strumenti valutativi per conoscere la sua forza. In genere possiamo semplificare dicendo che Mercurio in una nascita diurna quando sorge prima del Sole (orientale) oppure in una nascita notturna quando tramonta dopo il Sole (occidentale) vede rafforzare le sue qualità.
  2. Specifichiamo meglio la condizione di hairesis: in una nascita diurna Mercurio orientale denota una intelligenza pratica, attiva, reattiva verso l’esterno, se occidentale è più predisposto ad una intelligenza riflessiva, di indagine, di ricerca, di studio; in una nascita notturna Mercurio orientale potrebbe risultare più incline ad una intelligenza riflessiva, di indagine, di ricerca, di studio; se invece occidentale può denotare una intelligenza pratica, attiva, reattiva verso l’esterno.
  3. Le facoltà razionali saranno più accentuate quando la Luna è meno valorizzata di Mercurio, per esempio secondo la forza agente dei luoghi celesti. Allora la razionalità e l’intelligenza sono rafforzate quando la Luna è in luoghi molto deboli come casa dodici, casa sei che sono i luoghi cadenti più deboli. Se la Luna è in un luogo più debole rispetto a Mercurio in un luogo più forte, allora è un indizio di prevalente razionalità. Per esempio, se la Luna è in casa sei mentre Mercurio occupa un luogo più forte della casa sei, indica una maggiore espressione della componente significata da Mercurio, che è quella razionale. Ne consegue che, se Mercurio occupa un luogo più debole rispetto a quello occupato dalla Luna, allora è la componente significata dalla Luna ad essere sollecitata all’espressione, che è quella irrazionale.
  4. Lo stesso discorso vale nell’astrologia medievale per l’almuten di Mercurio e per l’almuten della Luna, chi vince in base alla posizione di essenzialità e accidentalità indicherà quale componente è più sviluppata, se quella rappresentata da Mercurio o quella rappresentata dalla Luna.
  5. La debolezza o forza di Mercurio dipende anche dai luoghi che occupa e dalle mutue ricezioni o dagli aspetti con gli altri pianeti. Ritroviamo in tutta la letteratura l’indicazione che, quando Mercurio è nei luoghi di Saturno (che significa nei suoi segni, nei suoi confini, ma anche in qualche aspetto al pianeta) significa riflessione, perspicacia, indolenza, tenacia, amore per la solitudine, la cupidigia, la malinconia, ma anche amarezza e lentezza. Quando Mercurio è nei luoghi di Giove allora significa accortezza, senno, fiducia. Nei luoghi di Marte agilità, versatilità, impetuosità, operosità. Nei luoghi del Sole acume e perspicacia. Nei luoghi di Venere affabilità, arguzia, loquacità. Nei luoghi della Luna mobilità, plasticità, versatilità, mutabilità. Quando è nei suoi luoghi sono accentuate tutte le sue facoltà: elevata dinamicità, capacità di calcolo e di strategia, di osservazione e di versatilità, di adattamento, curiosità elevata, perspicacia.
  6. Un celebre aforisma del Centiloquio pseudo-tolemaico dice che: quando Mercurio è nei domicili di Saturno ed è in forza, concede a chi nasce un intelletto penetrante al congetturare, nonché la coscienziosità nelle proprie opere; mentre nei domicili di Marte concede scioltezza di lingua specialmente per l’Ariete. In realtà l’aforisma del centiloquio ci sta dando un indizio generale sulle nature di Mercurio. Evocando i pianeti più estremi, ci indica che Mercurio relazionato alle nature di saturno (che sono secche e fredde) ovvero quando Mercurio tende alla secchezza, è più portato a esprimere una forma di intelligenza coscienziosa, penetrante, austera, molto analitica. Mentre se Mercurio è relazionato alle nature di Marte (che sono calde e secche) ovvero quando tende al caldo, l’intelletto è più portato alla praticità, al vigore, alla scioltezza, alla reattività. Pare che l’umidità produca maggiori danni per l’intelletto, l’eloquio, le capacità intellettive in genere.
  7. La letteratura ci riporta che Mercurio quando tende a nature secche è più portato ad azioni analitiche, razionali, specialmente quando abbiamo anche nature fredde dove allora si ha lucidità, capacità di assimilare. Mentre nature umide sarebbero deleterie per Mercurio, non che l’intelligenza viene meno ma essa diventa più passiva, remissiva, lenta, pigra, e più orientata al compiacimento, alla ricerca di piaceri effimeri o leggeri, la razionalità umida è meno capace di assimilare, e forse è più adatta alla creatività, all’invenzione, alla fantasia, all’immaginazione. Mentre il carattere del caldo pare avere una azione agente sull’intelligenza e la razionalità, rendendola provocatoria in senso anche costruttivo, ovvero polemica, ardita, loquace, reattiva. Il carattere freddo tende a rendere l’intelligenza controllata, ragionata, imperturbabile, impassibile.
  8.  Questione combustione di Mercurio! La letteratura è molto articolata su questa faccenda. Per esempio Retorio indica il limite della combustione per Mercurio indipendentemente dalla condizione di visibilità: quando Mercurio è mattutino o vespertino il range è di 3 gradi, per il tramonto vespertino mattutino il range è di 2 gradi.  
  9. Mentre le indicazioni di Cardano, che preferisco, indicano qualcosa di estremamente preciso: Mercurio vicino al Sole conferisce autorità e fiducia, mentre il suo progressivo allontanarsi rende l’animo libero, la lontananza eccessiva invece toglie autorità, toglie fiducia, toglie indipendenza.
  10. Per Cardano la vicinanza di Mercurio al Sole è una delle condizioni migliori per il pianeta! Cardano indica che un Mercurio molto vicino al Sole è meglio che si allontani… quindi vuole dire che la vicinanza di Mercurio al Sole è migliore quando è in separazione dal Sole. Inoltre Cardano parla di inettitudine quando Mercurio ha un’elevata elongazione, che indica tra i 20 e i 24 gradi. I limiti indicati da Cardano sono prossimi alle elongazioni massime di Mercurio (che variano tra i 18 e i 28 gradi).
  11.  Albumasar indica che Mercurio è afflitto quando mattutino dista dal Sole 12 gradi; e quando vespertino dista tra i 15 e i 17 gradi.
  12. Le indicazioni della letteratura medievale possono portarci ad una sintesi generale: Mercurio molto vicino al Sole è indice di autorità e rigidità nelle funzioni mentali e intellettuali; se Mercurio assume una considerevole distanza dal Sole, l’intelligenza tende ad essere meno rigida, meno conservativa e più predisposta alla ricerca di una libertà, di una modalità attiva, reattiva. Dunque più Mercurio è vicino al Sole, più la forma di intelligenza è riflessiva. Più è lontano dal Sole più l’intelligenza tende ad essere agente, attiva. Per usare termini odierni potremmo dire che Mercurio molto vicino al Sole tende a rappresentare una intelligenza rifflessiva-introspettiva, introflessa, rigida, conservatrice, tradizionale, severa, nel bene o nel male. Così un Mercurio che acquista una certa distanza dal Sole tende a rappresentare  una intelligenza avventata, estroflessa, estroversa, libera, audace, scaltra, pratica, nel bene o nel male. Possiamo ancora ricavare una suddivisione macroscopica delle qualità della mente: una mente riflessiva tende ad essere rappresentata da un Mercurio piuttosto vicino al Sole; una mente protesa all’azione audace tende ad essere rappresentata da un Mercurio piuttosto lontano dal Sole.
  13. Tuttavia le cose non sono così semplici… a prescindere dalla vicinanza o lontananza di Mercurio, la benignità della mente e la qualità dell’intelligenza sono anche strettamente connesse al moto veloce o lento del pianeta, come anche al moto diretto e retrogrado. Mercurio veloce tende a indicare una intelligenza disponibile, capace, curiosa. Mercurio lento tende a impigrire, o a esprimere una intelligenza che può soffrire di momenti di smarrimento e di incertezza. Un Mercurio di moto diretto tende a significare una intelligenza propositiva, paragonabile a uno studioso che ama non solo assimilare ma anche ricercare, ipotizzare, teorizzare. Mentre un Mercurio di moto retrogrado o peggio stazionario tende a significare una intelligenza meno propositiva, più adesa alle norme, alle tradizioni, paragonabile a uno studioso che ama sì studiare e assimilare ma è meno capace di proporre proprie teorie, è cioè meno capace di produrre nuove idee, e rimanere più vincolato o aderente a schemi precostituiti da cui ha difficoltà ad emergere (una voce fuori dal coro è quella di Gersonide che invece ritiene Mercurio retrogrado, come qualsiasi altro pianeta retrogrado, più capace, perché il moto retrogrado significa l’insistere su una certa cosa, e per Mercurio quando è retrogrado Gersonide dice che può essere sinonimo di approfondimento e di profonda analisi delle cose, totale immersione, perché nel comportamento del pianeta esso insiste nel passare e ripassare su ripetuti punti dello zodiaco e tale comportamento, appunto, l’autore lo interpreta come un qualcosa di positivo per Mercurio).
  14. Pare che gli autori medievali considerino tuttavia l’intelligenza disagiata o problematica nella condizione di massima elongazione di Mercurio, con necessarie testimonianze ulteriori come Mercurio che non comunica con la Luna, o un Mercurio vessato da eccessiva umidità.
  15. Certamente possono esserci poi condizioni in cui l’eccessiva vicinanza di Mercurio al Sole è vessatrice: per esempio se Mercurio è prossimo alla congiunzione al Sole, quindi è combusto in modo applicativo, e mentre compie questo si applica ad un malefico, diversi autori medievali (come Ranzovius) propendono nel dire che è un danno per l’intelligenza e la mente. Quindi tutto dipende dal dato di essenzialità e di accidentalità, e dal comportamento del pianeta stesso nei confronti dei raggi del Sole.
  16. Come altra divergenza sta nei momenti di levata e tramonto eliaco di Mercurio. Molti autori dicono che se il pianeta è in levata o tramonto eliaco, o prossimo a tale evento, il pianeta è estremamente potente in entrambe le condizioni, e delineerà una modalità della mente specifica: pratica, ardita in levata; più riflessiva e indagatrice in tramonto.
  17. Il discorso poi si amplifica su altre figure che sono importanti per le questioni della mente e dell’animo, come le doriforie e quindi non è solo Mercurio a indicare le qualità della mente, ma è la complessa disposizione del pianeta, del Sole, e di tutto ciò che si compie intorno a delineare elevate specificità.

Tanto altro si potrebbe dire, come sulla latitudine di Mercurio, nonché sulla configurazione di Mercurio alle stelle fisse e alle immagini celesti, al suo rapporto o meno con l’Ascendente o con il signore della genitura, o con il governatore dell’Ascendente, il ruolo dei segni zodiacali nelle loro modalità (segni mobili o tropici, fissi e bicorporei).

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Ferragosto: celebrazione del Grano. Da Conso all’Assunzione della Vergine. E le Sorti dei Cereali.

Nel mese di agosto le tradizioni attuali celebrano nella giornata del 15 una festività chiamata ferragosto che ha molteplici connessioni non solo ad antiche e remote celebrazioni pagane, ma connessioni anche a questioni naturali e agricole. Le festività del mese di Agosto devono portarci alla rievocazione del riposo di Augusto in onore di Ottaviano Augusto nelle così dette Feriae Augusti. Queste festività vennero istituite intorno al 18 a.C. e traevano, a loro volta, origine ed ispirazione dalla tradizione dei Consualia ovvero le festività che celebrano la fine dei lavori agricoli dedicate a Conso dio dei cereali e della fertilità (spesso associato anche a Nettuno Seisichthon colui che scuote la terra).

Riproduzione grafica di festività sacra nel Circo Massimo di Roma

La tradizione di Conso

Le tradizioni connesse a Conso non erano circoscritte solo al 15 agosto ma riguardavano festeggiamenti che interessavano tutto il mese di agosto. Conso è festeggiato anche nel mese di Dicembre a evidenziare come fosse centrale nelle attività agricole: nel periodo di agosto le tradizioni antiche celebravano la raccolta del grano e dei cereali, ma in particolare la loro conservazione nei silos; gli dèi erano omaggiati con diverse offerte per ringraziarli dell’abbondanza dei frutti della terra e per augurare la buona conservazione dei cereali, che poi dovranno subire processi di trasformazione per essere conservati e usati come principale fonte di nutrimento nelle stagioni successive, ovvero quelle dell’autunno e dell’inverno. Inoltre, le celebrazioni connesse a Conso riguardavano anche il periodo di dicembre dove la divinità era celebrata e omaggiata affinché favorisse, in questo caso, il lavoro della terra. Infatti, dal punto di vista agricolo nel mese di novembre e dicembre si è soliti preparare il terreno sollevando le zolle ormai prive di nutrimento, e cominciando una serie di attività per ri-fertilizzare la terra e prepararla poi alla successiva semina. Consus o Conso è il protettore dei cereali e dei silos, celebrato come divinità ctonia è rappresentato da un seme di grano. A Roma, nell’area di Circo Massimo, sono sopravvissuti nei sotterranei del sito archeologico i resti di un altare dedicato a Conso. L’altare veniva portato alla luce solo durante le festività dedicate a Consu, in particolare attorno al 21 agosto e al 15 dicembre. L’altare era circondato dalle immagini di altre antiche divinità romane che avevano la funzione di proteggere le messi:  Seia, Segezia, Tutilina.

La tradizione della Vergine assunta in cielo e il collegamento alla Spiga di Grano e non solo

Oggi la festività celebrata in collegamento ai riti di questi tempi è quella dell’Assunzione della Vergine Maria, Vergine citata anche da Albumasar il grande astrologo. Il culto dell’Assunzione risale al V secolo d.C. anche se diverse altre fonti lo ricollegano al IV – III secolo d.C. come testimonia lo scritto più antico che parla di questa dottrina, il Liber Requiei Mariae. Sicuramente la diffusione e lo sviluppo della dottrina dell’Assunzione parte dal V secolo d.C. diffondendosi nella devozione popolare fino ad arrivare alla vera e propria proclamazione del dogma che è avvenuta il 1 novembre 1950 da parte di Papa Pio XII. La Vergine Maria è stata associata a tutti i cerali, in numerose rappresentazioni artistiche è messa in relazione in particolare al grano e al mais.

Maria in abito di mais, dipinto su tavola di Hinrik Funhof , 1480 circa, Kunsthalle Hamburg

Dobbiamo dunque distinguere la proclamazione del dogma, che avviene solo in tempi moderni e anche piuttosto recenti, rispetto alla tradizione in sé della dottrina dell’Assunzione che invece ha una radice molto più antica. L’Assunzione della Vergine è trattata da autori come: Efrem il Sirio (IV secolo), Timoteo di Gerusalemme (IV secolo), Epifanio di Salamina (V secolo).

La celebrazione dell’Assunzione della Vergine avviene a metà agosto e ha connessioni interessanti con le ritualità sacre precedenti al culto cristiano e cattolico, in agosto infatti si celebrava intorno al 21 del mese la divinità del grano e della conservazione dei cereali, anche la Vergine Maria osservata nella dottrina dell’Assunzione intende rappresentare la gloria della terra e dei suoi frutti: secondo le tradizioni popolari referite alla dottrina dell’Assunzione, in questi giorni Dio “celebra” l’evento elargendo agli uomini abbondanza, grazie, benedizioni. A settembre poi continuano le celebrazioni connesse alla figura della Vergine.

Se associamo ad Agosto (verso la fine del mese) nell’ingresso del Sole in Vergine – che sancisce la parte finale dell’estate – tutte le attività agricole connesse alla terra, esse sono rivolte verso il raccolto degli ultimi frutti della terra che sono proprio i cerali; inoltre siamo in piena attività agricola finalizzata alla conservazione dei frutti raccolti, e al deposito nei silos del grano e dei cereali. La Vergine Maria celebrata nel periodo di agosto e settembre ha importanti connessioni alle simbologie celesti di questo periodo.

Non a caso l’astrologo Albumasar dice che nel primo decano della Vergine (ovvero nella prima parte del segno Vergine) sorge l’immagine di una Vergine, il suo aspetto è gradevole, ha lunghi capelli con due cornucopie di grano nelle mani, siede su un trono con un infante in braccio e lo nutre, e alcune persone chiamano questo infante Ius ovvero Gesù.

Ovverosia la prima immagine della vergine è legata ad una figura femminile associata al grano e alle sue spighe.

Il Segno della Vergine, il grano e le festività di fine estate

Appellandoci a ibn Ezra, che riporta le fonti dei suoi predecessori, osserviamo come l’autore descrive il segno della Vergine e in particolare le immagini del suo primo volto:

  1. Il segno Vergine è uno dei segni di terra, femminile e notturno, meridionale, di fine estate, bicorporeo. Le sue ore sono più lunghe delle ore uguali e alla fine del segno notte e giorno sono uguali, è un segno retto.
  2. Secondo la sua natura indica la distruzione a causa della grande aridità, ma al suo inizio è molto umido e provoca tuoni, il suo centro è temperato, la parte finale è secca.
  3. Quando settentrionale genera venti, quando meridionale è temperato.
  4. Ha la forma di un essere umano e di un uccello, la sua voce è forte.
  5. La sua natura generale è fredda e secca, genera bile nera.
  6. Il suo sapore è astringente e amaro, i suoi colori sono bianco, viola, ocra.
  7. Tra gli esseri viventi governa gli umani e gli uccelli, tra le piante quelle di piccola statura e senza tronco, governa il grano, l’orzo, i fagioli, e tutti i tipi di cerali.
  8. Tra i luoghi governa ogni terreno seminato, gineceo e i giardini.
  9. Nel suo primo decano o volto sorge una bella vergine, ha lunghi capelli e due spighe di grano in mano, siede su un trono e nutre un bambino, lo allatta; sorge anche la stella chiamata spiga di grano che si trova nella parte posteriore del serpente, nonché la testa del corvo e la testa del leone. Gli scienziati indiani dicono che sorge una vergine avvolta in un mantello, indossa abiti a brandelli e tiene in mano una brocca, si trova all’interno di un mirto e vuole andare alla casa di suo padre. Secondo Tolomeo sorgono la parte della coda del drago (Draco), la parte posteriore dell’Orsa (Ursa Major) insieme alle zampe, alla coda e al calice (Cratere) che è sulla testa del Guerriero (Idra) e il bordo è del corpo del Guerriero.

Nelle immagini descrittive del primo volto della Vergine notiamo una connessione al grano, ai cereali, alla celebrazione del raccolto, ma c’è anche un’immagine che dà l’idea di un “ritorno nella casa del padre” che rievoca incredibilmente il dogma dell’Assunzione di Maria, ovvero il fatto che il corpo intatto della Vergine viene accolto in cielo, entrando nella casa del padre nella dimora di Dio.

A prescindere se ci riferiamo a culti o tradizioni precristiane, o a tradizioni odierne cristiane e cattoliche, nella parte finale di agosto e per la prima parte di settembre si susseguono festività che tra loro hanno interessanti assonanze e similitudini: tutte connesse al raccolto, all’abbondanza della terra, ai cereali, alla loro conservazione e al loro mantenimento, tutto dunque si orienta verso la preparazione ai mesi autunnali e invernali quando la terra arida e secca non sarà più in grado di generare cereali.

La sorte dei cereali in Astrologia

In antichità le sorti del grano, dell’orzo, della segale, dei cereali in genere, erano frequentemente utilizzate per lo studio dei raccolti e di quello che ci si poteva aspettare. Oltre a queste sorti, come dimostrano i celebri almanacchi di Domenico Maria da Novara, Saturno era soggetto allo studio nelle sizigie stagionali in qualità di rappresentante del mondo agricolo e delle attività dei contadini. Ne consegue che quando Saturno è debole, in cattiva condizione essenziale e accidentale, poteva pronosticare difficoltà per i raccolti, o un periodo difficile per i contadini e le loro attività. Come anche per le sorti dei cereali che se vessate dai malefici potevano indicare raccolti danneggiati dalle intemperie o da improvvise invasioni di locuste. Ma se la condizione essenziale ed accidentale di Saturno, come anche la condizione delle sorti dei cereali e dei loro dispositore, fosse stata benigna, allora poteva dare indicazione di raccolti buoni e rigogliosi, e di buoni affari per i contadini.

Albiruni ci tramanda un elenco di sorti che riguardano i pronostici circa i raccolti, segue l’elenco:

  1. la sorte del grano: Ascendente + Sole – Giove (nel giorno) oppure + Giove – Sole (nella notte);
  2. la sorte dell’orzo: Ascendente + Luna – Giove (nel giorno) oppure + Giove – Luna (nella notte);
  3. la sorte del riso e del miglio: Ascendente + Giove – Venere (nel giorno) oppure + Venere – Giove (nella notte);
  4. la sorte del granturco: Ascendente + Giove – Saturno (nel giorno) oppure + Saturno – Giove (nella notte);
  5. la sorte dei legumi: Ascendente + Venere – Mercurio (nel giorno) oppure Mercurio – Saturno (nella notte);
  6. la sorte delle lenticchie e del farro: Ascendente + Marte – Saturno (nel giorno) oppure + Saturno – Marte (nella notte);
  7. la sorte delle fave e delle cipolle: Ascendente + Saturno – Marte (nel giorno) oppure Marte – Saturno (nella notte);
  8. la sorte dei ceci: Ascendente + Venere – Sole (nel giorno) oppure + Sole – Venere (nella notte);

La crisi del grano a Kiev

In particolare la formula della sorte del grano vede il coinvolgimento di due punti specifici. La formula è Ascendente + Sole – Giove (nel giorno) oppure Ascendente + Giove – Sole (nella notte).

  1. il Sole è principio di calore e di crescita, il grano è solitamente associato al Sole anche per il suo colore;
  2. Giove è principio di abbondanza e di vita, quindi la distanza tra Sole e Giove è molto logica perché contestualizza due punti estremamente importanti per il sostentamento della vita, per il nutrimento, e quindi per la crescita abbondante delle cose.

SORTE DEL GRANO NEL 2022 – Proprio nel 2022 abbiamo vissuto un evento di crisi del grano (che ancora oggi prosegue) a causa dei conflitti in corso tra Russia e Ucraina. All’epoca avevo scelto di osservare la condizione del grano dall’ingresso del Sole in Ariete di Marzo 2022, momento che sancisce l’inizio dell’anno 2022 quello che porterà poi la crisi del grano con ripercussioni in tutta Europa. La scelta della località è Kiev perché è il luogo della sfera locale da cui si genera la motivazione della crisi. Segue la carta celeste con P0 che indica La Sorte del Grano.

Se ci soffermiamo sulla sorte del grano (p0) notiamo che è al grado 5°37′ della Bilancia. Per le sorti non è importante la posizione nelle case ma la posizione e la condizione del suo dispositore che in questo caso è Venere:

  1. Venere è peregrina, ma gioisce in casa Cinque, a indicare che le condizioni di accidentalità sono buone del grano, c’è potenzialità e possibilità di un buon raccolto, ma ci sono condizioni di essenzialità disagiate;
  2. Venere inoltre si separa da Marte e si applica a Saturno, questa condizione è chiamata vessazione da assediamento.
  3. L’assediamento di Venere da parte dei malefici evidenzia una crisi del grano o una difficoltà nei raccolti o nella gestione del grano.
  4. Sappiamo che nel 2022 proprio dall’Ucraina, a causa della situazione bellica con la Russia, il grano ha subito momenti di crisi ed è diventato strumento di guerra o di minaccia. Il periodo quindi per il grano è stato di vessazione e difficoltà.

SORTE DEL GRANO 2023 – sempre nei cieli di Kiev, vediamo la condizione della sorte nell’ingresso del Sole in Ariete 2023.

La situazione è diversa dalla precedente, in questo caso il dispositore della sorte di Grano ha la triplicità inoltre non ci sono vessazioni così significative da parte dei malefici. Nel 2023 pur rimanendo la crisi del grano, la situazione pare per ora sottocontrollo.

SORTE DEL GRANO 2024 – per l’ingresso del Sole in Ariete nei cieli dell’Ucraina.

Molto interessante il dispositore della Sorte perché per essenzialità è peregrino, ma per accidentalità ha una grande forza. Marte inoltre è orientale rispetto al Sole. Come per la sorte del 2022, la grande accidentalità può indicare la forza del grano, il fatto che la sua crescita non è messa in discussione, ma l’essenzialità che vede un Marte peregrino (una condizione miserevole) può indicarci che ci saranno comunque problemi nel suo commercio o nella capacità reale di gestire il grano per fini commerciali o comunque una qualche situazione di criticità.

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LEONE

Segno Leone. Uno dei segni di fuoco, maschile, uno dei segni diurni, orientale. È uno dei segni dell’estate che rimane nello stesso schema perché in esso la stagione non cambia (ovvero è un segno solido o fisso). Le sue ore sono più lunghe delle ⟨ore⟩ uguali, e i suoi tempi di levata sono retti.

Natura del segno

La sua natura è ardente e distruttiva; all’inizio è un po’ calda, a metà è molto distruttiva e genera malattie, e alla fine genera venti. Quando è settentrionale è ardente e quando è meridionale è umido. Ha la forma di un animale con quattro zampe e zoccoli; è un predatore, le sue membra sono tagliate e ha mezza voce. La sinistra dell’est è nella sua porzione, come anche il vento dell’est. La sua natura è calda e secca, la bile gialla è nella sua natura, il suo sapore è amaro e pungente, e dei colori regge il giallo. Degli animali, leoni, leopardi, iene, orsi e lupi. Dei metalli, l’oro e l’argento; sotto la sua natura ci sono anche le pietre preziose, la pietra che trafigge le pietre preziose, chiamata al-mās [diamante], la pietra chiamata al-bazāri e ogni mestiere basato sul fuoco. Dei climi regge il quarto quindi Baghdad, la Persia, la terra dei Turchi fino alla fine dell’ecumene, e Nisbor [Nishapur] e Tarso. Ogni luogo difficile da scalare – è nella sua natura – e ogni terra che è rotta (arida), della sua natura sono i palazzi dei re e le fortezze, ogni montagna alta e ripida e ogni luogo ben ventilato. Delle lettere sua è heh e qof. I suoi anni sono 19, così come i suoi mesi, i giorni sono 47½ e le ore 13.

Primo volto o decano

Nel primo decano sorge un orso con un cane sul dorso, una prua, metà di una nave con i suoi marinai, la testa di un serpente nero, la testa di un cavallo e quella di un asino. Gli indiani dicono che lì sorge un grande albero, con un cane e l’uccello chiamato otarda sui suoi rami, un uomo che indossa bei vestiti (ma che sono sporchi) e che intende colpire suo padre; anche il proprietario del cavallo che guarda verso il nord. Secondo Tolomeo vi sorge il collo dell’Orsa Maggiore [Ursa Major], la sua zampa sinistra, la sommità della testa della costellazione del Leone, il collo del Guerriero [Idra] e la metà della Nave [Argo Navis].

Secondo volto o decano

Nel secondo decano sorge una statua con le mani alzate, che chiama a gran voce, suona uno strumento e danza; sorgono anche due vasi di vino, una coppa di vetro, uno strumento musicale fatto di corna di cervo, la seconda metà della nave, l’occhio del serpente, la metà del cavallo e la metà dell’asino. Gli scienziati indiani dicono che vi sorge un uomo dal naso sottile , con in testa qualcosa di simile a una corona di mirto bianco e un arco in mano; è irascibile come il leone e si avvolge in un mantello che ricorda il colore del leone. Secondo Tolomeo, vi sorge la spalla dell’Orsa Maggiore [Ursa Major], la sua gamba destra, il collo della costellazione del Leone, il centro del Guerriero [Idra] e la prua della Nave [Argo Navis].

Terzo volto o decano

Nel terzo decano si erge la figura di un giovane; la sua occupazione è guidare gli animali; in mano tiene una frusta e tiene le redini di ⟨gli animali che trainano⟩ un carro all’interno del quale siede un uomo insieme a un fanciullo; nella mano sinistra tiene una veste; vi si erge anche un corvo, e il centro del serpente nero, l’estremità del cavallo e l’estremità dell’asino. Gli scienziati indiani dicono che in questo decano sorge un etiope brutto e laborioso; è intelligente, ha frutta in bocca e carne in mano. Secondo Tolomeo, vi sorge la costellazione dell’Orsa Maggiore, il centro della costellazione del Leone, e una parte del Guerriero Combattente.

Giudizi sul Leone

Una persona nata in questo segno [ovvero che ha il Leone come ascendente della sua natività] avrà un bel corpo; sarà giallo, i suoi occhi saranno come quelli di un gatto, sarà dominatore e irascibile, con gli occhi d’aquila, gli stinchi sottili, sarà un uomo di inganno, lussurioso, generoso, arido, fedele alla parola data, pieno di dolore, che si mette in pericolo, sfiduciato, la sua natura sarà quella delle iene, un goloso che ama ogni cibo; nella natività femminile indica la modestia. Chi nasce nel primo decano del Leone [una persona che ha il primo decano del Leone come ascendente della sua natività] avrà un bel viso e un bel corpo e un colorito rubicondo; i suoi occhi saranno di colori misti, il suo petto sarà dritto, così come i suoi stinchi, avrà un dolore nella parte superiore dell’addome, sarà famoso tra la gente, umile e si mescolerà con i re. Chi nasce nel secondo decano avrà un bel corpo, un petto largo, cosce e stinchi sottili; sarà calvo, soffrirà di dolori alle arterie; sarà onorato dal suo popolo e altezzoso. Chi nasce nel terzo decano sarà piuttosto basso, pallido e rubicondo; ha una voce forte, ama le donne, ha molti amici, molti nemici e molti disturbi. Chi nasce alla fine del segno sarà brutto e pieno di macchie.

Nelle parti del corpo governa petto, cuore, parte superiore dell’addome, arterie, schiena, fianchi, costole, nuca; indica anche il colore degli occhi e il fondo dell’intestino superiore. Le malattie che colpiscono le suddette parti del corpo sono nella sua porzione. Tra gli esseri umani, i re sono nella sua natura, come anche i ministri, i nobili, gli orafi, gli argentieri, i gioiellieri e i praticanti di ogni fine mestiere. È la casa del Sole e la casa del detrimento (esilio) di Saturno; nessun pianeta vi ha l’esaltazione o la caduta [in Leone]; l’apogeo di Marte è a 12° [del Leone] in questo periodo. I signori della triplicità sono il Sole e poi Giove di giorno, e Giove e poi il Sole di notte; Saturno è il loro partner di giorno e di notte.

Il primo decano, secondo gli Egizi e i Babilonesi, è ⟨assegnato a⟩ Saturno, il secondo a Giove e il terzo a Marte; secondo gli scienziati indiani, il primo ⟨decano è assegnato⟩ al Sole, il secondo a Giove e il terzo a Marte.

Questi sono i termini secondo gli Egizi e gli astrologi: Giove 6°, Venere 6°, Mercurio 6°, Saturno 7° e Marte 6°; e secondo Tolomeo: Saturno 6°, Mercurio 7°, Venere 6°, Marte 6° e Giove 5°.

La prima nona parte è assegnata a Marte, la seconda a Venere, la terza a Mercurio, la quarta alla Luna, la quinta al Sole, la sesta a Mercurio, la settima a Venere, l’ottava a Marte e la nona a Giove.

La prima potenza della dodecatemoria è assegnata al Sole, la seconda a Mercurio, la terza a Venere, la quarta a Marte, la quinta a Giove, la sesta e la settima a Saturno, l’ottava a Giove, la nona a Marte, la decima a Venere, l’undicesima a Mercurio e la dodicesima alla Luna.

Dall’inizio del segno fino alla fine dei sette gradi, ⟨ i gradi sono⟩ luminosi, poi ⟨seguono⟩ tre ⟨gradi misti⟩, poi sei ⟨gradi⟩ scuri, poi cinque ⟨gradi⟩ vuoti, e poi nove ⟨gradi⟩ luminosi.

Dall’inizio del segno fino alla fine dei cinque gradi, i gradi sono maschili, poi vengono due gradi femminili, poi sei ⟨gradi⟩ maschili, poi dieci ⟨gradi⟩ femminili, e poi sette ⟨gradi⟩ maschili. Le fosse delle stelle: 6°, 13°, 15°, 22°, 23° e 28° grado. I gradi che aggiungono bellezza e onore: 2°, 5°, 7° e 17° grado. Lì [nei gradi del Leone], tra le stelle superiori, ⟨ troviamo⟩ il collo del Guerriero [Idra], ⟨alla longitudine Leone⟩ 16° al momento attuale, latitudine ⟨eclittica⟩ meridionale 20°, di seconda magnitudine, un misto di Saturno e Venere. Il cuore del leone si trova in questo momento a ⟨longitudine eclittica Leo⟩ 18°, a nord, di prima grandezza, un misto di Marte e Giove; è una delle stelle che causano la morte. La stella chiamata “dorso del leone” è lì, alla fine del segno [Leone] … di seconda grandezza, un misto di Saturno e Venere.

Gli altri segni zodiacali

Link, clicca qui.

FONTE
Abraham Ibn Ezra 
Introductions to Astrology. A Parallel Hebrew-English Critical Edition of the Book of the Beginning of Wisdom and the Book of the Judgments of the Zodiacal Signs Abraham Ibn Ezra’s Astrological Writings, Volume 5, nella traduzione e annotazione di Shlomo Sela.

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Gersonide: influsso celeste, questione libero arbitrio e dal determinismo al finalismo hashgahah kelalit

Levi ben Gershon (conosciuto nell’Europa medievale col nome latinizzato di Gersonide, noto tra gli ebrei anche con l’acronimo di Ralbag, 1288 – 1344 filosofo, astronomo e matematico francese, teologo e talmudista ebreo) concepisce il Mondo come un’immagine integrata in cui coesistono, anche se su piani diversi, cielo e terra. Ovvero ogni cosa è per Gersonide una cosa sola, principio che se ci pensiamo è già ben radicato nella Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto. Tuttavia, Levi va oltre dicendo che l’Astrologia è l’unica disciplina, o metodo, attraverso cui è possibile studiare l’interazione tra il mondo celeste e il mondo sublunare; l’astrologia per Gersonide è unica nella sua specificità deduttiva e cognitiva perché ha lo scopo di studiare le connessioni tra mondo immanente e mondo trascendente, tra alto e basso, tra cielo e terra, e come queste connessioni e relazioni agiscono sulla cosa vivente.

Gersonide

Sono numerose le opere di Levi, alcune filosofiche, altre commentari alla Torah, ma è interessante anche la letteratura che ha prodotto in ambito astronomico. In particolare Moritz Steinschneider (Prostějov, 30 marzo 1816 – Berlino, 24 gennaio 1907, ebraista e bibliografo ceco, considerato uno dei massimi esperti della letteratura ebraica medievale) identifica le opere astronomiche di Levi
nello Sefer Tekunah, suddivisa in 136 capitoli ricche di considerazioni astronomiche; in alcuni capitoli affronta i difetti del sistema astronomico di Tolomeo identificando numerosi errori di calcolo, e che lo portarono ad una prima forma di teoria della confutazione, in parte grazie alle sue determinazioni astronomiche. Faccio notare che l’opera di Levi fu apprezzata da Pico della Mirandola che la citava frequentemente nelle sue Disputationes in Astrologiam.

Gersonide è considerato uno dei primi astronomi ad accorgersi che il sistema tolemaico presentava numerosi errori e che non funzionava correttamente, a differenza dei “colleghi” del suo tempo. La “grandiosità” del modello Tolemaico era dovuta per lo più alla previsione dei moti planetari, ma un’osservazione di una eclisse lunare del 1335 e solare del 1337, fatta da Gersonide, portarono il ricercatore a confutarne i principi perché anche se il sistema permetteva di prevedere la posizione della Luna, sbagliava grossolanamente sulle dimensioni apparenti della Luna. Inoltre Gersonide ricalcolò le distanze stellari, che ai suoi tempi erano ritenute ferme in una sfera rotante sopra quella dei pianeti
esterni
, i suoi calcoli stimarono che le distanze delle stelle fisse dovevano essere maggiori miliardi di volte rispetto a quelle planetarie, evidenziando gli errori di Tolomeo al riguardo. Tuttavia Gersonide non riuscii a completare la confutazione del sistema tolemaico, infatti dopo Gersonide il sistema fu definitivamente superato dalle ricerche e scoperte di Copernico.

Secondo Levi i movimenti dei vari corpi celesti (quelli che chiamiamo pianeti, e ci riferiamo in ambito astrologico agli astri del settenario, quelli visibili a occhio nudo) evidenziano che essi sono mossi da principi motori diversi e che quindi la qualità di tale movimento identifica una evidente gerarchia. Per Gersonide i pianeti sono esseri dotati di anima e di intelligenza, e ogni astro emana uno spettro di Dio, potremmo dire le tante forme di intelligenza del demiurgo, ma che tutte riconducono ad una sola cosa, o ad un sono pensiero onnisciente.

Secondo Levi la sfera sublunare e quella celeste operano con due sistemi separati, ovvero ognuno si muove secondo una propria legge; ma tali sistemi anche se separati sono tra loro connessi e le due diverse “leggi” che le governano interagiscono in una sorta di linguaggio, di dialettica operante. Infatti dice che la legge dei cieli è nota solo a Dio, e ciò che noi percepiamo della volta celeste è quello che Dio intende comunicarci e dirci, ma cosa c’è dietro questa comunicazione, ovvero la profonda ragione del suo pensiero, è agli uomini sconosciuta e inaccessibile.

Nella visione astrologica di Levi, il ricercatore dice di aver dimostrato che esistono relazioni altamente specifiche tra luce (tipo la luce solare, la luce lunare, la luminosità di Mercurio, Venere, e via dicendo) e le qualità prime terrestri (caldo freddo, umido secco). La forza divina è responsabile di tale connessione e l’azione di Dio si muove attraverso un evento celeste che va a determinare connessioni con le qualità prime del mondo sublunare (i principi caldo, freddo, secco, umido) che a loro volta propagheranno questa sorta di “messaggio divino” sugli elementi complessi (fuoco, terra, aria e acqua), e che a loro volta trasmetteranno su ogni creatura vivente, su ogni oggetto animato o inanimato del pianeta, secondo la natura di ogni essere.

Ma attenzione, questo non contraddice il valore del Libero Arbitrio, infatti Levi identifica due tipi di intelligenza: una divina e una più terrestre. L’uomo è permeato, avvolto, penetrato dentro e fuori da una intelligenza divina che è quella che viene identificata comunemente e banalmente come “influenza celeste”, questa agisce sulle cose ma agirà in accordo con una intelligenza più terrea, legata alle leggi fisiche del pianeta che ospita la nostra esistenza, legata all’ecosistema, all’atmosfera, all’ambiente, dunque ogni messaggio celeste (o influenza celeste) sarà messa sempre in relazione all’intelligenza individuale terrea e sistemica (ovvero specifica in base al regno naturale di appartenenza). Come questo messaggio celeste sarà vissuto, espresso, compreso, e come esso si muoverà, e agirà, per esempio in un individuo, dipenderà dalla natura dell’essere ricevente, dalla sua composizione, temperamento, dal luogo in cui riceve tale messaggio, quindi dipenderà anche dalla natura ecosistemica e ambientale del luogo in cui è, e di conseguenza sarà soggetto a variabili anche culturali, sociologiche per intenderci. Come potete capire, Levi non ha assolutamente una visione deterministica, ma sta enunciando principi di finalismo.

L’influsso celeste è visto da Levi come una forma di intelligenza divina, che interagirà con l’intelligenza terrestre: nello specifico quando tale influsso tocca per esempio l’individuo umano, questa intelligenza (che possiamo immaginare come un linguaggio) parla e comunica con l’intelligenza personale, individuale, propria dell’essere umano. Tale relazione di linguaggi, produrrà poi risposte, soggette alla volontà individuale, dunque inclinazioni che dipenderanno anche da una propria indiscutibile natura. Levi supera in modo molto intelligente l’idea del determinismo e apre all’idea del finalismo-astrologico.

Levi arriva a congetturare la logica della Provvidenza Celeste: l’obiettivo principale delle influenze astrali è salvaguardare, proteggere, mantenere, l’ordine naturale delle cose. Questa scopo è ciò che Levi chiama hashgahah kelalit, la provvidenza generale è concepita come uno strumento nelle mani di Dio, che attraverso la sua azione nel mondo conserva l’opera del creatore, e lo fa secondo un piano preciso e conosciuto. In un certo senso l’opera di Dio avrebbe secondo questa idea uno scopo preciso, una ragione, e quindi ogni cosa accade in conformità della volontà del creatore affinché si adempi il suo fine.

Dunque la provvidenza interverrà attraverso i suoi linguaggi, apportando ove necessario eventi che letteralmente influenzano l’uomo per dirigerlo verso uno scopo finale, pur mantenendosi nell’individuo quell’idea di libero arbitrio che è lo strumento attraverso il quale ci si confronta con una influenza tuttavia imprescindibile.

Gersonide supera quindi l’idea del determinismo, introducendo l’idea di un finalismo astrologico: ogni cosa ha un suo fine, o meglio una sua finalità, un suo obiettivo, che in un modo o in un altro dovrà essere raggiunto. Nei testi sacri del Talmud ci sono frequenti riferimenti di un Dio che conosce ogni cosa, e che ha previsto tutto; spesso è identificato come un archivista, nonché come colui che conosce la sorte di ogni cosa, perché è colui che ha progettato la Natura e le sue leggi, sia quelle celesti che quelle terrestri.

Ne consegue che la previsione astrologica non è per Levi un controsenso o un oltraggio al concetto di Libero Arbitrio. Prima di tutto perché la previsione in astrologia ha il senso di conoscere il moto naturale delle cose, e come i vari principi della natura terrestre si esprimeranno in correlazione all’azione dei fenomeni celesti. Questo permette di comprendere come una data natura, per esempio umana, si relazionerà a certe condizioni del cielo astronomico, all’interno di eventi che per semplificare possiamo definire temperamentali, umorali. Tutto ciò avviene lungo una linea ciclica, lungo un destino scritto naturalmente in ogni essere umano, che oggi rintracciamo per esempio nel DNA di ogni persona, genoma che informa su tutto, sulle malattie, sui colori dei capelli e degli occhi, sulla statura, sulle facoltà cerebrali, sull’organizzazione del corpo, e anche sulla morte.

La Providenza generale è quindi una sorta di provvidenziale attività naturale che in modo intelligente interviene per conservarci e per mantenerci, per poter proseguire nel corso del proprio progetto di vita, affinché si adempi il proprio destino naturale, biologico, oggi potremmo dire “genetico”.

Scrive Levi: attraverso la disposizione ordinata dei corpi celesti, è preservata l’esistenza inferiore che contiene bontà e perfezione … le azioni e i pensieri dell’uomo sono tutti ordinati dai corpi celesti… da un punto di vista religioso, immaginare o ritenere che gli astri erranti o le stelle fisse possano esercitare un’influenza non solo su questioni temperamentali e umorali ma anche sul pensiero, stride con il concetto di libero arbitrio. Ma Levi aggiunge che il libero arbitrio nell’uomo ha il compito di consentire all’individuo il controllo dei suoi pensieri.

Questo passaggio è molto delicato perché presenta una visione di libero arbitrio a cui non siamo probabilmente “abituati”: secondo Levi i pensieri sono prodotti o influenzati dalle stelle, questi pensieri arrivano alla nostra mente, possiamo cioè ascoltarli, percepirli; arrivano idee, pensieri, concetti, immagini, che sono generati da una azione celeste e dalla sua interazione con la natura organica e biologica dell’essere ricevente, ma il libero arbitrio non ha a che fare con la “generazione di un pensiero” ma piuttosto sul modo attraverso cui l’essere gestirà il “pensiero” che riceve.

Questo è per Levi il libero arbitrio che non presume dunque secondo la sua logica il fatto che gli esseri umani non possano subire “influenze celesti” o “pensieri influenzati dalle stelle”, anzi se siamo immersi in progetto di intelligenza divina, noi siamo in un certo senso galleggianti in un oceano di “pensieri e di idee”: il libero arbitrio è lo strumento attraverso cui noi ci confrontiamo liberamente con questi pensieri che comunque permangono, ci sono, e si presentano, volendolo o non volendolo, in noi.


Levi sostiene che la provvidenza generale interviene anche sulle sorti della società umana. Le stelle agiscono anche sul collettivo, sulle masse di persone, tale azione per esempio inclinerà e spingerà i vari sottogruppi sociali a perseguire certi percorsi, piuttosto che altri. Sulla previsione Levi è consapevole che l’Astrologia può essere spesso imprecisa e vaga. Levi scrive: in generale è impossibile che l’uomo conosca la verità… L’uomo può fare affidamento solo ai suoi sensi, non è in grado nemmeno di arrivare ad una completa comprensione delle vicende del mondo sublunare, figuriamoci se può riuscire a conoscere esattamente il messaggio del fenomeno celeste! Questo perché, sostiene Levi, l’umanità riceve l’Intelletto Agente in conformità del proprio Intelletto individuale, e poiché lo riceve e lo percepisce attraverso una natura (che nel caso dell’uomo è specificamente soggetta alle leggi terrestri) non potrà mai valicare completamente il mistero dell’Intelligenza Agente e certe cose rimarranno per sempre inconoscibili all’uomo.

Così l’astrologia diventa per Levi uno strumento e un metodo che cerca di comprendere l’azione delle leggi combinate del cielo e della terra, e come esse potranno esprimersi nella realtà vivente, all’interno comunque di certi limiti, e anche nell’evidenza che tutto non può essere conosciuto dall’astrologia non perché il metodo non lo permetterebbe, ma perché è l’uomo ad avere dei limiti all’accesso di certe informazioni, e non possiamo avere una visione onnisciente e onnicomprensiva dell’intera architettura della creazione e del suo scopo, o della sua finalità.

Rimane tuttavia una chiara evidenzia: per Levi l’Astrologia non è deterministica ma finalistica, il metodo astrologico ha lo scopo di identificare, studiare e comprendere, attraverso i suoi metodi, la “finalità delle cose”, ovvero comprendere l’andamento e l’orientamento del nostro essere secondo la sua natura e in accordo alle influenze celesti ovvero all’Intelletto Agente.

Nell’azione del cielo, secondo il pensiero di Gersonide, interverrebbe una Provvidenza Generale che è una actio æterna di Dio ovvero prescienza, nonché disposizioni naturali che hanno lo scopo di far adempiere la volontà dell’ente creatore; ci sarebbe poi una actio temporis ovvero l’attività dell’Intelligenza Agente (di provenienza divina) che agirà sulla preservazione e il mantenimento delle cose, nel tempo.

Questa è la dottrina della cura provvidenziale e del governo del mondo che non troviamo solo nella cultura ebraica ma anche in culture molto diverse come in Cicerone in De Natura Deorum e in Seneca in De Providentia. Non è dunque un’idea nuova!

Dal cielo l’Eterno guarda in basso; Vede tutti i figli dell’uomo (Sal xxxiii. 13, 14)

Nei cieli l’Eterno ha il suo trono, ma il suo governo abbraccia ogni cosa (Sal xi, 4)

La natura è costantemente oggetto della sollecitudine divina (Giobbe xxxvi. 27, xxxviii. 25)

FONTI

Gersonides’ Proofs for the Creation of the Universe
Feldman, Seymour
The American Academy for Jewish Research

The Astronomy of Levi ben Gerson: A Critical Edition
Springer‐Verlag.

Levi ben Gerson’s Contributions to Astronomy
In Freudenthal, Studies on Gersonides

Levi ben Gerson’s Prognostication for the Conjunction of 1345
Goldstein, Bernard R. and David Pingree
Transactions of the American Philosophical Society 80, pt. 6: 1–60.

Gersonides and Astrology
In Levi ben Gershom: The Wars of the Lord, edited by Seymour Feldman
New York: Jewish Publication Society of America

Studi preliminari sulla dottrina della conoscenza di Gersonide
Jacob Leon Teicher

Le guerre del Signore (Milḥamot ha-Šem)
Levi ben Gershom, Roberto Gatti

La filosofia ebraica medievale
Mauro Zonta

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Guido Bonatti, Introduzione all’Astrologia. Recensione del manuale tradotto da Benjamin N. Dykes

L’intera opera di Guido Bonatti, relativamente al suo Liber Astronomiae, è stata tradotta in inglese da Benjamin N. Dykes (allievo di Zoller e dottore in Filosofia presso l’Università dell’Illinois, si dedica alla traduzione in lingua inglese di opere astrologiche antiche che traduce dall’arabo, dal greco, dal latino).

Bonatti on Basic Astrology

Il manuale Bonatti on Basic Astrology, Guido Bonatti’s Book of Astronomy Treatises 1-3: Theory, Signs, Planets, Configurations è il primo passo che lo studioso od appassionato di astrologia deve compiere per avvicinarsi alla complessa opera di Guido Bonatti, astrologo del XIII secolo nonché il più autorevole trattatista di astrologia del medioevo italiano. L’opera di Bonatti è completa e affronta l’intera dottrina astrologica, nelle sue diverse branche, con l’approccio tipico dell’Astrologia medievale. Quindi, l’opera di Bonatti è imprescindibile per chi è interessato, oggi, a riesplorare gli approcci e le metodologie dell’astrologia medievale.

Difesa dell’Astrologia

Bonatti apre la sua opera con una corposa trattazione sul significato di Astrologia e su cosa intende rappresentare il metodo astrologico. Evidentemente anche nei tempi di Bonatti era necessario difendere l’arte dell’astrologia che è stata sempre, per diverse motivazioni, soggetta a critiche inevitabili perché spesso le sue metodologie possono scontrarsi con questioni etiche, morali, religiose. La difesa che fa Bonatti è totalmente rivolta al ruolo dell’astronomia, definisce infatti il livello astronomico come punto di partenza dal quale l’astrologo ricava giudizi e interpretazioni.

Bonatti vuole dimostrare che un metodo basato sul calcolo astronomico, o che ricava le sue interpretazione dai dati del cielo che sono fatti matematici, non può che essere un metodo corretto, giusto, nobile, razionale, scientifico. Che questa scienza, quella dell’arte astrologica, non può arrivare a conclusioni definitive è un fatto noto già a Claudio Tolomeo e che anche Bonatti considera. Proprio la grande varietà dei moti del cielo e le grandi varietà naturali a cui la natura è soggetta nel nostro mondo, possono a volte rendere i giudizi finali non del tutto precisi, o non del tutto assoluti, quindi l’interpretazione è soggetta ad alcune variabili che il metodo astrologico per ora non può controllare o non può dominare. Tali variabili sono culturali, politiche, sociali, territoriali, quindi essendo la vita del singolo come del collettivo complessa e articolata da tante variabili, l’astrologia non potrà arrivare a determinazioni assolute ma piuttosto potrà descrivere inclinazioni, predisposizioni e modi di essere attraverso cui il soggetto esprimerà sé stesso in senso intellettuale, spirituale e nelle sue azioni ed opere.

Per Bonatti l’Astrologia è deterministica. Tuttavia, come ho riscontrato in numerose occasioni, l’idea che abbiamo di determinismo non è identica a quella degli astrologi antichi. Determinismo non è inteso dagli astrologi antichi come un evento di causa ed effetto inappellabile, ovvero una certa posizione del cielo determina il mio futuro o il mio destino, al quale non posso sottrarmi. Anche per Bonatti il determinismo è inteso come fatto naturale ovvero l’Astrologia intende studiare tutti quei fenomeni che agiranno sul nostro essere e collegati ai soliti principi primi di caldo freddo secco e umido. Tali principi che noi percepiamo in diverso modo (per esempio attraverso la luce e l’assenza di luce, oppure attraverso le stagioni, o le qualità stesse degli ambienti, e attraverso le disposizioni del cielo nel momento della nostra nascita) andranno a determinare le nostre pulsioni, o meglio identificheranno le qualità delle nostre inclinazioni. Insomma “determinismo” è, per intenderci, un fatto naturale che agisce naturalmente sul mio essere: come può essere una giornata caldissima e afosa, tale condizione è dovuta ad un fatto fisico ovvero determinabile e tale fenomeno agirà sul mio essere, sul mio sistema vitale e biologico. Questo è “determinismo” per l’Astrologia. Le definizioni che alcuni oggi danno non sono assolutamente in linea rispetto al pensiero che si aveva di determinismo in antichità, vedi anche la lunga trattazione che fa al riguardo Gersonide relativamente ai concetti di determinismo e finalismo.

Bonatti sottolinea l’importanza dei dati astronomici e di quanto è necessario suddividere i vari approcci identificando quelli “seri” che sono basati su dati matematici e celesti da cui si traggono giudizi finali, rispetto a quelli “meno seri” che sono spesso frutto di superstizioni e di ingerenze culturali non proprie all’astrologia (probabilmente Bonatti non era tanto favorevole a quella parte di astrologia che produceva talismani, o che usava la dottrina per questioni magiche).

Influenza araba in Bonatti

Pare evidente che Guido Bonatti sia influenzato dal mondo arabo, infatti nella realtà islamica l’astrologia è sezionata in diverse categorie:

  1. una categoria è la prosecuzione dell’astrologia tolemaica del Tetrabiblos, ed è basata su una sperimentazione geometrica-spaziale dell’astrologia ovvero è lo studio della matematica celeste e dei diversi fenomeni del cielo e di come essi possono essere poi congetturati e tradotti in interpretazioni attraverso le metodologie astrologiche;
  2. un’altra è sperimentazione psicologica, ovvero l’astrologia diventa uno strumento di interpretazione degli stati d’animo della persona e del perché arriva a compiere certe azioni, opere o perché arriva a pensare in un certo modo;
  3. negli approcci arabi l’astronomia è centrale, dobbiamo proprio a molti astronomi islamici certe scoperte anche matematiche, gli arabi non si sottraggono alla scienza, all’astronomia e alla matematica e si rendono conto quanto sia importante il cielo e le sue manifestazioni;
  4. a tal punto che in piena età medievale è ormai dimostrato come gli astrologi islamici di al-Andalus fossero profondamente legati ai dati astronomici a tal punto che ritenevano “giudizi veri” solo quelli derivanti dal livello siederale, ovvero dicevano di tenere conto del giudizio delle stelle e del giudizio siderale, a dimostrazione di quanto le qualità del cielo sono fondamentali. E per conoscere le qualità del cielo non possiamo fare altro che appellarci all’astronomia e alla matematica celeste;
  5. c’è però un certo corpus nella dottrina dell’astrologia araba in cui non confluisce sapere astronomico proprio, ma piuttosto confluenza di credenze, superstizioni, frutto di culture del tempo o della religione dominante. La magia è una realtà strisciante nell’astrologia araba, ma striscia in modo disorganizzato, confuso, con sincretismi a volte imbarazzanti dove vengono uniti santi e demoni di un pantheon o di un altro pantheon, con pratiche che sono a volte un po’ fuori dal mondo, e in questo marasma affascinante il problema più evidente è la disomogeneità dei contenuti; un manoscritto dice una cosa, prendi un altro manoscritto di un altro autore e ne dice un’altra, procedure, tecniche, non propriamente genetliache, ma che hanno lo scopo di esorcizzare il cielo e i suoi influssi. Qui ci troviamo in una forma di astrologia che ha lo scopo di proteggere la persona attraverso atti di esorcizzazione. Ma tale dottrina è in ogni autore APOLOGETICA ognuno cioè propone la sua idea, il suo approccio, le sue tecniche, secondo proprie intuizioni o secondo proprie convinzioni religiose e culturali. Bonatti rifiuta categoricamente questa parte di “astrologia”.

Per il mondo arabo, e anche per Bonatti, l’Astrologia e le sue osservazioni sono come la Medicina: ovvero il medico esamina il paziente cercando di intuire quale sarà lo svolgersi della malattia o il processo di guarigione e ripresa, allo stesso modo l’Astrologo scruta il cielo e la carta di nascita della persona e cerca di intuire come la vita dell’individuo proseguirà, con quali caratteristiche e quali tendenze. In entrambi i casi, Medicina e Astrologia, sono due scienze non empiriche, ovvero i cui metodi non sono riproducibili, ma sono basati sull’arte dell’intuizione e della deduzione secondo tuttavia una serie di dati fisici e reali, in entrambi i casi abbiamo forme di scienza non assoluta o certissima perché dotate di numerose variabili.

Cosa troviamo nel libro di Bonatti

Nel testo “Bonatti on Basic Astrology” tradotto in inglese da Benjamin N. Dykes, troviamo le prime questioni introduttive all’astrologia. L’autore fornisce una spiegazione sui segni zodiacali, sugli elementi e i principi primi, sulle case celesti e i loro significati, sulla natura delle varie componenti della sfera celeste e della sfera locale, risponde anche ad una domanda molto interessante ovvero perché i segni sono stati denominati nel modo che conosciamo, c’è poi una ricca descrizione sulla natura dei sette pianeti, lo studio della natura dei gradi, la definizione di alcuni termini propri dell’astrologia e definizioni di alcune elementari questioni astronomiche e sul loro valore poi in sede interpretativa.

Traduzione di un breve paragrafo dell’opera

A titolo dimostrativo, vi riporto un breve stralcio (che ho tradotto in italiano) relativo al concetto di case angolari, cadenti e succedenti, così come riportato da Bonatti e tradotto in inglese da Dykes nel suo manuale “Bonatti on Basic Astrology” pagina 94 “On the angles, cadents, and succedents”.

(…) Di tutte le metà e quarti … derivano le dodici case, di cui quattro sono chiamate angoli: la prima, la quarta, la settima e la decima casa. Queste quattro case sono le parti più forti e solide del cielo, e differiscono anche in forza tra loro. Infatti, la 1ª è più forte della 10ª (tranne che nelle dignità che riguardano la gloria secolare, come i regni, i ducati, le posizioni di autorità civile e simili, perché in queste la 10ª è preferita a tutte le altre), e la 10ª è più forte della 7ª, e la 7ª è più forte della 4ª.

La 2ª casa, la 5ª, l’8ª e l’11ª sono dette succedenti rispetto agli angoli, perché sono immediatamente vicine agli angoli e sono meno forti dei luoghi angolari (eccetto che l’11ª casa che è molto forte nelle questioni che riguardano la fortuna e per quelle questioni che si nutrono di speranze, perché è una casa di fortuna, di fiducia e di speranza …).

La 3ª casa, la 6ª, la 9ª e la 12ª sono chiamate case cadenti rispetto agli angoli. Sono case molto deboli e non promettono bene, né fermezza, né durata, né prolungamento di alcunché, se non che la 9ª casa è preferita nelle religioni e in esse è più gradevole di tutte le altre (e in quelle cose che riguardano le dignità clericali, come vescovati, abbazie, priorati e simili).

Per questo motivo, se un pianeta è il significatore di una questione e si trova in un angolo, promette bene e si dice che avrà successo. Ma se si trovasse in una posizione succedente o cadente, avrebbe meno successo che nell’angolo. Infatti, se si ritrova in una casa cadente rispetto all’angolo, si dice che il pianeta fallisce e che è debole e inutile – con l’eccezione di quanto vi ho detto a proposito della 9ª e dell’11ª. Ognuna di queste case ha un significato particolare nelle questioni e nelle condizioni degli uomini, come vi dirò in seguito. (…)

Conclusioni finali

Il manuale “Bonatti on basic astrology” tradotto da Dykes è un importante testo di introduzione all’Astrologia secondo i principi della tradizione, in particolare secondo l’esperienza dell’Astrologia medievale, e può essere un buon punto di partenza per assimilare definizioni coerenti nel rispetto della tradizione e della dottrina astrologica, attraverso la grande esperienza di Guido Bonatti. Il manuale è arricchito da numerose annotazioni del traduttore.

Dove trovare il manuale

Link del manuale QUI

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The nature of enemies in astrology, according to the indications of Ranzovius, a 16th-century astrologer.

Ranzovius (Steinburg, March 11, 1526 – Breitenburg, December 31, 1598, a German humanist astrologer ), in his treatise on nativity, describes in the Sixteenth Chapter of the Third Part how to determine the significators of a native’s enemies, that is, how to identify the quality of a person’s enemies, those who may cause harm or work against the native. He offers a brief general indication on accidental and natural significators. In the astrology of the 16th century (the period to which Ranzovius belonged), there was a habit of simplifying approaches with didactic methods, while still indicating schemes to identify both accidental and natural significators, with a series of references, aphorisms, and instructions to arrive at a final judgment (the most famous astrological manual by Ranzovius is “Tractatus astrologicus de genethliacorum thematum“; his treatise appeared in 1597 and was published in five editions by 1615. Rantzau was considered a generous patron of artists and writers in Lubeck, many of whom wrote memorials about his father. He was also a successful merchant with business interests in Husum and Lubeck).

The author suggests considering the significations of enemies from the Twelfth House and its Ruler. Then, he proposes the use of the “Part of Enemies” (which he calls “Pars Inimicorum” and is calculated with the formula Ascendant + Saturn – Mars for the day birth, and Ascendant + Mars – Saturn for the night birth). He also indicates a natural signifier of enemies without distinguishing between day or night births. In fact, he writes: “item Saturni nam is natura significat odia hominum,” which means Saturn is indicated as the natural signifier of enemies because it is in the nature of the planet to signify the hatred of men or anything contrary to life and, therefore, man. Then, it is necessary to consider the almuten of the indicated places:

  • the almuten of the Ruler of the Twelfth place,
  • the almuten of Saturn,
  • and the almuten of the Twelfth House.

It is necessary, he writes, to consider whether the planets and the almutens that indicate or are related to the native’s enemies are in good or bad conditions. In particular, he mentions if they are in “burned” places: probably meaning if they are planets under the rays (“sub radiis”) or worse yet, combust, or he may be referring to the visibility of the planet because being “burned” (or under the rays) indicates a planet undergoing a process of invisibility. This seems to suggest that the invisibility of the stars may indicate something about the enemies and their way of acting (an invisible, cunning manner?) especially when these planets have significance in the enemy’s places. Consequently, the eventual visibility does not necessarily mean the absence of enemies, but it could indicate visible enemies or those who clearly reveal themselves. Meanwhile, invisibility signifies enemies who act without our knowledge or appear in deceptive disguises.

Saturn generates the fiercest hatred, says Ranzovius. The author states that hatred and the fierce and violent actions of enemies occur in the same way when the fortune of the enemies (Part of Enemies) corresponds with their own fortune. As a result, it is necessary to verify the qualities or the situation related to the ruler or dispositor of the fortune and the fortune of the enemies, whether they are in tension with each other or if they have any particular characteristics or connections. The enemies of the native will then act upon the native’s substance or have an active impact on the native’s life (harmful action).

Ranzovius says that if the ruler of the Part of Enemies is angular, it will act strongly in the native’s life. He then cites some indications from Albubater and writes: if the sign of the Twelfth House, or the sign of its ruler, or the sign of the ruler of the Part of Enemies is in a common sign (Gemini, Virgo, Sagittarius, Pisces), then there will be many enemies to fear!

The nature of the Twelfth House sign can provide additional information about the nature of the enemies. But Ranzovius says that it is more important to judge the “ruler” of the Twelfth House, both its essential and accidental qualities, and the position it occupies, to understand the nature of the enemies or their acting ability or modus operandi. Therefore, he states that whatever the planet signifies in terms of social customs, professions, or descriptions of people, this will give an indication of the nature of the native’s enemies.

He then proposes another method of investigation, which he says “comes from various codes.”

The author writes about considering the planets in the Seventh and Twelfth House (because they will have significance on the native’s enemies), as well as the planets that oppose the luminaries (in this case, the author seems to indicate that the planets with the most tense aspect overall, specifically opposition to the luminaries, i.e., the Sun and Moon, can have significance on the native’s enemies; it logically follows that planets square to the luminaries may also have significance on the enemies).

Then, he again points out Saturn, which is necessary to be considered as a natural significator of hatred towards men.

A PRACTICAL EXAMPLE

THE NATURE OF ENEMIES OF EMANUELA ORLANDI

I tried to analyze the matter of enemies in Emanuela Orlandi’s natal chart. Who are the enemies of Emanuela Orlandi? What is the nature of those who have operated or acted to her detriment? The nativity is in the Regiomontanus system. The birth time is rated “A” (RR=A).

CONSIDERATIONS

  • Let’s identify the planet of life – We establish the Hyleg because it is important to verify if the accidental and natural significators of the enemies are related to the planet signifying life. The Hyleg (or Apheta, which is the predominator haylâj) is Jupiter. Jupiter is the ruler of the Ascendant and the Hyleg of the nativity, it is retrograde, and in its essential nature, it is weakened as it is in detriment.
  • Let’s identify the planets of the enemies – According to Ranzovius’ indications, we can use the Twelfth House as a reference point to identify the accidental significator of the native’s enemies. The Twelfth House is in Scorpio, so without a doubt, Mars is the accidental significator of the enemies. Mars is in the house of Jupiter (which is the sign where we find the domicile of the Hyleg, Jupiter). Moreover, since the nativity is nocturnal, the Moon is the first luminary. It separates from Mars, the planet representing the accidental significator of the native’s enemies, and then immediately applies to Saturn, the natural significator of the native’s enemies. Saturn is precisely in the house of Mars. This means that the Moon is besieged; even though it is in its domicile, it also occupies the eighth place, which is indicated in Ranzovius’ texts as another place of hostility for the native. The besiegement of the luminary can signify being prey to enemies.

Let’s take a moment to focus on some qualities of Mars (the accidental significator of the native’s enemies) and Jupiter (the Hyleg of the nativity).

  • MARS is visible, fast, direct, western, in its triplicity.
  • JUPITER is visible, slow, retrograde, eastern, in its detriment.
  • The planet of enemies is fast, visible, and direct, therefore it is hungry and acts promptly and swiftly.
  • Whereas the planet of life, Jupiter, is slow, retrograde, and also in detriment, therefore it is subjected to Mars, meaning that Mars is capable of prevailing over the planet that represents the native’s life.
  • This means that the enemies represented in Emanuela Orlandi’s nativity are capable of predation and getting the upper hand over the native.

It’s worth noting that Mars is in the Third House, and Jupiter is in the Ninth House. The dynamic of enemies vs. the native’s life occurs in cadent places (metakosmion), but since they are in communication with the Ascendant, they have an impact on the person’s life. Additionally, both the third and ninth houses are, by definition, places of the goddess and god, i.e., places of religion, rituals, cults, temples, and sacred or consecrated places.

Mars identifies the nature of the native’s enemy: who are the enemies that will cause harm to the native? It could be a police officer or someone associated with the military or wearing a uniform, a soldier, or military personnel of all kinds, but also doctors, pharmacists, surgeons, alchemists, gunners, butchers, officers in general, bakers, butchers, armorsmiths, watchmakers, barbers, carpenters.

Let’s consider Ranzovius’ indication; he says that if the Ruler of the Twelfth House is in a common sign (as in this case, Mars is in Pisces), and if the Ruler of the Part of Enemies is also in a common sign (we will see this later, but in any case, Venus, as the Ruler of the Part of Enemies, is in the sign Sagittarius), there will be many enemies to defend against! In this case, with both Mars and Venus in common signs, the first being the accidental significator of enemies, and the second governing the fate of enemies, it means that the native will have many enemies, indicating not just one but a multitude.

It is also necessary to examine the nature of the sign: Mars is in Pisces. Therefore, since Pisces is the house of Jupiter, the enemy can also be related to Jupiter’s significations. However, the face of a planet will tell us the role that Mars plays, the guise it takes on: the face belongs to Saturn.

The enemies identified in Emanuela Orlandi’s nativity have a Mars nature (like a soldier or acting as a predator) and natures associated with Jupiter and Saturn. Jupiter signifies people of high rank, religion, nobles, government, goldsmiths, bankers, kings, viziers, magnates, jurists, and the wealthy. Saturn signifies property owners, administrators of kings, religious figures from various sects, malicious men, devotees, thieves, sorcerers, and farmers.

The determining factor is the sign occupied by Mars, which is Pisces, signifying “the abodes of angels, saints, priests, and magicians, as well as places of lamentation.” The enemies of Emanuela Orlandi are now fairly well defined.

THE PART OF ENEMIES

The Part of Enemies in the last degree of Libra, so its ruler is Venus in Sagittarius. Since Venus is in the first house, it means that the enemies act upon the native, and being Jupiter the Hyleg and ruler of the Ascendant hindered by retrograde motion, slowness, detriment, and being in a cadent place, it is weaker than Venus, the ruler of the Part of Enemies, who is fast, direct, in an angular house, and not being peregrine as it is in its own term. Venus is in antiparallel with the Part of Fortune, and the enemies act upon the native’s substance, taking away from it. Both the Part of Fortune and the Part of Enemies are both ruled by Venus, but the Part of Fortune is in the Sixth House, while the Part of Enemies is in the Eleventh House. Therefore, the Part of the native is weaker compared to the Part of Enemies, which is thus advantaged.

FINAL OBSERVATIONS

I observe that the accidental significator of enemies (Mars) and the ruler of the Part of Enemies (Venus) have some connection to Jupiter, the Hyleg planet, and the ruler of the Ascendant. Mars acts in opposition to Jupiter. Furthermore, Saturn is in Mars’ house and in detriment, so it acts destructively. The destructive ability of the enemies is also given by the aspect of the Moon to Saturn, which is applying, an aspect that is highly detrimental for this nocturnal nativity. This aspect always indicates harm and injury to the one who is born, and if this aspect involves Saturn, ruled by Mars, the accidental significator of enemies, the injury and harm come precisely from them. The native is, therefore, subject to the harmful actions of the enemies, who are numerous and have a quite eloquent nature, as emerged from this analysis. Equally important is the movement of the Moon calculated in the NYCHTEMERON path, which creates an opposition to the second luminary, the Sun. Oppositions or squares between the luminaries, especially when the significators of enemies act harmfully on the significators of life, amplify the enemies’ capacity for harm and their acting ability.

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Carl Gustav Jung: analisi della sua Carta di Nascita. Opere, Azioni, Animo.

La nascita di Carl Gustav Jung è avvenuta in una città della Svizzera il 26 Luglio 1875 alle ore 19:24 orario indicato dalla figlia e ricostruito secondo i racconti della sua famiglia: Jung nasce quando con gli ultimi raggi del Sole. La sua, dunque, è una nascita crepuscolare tuttavia da considerare a tutti gli effetti diurna.

Cosa possiamo dire dal punto di vista astrologico? Partirei con alcune affermazioni riferite a diversi autori antichi che esordiscono dicendo che chi è pianeti buoni in VI casa, può diventare un buon medico. La VI casa ha significato anche sulle opere essendo in trigono alla X, e proprio perché la VI casa è la casa della malattia, può per assurdo diventare per una persona che sceglie la professione medica o sanitaria una grande risorsa.

I medici sono significati da Marte. Notiamo che Marte è governatore della X casa, è occidentale, inoltre è con Mercurio in ireceptio una ricezione “negativa” che tuttavia ha significato sulle modalità delle opere (Marte è nel detrimento di Mercurio; Mercurio nella caduta di Marte). Mercurio è orientale al Sole. Mercurio è in relazione nel mondo con la X casa.

Mercurio e Marte concorrono nel definire le azioni del nativo. Tolomeo dice che Mercurio Marte fanno (tra le varie cose) i medici e i chirurghi. Non sottovalutiamo Mercurio, è in levata eliaca! Mercurio perfeziona la congiunzione a Venere, inoltre vi è mutua ricezione benigna tra Luna e Venere (Luna nella casa di Venere, Mercurio nella casa della Luna). Abbiamo figure molto potenti rispetto alle azioni del nativo (ma anche sulle questioni del’animo e della mente).

La questione opere è chiara: il nativo ha predisposizione per le azioni connesse ai significati di Marte Venere, l’ireceptio per le questioni lavorative può anche significa una incapacità del nativo di adattarsi alle regole comuni, ovvero l’irricevibilità di adattarsi a un costume operativo comune, predispone quindi a tutte quelle azioni od opere che sono o incomprese, oppure controcorrente, o che sfidano un pensiero dominante e comune.

Tuttavia, la proficuità delle opere è data da Mercurio che si unisce alla buona stella di Venere, anche se la nascita è diurna comunque rimane un benefico che in VI casa non è debilitata se tale congiunzione sarà utilizzata per le questioni delle opere! In ambito lavorativo, Jung è stato controcorrente, discepolo (inizialmente) di Freud, poi acerrimo rivale e competitore, promotore di una nuova idea di psicologia e fautore della psicanalisi junghiana.

Inoltre Marte è lento di moto, comunque diretto e libero dai raggi del sole, ma occidentale. L’occidentalità di Marte significa per le questioni delle opere una posizione mediocre nell’esercito, quando è orientale una posizione onorevole nell’esercito, tipica di chi conduce battaglie, nonché il comando degli eserciti. Con questa analogia, Albiruni cosa vuole intendere? Che Marte orientale è più adatto nelle questioni delle opere per azioni belliggeranti, quindi sarà ottimo per chi svolgerà lavori in ambito militare, mentre un Marte occidentale è più tipico, dice lo stesso Albiruni, per un macellaio, un chirurgo, un medico. Quidni l’occidentalità di Marte ci sta tutta nella natività di Jung perché va proprio a identificare la “forza e la determinazione” di Marte di Jung che è una determinazione diciamo più medica che militare!

L’onorabilità del nativo è data dalla angolarità del luminare del tempo, il Sole. Tuttavia l’onorabilità deve essere confermata da altre testimonianze, una delle più importanti è quella legata alle stelle di prima e seconda magnitudine. Per l’onorabilità dobbiamo caloclare il signore della genitura. In questo occasione tengo in considerazione alcune indicazioni di William Lilly, vi leggo questo breve passaggio: lettura.

Allora, Lilly non dice di rivolgersi al metodo di ibn Ezra, che è l’approccio alla ricerca del signore della genitura più gettonato in questi tempi, che ormai possiamo apprenderlo semplicemente facendo una ricerca google. Lilly va un po’ oltre. Dice che il signore della genitura è quel pianeta che ha il più alto numero di dignità essenziali e accidentali. Questo è un principio alla base del metodo di ibn Ezra che tuttavia non tiene in considerazione molte variabili di accidentalità. Con il metodo di ibn Ezra non possiamo tenere conto di variabili accidentali improtanti come il moto retrogrado, il pianeta lento, il pianeta invisibile, che sono tre variabili molto importanti in ambito valutativo. Il signore della genitura è per Lilly un pienata che deve avere le più alte quantità di variabili positive, sia per essenzialità, sia per accidentalità. Non cita i cinque luoghi vitali che incontriamo in ibn Ezra, tuttavia aggiunge un parametro che ho incontrato anche in Ranzovius un autore che è stato preso come fonte da Gadbury e nulla vieta pensare che anche Lilly avesse avuto modo di consultare i testi di Ranzovius, ovvero per il signore della genitura Lilly introduce il parametro dell’Altezza dell’astro. Ovvero l’astro più alto potrebbe essere il signore della genitura, oppure concorrere a tale definizione. Infatti Lilly dice che non è detto che il signore della genitura è un solo pianeta, a volte possono essere anche più pianeti a concorrere a questo titolo.

Inoltre Lilly presenta nella sua opera, come tanti altri suoi colleghi, una tabella di Fortuna e Sfortuna essenziale ed accidentale, per calcolare il “peso” di ogni astro, un peso specifico che ne identificherà la capacità di azione.

Quindi detto questo ho calcolato:

il signore della genitura secondo il metodo comune di ibn Ezra: il risultato è SATURNO.

Poi ho valorizzato il pianeta più alto della genitura, che è GIOVE. Questo pianeta notiamo che ha una grande dignità accidetnale, ovvero la congiunzione a Spica. Notiamo poi che vi è una relazione tra Giove-Saturno di trigono,  poi vediamo che entrambi i pianeti governano la triplicità di aria, che incontriamo nel segno dell’Ascendente, Giove poi è nell’esaltazione di Saturno, e Saturno indossa gli abiti di Giove essendo nel volto di Giove. Insomma secondo la mia valutazione, Saturno è signore della genitura unitamente a Giove. Proprio la posizione di Saturno in casa uno conferma la rigidità analitica del nativo, essendo retrogrado la sua propensione all’esplorare, all’indagine, alla ricerca, ma anche alla riottosità nei confronti delle regole comuni e delle tradizioni comuni, unitamente però all’intervento di Giove ci parla anche di una visione cosmopolitca, molto sperimetnale, la ricerca analitica è gioviale, Giove è con Spica una stella molto importante per le questioni della mente, dell’intelletto in genere, notiamo poi che Marte Saturno Giove formano una figura chiusa, i signori della genitura quindi si associano o collaborano anche con uno dei pianeti delle opere, Marte. Mercurio poi è nell’esaltazione di Giove, Giove nella triplicità di mercurio. Insomma notiamo una incredibile sinergia, armonia tra i punti del tema di Jung che concorrono tutti all’idea di una visione di ricerca, pragmatica, ma anche profondamente riottosa nei confronti dei perimetri e delle tradizioni comuni. La condizione dei signori della genitura, il fatto che il sole è in VII casa, il fatto che Giove è con spica, concorrono poi all’onorabilità del nativo.

Ma per concludere vorrei dire qualcosa sulle inclinazioni dell’animo e della mente di Jung.

Banalmente possiamo dire che Luna Mercurio comunicano tra loro nello zodiaco e nel mondo, quindi la connessione tra animo e mente è presente in Jung, e questa configurazione predispone il nativo all’introspezione, alla meditazione, alla capacità di ascoltare sé stessi e gli altri, ma predispone anche ad una buona dialettica, ad un buon ragioanmento, ad una buona intellettualità e capacità di apprendimento, acciungiamoci poi che la Luna è in mutua ricezione a Venere e quindi le qualità dell’animo sono aggraziate, estetiche, c’è un profondo bisogno di essere notati e apprezzati, la congiunzione Mercurio-Venere per le questioni della mente predispone anche alla ricerca del bene e del bello, tuttavia non possiamo non considerare che Mercurio Venere in VI casa sono anche precursori dei mali dell’animo, ovvero ad una sensibilità nei confronti dei malesseri e delle fragilità. A mio avviso Jung ha gestito questa posizione intanto curando i malesseri degli altri, e guarda caso ha curato le schizofrenie, le depressioni, le manie dei suoi pazienti, e Venere è anche significatrice del medicamento unitamente a Giove, però è anche vero che Mercurio in VI può abilitare nel nativo delle fragilità, delle inquietudini, Mercurio poi è in ireceptio a Marte e questo fatto per le questioni dell’animo e della mente significa inquietudine, irrequietezza, orgoglio, competizione; notiamo poi che Giove è in doriforia alla Luna (questioni dell’animo); inoltre il Sole si trova presso l’ammasso alveare o M44 ovvero Ammasso del Presepe nella costellazione del Cancro, questa luce è una minaccia per la testa, per la vista, per gli occhi, in senso simbolico significa offuscamento, annebbiamento, smarrimento, paure ancestrali, questo ammasso non ha avuto a mio giudizio un effetto sul corpo, ma piuttosto sui moti dell’animo, la VII sono anche i nemici noti o il luogo della competizione, il Sole che tramonta insieme all’ammasso alveare può indicare una intelligenza (poiché il sole significa anche l’intelligenza) a volte annebbiata da paure ancestrali che portano l’animo a smarrirsi nel tramonto della mente e della ratio. Jung è stato un animo molto inquieto e da lui stesso ammesso spesso vittima di vere e proprie crisi esistenziali e trascendentali, mometni di tormento che tuttavia sono stati per lui necessari al fine di comprendere i misteri della psiche. Discesa nelle tenebre che nel caso di Jung gli ha concesso il titolo di padre della psicanalisi.

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