Giorno. Notte. Luoghi di Gioia.

Secondo la dottrina ellenistica, i pianeti del settenario (ovvero quelli che possiamo apprezzare ad occhio nudo) sono suddivisi in due fazioni o due sette, chiamate hairesis. Una di queste fazioni è diurna quindi guidata dal SOLE; l’altra è notturna, quindi guidata dalla Luna. Questa prima distinzione ci porta a riflettere sul valore del Giorno e della Notte, ovvero le due esperienze che intimamente viviamo ogni giorno, che testimoniano atmosfere in cui le nostre attività umane, individuali e collettive, sono decisamente diverse. Nel Giorno e quindi nella Fazione Diurna vi è operosità, azione, attività, reattività, relazione con gli altri, attività finalizzate al nostro progresso, alla nostra emancipazione, c’è una connessione tra io e gli altri, tra “me” e il mondo. Mentre nella Notte e quindi nella Fazione Notturna le nostre attività in genere diminuiscono favorendo un maggiore approccio verso sé stessi, si ridimensionano le attività, ci distanziamo dal mondo in una dimensione più privata, nella Notte si svolge statisticamente il minor numero di azioni, e anzi siamo in una fase in cui il corpo tende a fermarsi, a soddisfare i propri bisogni primari ed essenziali fino all’estremo momento in cui ci addormentiamo e per diverse ore entriamo in uno stato di incoscienza.

C’era tenebra infinita nell’abisso, e acqua, e un soffio sottile, dotato di capacità intellettiva; questi elementi esistevano nel caos, grazie alla potenza divina. Da qui una luce santa si staccò dalla natura umida e si innalzò; gli elementi si condensarono e tutti gli dèi divisero gli esseri della natura germinale. Mentre tutte le cose erano indefinite, non ancora formate, gli elementi leggeri si separarono e salirono verso l’alto, quelli pesanti si depositarono in basso sulla sabbia umida; il tutto si era diviso in parti per azione del fuoco, e veniva trasportato dal soffio vitale. E il cielo apparve in sette cerchi, e gli dèi si mostrarono alla nostra vista sotto forma di astri, uniti in costellazioni; la natura celeste si configurò nel suo aspetto con gli dèi in essa contenuti, e il cerchio esterno si volse con moto circolare nell’aria abbracciando il tutti, trascinato dal soffio divino nella sua corsa circolare (…) Corpus Hermeticum Libri III – Ermete Trismegisto

Nell’immagine osserviamo la distribuzione delle Gioie Planetarie, condizione di dignità accidentale la cui origine e logica è strettamente connessa alla Teoria della Setta diurna/notturna, quindi meritevole di menzione. Intanto secondo la letteratura astrologica, concordano in tale distribuzione molti autori come Paulus, Olympiodorus, Firmicus, Rhetorius. Tuttavia vi è una “voce fuori dal coro” quella di Manilius che offre una distribuzione diversa (per esempio indica la IV casa come luogo ove gioisce Saturno, e la X casa come luogo in cui gioisce Venere, probabilmente per un errore nella trascrizione e traduzione dei testi originali visto che è l’unico autore che propone una cosa del genere). Osserviamo che Sole Giove Saturno sono in questo schema posizionati insieme al Sole, sono con il Sole, nello stesso emisfero. Il Sole occupa un luogo cadente in trigono all’Ascendente; Giove occupa il luogo del buon genio, nonché luogo succedente dove gli astri acquisiscono forza accidentale nel loro moto diurno che procede verso un angolo; Saturno invece occupa il luogo del cattivo genio, nonché luogo cadente incongiunto all’Ascendente. Il luminare notturno, la Luna, è nello stesso emisfero in cui troviamo Marte e Venere. La Luna occupa un luogo cadente in sestile con l’Ascendente, Venere occupa un luogo succedente, detto della buona fortuna, luogo di avanzamento perché nel moto diurno il pianeta è direzionato verso un angolo, poi Marte occupa il luogo della cattiva fortuna, misero declivio, luogo cadente, incongiunto all’ascendente. Luogo di privilegio è dato a Mercurio, a metà strada tra i due emisferi, occupa il luogo della vita che rintracciamo anche con il nome di “timone” οίαξ. Quindi le Gioie Planetarie seguono come è evidente la teoria della fazione diurna e notturna.

II pianeti sono suddivisi equamente tra le due fazioni, con ciascuna sètta che riceve un benefico e un malefico. Vediamo nello schema delle gioie planetarie che il Sole è sopra l’orizzonte a rievocare la fazione diurna, con egli è presente Saturno-Giove. Questa triade Sole-Giove-Saturno appartiene alla fazione diurna. Mentre la Luna è posta sotto l’orizzonte a rievocare la notte, presenti con l’astro notturno Marte e Venere. La triade Luna-Venere-Marte appartiene alla fazione notturna. Mentre si dice che Mercurio sia neutrale, capace cioè di interagire sia con la fazione diurna quando è Stella del Mattino, sia con quella notturna quando è Stella della Sera.

Passiamo, riflettendo su questa divisione, con le prime congetture e i primi ragionamenti.

IL GIORNO intende rappresentare le ore diurne quando il Sole è sopra l’orizzonte, corrisponde al momento di una giornata in cui l’attività individuale e collettiva è profondamente attiva, laboriosa, energica, dinamica, produttiva, industriosa, vivace, efficace, siamo nel momento della giornata in cui risultiamo essere fortemente in contatto con il mondo, con le sue atmosfere, con le persone, con la collettività, con le dinamiche e le relazioni sociali, dove di conseguenza è particolarmente attiva la nostra mente cognitiva. Per trasposizione l’emisfero superiore e quindi visibile in analogia al Giorno possiamo paragonarlo alle attività del lato sinistro del nostro cervello specializzato nei processi linguistici, sequenziali, di percezione e gestione degli eventi che si susseguono nel tempo, nella concatenazione logica del pensiero, nella gestione del rapporto causa-effetto, nella percezione analitica della realtà, insomma tutti quei processi cognitivi e razionali che utilizziamo per far fronte alle attività giornaliere-diurne. Lato sinistro che rievoca l’Oriente che in un cerchio celeste (stargate che codifica il linguaggio celeste) corrisponde al lato dello schema ove il moto diurno dei pianeti si innalza desiderando raggiungere il punto più alto, ovvero il mezzogiorno del mondo.

LA NOTTE intende rappresentare le ore in cui il Sole è sotto l’orizzonte e quindi la percezione sensoriale che abbiamo dell’atmosfera è oscura, appunto notturna, le stelle si palesano, e il firmamento ci porta in una dimensione di quiescenza, di calma, una fase necessaria di recupero in cui siamo portati solitamente ad un maggiore contatto con noi stessi e con ambienti altamente intimi, è il momento di una giornata in cui dedicheremo molte ore al sonno ovvero all’inattività razionale, è una fase di ponderazione, di giudizio della giornata, di ragionamento introspettivo e interiorizzato, una fase in cui ritorniamo in contatto con noi stessi in modo oserei dire arcaico e ancestrale, la notte è il momento di una giornata più mistico in assoluto; la fase del sonno ci porta per diverse ore ad un distacco completo dalla realtà: entriamo in contatto con il mondo onirico, la zona più creativa del nostro cervello operativo. Per trasposizione questa fase della giornata è dalla tradizione ellenistica messa in relazione all’emisfero inferiore che rappresenta il luogo del Sole quando tramonta, ovvero momento in cui la luce del giorno viene, nella sfera locale, meno… per dare spazio al Regno della Notte, possiamo così per analogia associare questa fase al lato destro del nostro cervello deputato all’elaborazione visiva, alla percezione delle immagini, all’organizzazione spaziale, all’interpretazione emotiva, alla creatività e all’empatia, alla percezione globale e complessiva degli stimoli. Lato destro  che rievoca l’Occidente che in un cerchio celeste corrisponde al lato dello schema ove il moto diurno dei pianeti diminuisce desiderando raggiungere il punto più basso, ovvero la mezzanotte del mondo.

PIANETI DIURNI E NOTTURNI – di conseguenza anche gli astri diurni e notturni presentano interessanti analogie con la modalità operativa del nostro essere. Gli autori antichi descrivono Saturno e Giove, pianeti della fazione diurna, come astri superiori e dotati di una natura analitica, razionale, finalizzata all’espansione personale e collettiva, e alla relazione con il rigore e con i perimetri della vita. Mentre i pianeti Marte e Venere, appartenenti alla fazione notturna, sono stati associati alle pulsioni umane individuali e collettive, pianeti legati ai desideri e alla loro elaborazione e gestione. I primi Giove-Saturno sono pianeti cognitivi predisposti alla relazione con la realtà, il tangibile, il perimetro, il limite, le possibilità reali e concrete, la capacità reale di espandersi nel mondo e di relazionarsi col mondo. Mentre i secondi Venere-Marte sono pianeti più connessi all’istinto della sopravvivenza, a quell’arcaico e misterioso impeto e impulso interiore che muove ogni cosa. Anche perché senza “desiderio impulsivo” nulla potrà essere concepito e realizzato cognitivamente.


QUESTIONE MERCURIO – poi vi è Mercurio, sappiate è considerato in astrologia il pianeta più difficile ad essere interpretato e compreso, in effetti è anche nella tradizione ellenistica collocato in modo ambivalente. A livello astronomico è specificatamente valorizzata la sua disposizione rispetto al Sole. Nella tradizione ellenistica Mercurio non presiede nessuna fazione, ma può partecipare attivamente ad entrambe. Questo dipenderà da diverse considerazioni. Ci aiuta la ricca letteratura araba a comprendere meglio questa situazione. Albiruni, per esempio, ci dice che se Mercurio è orientale rispetto al Sole è più propenso all’intelligenza, al ragionamento, a considerazioni elevate, alla eloquenza. Mentre se è occidentale al Sole è ugualmente efficace ma risulterà più lento nell’esprimersi ovvero più bisognoso di ponderare, di attendere, di soppesare prima di qualsiasi palese espressione. Mercurio nel giorno è come un essere alato, capace di volare verso l’alto, evidente, palese, veloce, capace di organizzare e di risolvere, di calcolare e di elaborare, possiamo immaginarlo come una sorta di matematico o di ragioniere. Ma nella notte invece è messa in evidenza la parte ctonia e psicopompa di Mercurio, traghettatore di Anime o mezzo e ponte tra Mondo Evidente e Mondo Invisibile, ecco che in questa dimensione Mercurio diventa più introspettivo, empatico, sensibile, capace di percepire cose lontane, captatore di segnali onirici, possiamo paragonarlo ad un poeta capace di percepire il dolore e la gioia del mondo, e di tradurla in versi di grande valore creativo e artistico.

CARATTERI DEI PIANETI SECONDO IBN EZRA – unitile dirvi che sposo totalmente la suddivisione dei pianeti secondo ibn Ezra che giustamente divide la polarità planetaria secondo dei criteri di caldo / secco / freddo / umido, e secondo una suddivisione equa ed equilibrata, nel ragionamento del Giorno e della Notte. Guardate questa tabella, e posso capire se qualcuno sobbalzerà dalla sedia… ma ragioniamo un attimo cosa intendeva comunicarci ibn Ezra.

Ibn Ezra è uno dei pochi autori che colloca con un criterio evidente i pianeti secondo la qualità naturale del giorno e della notte. Altri autori, come per esempio Albiruni, sottolineano per esempio che “alcuni dichiarano Marte femminile” senza però aggiungere altro. Mentre Ibn Ezra fa una distinzione netta collocando Marte che notoriamente lo associamo alla Forza Bellicosa al Maschile, nella polarità femminile. Tale indicazione è riferita alla Teoria della Sétta e non ad altre questioni astrologiche, ed è attribuita non tanto al “maschile e femminile” come generi ma alla condizione della qualità di un giorno, nella sua fase diurna o notturna; ibn Ezra intende collocare gli astri nel rispetto della loro fazione. Di conseguenza:

  • IL SOLE è Luminare del Tempo, Sovrano delle ore diurne, Principio di Caldo e quindi emanazione della polarità maschile; suo domicilio è il LEONE segno di fuoco maschile diurno.
  • GIOVE è astro diurno sottoposto dunque al suo luminare, il Sole, è un benefico, e in esso troviamo calore e umidità in una quantità e qualità gradevole, magnanima e conciliante alla proliferazione della vita; poiché appartenente alla fazione diurna, è quindi un pianeta collocato nella polarità maschile; il suo domicilio preferito è il Sagittario segno maschile, di fuoco.
  • SATURNO è malefico ovvero intende rappresentare gli eccessi caratteriali legati al freddo e al secco, dunque è posto nella fazione diurna perché in questo modo il calore di Giove e il calore delle ore diurne (Sole) diminuiscono il suo eccesso di freddezza (carattere femminile) che è il carattere più evidente di Saturno essendo antiluminare-solare; quindi nella tradizione ellenistica il malefico viene posto nella fazione dove i suoi caratteri eccessivi sono stemperati, diminuiti; il suo domicilio preferito è l’Acquario segno maschile e di aria.
  • LA LUNA è Luminare del Tempo, Sovrano delle ore notturne, Principio di Umidità e quindi emanazione della polarità femminile; il suo domicilio è il Cancro segno di acqua e femminile.
  • VENERE è astro notturno sottoposto al suo luminare, la Luna, è un benefico, in esso troviamo freddezza e umidità, in particolare l’umido è molto marcato, tutto ciò è presente in una qualità e in un equilibrio conciliante; poiché appartenente alla fazione notturna, è quindi un pianeta collocato nella polarità maschile; il suo domicilio preferito è il Toro segno femminile.
  • MARTE è malefico ovvero intende rappresentare gli eccessi legati al calore e alla secchezza e dove la secchezza è estremamente marcata (carattere maschile); proprio per via del suo estremo calore/secchezza è stato posto saggiamente nella notte, in una fazione dunque fredda, umida, e quindi in un contesto di polarità femminile, perché solo in questo modo il malefico Marte può vedere diminuite i suoi caratteri eccessivi e per questo diventare più disponibile e più capace di esprimersi in modo adeguato ed equilibrato, per quanto possibile. Dunque Marte ha caratteri sicuramente maschili, e possiamo definirlo come pianeta maschile (come d’altronde fa l’intera letteratura astrologica), ma è posto nella polarità femminile della notte. Ecco perché è definito da ibn Ezra come pianeta femminile-notturno non tanto per una sua “polarità” intrinseca ma perché nel contesto della polarità femminile Marte può esprimersi meglio. Il suo domicilio preferito è lo Scorpione segno di acqua e femminile.
  • MERCURIO che la tradizione non colloca specificatamente né nel maschile, né nel femminile, né nel giorno, né nella notte, ovvero è tutto e il contrario di tutto, come ci riporta anche il Picatrix, Mercurio diventa ciò che vuole o ciò che desidera, ovvero a livello astronomico tenderà ad essere più maschile o più femminile, più caldo o più freddo, più secco o più umido, in base alla sua disposizione nella sfera celeste e locale e alla sua relazione con il Sole e gli altri pianeti.

Queste indicazioni provengono da un testo di ibn Ezra tradotto in inglese con il titolo “The Beginning of Wisdom” da Meira B. Epstein e con il commento di Robert Hand. Proprio in riferimento al “Marte Femminile” si trova a pagina 11 con relativo commento di Robert Hand che ragiona su questa disposizione, e che io vi ho riprodotto nei punti precedenti spiegandovelo in modo elementare. Quello che a me è arrivato dallo studio di questo testo, Ibn Ezra non pare indicare nei pianeti il maschile e il femminile nel loro significato assoluto, anzi intende valorizzare queste due polarità attraverso le fasi di una giornata, quella del “giorno” e della “notte”, e quindi con un ragionamento che è logico distribuisce gli astri seguendo lo schema della tradizione ellenistica ed evidenziando che ogni astro è posizionato in modo tale da esprimersi al suo meglio, e quindi per i malefici non può far altro che dire che Saturno si esprime meglio in una polarità maschile perché essa è attiva, reattiva e diurna, e Marte si esprime meglio in una polarità femminile perché essa è introspettiva, sfiammante. Inoltre osservo come nella saggezza della tradizione antica, i nostri antenati abbiano già implicitamente evocato il “terzo genere”, e probabilmente erano molto più avanti di noi: Mercurio va a collocarsi in un certo senso in un “non-genere” in un superamento del genere e della targhettizzazione maschile-femminile, esprimendo qualcosa che va ben oltre!

Questa lunga premessa ci riporta alle GIOIE PLANETARIE, ovvero alla disposizione dei Pianeti nei luoghi ove ha sede la loro gioia. Intanto per “gioia” si intende una dignità accidentale dove l’astro gioisce nel senso riesce a esprimere al meglio la sua natura, nel bene o nel male è sottinteso. Rivediamo lo schema delle gioie planetarie.

La prima evidenza nella distribuzione delle gioie nello schema-teorico e didattico della tradizione ellenistica è che i pianeti diurni sono raggruppati nell’emisfero superiore della carta, ovvero sono sopra la terra, mentre i pianeti notturni sono raggruppati nell’emisfero inferiore del grafico sotto la terra. Questo rievoca alcuni dettami della dottrina della sètta che enunciano:


1) I pianeti diurni gioiscono o sono a loro agio quando nelle ore del giorno risultano sopra la terra ovvero nell’emisfero superiore, e nelle ore notturne sotto l’orizzonte nell’emisfero inferiore.


2) I pianeti notturni gioiscono o sono a loro agio quando nelle ore notturne risultano sopra la terra ovvero nell’emisfero superiore, e nelle ore diurne sotto l’orizzonte nell’emisfero inferiore.

Altra considerazione da fare è che la disposizione delle Gioie Planetarie segue uno schema logico legato alla relazione tra grado dell’Ascendente, e i gradi delle altre cuspidi delle dodici case celesti. Notiamo per esempio che:

1) La gioia del Sole è disposta in IX casa la cui cuspide comunica per trigono all’Ascendente.
2) La gioia della Luna è disposta in III la cui cuspide comunica per sestile all’Ascendente.
3) La gioia di Giove è disposta in XI casa la cui cuspide comunica per sestile all’Ascendente.
4) La gioia di Venere è disposta in V casa la cui cuspide comunica per trigono all’Ascendente.
5) Mercurio è in Ascendente.

Ma notiamo che la disposizione dei malefici non comunica con l’Ascendente:
1) La gioia di Saturno è disposta in XII casa la cui cuspide non comunica con l’Ascendente.
2) La gioia di Marte è disposta in VI casa la cui cuspide non comunica con l’Ascendente.

Secondo alcune osservazioni di Robert Schmidt, le gioie planetarie potrebbero ruotare attorno ai Signori delle Triplicità, ovvero è possibile ipotizzare che la collocazione delle gioie segua non solo una distribuzione per emisferi, non solo una distribuzione per ore diurne e notturne, ma anche una distribuzione ragionata sul ruolo dei Signori del Trigono.

Osserva Schmidt che:
1) Giove Sole sono Signori del Grande Trigono di Fuoco e il fuoco è un elemento maschile, diurno, attivo.

2) Venere Luna sono Signori del Grande Trigono di Terra e la terra è un elemento femminile, notturno, passivo.

3) Saturno Mercurio sono signori del Grande Trigono di Aria e l’aria è elemento maschile, diurno, attivo.

4) Venere Marte sono signori del Grande Trigono di Acqua e l’Acqua è elemento femminile, notturno, passivo.

5) Ogni cosa è posta con equilibrio.

Quindi anche i signori del trigono ci rimandano ad un ragionamento su come la disposizione delle gioie planetarie segua anche un probabile ragionamento legato ai Signori della Triplicità. Interessante notare come la letteratura astrologica osserva la triplicità paragonandola ad una sorta di ecosistema del mondo, ovvero di caratteri strettamente connessi agli ambienti e quindi alle qualità degli spazi vissuti dall’individuo, da cui attinge strumenti e peculiarità per esprimere il proprio potenziale.  Interessante, per concludere, osservare alcune caratteristiche della disposizione dei Segni nella Genitura del Mondo (Thema Mundi). Focalizziamoci in questo articolo solo sui luoghi di gioia, osservando che:

CASA NOVE E TRE LUOGHI DI GIOIA DEL SOLE E DELLA LUNA – La Casa Nove luogo di gioia del Sole è nella Disposizione del Mondo in Pesci: il segno ci ricorda la metafora biblica del cammino verso Dio, i Pesci sono connessi ai piedi, nonché alla dimensione trascendentale che giustamente è nel Thema Mundi collegata al Luogo di Dio. La Casa Tre luogo di gioia della Luna è nella Disposizione del Mondo in Vergine: il segno ci ricorda la laboriosità creativa essendo domicilio ed esaltazione di Mercurio ci ricollega anche alla connessione profonda con Madre Terra. Notiamo che l’asse III-IX luogo Dea-Dio è nella disposizione dei segni del Thema Mundi caratterizzata da segni femminili. Nel terzo luogo incontriamo la Vergine che occupa uno spazio chiamato comunemente Luogo della Dea Luna. Intanto osservo che la Luna ha dominio sulla triplicità notturna della Terra. Questa è la prima assonanza che osservo. Attribuiamo alla casa tre, solo i significati di comunicazione e piccoli spostamenti, banalizzando la profondità dei luoghi celesti che sono molto più complessi. Qui ci troviamo nella dimensione della Dea Notturna e la Vergine nella Terza Casa del Mondo intende simboleggiare la sua parte nobile ed elevata, segno puro e genuino (KATÀRION), sapiente, misericordioso. Gli astrologi influenzati dal sacro e dal cristianesimo vedevano in questo segno le Sante Vergini come Anastasia, Barbara, nonché la stessa Madre di Cristo, mettendo quindi il segno in analogia alla purezza del sacro femminino. La Vergine è non solo domicilio ma anche esaltazione di Mercurio, in questo segno il pianeta esprime al meglio sé stesso nelle sue note caratteristiche di comunicazione, movimento, studio, intelligenza e curiosità, vivacità creativa, manualità, operosità. A questo segno sono associati i cieli di Babilonia, Mesopotamia e Assira: Tolomeo ci ricorda che in queste terre nascono popoli completamente dediti allo studio della matematica e dei cinque astri erranti (mercurio venere marte giove saturno). L’astrologo arabo al-Hamdani conferisce alla Vergine il concetto di dialettica. In opposizione troviamo il segno dei Pesci che va ad occupare nel Thema Mundi la Casa di Dio, il Luogo Nove. Giuseppe Bezza affronta l’analogia Pesci e Nono luogo del Thema Mundi, facilitando cosi le mie ricerche e i miei ragionamenti: osserva che i Pesci vanno ad occupare quel luogo considerato cadente e benigno del mondo, luogo che porta ad uscire dalla propria terra, i viaggi e l’espatrio, che rimandano in effetti alla parte anatomica del corpo associata a questo segno, i piedi! Ma questa parte anatomica è anche una analogia biblica e religiosa usata nel concetto di “cammino verso la fede”, i Pesci da sempre sono stati associati al culto, alle religioni e ai templi. Il segno orientandosi nella Casa Nove del Thema Mundi intende rappresentare le opere umane e materiali che servono o sono usate come strumento e/o ponte di connessione al Sacro e alla ricerca di Dio. Cosicché qui il segno intende orientarci verso l’immagine di una umanità alla eterna ricerca di Dio, una eterna ricerca del senso della vita che ben si coniuga alla simbologia dei Pesci. Scrive Giuseppe Bezza nel suo testo Le dimore celesti: la connessione del segno con la religione è assai antica, nel I secolo avanti la nostra era i Pesci appaiono in rapporto alle profezie ebraiche riguardo alla venuta del Messia e i Pesci, siano del cielo o del mare, divennero un simbolo della nuova religione cristiana.

CASA CINQUE E UNDICI LUOGHI DI GIOIA DI VENERE E GIOVE – La Casa Cinque luogo di gioia di Venere è nella disposizione del Mondo in Scorpione: il segno ci ricorda l’apparato genitale e il fatto che ad esso è legato il piacere carnale e la capacità di procreare, è infatti il luogo di giubilo di Venere. La Casa Undici luogo di gioia di Giove è nella disposizione del Mondo in Toro: il segno ci ricorda l’operosità e l’industriosità, la fertilità della terra e la germinazione dei frutti. L’asse XI-V, luoghi di buona fortuna, è nella disposizione dei segni del Thema Mundi caratterizzata da segni femminili. Molto interessante la posizione nel Thema Mundi che viene data allo Scorpione, posizionato in Casa Cinque, e al Toro, posizionato in Casa Undici. Inutile nascondere che intorno allo Scorpione sono state costruite numerose analogie negative e distruttive, dopotutto ci troviamo nel domicilio notturno di Marte. Tuttavia a questo segno è stata collocata la buona sorte del mondo perché è il Segno disposto nella V Casa della genitura mundi, che a livello simbolico è ascrivibile – a mio giudizio – alla semina autunnale. Giacché il segno appartiene al cuore dell’autunno intende rappresentare la possibilità di una semina fertile e abbondante, in una stagione dove la terra è meno disponibile ai frutti. Questo concetto è indicato da Proclo, inoltre numerosi testi, nonché gli aforismi di Cardano, indicano come sia utile seminare quando la Luna è in Scorpione. Il segno appartiene alla triplicità di acqua, che a sua volta è associata alla fertilità massima. Scrive Pontano: lo Scorpione la buona sorte del Thema Mundi, al sorgere del Cancro si colloca ove la stella di Venere si rallegra. Lo Scorpione è quindi un segno dalle risorse inimmaginabili: non è dunque errata l’associazione del segno alla decomposizione, ma questo processo organico produce humus, dunque materiale e nutrimento altamente fertile capace di arricchire qualsiasi terra sterile e improduttiva, riportandola a vivere e quindi a donare frutti. Il Luogo Cinque ragionando sul Thema Mundi ci mette in stretta correlazione ai processi di fertilità della terra, e ci orienta verso l’idea di una decomposizione organica come preambolo necessario alla fruttificazione della terra. In opposizione incontriamo il Toro che nel Thema Mundi va a posizionarsi nel Luogo del Buon Genio, la Casa Undici; nella Creazione del Mondo il Toro saliva verso il culmine e posizionandosi nell’undicesimo luogo è detto segno, e luogo, propizio e industrioso. Nel Thema Mundi il segno Toro è quindi orientato nei suoi lati goderecci e di soddisfazione, nonché di grande abbondanza e fertilità, il Buon Genio della Casa Undici intende proprio rappresentare questa maestosa magnanimità del Toro che è frutto, piacere, possedimenti che producono utili vantaggi, vita godereccia e amabilità. È in poche parole un segno che nella Creazione del Mondo irradiava di abbondanza e doni il luogo del Buon Genio che così assume tutte le valenze di luogo operoso, industrioso, che porta soddisfazione, che afferma, conferma, costruisce, allarga, espande, amplifica, porta soddisfazione e fa godere.

CASA DODICI E SEI LUOGHI DI GIOIA DI SATURNO E MARTE – La Casa Dodici luogo di gioia di Saturno è nella disposizione del Mondo in Gemelli: il segno è considerato in alcuni manoscritti medievali come “segno privo del dono oracolare“. I Gemelli in questo luogo ci rimandano alla forte connessione con sé stessi, ovvero al non potersi affidare a nessuno se non al proprio e unico potenziale, è inoltre visto come segno dell’incontro tra Adamo ed Eva (in una trasliterazione gnostica) e quindi segno in cui striscia latente l’ombra di Lilith la rinnegata, ecco perché il luogo dodicesimo è visto come un luogo difficile, di interconnessioni tese, in cui dobbiamo riconoscere anche ciò che ci spaventa o che rimuoviamo per paura, ma ci rimanda anche alla necessità di conoscere noi stessi e il nostro vero potenziale prima di poter operare industriosamente nel mondo. La Casa Sei luogo di gioia di Marte è nella disposizione del Mondo in Sagittario: il segno è considerato mutilo, metà uomo e metà bestia, è l’unico segno tra i 12 noti ad avere questa componente corporea. La parte bestiale unita a quella umana rimanda alla forza centaurica, quindi è l’unico segno capace di sopportare le prove e fatiche della vita, ma è anche l’unico segno che richiama l’uomo al suo vincolo-animale che opprime il nostro potenziale e il nostro desiderio espansivo riportandoci frequentemente ad una cruda realtà. Notare che l’Asse XII-VI è nella disposizione del mondo, Thema Mundi, caratterizzata da segni maschili. Nelle mie ricerche relative alla collocazione del segno Sagittario nella VI casa del Thema Mundi, ovvero il Misero Declivio e Luogo ove ha sede la Gioia di Marte, ho esclusivamente rintracciato indicazioni che vedono nel Sagittario (poiché appartenente al trigono diurno del Sole e notturno di Giove) una analogia ai luoghi aspri e montuosi, ma anche l’analogia alla terra difficile da lavorare. In queste analogie in effetti trovo assonanze alle descrizioni comuni e retoriche della Casa Sei che anche Manilius definisce come un luogo di sofferenza, di attività che logorano il corpo e lo spirito. Più specificatamente troviamo una interessante analogia nelle pratiche magiche e rituali dell’antico Egitto dove i sacerdoti, quando si allineavano certi astri proprio in Sagittario, erano soliti consacrare tutti i santuari a Serapide, Asclepio e Igea: in particolare Asclepio è il grande guaritore e il consolatore nelle tribolazioni portate dalle malattie e da afflizioni varie. C’è una magica connessione ai significati della Casa Sei dove nel Thema Mundi rintracciamo il Sagittario che forse vuole ricordarci la fatica del vivere e il suo lento logorio, la fallibilità del corpo e la debolezza della materia, personalmente ci vedo la fatica come viatico alla comprensione del sacro. Solo il dolore e il sacrificio, e il male, in un certo senso abilitano ad una consapevolezza superiore della vita e dell’esistenza, orientata verso valori di spiritualità. Secondo gli Arabi nel Sagittario si esalta il Nodo Sud, nodo discendente, che è della natura di Saturno, disseccante e rinsecchente, che a mio giudizio avvalora ulteriormente la posizione del Sagittario nel Luogo Sei del Thema Mundi perché questo nodo è considerato da una certa tradizione molto difficile, ostacolante, privativo e disabilitante. In opposizione al Sagittario troviamo i Gemelli che nel Thema Mundi occupano il difficile Luogo Dodici, Luogo ove ha sede la gioia di Saturno, definito comunemente “quello del cattivo genio”. Secondo gli indiani in questo segno si esalta il Nodo Nord che è considerato della natura di Giove, amplificante, promettente, possibilista, che orienta alla meta da raggiungere. Alcune fonti ritengono che il Gemelli come segno sia privato della possibilità di accedere al mistero degli oracoli. Si dice infatti che la posizione della Luna orienterebbe la nostra possibilità di interagire con l’oracolo: tutti i segni, tranne il Gemelli e l’Aquario, hanno una loro collocazione e orientamento. Per esempio trovo nel testo Le Dimore Celesti di Giuseppe Bezza questa indicazione proveniente da testi medievali: La Luna nel segno Toro fa gli indovini, nel segno Cancro i lecanomanti, in Sagittario e Pesci i necromanti e chi evoca i morti, in Vergine i maghi e gli astrologi, in Scorpione i veggenti e chi è dotato di prescienza del futuro, in Bilancia chi interpreta i sogni, in Ariete gli ispirati da Dio, in Leone gli esorcisti, in Capricorno i sacrificatori. Notiamo che i Gemelli (e l’Aquario)  non compare tra i segni Lunari che concederebbero in potenza il dono della divinazione. Quindi è un segno inoperoso nei confronti di questi doni, anche se poi altri autori vedono nel segno Gemelli lo studioso del cielo astronomico, quindi colui che accede alla conoscenza del Sacro probabilmente da un’altra via, quella che prevede l’applicazione della ratio. Se riflettiamo sulla definizione comune della casa dodici, ovvero del cattivo genio, possiamo trovare una assonanza in quanto descritto: il Gemelli è privato del dono oracolare, divinatorio, mantico, della possibilità di connessione alle sfere dell’intelligibile, è privato quindi di un Genius che rimandi direttamente alla connessione a Dio, quindi la posizione dei Gemelli nel luogo dodici del Thema Mundi appare così supportata da una logica: è l’uomo in apparenza abbandonato da un disegno e un progetto divino, da una architettura precisa, dove è smarrita la speranza e la visione spirituale delle cose, consegnata alla sola ratio, ecco così che si esprime un cattivo genio che è tale in assenza di Dio, di una fede e di una spiritualità.

MERCURIO GIOISCE IN CASA UNO, E CONCLUSIONI – Mercurio incontra la sua gioia in Prima Casa. L’Ascendente del Mondo è in Cancro, segno definito Porta degli Uomini, ovvero logos da cui nascono le generazioni del mondo, e di conseguenza Mercurio va ad occupare un luogo fortemente connesso alla vita e alla sua capacità espressiva ed elaborativa. Nella genitura mundi il segno che sorge è femminile. L’Ascendente del Thema Mundi è governato dalla Luna e, per esaltazione, da Giove, è luogo ove ha sede la gioia di Mercurio: qui posizionati, rappresentano la fertilità, l’espansione, la germinazione, proliferazione e disseminazione della vita: noto che la scienza oggi considera l’inizio della vita sul pianeta terra il risultato di un complesso microclima di umidità che ha appunto permesso la germinazione delle prime forme primordiali di vita. Luna e Giove hanno una commistione umida, fredda per la Luna e temperata per Giove, un miscuglio di valori armonici, non eccessivi, non violenti, una condizione temperamentale propedeutica alla vita. Mercurio assume nella sua gioia in prima casa l’Adamo-biblico, il primo uomo, ovvero FORONEO personaggio della mitologia greca che secondo alcune tradizione è il Primo Uomo nato sulla Terra, arbitro degli dèi, colui che insegnò alla prima generazione di uomini a riunirsi nelle città e ad usare il fuoco che rubò agli dei.

 

BIBLIOGRAFIA

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