Seguendo il metodo dei precedenti articoli siamo ora giunti ad analizzare le caratteristiche dell’ultimo plenilunio che precede il passaggio di stagione. Il Sole è al 18° della Vergine e la Luna al suo opposto, il 18° dei Pesci.

Dato che il Sole è il focus della nostra interpretazione, analizziamo per primo il grado Sabiano corrispondente al 18° della Vergine, come descritto da Dane Rudhyar:

UNA TAVOLA OUIJA

NOTA CHIAVE

La capacità di entrare in contatto con i recessi più profondi della psiche inconscia e la sensibilità alle intimazioni e ai presagi psichici.

La tavola ouija è qui da considerarsi un dispositivo moderno, simile a molti antichi strumenti usati per la divinazione e la profezia. Alcuni stati di coscienza liminali sono stimolati da tale uso e ciò che l’esperienza produce può variare notevolmente in qualità e origine. Il rilascio di materiale inconscio ha perso la forza esplosiva rappresentata nel simbolo precedente, ma in questa fase non c’è ancora alcun controllo cosciente e volontario su ciò che raggiunge la coscienza dell’ego.

Questa è la terza fase della trentaquattresima sequenza di fasi simboliche nel processo della vita. È, nel migliore dei casi, una fase di transizione che sottolinea un’apertura passiva all’ignoto. Il suo fascino può sottilmente pervertire la mente dell’aspirante; ma in alcuni casi, questa può essere la prima manifestazione di GUIDA INTERNA. La difficoltà sta nel valutare correttamente cosa o chi fa da guida.

Che siano gli spiriti dei morti, i demoni, gli dei o l’inconscio a parlare tramite la tavola, resta il punto che accomuna chiunque decida di utilizzarla: la ricerca del contatto con l’ombra. E’ la ricerca delle trame sottostanti la realtà quella che attrae il divinatore, il problema è che tutto ciò che emerge dall’inconscio ha sempre bisogno di un’interpretazione quindi si rischia di essere deviati nel percorso. Esistono ad esempio, secondo la tradizione ebraica, quattro modi di approcciarsi al sacro: uno è quello letterale, cioè prendere per assolutamente vere le cose così come descritte, poi c’è chi percepisce in modo talmente allegorico che può intuire legami tra simboli, anche dove questi non ci sarebbero; poi c’è chi processa in modo analitico perciò tende sempre a discostarsi dalle interpretazioni canoniche o a negare la validità stessa del messaggio, infine c’è chi, avendo interiorizzato i tre modi appena descritti, applica un approccio, per così dire, olistico: solo chi possiede questa qualità è in grado di accedere al Pardes (da cui deriva la parola Paradiso) e uscirne integro, secondo una leggenda narrata nel Talmud e in altri scritti antichi. L’approccio è segreto nel senso che avviene al di sotto della sfera della consapevolezza.

Alla luce di ciò comprendiamo come sia facile perdersi utilizzando uno strumento divinatorio, almeno tre approcci su quattro sono incompleti e possono trarre in inganno conducendo il divinatore avventato verso il paradosso, la follia, o la semplice bugia. L’atteggiamento ideale, che possiamo imparare in questo periodo, è uno stato di apertura equilibrata al paradosso e l’aspetto cruciale per assumerlo è mantenere la consapevolezza dell’ombra pur non identificandosi con essa.

Questo stato di apertura recettiva all’ignoto va quindi a proiettarsi sulla Luna al 18° dei Pesci, il cui simbolo Sabiano recita:

IN UNA GIGANTESCA TENDA, GLI ABITANTI DEL PAESE ASCOLTANO UNA PERFORMANCE SPETTACOLARE

NOTA CHIAVE

Il fascino collettivo di una dimostrazione di abilità e/o oratoria ben messa in scena ed emozionante.

All’inizio, Marc Jones ha interpretato la “tenda gigantesca” come il luogo per un incontro revival; in seguito suggerì invece un tendone da circo. In un certo senso, il significato di base è lo stesso, sia che si tratti della tradizionale esibizione di abili clown, acrobati o addestratori di animali, sia di quella di un fondamentalista religioso che drammatizza un vecchio religioso immaginario, ciò che avviene è l’utilizzo delle convinzioni e delle conquiste personali al fine di portare una folla in uno stato di entusiasmo sufficiente a farle dimenticare la noia per la routine quotidiana, o i suoi consueti peccati di commissione o di omissione.

In questo terzo stadio della settantesima sequenza quintuplice, la singola persona e la collettività sono riunite in uno spettacolo significativo che rafforza sottilmente lo spirito comunitario, direttamente o indirettamente. L’implicazione del simbolo, ogni volta che si trova in funzione, è che è giunto il momento per l’individuo di osare presentare se stesso e le sue opere alla propria comunità perché applauda, o allo scopo di attirare un seguito. Quello che si suggerisce è l’Auto-drammatizzazione pubblica.

Anche nella visione interiore sussiste un certo grado di drammatizzazione: ci sono degli attori che parlano e agiscono, delle trame che essi seguono, e il compito del divinatore è simile a quello del regista che mette insieme tutti gli elementi per farne un’unica opera.

Prendendo in considerazione entrambi i significati dei gradi, 18° di Vergine e 18° di Pesci, il suggerimento sembra essere quello di sviluppare e quindi mostrare le nostre capacità interiori al prossimo, o quantomeno coltivare l’idea di prepararsi a un’esibizione pubblica di queste. Quindi, se per natura si è più orientati verso l’introspezione e la divinazione ci si dovrebbe preparare per l’auto-drammatizzazione, al contrario se si tende verso l’espressione pubblica bisognerebbe ricordarsi di interiorizzare e guardare anche all’interno di sé stessi, con gli strumenti che sono più congeniali, dalla meditazione alla divinazione, ma anche con metodi psicoterapeutici.

Gli spettatori proiettano se stessi nell’azione scenica, ponendosi dilemmi analoghi a quelli che vedono svolgersi; ricordiamoci tuttavia che non è detto che chi sia in grado di produrre uno spettacolo, anche di tipo spirituale, abbia necessariamente interiorizzato il rapporto con la propria ombra, ma coloro che hanno successo nell’approcciarla in modo corretto potrebbero creare drammi che aiutano lo spettatore a processare i propri conflitti interiori. Il lavoro dello spettatore è così discernere sapientemente gli spettacoli che stimolano il suo entusiasmo e quindi tentare di mettere in atto nella propria vita le scelte morali compiute durante la visione: sembra scontato o puerile, ma è un atto magico in piena regola.

ARTICOLO DI PAOLO DEL CASALE  “All’età di 11 anni viene travolto dalla passione per i tarocchi e, nel tempo, questi lo hanno guidato attraverso lo studio e la pratica della magia e del Thelema in particolare, in forma sia rituale che etica. In età più matura si interessa alla psicologia di ispirazione junghiana e al modello interpretativo della personalità chiamato Big 5, nonché allo studio della bioenergetica di Lowen. L’astrologia con i suoi simboli è per Paolo il mezzo supremo per dare significato profondo alla realtà, alla filosofia e alla spiritualità.”
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