La fase eliaca di un pianeta è di estrema importanza perché intende indentificare il “ciclo” di visibilità dell’Astro ma ne determina anche alcune caratteristiche, infatti un astro occidentale od orientale al sole, un astro in levata eliaca, o in tramonto eliaco, commuta la sua natura intrinseca e di conseguenza cambia le virtù espressive di un astro nel suo agire nei confronti del mondo sublunare.

Nelle mie ricerche, uno degli autori contemporanei che tratta l’argomento in modo più polemico è l’Astrologo Babilonese Kolev. A me piacciono le polemiche, specialmente quando esse sono basate su conoscenza, fonti, e su ragionamenti filologici, quindi privi di una fede personale o di un convincimento dogmatico. Brevemente Rumen Kolev osserva in numerosi suoi approfondimenti relativi alle fasi eliache, che queste sono state da sempre calcolate e gestite male, non solo quindi dagli astrologi contemporanei (di questo tempo), molti errori li troviamo anche in celebri astrologi ellenistici, per non parlare di quelli medievali.

Kolev osserva prima di tutto che le fasi eliache dei pianeti sono considerate molto importanti soprattutto in Tolomeo, tuttavia Kolev osserva immediatamente che Tolomeo conferisce una maggiore importanza a quello che chiama arcus visionis, e non quindi all’orbita eclittica di un astro rispetto al Sole, quello che oggi facciamo quasi tutti. In parole semplici per studiare il ciclo di visibilità-invisibilità di un astro bisogna in particolare osservare l’Astro in relazione al Sole nel suo arcus visionis. Kolev osserva che già molti autori ellenistici, come anche quelli medievali, osservano le fasi eliache in longitudine eclittica, osservano le relazioni degli astri al Sole attraverso orbite di congiunzione applicative e separative che ne identificano la condizione di “sotto i raggi” applicativo/separativo, di combustione, e così il tramonto quanto la levata eliaca sono osservate o calcolate con orbite tra Sole-Pianeta viste sul piano eclittico degli aspetti comuni. Secondo Kolev questo approccio anche se di per sé non è sbagliato, non permette tuttavia un “calcolo preciso” della levata eliaca per esempio. Così se un astro viene indicato in levata il giorno 10 di un mese x, può essere che nel suo arcus visionis la sua levata reale avvenga 2 se non 5 giorni dopo.

Ho riflettuto su queste considerazioni di Kolev: la questione non è affatto banale o di poca importanza perché intanto la visibilità o meno di un astro è di estrema importanza per conferire ad esso un certo tipo di interpretazione specifica. Kolev infatti dice che Tolomeo indica chiaramente che le fasi dei pianeti vanno in particolare considerate nel loro arcus visonis, perché è la “visibilità reale” ad essere poi il dato naturale da giudicare. Nello stesso tempo però, Kolev osserva che i calcoli utilizzati da Tolomeo nel suo Almagesto, e quindi l’algoritmo che utilizza, non è affatto preciso, e che tutti i calcoli che troviamo negli astrlogi ellenisti e medievali sono sballati, o comunque inesatti e anche di molto. Spiega nuovamente che questo dipende non da un non sapere come calcolare la levata eliaca di un astro, ma da un approccio ad essa erroneo, con un algoritmo approssimativo.

Kolev sottolinea che le fasi eliache sono una risorsa dell’Astrologia o meglio astronomia babilonese: specialmente in sede di giudizio un astro che si rende visibile identifica, come osserviamo negli Enuma, la capacità dell’astro stesso di suscitare influenze sul mondo sublunare. Per i babilonesi poi questi fenomeni erano importanti solo per le cose del mondo, del re, dei regni, dell’allevamento, delle guerre, dell’agricoltura, delle cose insomma della polis.

Nel tempo lo studio delle fasi eliache è stato arricchito o denaturato da interventi di diversi autori, che di volta in volta hanno messo un po’ della loro esperienza in questo tipo di studio delle luci celesti. Per esempio l’astrologo arabo Abenragel conferisce orbite diverse ai vari astri in base che stiano in tramonto o in levata eliaca:

  • per Marte 9° dal sole per la levata eliaca, 15° per il tramonto eliaco
  • per Mercurio 7° sia in levata che tramonto eliaco

Successivi, altri autori a partire da Argolus hanno alla fine dato il range di 17 gradi come orbita per considerare un astro sotto i raggi del Sole, fino ad arrivare ai nostri giorni che abbiamo ridotto questa orbita a 15 gradi per tutti gli astri. Il problema che solleva Kolev è che questo “modo” di approcciarsi al tramonto e alla levata eliaca o alla condizione di “sotto i raggi” non proviene assolutamente dall’astronomia babilonese e di conseguenza non rispetta alcuni principi astronomici di reale visibilità o invisibilità di un astro che non può essere giudicata esclusivamente da una condizione di orbite eclittiche e da una visione “bidimensionale” del fenomeno.

Ora le osservazione di Kolev sono sicuramente corrette… ma aprono anche una questione: quale algoritmo utilizzare per calcolare le fasi eliache? Kolev ha realizzato un software e un algoritmo capace di ridurre al minimo “gli errori” dei più celebri software astrologici nel calcolo delle levate eliache o dei tramonti eliaci.

Kolev premette che la qualità dell’atmosfera in un luogo specifico è generalmente stabile nel corso degli anni e quindi in genere riusciamo a vedere astri di magnitudine superiore a +1. Mentre è da considerare lo spessore dell’atmosfera che cambia in base al luogo in cui ci troviamo ma che è anch’esso un parametro che può variare dunque la percezione che abbiamo “reale” della visibilità dell’astro. Così l’algoritmo di Kolev tiene conto anche di questi parametri atmosferici che dipendono dal luogo di osservazione, tiene conto della qualità “standard” dell’atmosfera di un luogo e del suo spessore. Inoltre l’algoritmo di Kolev tiene conto anche della grandezza dell’astro soggetto alla fase eliaca, e tutto questo è presente nei software astrologici messi a punto da Kolev tra cui vi segnalo quello relativo al Calcolo delle Fasi Eliache che potete, per chi è interessato, prenotare dal suo sito (che trovate di seguito).

Prima di concludere una veloce digressione: le fonti che abbiamo relative all’astrologia-astronomia babilonese indicano una cosa precisa (vedere le traduzioni degli Enuma di Verderame); il momento più importante per le osservazioni celesti e il giudizio astronomico-astrologico è nell’astrologo-astronomo babilonese l’ora del tramonto e l’ora dell’alba, ovvero non il sorgere e il tramontare “esatto” ma la fase attraverso cui il Sole comincia a scendere sotto l’orizzonte o a salire sopra l’orizzonte, una fase che prima della sua realizzazione causa una repentina trasformazione della “luce” osservata dall’osservatore. In quel momento l’astronomo cominciava a vedere “cosa accadeva” nel cielo. Se eravamo nella fase del tramonto giudicava il modo in cui il deflusso della luce colorava l’atmosfera, i colori e l’intensità dei colori, quali luci apparivano per prima e in che luogo o in che parte del cielo, e così anche per la fase del sorgere giudicava il tipo di colorazioni atmosferiche, e quali luci (stelle ed erranti) sparivano per prime e quali per ultime. Questo dimostra che nell’aproccio iniziale al cielo il dato era basato sull’osservazione “diretta” a occhio nudo (ovviamente) senza software astrologici, e giudicando anche la cromia dell’atmosfera, gli stessi fenomeni atmosferici come nuvole, temporali, nuvole che occultano stelle o nuvole che occultano la luna in una sua fase importante, colorazioni del cielo, gli stessi arcobaleni, avevano una “relazione” anche al fenomeno astronomico e venivano usati per il giudizio finale. Di tutto questo dice Kolev l’astrologia ellenistica come quella medievale, per non parlare di quella moderna, ha dimenticato tutto riducendo ogni cosa alla “semplificazione” che significa anche approssimazione.

LINK SOFTWARE Fasi eliache secondo l’algoritmo di Kolev
QUI

 

RIFERIMENTI DI RICERCA
E CONSIGLI DI LETTURA

Kolev, Rumen, ‘Witnessing the heliacal rise of Sirius and Procyon’, Journal for the History of Astronomy 32, no. 107 (2001): 152-53.
Kolev, Rumen, Personal observations of heliacal phases of Mercury: A detailed account, Varna, Bulgaria: Placidus research center, 2006.
Kolev, Rumen, ‘Six observations of the heliacal rise of Sirius’, Journal for the history of astronomy 38, no. 131 (2007): 227-28.
Kolev, Rumen, The Babylonian astrolabe: The calendar of creation. Edited by Simo Parpola. Vol. XXII, State archives of Assyria studies, 
Schoch, Carl. 1924. ‘The ‘Arcus Visionis‘ of the planets in the Babylonian observations’, Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Vol 84: pp. 731-34.

 

Articolo a cura di Francesco Faraoni

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