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Eclissi Solare 8 Aprile 2024 e natura astrologica

L’evento di eclissi totale di sole dell’8 aprile è astronomicamente importante: la Luna passando tra la Terra e il Sole oscurerà il luminare diurno causando un fenomeno di eclissi che sarà in particolare totale per una ristretta fascia geografia. Avviene un giorno dopo il perigeo della Luna e il diametro apparente del nostro satellite naturale sarà circa il 5.5% più grande della media. Il fenomeno è importante perché sarà la prima eclissi solare totale visibile nelle provincie del Canada dal 26 febbraio 1979, la prima in Messico dall’11 luglio 1991, la prima negli Stati Uniti da agosto 2017, sarà inoltre l’unica eclissi solare totale del XXI secolo in cui la totalità sarà osservabile in Messico, Stati Uniti e Canada, è l’ultima eclissi solare totale visibile negli Stati Uniti fino al 23 agosto 2044. In particolare la totalità sarà apprezzata su una stretta striscia dell’Oceano Pacifico che passa a 200 miglia a nord dalle Isole Marchesi. Il fenomeno di eclissi coinvolgerà non solo il Messico, gli Stati Uniti, il Canada ma anche alcune aree dell’Europa (parzialmente in Norvegia, Islanda, Irlanda, parti occidentali della Gran Bretagna, parti nord-occidentali della Spagna e del Portogallo, Azzorre, Isole Canarie).  La particolarità di questa eclissi è che si estenderà anche sotto l’orizzonte dove la fase più grande si osserverà a metà crepuscolo nautico in Galizia e all’inizio del crepuscolo astronomico in Nouvelle-Aquitaine in Francia. Il fenomeno di eclissi avverrà con la presenza di una cometa la 12P/Pons-Brooks che transiterà vicino al pianeta Giove, in posizione occidentale rispetto al Sole: potrebbe quindi apparire e rendersi visibile a causa dell’oscuramento del Sole. Il fenomeno di eclissi sarà apprezzabile anche in alcune aree dell’America Centrale e dell’America del Sud, interesserà l’Oceania quindi sarà parzialmente visibile alle Hawaii, alle Kiribati, a Tokelau, Samoa Americane, Isole Cook, Polinesia francese e Isole Pitcairn.

 

 

Natura astrologica dell’Eclissi dell’8 Aprile 2024.

Ho scelto di osservare il fenomeno di eclissi dai cieli di Washington (USA). La fase di massima oscurità durerà 4 minuti e 32 secondi. Mentre la durata complessiva del fenomeno di eclissi, da quando inizia a quando termina, è di 2 ore 41 minuti e 18 secondi. Quando si esprimeranno gli effetti della eclissi? Non esiste una dottrina consolidata al riguardo, e le indicazioni sull’inziio degli effetti e la durata è solo una teoria non supportata da esperienze ed evidenze chiare. Tuttavia tenendo in considerazione il fenomeno nei cieli di Washington, potremmo apprezzare gli effetti dell’eclissi dopo 5-6 mesi dall’evento (quindi da novembre-dicembre 2024), gli effetti poi si estenderanno per 2 anni  e 8 mesi circa. Tuttavia, secondo la mia esperienza nello studio delle eclissi di sole e di luna, i fenomeni possono far emergere effetti anche qualche giorno prima e qualche giorno dopo il fenomeno di eclissi; indicativamente cominceranno ad apparirci più chiari a fine 2024, e si estenderanno per almeno 2 anni. L’eclissi avverrà nel Segno dell’Ariete, segno che ha da poco annunciato l’inizio della Primavera. Il fenomeno avviene nella Costellazione dei Pesci e può annunciare effetti sull’umidità e sulle piogge o sull’acqua e i corsi di acqua, essendo poi la Costellazione dei Pesci rappresentata da animali, può riguardare l’industria alimentare, ma anche gli eventi connessi in acqua (in mare) o eventi atmosferici collegati all’acqua, non meno importante la siccità, o le torrenziali precipitazioni che producono danno agli allevamenti e all’agricoltura. L’Eclissi potrebbe riguardare anche luoghi esteri, quindi anche se il fenomeno è legato a territori specifici, questa eclissi può riguardare tutte le aree del mondo legate alla Triplicità Ignea (che sono tutta l’Europa e per estensione anche l’America Centrale). Inoltre tutte le città e i luoghi connessi al segno Ariete Leone Sagittario (triplicità ignea) possono avere correlazioni a questa eclissi solare.

 

 

Ma cosa possiamo aspettarci da questo evento di eclissi? La particolarità dell’evento è che risulta concomitante ad un fenomeno cometario. Se apparirà a tutti noi la Cometa, la carta di eclissi diventerà la sizigia cometaria, ovvero la carta di interpretazione della cometa stessa. Rimanendo sul fenomeno di eclissi: stabilire il Dominus è importante, l’evento accade durante la congiunzione di Marte Saturno che ci appaiono in segni incongiunti il segno dell’eclissi, tuttavia vi è un antiparallelo tra Sole-Luna con Marte-Saturno. L’angolo ascendente e medio cielo è governato da Sole e Venere; l’angolo discendete e fondo cielo è governato da Saturno e Marte. Vicino al fenomeno di eclissi incontriamo Mercurio retrogrado (che il 2 aprile è stato in Tramonto Eliaco) e Venere che ad aprile (il 20) sarà in Tramonto Eliaco. Il Segno in cui avviene l’eclissi è quello di Marte. Giove risulta culminante nel segno del Toro in casa dieci ed è in congiunzione alla Cometa 12P/Pons-Brooks. Stabilire il dominus non è così semplice, propenderei per Marte perché governatore del segno di Eclissi e perché governa almeno un angolo e perché ha un antiparallelo ai due luminari. Ma propenderei anche per Venere che è vicina all’eclissi e governa il Medio Cielo.

Pronostico secondo il Volto dell’Eclissi, di William Lilly

William Lilly, astrologo del XVII secolo, propone un “modo semplice” nel giudicare le eclissi. L’idea di Lilly è di giudicare il volto del fenomeno. Il fenomeno avviene verso la fine del secondo volto dell’Ariete, per questo volto (che è della natura del Sole), Lilly indica che:

  • un Re, un Principe, un personaggio eminente e importante sarà imprigionato o la sua libertà sarà vincolata e ridotta, pericolo per la sua vita: in effetti il segno dell’Ariete è l’esaltazione del Sole e il Sole ha sempre significato sulla figura del Re, essendo una eclissi di Sole, Luna e Sole sono congiunti quindi i significati dell’Ariete configurati con i due luminari indicano un Re quanto una Regina, oppure il loro regno; allargando l’interpretazione, questa eclissi può coinvolgere tutti coloro che hanno potere decisionale su molti, quindi re, regine, principi e principesse ma anche politici, ministri, governatori degli stati, chi insomma ha potere esecutivo e di governo all’interno di uno stato. Può riguardare tutti quei personaggi pubblici che avranno il grado dell’eclissi di Sole configurato alla propria Luna o al proprio Sole, può riguardare la salute e la dipartita di un personaggio pubblico importante per le sue competenze politiche, di stato, o diplomatiche, la fine quindi di un governo, di un regno, e via dicendo. Tale fine può essere maturata per questioni di salute, o per questioni di pericolo, o per questioni anche bellicose essendo l’ariete segno di Marte. Infatti questa eclissi potrebbe avere significato anche sui conflitti in corso in tutte le aree del mondo connesse ai segni della triplicità ignea (Ariete Leone Sagittario);
  • distruzione degli alberi da frutto, marciume o putrefazione dei frutti della terra: l’eclissi in Ariete è vista da Lilly come un danno per la frutta o i prodotti della terra, il motivo è perché l’Ariete significa l’inizio della primavera e in qualità di segno tropico-equinoziale ha significato proprio sulla generazione dei primi germogli degli alberi da frutto, o per la germinazione dei semi, o per il risveglio della natura, anche senza essere drastici l’eclissi può sottolinearci quanto la natura intorno a noi risente molto dei cambiamenti climatici, e che andiamo verso anni in cui l’agricoltura quanto l’allevamento possono risentirne;
  • l’uomo e la bestia saranno afflitti: la conclusione di William Lilly è inevitabile, una eclissi nel segno dell’ariete è sempre stata vista come dannosa, riguarda anche le sorti della guerra, o della politica internazionale e della diplomazia, e poiché l’Ariete è esaltazione del Sole e il Sole è principio di vita, non può che essere un segnale di debolezza per la vita stessa o per il benessere generale.

Le costellazioni che incontriamo nel secondo volto dell’Ariete sono una parte della Costellazione dei Pesci, una parte della costellazione di Andromeda dove abbiamo la luminosa Alpha Andromedae (costellazione umana raffigurante una principessa), e parte della Costellazione di Cetus e di Cepheus (per quest’ultima, in particolare l’area dove incontriamo Alderamin ovvero α Cephe, altra costellazione umana raffigurate un re).

Cometa nel segno del Toro

Vicino all’Eclissi, esattamente nella parte occidentale del fenomeno, congiunta a Giove, posiziona nella costellazione dell’Ariete stellato, incontriamo una cometa che se apparirà ai nostri occhi (senza uso di binocolo) sarà molto importante per indicare le sorti future del collettivo e del mondo. Se una eclissi si presenta con un fenomeno cometario, gli eventi potrebbero anche essere subitanei e improvvisi, perché le comete quando appaiono sono apportatrici di eventi immediati! Ora tutte le comete in un segno di terra hanno a che fare con l’agricoltura, la resa degli alberi da frutto, l’allevamento ma anche con i terremoti. Poiché è vicino a Giove può riguardare eventi importanti legati a tutto ciò che significa Giove. In astrologia mondiale, Giove è associato a tutti i rappresentati delle religioni, ma anche a figure come giudici, magistrati, ambasciatori, diplomatici. La cometa ha sullo sfondo la costellazione dell’Ariete Stellato e si trova nel suo ventre, questa cometa purtroppo rievoca in un certo segno il “segno della Eclissi” perché si trova nella costellazione dell’Ariete e può avere significato anche su improvvisi eventi militari inaspettati che riguarderanno in particolare i conflitti in corso. Solitamente gli eventi annunciati dalle comete emergono in tempi rapidi.

Congiunzione Marte Saturno

Ciò che desta la mia curiosità è il fatto che questa eclissi non solo si presenterà con un fenomeno cometario (il che la rende orribile) ma si presenterà anche con la congiunzione dei Malefici Marte Saturno nel segno dei Pesci sul cui sfondo è la Cascata dell’Aquario Celeste, costellazione umana. La posizione della congiunzione Marte-Saturno avviene su una parte di costellazione che riguarda l’umidità abbondante e corruttiva, le precipitazioni rovinose, ma anche in qualità di costellazione umana il precipitare delle emozioni e delle pulsioni, dunque è una congiunzione che in questo momento di attualità è molto interessante.

Ritengo che questa eclissi annuncerà eventi non solo circoscritti alle aree interessante all’oscurità del fenomeno ma anche in tutte quelle aree del mondo connesse alla triplicità dei segni di fuoco: gli eventi sul piano mondiale e collettivo potrebbero coinvolgere personaggi famosi (per il loro ruolo politico, diplomatico, istituzionale), ma anche riguardare gli equilibri politici-internazionali, riguardare le sorti dei conflitti in corso e non meno importante… riguardare le questioni del clima e di eventi naturali che hanno inevitabilmente una ripercussione per la società e la vita collettiva.

La retrogradazione di Mercurio

Quando Mercurio è retrogrado in una eclissi solare e quando il suo dispositore, che nel caso specifico è Marte, risulta congiunto a Saturno, e quando ci sono relazioni tra Mercurio Marte (sono in antiparallelo) possiamo ipotizzare il rischio di fenomeni sismici di una certa portata o sollevamenti della terra o cambiamenti subitanei derivanti da questioni climatiche-naturali e poiché Marte Saturno sono sulla cascata del Portatore d’Acqua i danni possono provenire dall’acqua o l’acqua può rappresentare il veicolo del danno. Aree interessate: tutti i luoghi legati alla triplicità ignea ma anche i luoghi in cui il fenomeno di oscurità dell’eclissi sarà in parte o totalmente visibile.

 

Approfondimento video: Eclisse in astrologia

Al seguente link, un approfondimento video di libero accesso presso il mio canale YouTube.

 

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Omar: l’Almuten sulla Natura della Morte

Omar è stato un matematico, astronomo, poeta, filosofo e astrologo persiano (1048 – 1131). Di questo autore mi incuriosiscono le sue proposte in riferimento agli Almuten sulle condizioni della vita e sui destini. Propone infatti una enorme quantità di Almuten per determinare la qualità e la natura di certe questioni della vita. Per certe questioni la determinazione dell’Almuten è veramente lunga e articolata, per esempio per la “fortuna e la sostanza” del nativo propone di determinare il pianeta che vince su:

  • sul grado di qualsiasi pianeta posto in casa due
  • sul grado della cuspide della seconda casa
  • sul grado del governatore della seconda casa
  • sul grado della parte di sostanza (Ascendente + Cuspide seconda casa – Signore della seconda casa)
  • sul grado del dispositore della parte di sostanza
  • sul grado di Giove
  • sul grado della parte di fortuna
  • sul grado del dispositore della sorte di fortuna

Per la questione della natura o tipologia della morte propone invece una determinazione più rapida. Dice di calcolare l’Almuten da:

  • dal grado della ottava casa
  • dal grado della Luna

Determinato questo Almuten, dice di osservare il pianeta con quali parti del cielo è configurato. Conferisce l’autore un certo ruolo alle immagini stellate, ovvero l’Almuten ricavato se configurato con certe stelle o certe parti di costellazioni zodiacali, potrà dare qualche informazione sulla natura della morte. Noto che questo tipo di osservazione, riferita quindi alle stelle e alle forme delle costellazioni, è ripresa anche da Guido Bonatti che quindi si ispira probabilmente anche ad Omar. Guido Bonatti per esempio esordisce dicendo che le “costellazioni” e le loro immagini poste nella ottava casa celeste, nonché quelle poste sul governatore della ottava, definiscono o definiranno qualcosa sulla natura della morte.

Nel caso di Omar l’autore dice di valutare l’afflizione dell’Almuten. Non specifica di quali afflizioni, ma è chiaro che ci riferiamo a certe condizioni di accidentalità e di essenzialità. Quindi indica che se l’Almuten o la Luna sono afflitti e si configurano con:

  • il serpente o lo scorpione celesti (si riferisce ad aree costellative, quindi lo Scorpione non è il segno zodiacale che è immateriale ma è la costellazione dotata delle sue luci specifiche) la morte sarà causata dal morso dei serpenti o a causa del veleno;
  • se l’almuten o la Luna sono afflitti nell’area della Lira, dell’Aquila o del Corvo celeste, la morte avverrà senza sepoltura e il corpo sarà cibo per gli uccelli;
  • se l’almuten o la Luna sono afflitti nel luogo dell’Ariete, Toro, Capricorno, Cavallo – quindi si riferisce alle aree costellative non ai segni dello zodiaco tropico – sarà ucciso a causa dei quadrupedi;
  • se l’almuten o la Luna sono afflitti nell’area della testa della medusa (praticamente Algol) gli sarà mozzata la testa.

Omar propone poi altre considerazioni:

  • se i luminari partecipano nel luogo della morte (casa otto) e sono afflitti dai malefici, significa una pessima morte;
  • se i luminari e Giove fossero tra loro opposti, la morte sarà per ordine del re;
  • se i significatori della morte sono afflitti sopra l’orizzonte, allora la morte sarà pubblica e nota, come la crocefissione;
  • ma se saranno sotto l’orizzonte, allora la causa della morte sarà per crollo (precipitazione) o per naufragio;
  • e se fossero invece combusti, i corpi non verranno mai trovati;
  • e quando la Luna è congiunta al Sole e a Marte in segno di fuoco o in quadrato a Marte in segno di fuoco, il nato morirà nel fuoco;
  • e quando il significatore della morte è afflitto e l’almuten è in segno di terra, il nato morirà per qualcosa che precipiterà su di lui;
  • se in segni di fuoco a causa del fuoco o di lupi e cani, in segni di aria sul patibolo o per mano di altri uomini, in segni di acqua a causa dell’acqua;
  • Marte in settima casa minaccia una morte per ferro o per fuoco;
  • quando Saturno signore della ottava casa è nella decima casa, in segno di terra, e in assenza di testimonianza dei benefici, il nato muore cadendo dall’alto;
  • quando Marte è nell’ottava casa con caput draconis minaccia la morte per strangolamento o soffocamento.

Ma poi dice, Omar, che nessuno muore di cattiva morte quando Giove o Venere sono nell’ottava casa.

 

Considerazioni finali

Rifletto su fatto che non è il primo autore che incontro e che fa un uso importante delle stelle e delle loro relative immagini per definire la natura delle morte, come osservato anche in Guido Bonatti e in altri autori precedenti.

Omar specifica “se l’almuten è afflitto”, deduco come è tradizione di questi autori che tutto il male indicato viene meno o è diminuito se l’Almuten è in condizioni dignitose e se ad esso unitamente alla Luna sono configurate le fortune del cielo.

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I nomi della Luna (Luna del Lupo, del Lombrico, Rosa, ecc.): origine e considerazioni

Non troveremo alcuna fonte nella Letteratura Astrologica Antica (ellenistica, medievale, rinascimentale, dall’Astrologia occidentale a quella orientale antiche) rispetto all’uso che si fa oggi dei nomi delle Lune, una moda simpatica ma che ha poco a che fare con la tradizione astrologica. È anche complicato stabilire fonti filologiche chiare, infatti l’origine di questi nomi appartiene a tradizioni (molte delle quali sono segrete o tramandate oralmente prive, cioè, di un corpus letterario) delle tribù dei nativi americani. Oggi a livello federale sono riconosciute oltre 576 tribù dalle quali proviene una complessa tradizione legata ai nomi delle Lune, associate a un uso diverso che queste realtà sociali hanno del calendario lunare. Questi nomi erano per lo più associati dalle tribù per identificare le fasi lunari concomitanti a fenomeni stagionali osservati e da certi eventi che accadevano nella tribù durante certi periodi dell’anno. Rimane tuttavia una tradizione che dimostra quanto, in ogni cultura e società del mondo, fosse presente una innata necessità di speculazione-filosofica nei confronti dei fenomeni del cielo, in questo caso legati alle fasi lunari.

DIVERSI NOMI DELLA LUNA

Mi ha sorpreso scoprire che i nomi attribuiti alle Lune di ogni mese sono in realtà una “infinità” e questi nomi possono variare in base alla tribù di riferimento. Il colonialismo americano ha fatto proprie alcune tradizioni di queste tribù banalizzandole nel folclore occidentale e appropriandosi di una cultura che invece dovrebbe essere salvaguardata piuttosto che usurpata indebitamente. In base alla tribù di riferimento incontriamo diversi nomi attribuiti alla Luna Piena di ogni mese, riporto di seguito alcune attribuzioni:

MESE DI GENNAIO

Grande Spirito della Luna, nome originale Gichimanidoo-giizis appartenente alla tribù Ojibway nativi americani appartenenti al gruppo linguistico algonchino, erano cacciatori, raccoglitori di riso selvatico, coltivatori di mais.

Luna di Ghiaccio, nome originale, Muhe Nuti appartenente alla tribù Catawba ancora esistente, i loro costumi e le loro credenze furono a lungo studiate dall’antropologo Frank Speck nel XX secolo, popolo conosciuto in particolare per la produzione delle loro ceramiche.

Luna Piena dell’Albero Spezzato, nome originale Puthe’naawe Mtokw Neepã’uk appartenente alla tribù Stockbridge-Munsee nativi americani discendenti dei Mohicani e dei Wappinger.

Altri nomi dati alla Luna di Gennaio: Maajii-bibooni-giizis (Stella d’inverno) Oshki-bibooni-giizis (Luna d’inverno) Dunolvtanv (Luna del vento) Ukiuq (Luna invernale) Teyakohuhtya’ks (Luna gelida), eccetera.

MESE DI FEBBRAIO

Luna di Neve ovvero Muxa’taawe Osãane Neepã’uk la cui origine è legata alla tribù dei Mohicani. Altri nomi attribuiti alla Luna di febbraio provenienti da altre tribù: Migizi-giizis (Luna dell’Aquila), Makoonsag-gaa-nitaawaadi-giizis (Luna della nascita dei cuccioli d’orso), Siwekure Araskehe Nuti (Prima Luna dei Fiori), Kagali (Luna della fame), eccetera.

MESE DI MARZO

Aandego-giizis (Luna del corvo), Nika-giizis (Luna d’oca), Upinagasraq (Luna della primavera), Komelitahch’a (Luna dei bagliori), eccetera.

MESE DI APRILE

Iskigamizige-giizis (Luna di zucchero), Omakakiiwi-giizis (Luna della rana), Othkeethkwun Wãak Pkwaaxowãpthowuk Neepã’uk (Luna delle erbe), Wasakayutese (Luna tuonante), eccetera.

MESE DI MAGGIO

Wabagoni-giizis (Luna fiorita), Sì’ Nuti (Luna del serpente), Tahch’ahipu (Luna danzante), eccetera.

MESE DI GIUGNO

Odemiini-giizis (Luna delle fragole), Iswa Nuti (Luna del fiume), Tihikatahch’a (Luna d’estate), eccetera.

MESE DI LUGLIO

Miini-giizis (Luna dei mirtilli), Miskomini-giizis (Luna dei lamponi), Guyegwoni (Luna del mais), Ãamowaawe Neepã’uk (Luna delle api mellifere), Ohyotsheli (Luna dei fagiolini), eccetera.

MESE DI AGOSTO

Manoominike-giizis (Luna del riso), Odatagaagomini giizis (Luna delle more), Yiraha’ Nuti (Luna secca), Galoni (Fine della Luna della Frutta),  Tahch’aruwina (Luna calda), eccetera.

MESE DI SETTEMBRE

Waatebagaa-giizis (Luna delle foglie), Moozo giizis (Luna delle alci), Wade Nuti (Luna della zucca), Ukiuqsraq (Luna d’autunno o Luna cadente), eccetera.

MESE DI OTTOBRE

Binaakwe-giizis (Luna della caduta delle foglie), Atkuwa Nuti (Luna di chi raccoglie), Yutekhway’he (Luna della conservazione del cibo), eccetera.

MESE DI NOVEMBRE

Gashkadino-Giizis (Luna del congelamento o Luna gelata), Adikomemi-giizis (Luna del coregone oggi chiamata Luna dello storione… si riferisce ad un pesce d’acqua dolce del Lago Michigan che veniva pescato e poi conservato specialmente nel mese di novembre), Tehut’nuhelatuhe (Luna del ringraziamento), Tahch’asap’aratohku (Piccola Luna d’inverno), eccetera.

MESE DI DICEMBRE

Manidoo-Giizisoons (Luna dello spirito), Gichi-bibooni-giizis (Grande Luna d’inverno), Vsgiyi (Luna della Neve), Ukiugraq (Luna dei morti), eccetera.

ORIGINI DEI NOMI

I nomi elencati, che sono solo un piccolo esempio delle diverse nomenclature, provengono dalla ricerca condotta dal portale AIANTA una organizzazione di salvaguardia delle tribù americane, e derivano da contatti con le stesse tribù. Inutile dire che le diverse nomenclature riguardano momenti stagionali legati alla pesca, alla coltivazione, a momenti sociali delle tribù. È sottolineato che spesso questi nomi possono variare di anno in anno e dipendono anche dagli eventi sociali che accadono all’interno delle tribù in base alla qualità propria della stagione e a ciò che la stagione concede. Per esempio, se in un mese preciso il raccolto andava male alla Luna poteva essere attribuito anche un nome diverso. Ciò dimostra che la tradizione dei nativi americani legata ai nomi attribuiti non tanto alla Luna in sé ma al mese, e alla stagione di riferimento, hanno chiari riferimenti alle attività stagionali, agricole, di caccia o relative a questioni folcloristiche alcune delle quali non sono nemmeno del tutto note perché seguono tradizioni orali tramandate nelle diverse generazioni.

ALTRI NOMI

In base alle tribù di riferimento, i nomi possono variare di molto, per esempio incontriamo questa tradizione anche in altri tipi di cultura, come in quella maori dove ogni luna piena ha un nome diverso: Pipiri, Hongonui, Here-turi-kōkā, Mahuru, Whiringa-ā-nuku, Whiringa-ā-rangi, Hakihea, Kohi-tātea, Hui-tanguru, Poutū-te-rangi , Paenga-whāwhā, Haratua, anche in questo caso i nomi si riferiscono ad attività agricole, di caccia, sociali. L’attribuzione di nomi particolari alle Lune del mese è presente in molte altre tribù, per esempio in quelle autoctone dello Sri Lanka troviamo questi nomi particolari: Duruthu Poya , Navam Poya , Madin Poya , Bak Poya , Vesak Poya , Poson Poya , Esala Poya , Nikini Poya , Binara Poya , Vap Poya , Ill Poya e Unduvap Poya .

APPROFONDIMENTO SUI NOMI DELLA LUNA OGGI

Le culture indigene hanno a lungo nutrito una profonda venerazione per tutte le cose naturali e celesti. Il movimento della Luna attraverso i suoi cicli era considerato una guida allo scorrere del tempo. Più che una semplice misurazione del tempo, questa tradizione è una sincronizzazione dei cicli cosmici con quelli terrestri. Ogni Luna piena segna il completamento di un mese, un concetto noto come “tempo lunare”. Le culture del Nord America attribuivano nomi a ciascuna Luna Piena durante tutto l’anno in base alle attività stagionali significative che avevano luogo durante il periodo lunare, non vi erano tuttavia metodologie di analisi del cielo in ottica astrologica. Il numero di nomi indigeni della Luna Piena è vasto e diversificato. Le convenzioni sui nomi di ciascuna tribù sono strettamente legate al suo tessuto culturale, con centinaia di tribù in tutto il Nord America. Sebbene l’uso di alcuni nomi sia ormai sbiadito e incerto, la loro risonanza con il mondo naturale rimane una testimonianza del ricco patrimonio e della saggezza delle culture indigene.

Attualmente l’uso di questi nomi è entrato nel mondo occidentale, di fatto è una ingerenza di una cultura non propria dell’Astrologia occidentale ma piuttosto folcloristica e attribuibile a culture dei nativi d’America. Queste attribuzioni non appaiono nella letteratura astrologica antica, ma non esistono nemmeno fonti accreditate sulla storia di questi nomi, sull’uso dei nomi, sulle attribuzioni, perché come già indicato è una tradizione autoctona, tramandata oralmente, ed è quindi difficile stabilire verità filologiche. Anche grazie ad un approccio new age, i nomi delle Lune che mensilmente siamo abituati a leggere in tutti i portali giornalistici di intrattenimento segue una attribuzione “convenzionale”, la cui origine è discutibile perché sono assenti riferimenti sulle attribuzioni, non vengono mai indicate da quale tribù un certo nome della Luna proviene, e solitamente si associano i “nomi” usati convenzionalmente a speculazioni simboliche e filosofiche occidentalizzate che quindi perdono il valore originale e primigenio, in una classica modalità di certi approcci astrologici sincretici (che usano cioè culture e tradizioni tra loro in antitesi, spesso non concilianti tra loro). Le attribuzioni canoniche oggi usate sono inoltre commiste a tradizioni wiccane, pagane, new age, spirituali, olistiche, in quello che è un miscuglio di attribuzioni caotiche che prendono “pezzi” di culture tra loro diverse e le uniscono insieme:

Gennaio Luna del lupo; Febbraio Luna di neve; Marzo Luna del verme o lombrico; Aprile Luna del muschio rosa; Maggio Luna dei fiori; Giugno Luna della fragola; Luglio Luna del cervo; Agosto Luna dello storione; Settembre Luna del raccolto; Ottobre Luna del cacciatore; Novembre Luna del castoro; Dicembre Luna delle notti lunghe.

CONSIDERAZIONI FINALI

  • La tradizione dei nomi attribuiti alle diverse Lune mensili oggi è comunemente usato come narrazione di pensieri e speculazioni filosofiche, dove i creatori di questi contenuti ci spingono a riflessioni profonde, ci mettono di fronte a questioni morali ed etiche, sono veri e propri bollettini “spirituali” su come dovremmo essere, pensare, porci nei confronti della vita.
  • Tralasciando la domanda “ma da chi provengono questi saggi consigli morali, etici, spirituali… e perché mai dovremmo seguirli o ascoltarli o dedicarci del tempo per riflettere su come qualcuno vorrebbe che noi pensassimo o guardassimo le cose?”, questa tradizione contemporanea non ha molto a che fare con l’Astrologia.
  • Infatti, in ambito astrologico le sizigie (noviluni e pleniluni) sono importanti momenti che scandiscono i tempi delle stagioni ma che nel metodo astrologico sono privi di speculazioni morali ed etiche e avevano invece lo scopo di descrive la potenzialità dei raccolti, le dinamiche sociali, quello che ci si poteva aspettare dalle attività sociali in genere.
  • In tal senso una connessione con la tradizione dei nativi americani ha un interessante filo conduttore. Sia i nativi americani che gli astrologi occidentali, per esempio, vedono nella Luna momenti in cui potevano essere svolte certe attività agricole, sociali, culturali.
  • I nativi americani non utilizzavano i nomi di queste lune per improvvisarsi “annunciatori di sapienza saggezza e di consigli etici e morali” piuttosto usavano certi nomi per identificare certe attività sociali legate alla pesca, alla caccia, all’agricoltura e alle interazioni sociali interne alla tribù.
  • Mentre, negli almanacchi degli astrologi antichi le sizigie Luna-Sole avevano lo scopo di identificare periodi dell’anno in cui in base alla disposizione dei pianeti e alle loro qualità accidentali ed essenziali, erano indicate possibili situazioni nelle attività sociali.
  • Per esempio, i pronostici di Domenico Maria da Novara (vedere l’edizione di Leo S. Olschki curata da Bonoli, Bezza, De Meis, Colavita) usavano le sizigie stagionali come momenti di studio relativi alle condizioni dei re, dei popoli, delle classi sociali, l’autore si rifà a molte sentenze della tradizione araba come quella di Abneragel che recita: se la luna è forte, ovvero angolare o succedente e in proprie dignità e si applica a un pianeta forte, significa la buona condizione del popolo e che muterà da una buona condizione ad un’altra buona, da prosperità a prosperità, da guadagno a guadagno.
  • Durante le sizigie (luna nuova e luna piena) Novara trasforma i momenti lunari in studio delle classi sociali studiando la classe dei saturnini (contadini, monaci), dei gioviali (ecclesiastici, cardinali, magistrati), dei mercuriali (letterati, segretari, mercanti, fanciulli), dei marziali (militari, ma anche medici), dei venusiani (artisti, donne in genere) attraverso lo studio della disposizione dei pianeti durante il Novilunio o il Plenilunio.
  • L’autore sceglieva il novilunio o il plenilunio in base alla sizigia stagionale di riferimento.
  • Se per esempio la stagione primaverile ha come sizigia un plenilunio, avrebbe considerato il ciclo plenilunico in tutte le lune successive, al contrario se fosse stato un novilunio.
  • In ambito dell’Astrologia tradizionale, quindi, i giudizi e le indicazioni che potevano essere date sulle questioni agricole, sociali, seguivano sempre uno studio della fase lunare e non si basavano su “etichette” o su “nomi e nomenclature” che poi potevano dare inizio a speculazioni più che astrologiche potremmo dire “terminologiche”: per esempio la Luna del Lupo produce oggi un approfondimento sulla simbologia del Lupo o sul momento stagionale in sé senza minimamente considerare il dominus della sizigia, il contesto in cui avviene, le qualità dei pianeti, la loro disposizione nello studio metodico del cielo che è proprio del metodo astrologico.
  • Rimane tuttavia la connessione stagionale… che quanto meno nel folclore dei nativi d’America risulta strisciante ed evidente nell’attribuzione di certi nomi alle diverse lune del mese, dove tutto è ricondotto sempre e comunque al ruolo della natura e alla sua azione sui costumi e sulle attività dei popoli.

 

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Immagini Stellate e dei Pianeti – tratte da De fabulosis narrationibus XVI secolo

Alcune immagini stellate e dei pianeti tratte da

C. Ivlii Hygini, Avgvsti liberti, Fabvlarvm liber Eivsdem Poeticon astronomicon libri quatuor. Quibus accessererunt similis argumenti, Palæphati De fabulosis narrationibus liber I. F. Fvlgentii

XVI SECOLO

 

 

LINK EDIZIONE DIGITALIZZATA

https://archive.org/details/civliihyginiavgv00hygi/mode/1up?view=theater

 

 

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Traduzione da Latino a Italiano: Ranzovius, versi sui 7 pianeti da Tractatus Astrologicus De Genetliacorum

Nel percorso di Astrologia Tradizionale e Natura delle Cose, ci siamo imbattuti in alcune indicazioni di Ranzovius (Steinburg, 11 marzo 1526 – Breitenburg, 31 dicembre 1598 è stato un astrologo, umanista e generale tedesco) sui sette pianeti, descritti dall’autore in stile poetico, allegorico ed evocativo. La versione in latino è stata gentilmente trascritta in italiano da uno dei partecipanti al Gruppo 2024 e che ringrazio per la gradita traduzione.

I versi sono presentati da Ranzovius come “introduzionealle nature dei sette pianeti, nel suo Tractatus Astrologicus De Genetliacorum; lo stile poetico e allegorico intende risaltare alcune nature proprie dei luminari e dei cinque erranti, ogni verso richiederebbe un commento specifico sul perché di certe attribuzioni che non mancherò di proporre in futuri approfondimenti.

 

SATURNO

Corrompendo con l’odio e la peste maligna, il vecchio munito di falce divora i mortali con bocca crudele. Quando le sue labbra livide impallidiscono sempre in modo singolare, l’invidia serba nel cuore e un’occulta ambizione. Ripugnante, inerte, freddo sotto il petto resta intorpidito. Soccorre l’erede, fende col vomere la terra. (In altre parole) La nera faccia di vecchio, il passo lento, l’orribile barba, la chioma canuta, le membra consunte dalla vecchiaia. Tuttavia è dotato di ingegno e di spirito valente, ma sempre di gelo eterno rattrista la terra.

GIOVE

Dal suo astro giocondo rifulge sulla terra. Giove, donde viene detto padre benigno, ha in custodia leggi e giudici, fori, templi e città. Illustre per giustizia, fiorente di retti consigli, fa i graditi ai potenti; amante dell’onestà, solleva le nascite umili a più alta condizione.

MARTE

Ecco l’igneo Marte che scintilla di rossa luce. La bile ribollente suscita le accensioni del cuore. Gli sono graditi l’ira, la rabbia, il furore, le armi, la ferocia, la strage, il tradimento, la guerra e la rivolta. Più spesso arreca chiara fama di vittoria. Fa le liti da saccheggi e spartizioni. (In altre parole) Sotto Marte regnano l’inganno, il bottino, la strage e la violenza. Il tradimento, la guerra, il sacro si mescola al profano.

SOLE

Sole, occhio del mondo, autore della vita e della luce, solo l’uomo nel suo splendore ha il nome del sole. Crea i magnanimi, i giusti e spesso i superbi, colloca sul trono i re e i condottieri. Fa i longevi e i famosi per autorità, col suo potente favore reca splendidi doni da parte dei re. (in altre parole) Genera il Sole i sovrani splendidi, i giusti e talvolta i superbi, i forti d’animo, i nati sotto una buona stella.

VENERE

Vicina al Sole risplende Venere dal volto dorato. Attraente, graziosa per bellezza, regge i diritti dei potenti. Ama la gioia, le danze, i divertimenti, predispone l’ozio, da lei nasce l’amore e si genera il gioco. Gioisce della primavera, feconda la terra e l’acqua, concede agi alle nozze, le rende felici con la dote. (in altre parole) Apre la luce e schiude ai mortali il giorno datore di vita quando Venere subito flette il corso verso il Sole. A Venere sono riferibili gli uomini garbati, i profumi, la poesia, l’adulterio, i piaceri, la raffinatezza, i dolciumi, il lusso.

MERCURIO

Lieve Mercurio nell’etere si muove lungo brevi giri. Incostante, vario né si arresta immobile. Elargisce acutezza d’ingegno e versatilità nelle arti. Soave oratore a parole, poeta con la lira. E’ un abile mercante; mutevole, applica l’intelligenza al bene, la applica al male. (in altre parole) Mercurio forma i poeti divini nella loro arte, gli scaltri, i dotti, i dotati di parola suadente, i fedeli.

LUNA

La Luna risplende nelle umide tenebre con la candida luce del fratello (il Sole): crea i corpi carnosi, abita le rive erbose, solca gli azzurri flutti del mare. Nell’universo prende per sé l’ultima sfera (lett. “l’ultima casa”). Dona le nozze, dissolve regni e città, instabile muta le condizioni di vita. (in altre parole) L’astro della Luna è fugace, amico delle tenebre e della notte, femminile, vacuo, ombroso, mutevole, vano.

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Il Creatore di un Talismano | L’identità talismanica

Breve stralcio, di una prossima pubblicazione di un manuale sull’Astromagia e l’arte dei talismani.

[…] Chi è il creatore di un talismano?

Osservo come il creatore di un talismano incarni una serie di mitologie cosmogoniche, in particolare appare un imitatore delle opere di Dio. Come fa il demiurgo, il creatore di un talismano dà vita ad un oggetto animato, dotato di nature e di un destino o fato:

  1. l’intento del mago astrologo è creare un oggetto dotato dell’anima del mondo e intriso di virtù celesti, come Dio ha creato ogni cosa dotandola di proprietà e virtù secondo la Legge Naturale che regola questo mondo;
  2. come fa Dio nelle descrizioni ermetiche, il creatore di un talismano è a conoscenza delle virtù celesti e terrestri, dunque le mischia, le elabora, le attrae, le usa come fossero colori di un pittore, per realizzare la sua opera finale;
  3. attinge, cioè, alle infinite sfumature del mondo celeste e terrestre, anima l’oggetto talismanico di proprietà che vanno a costituire la struttura di una identità talismanica;
  4. infatti, tenta nella sua opera di unire: virtù vegetative che sono proprie del regno delle piante (uso di erbe, resine e altri elementi, in questo regno possiamo far rientrare anche i minerali, le gemme, ovvero le pietre utilizzate nell’arte talismanica); virtù sensitive che sono proprie degli animali (uso di sangue o parti di animali che rintracciamo in numerose misture destinate alle suffumicazioni ma spesso appaiono anche come elementi strutturali dei talismani, molti di essi sono creati su pelle di animale); virtù intellettive (che sono collegate alle parole del mago astrologo, agli inni, alle evocazioni, ma anche alla volontà stessa creatrice dell’operatore). Tutto ciò è poi plasmato di un fato o di un destino: sull’oggetto talismanico è impressa una architettura, un progetto di vita, è ciò che l’oggetto deve fare (che si ricollega al momento elettivo ovvero alla carta di nascita del talismano, all’uso delle immagini che hanno lo scopo di infondere nell’oggetto talismanico una sorta di destino, come può essere l’immagine definita da Della Porta di scopo, come per quella di due persone che si abbracciano e si baciano e che ha la finalità di imprimere nel talismano il suo compito, il suo destino, la sua finalità);
  5. questa complessa procedura è poi ritualizzata, sacralizzata da un atto che richiama l’idea di una cerimonia, come se il mago astrologo dovesse alla fine imporre un soffio finale all’opera creata, rendendola viva, cioè capace di esercitare alla fine una propria e autonoma virtù.

Nella magia astrologica naturale abbiamo ereditato una complessa e ricca letteratura non sempre congruente, spesso anzi contraddittoria, dove rintracciamo elenchi di stelle, immagini, pianeti, segni, decani messi in analogia a varie nature e proprietà, dotate di scopi talismanici. Il trattato sicuramente più complesso è quello che va sotto il nome di Picatrix, la cui paternità non è attribuita ad Ermete ma l’opera lo rievoca frequentemente. Il Picatrix è stato scritto originariamente in arabo, si stima intorno all’XI-XII secolo. Secondo i ricercatori consultati, il Picatrix è un concentrato di nozioni gnostiche ed ermetiche collegate al mondo arabo di Harra’n e sono evidenti le influenze sabee. L’opera presenta numerosi passaggi che non possono che essere definiti “ermetici”, proponendo o suggerendo una serie di indicazioni per la realizzazione di talismani ma anche per altre azioni magiche. Del Picatrix esiste una traduzione latina, nella premessa all’opera si narra che è stata tradotta dall’arabo allo spagnolo per ordine di Alfonso il Saggio; purtroppo però va considerato il fatto che l’opera originale non è sopravvissuta o comunque ancora oggi non risulta reperibile. A noi sono arrivate, dunque, ri-trascrizioni: non possiamo non considerare la possibilità di revisioni  come era solito accadere nelle ritraduzioni, dove spesso si aggiungevano od omettevano certe questioni per adattarle alla cultura dominante o alle preferenze culturali e ideologiche (e spesso religiose) del traduttore. Lo stesso Pingree ha evidenziato diverse contraddizioni nelle varie traduzioni del Picatrix consultate: in alcune di esse vi sono parti che in altre traduzioni non appaiono, gettando quindi un grande dubbio sulla genuinità del suo contenuto, specialmente di quello arrivato fino ai nostri giorni (come evidenziato dalla sua ricerca Between the Ghāya and Picatrix. I: The Spanish Version).

Sicuramente era presente nella biblioteca di Pico della Mirandola, era conosciuta da Ludovico Lazzarelli, cultore dell’ermetismo, ne parlano molti ed è più che logico ritenere che fosse presente una diffusione manoscritta in tutto il XV e XVI secolo. L’opera è un concentrato di filosofia naturale, ermetismo, concezioni e teologie cosmologiche, pratiche magiche. La struttura filosofica e gnostica dell’opera vede:

  1. l’esistenza di una Prima Materia ovvero Dio, un’entità che avvolge il tutto, una complessa architettura alla base della creazione di ogni cosa. È l’Uno;
  2. la Prima Materia è incorporea e aformale, da essa tuttavia derivano intellectus definita anche mens, lo spirito, la materia, gli elementi, e gli elementata;
  3. lo spirito è una entità che dall’alto scende verso il basso, esso si va a posizionarsi ubi caput est ovvero va ad aggrapparsi dove è presente materia;
  4. esisterebbe secondo l’idea del Picatrix una materia spirituale che appartiene alle stelle e una parte corporea che appartiene alle cose della terra;
  5. la materia che ci circonda sarebbe, secondo questa idea, permeata di materiale spirituale, che proviene dalle stelle; ogni oggetto, animato o inanimato, è dotato di spirito, ma la quantità e qualità di questa parte spirituale si legherà alla qualità della materia, destinando una unità altamente specifica;
  6. l’arte magica prevede quindi la capacità di indirizzare lo spirito nella materia;
  7. lo strumento più valido per realizzare quest’opera è il Talismano.

Il Picatrix nei primi capitoli stabilisce che tale opera non può essere compiuta da molti, ovvero solo da coloro che hanno padronanza e conoscenza dell’astronomia, della matematica, della musica, della metafisica, della filosofia naturale; il Mago deve compiere una profonda opera di conoscenza su sé stesso prima di poter realmente vedere gli effetti della sua opera. Deve incarnare, in un certo senso, il demiurgo perché il suo atto è divino, giacché attraverso la sua opera animerà i corpi, plasmerà gli oggetti di virtù e di spiriti: compiere ciò con superficialità e senza conoscenza e padronanza delle cose significa compiere opere pericolose, o inefficaci, o che si rivolteranno contro il mago o il portatore stesso.

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Segno zodiacale: solare contro ascendente!

La prassi comune vuole che tendiamo ad identificarci con il nostro segno zodiacale. In genere quando diciamo di che segno siamo, indichiamo il segno occupato dal Sole nel momento della nostra nascita. Nella letteratura astrologica gli autori antichi tendevano invece a dare rilievo al segno dell’Ascendente, come informazione iniziale che oggi potremmo chiamare “tipizzazione” zodiacale. Cerchiamo di capire questa questione e come nasce l’idea di una identificazione del segno solare.

Chi siamo secondo l’Astrologia?

Intanto, è necessario premettere che se desideriamo analizzare il nostro essere con i metodi dell’astrologia non è sufficiente guardare il segno del Sole, o il segno dell’Ascendente. Questi possono solo identificare qualità generali del momento della nostra nascita. Tuttavia, per comprendere le inclinazioni per esempio psicologiche (chiamate inclinazioni dell’animo e della mente), le qualità lavorative e delle attività in genere (chiamate inclinazioni delle opere), il modo che abbiamo di amare (chiamato inclinazioni sessuali), i rapporti che abbiamo con l’eredità genealogica, con la questione de figli, il modo attraverso cui operiamo nelle diverse questioni della vita, è necessario appellarci a dei metodi astrologici che elaborano la nostra carta di nascita osservando più punti insieme, ed eseguendo una serie di calcoli complessi. Quindi, l’identificazione attraverso il segno solare o il segno dell’ascendente, o il segno lunare, è una procedura generale e semplificata, che permette al massimo una descrizione didascalica della nostra identità astrale.

Quando nasce l’identificazione attraverso il segno solare?

Non vi è traccia nella letteratura antica partendo da Tolomeo (II secolo d.C.) arrivando se vogliamo fino all’ultimo (secondo me) astrologo della tradizione degno di nota ovvero William Lilly (XVII secolo). Il Sole non è mai usato per identificare in senso generale un individuo. L’idea di usare il segno solare per tipizzare la nascita di una persona nasce tra 1800 e 1900 (praticamente tra XVIII e XIX secolo e si fa poi radicata nel XX secolo) per una serie di progetti rientrati nella “grande confutazione teosofica” che ha inquinato il sapere e le conoscenze con rivisitazioni moderne. Tuttavia non possiamo liquidare questo tipo di attribuzione con superficialità e dobbiamo comprendere la logica che vi è dietro tale attribuzione. L’Astrologia in particolare nel XIX secolo è stata rielaborata o revisionata con una forte influenza delle nuove dottrine che stavano nascendo in quel periodo, in particolare la psicologia del profondo è stata utilizzata dai praticanti dell’astrologia come metro di valutazione dell’astrologia. Va detto che in questo periodo la conoscenza antica dell’astrologia non era ancora del tutto emersa, oppure circolavano per lo più manuali e testi di difficile comprensione e traduzione. Questo ha permesso una trasposizione della psicologia del profondo verso il metodo astrologico. Ovvero è la psicologia e l’approccio teosofico ad avere proposto un nuovo modello di astrologia, tuttavia questo è stato dovuto alla non-conoscenza di tale dottrina nel suo antico sapere. Il ragionamento da cui si è partito è il “simbolo”: l’astrologia è stata in questi periodo storici vista non come metodo di lettura di un fenomeno celeste e naturale e della sua capacità apotelesmatica negli individui o nel collettivo (ovvero capacità di influenzare e inclinare) ma piuttosto il fenomeno celeste è stato visto come “proiezione umana” di un insieme di simboli importanti per la vita. Un po’ come un tifoso proietta il suo ardore e il suo amore nei confronti della bandiera della sua squadra preferita, verso i linguaggi astrologici sono stati proiettate le convinzioni personali. Da questo tipo di osservazione né deriva la Babele che ancora oggi è strisciante: ecco che non c’è più una considerazione polare nei fenomeni celesti (maschile e femminile) non c’è più contemplazione della natura e ricerca naturale delle analogie tra alto e baso, ecco che per alcuni la Luna è maschile per altri femminile, per altri il Sole identifica una certa cosa per altri una totalmente opposta, ecco che i nomi dei pianeti sono stati elaborati come “etimologie” o “divinità” quindi i significati dei pianeti e dei luminari derivano da “simboli” e non più da certi loro comportamenti nella grande Sfera Celeste vera matrice in cui si compie il miracolo dell’esistenza e della creazione. L’astrologia in questi tempi ha portato l’osservatore ad escludere la natura dal suo metodo e a vedere in essa solo una “proiezione ego-inclinata” dove è l’io, l’ego personale a decidere i significati secondo sensazioni personali e convincimenti soggettivi derivanti da cultura personale e influenze personali. Insomma, un grande caos. Il Sole è stato visto come simbolo della vita, come luogo dell’ego, poiché è l’astro più luminoso indentifica il nostro io, la nostra volontà di essere ed esistere, da questo tipo di ragionamento si è arrivati a vedere il segno zodiacale (solare) come segno di tipizzazione dell’io. Se rispettiamo i metodi dell’astrologia moderna (ad influenza teosofica e della psicologia del profondo) tale attribuzione ne rispetta il suo paradigma ma dovremmo però dire, per onestà intellettuale, che questo tipo di attribuzione parte dal XIX secolo, e non riguarda la dottrina astrologia precedente rappresentata da millenni di letteratura e di esperienze.

Nella letteratura astrologica antica perché si utilizzava il segno dell’Ascendente?

L’Ascendente, ma non solo, è rintracciabile in tutta la letteratura astrologica come punto di identificazione dell’essere. Ovviamente le descrizioni che provengono dall’antichità sono didascaliche e generiche e non erano assolutamente utilizzate poi in sede pratica. Ovvero quando un astrologo antico doveva studiare le inclinazioni di una persona, non riportava il significato generale dell’ascendente ma partiva solitamente nell’indicare il temperamento e il signore della genitura (quindi utilizzava dei metodi e delle elaborazioni per ricavarne le prime qualità inclinanti). Tuttavia molti autori antichi (come Firmico Materno e tanti altri) identificano e offrono delle descrizioni generali su “Chi nasce al sorgere di…” che significa “Chi ha come segno dell’ascendente… Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone e via dicendo” riportando poi indicazioni generali sull’Essere. L’Ascendente è visto come “punto” di una natività in cui sorge una parte di eclittica, ovvero sorge un grado dello zodiaco. Poiché nel metodo astrologico sono i fenomeni astronomici a indicare le qualità di una nascita, il segno ascendente identifica ciò che “sorgeva” nel momento della nascita, quel segno può darci qualche indicazioni sul nostro essere. In particolare poi l’Ascendente è stato da sempre utilizzato come indicatore delle qualità del corpo ovvero le sue caratteristiche, ne consegue che l’Ascendente può indicarci le nature del nostro corpo e darci prime indicazioni qualitative. L’argomento è sviluppato da molti autori ma in particolare Firmico (autore del IV secolo) prova a darci una spiegazione andando anche oltre il mero-Ascendente. Ci dice che i quattro angoli della nascita hanno virtù apotelesmatica ovvero non solo i pianeti causano apotélesma nell’essere ma anche i 4 angoli e i loro relativi gradi zodiacali plasmano una serie di nature (virtù apotelesmatica significa virtù naturale che plasma qualità specifiche nell’individuo). L’Ascendente identifica le qualità o nature del corpo perché il grado zodiacale qui posto è un segno che “sorge” e quindi diventa importante perché le sue nature che “sorgono” sorgeranno anche in noi. Firmico tuttavia va ben oltre e non si limita a dare indicazioni sulla natura dell’Ascendente, ma identifica anche gli altri segni angolari. L’autore identifica anche gli altri segni angolari quindi il segno che culmina (al medio cielo e  al fondo cielo) e il segno che tramonta (al discendente) elencando una serie di significati. Anche questi segni sono dotati di virtù apotelesmatica e andranno a indicare altre nature proprie.

Questa trattazione ci fa comprendere quanto – anche nelle versioni semplificate – il segno zodiacale fosse importante in sede inclinante, ma non in riferimento alla posizione del Sole piuttosto in riferimento a quei segni che posizionati negli “angoli” della sfera locale di nascita vanno a indicare certe nature generali che in parte possiamo poi rintracciare nel nativo. Prima di Firmico, Tolomeo non propone tuttavia alcuna semplificazione al riguardo, non indica le caratteristiche dei segni angolari, tantomeno quelli del Sole, possiamo quindi dire che è dal IV secolo d.C. che ha inizio questo genere di semplificazione dove il maggior riferimento è Firmico Materno che sistematizza i 12 segni zodiacali connotandoli di nature apotelesmatiche in riferimento ai segni posti nei quattro angoli della natività.

Significati dei 12 Segni posti nei 4 Angoli della Nascita, secondo Firmico Materno IV secolo

ARIETE

Virtù apotelesmatica quando segno dell’Ascendente

Indica molti mali nella prima gioventù, nega fratelli o ne risparmia uno solo fra molti e debilita il nativo per l’asprezza di un qualche male. La sua reputazione è sempre accompagnata da avversione. Le sostanze paterne non perdurano nel medesimo stato, ora dilapidate son disperse, ora dissipate sono nuovamente riacquistate. Egli darà ad alcuni l’impressione, a causa della sua grande generosità, di essere solidamente installato, ma ad altri la sua costante generosità sarà sgradita. Renderà i suoi favori ad ingrati e mai sarà equamente ricompensato. Avrà un carattere instabile e sarà sempre afflitto da vari dolori al capo.

Virtù apotelesmatica quando segno del Discendente

Trarrà i suoi guadagni da luoghi acquatici o umidi, sarà preoccupato da qualche timore e incorrerà un qualche pericolo di vita in luoghi deserti, scosso e agitato da una gran copia di pericoli, avrà viaggi frequenti e lunghi e certo un’infermità nascosta e la sua massima prosperità giungerà nella vecchiaia, sua moglie sarà soggetta ad attacchi di follia.

Virtù apotelesmatica quando segno del Medio Cielo

Chi nasce frequenterà uomini potenti e i suoi mezzi di vita gli saranno assicurati da ricchezze altrui, i suoi desideri si rivolgeranno a cose oneste, il suo patrimonio sarà continuamente soggetto a variare e quante volte lo perderà altrettante lo ricostituirà.

Virtù apotelesmatica quando segno del Fondo Cielo

Molto andrà vagando ed avrà pace solo dopo aver provato disagi e la sua vita cangerà per la multiformità delle sue azioni, godrà di condizioni di alta dignità, ora abbattuto sarà a livello più basso, tale disproporzione gli verrà a causa delle amicizie con i potenti, seppellirà la moglie e il primo figlio o per certo un suo figlio soffrirà di gravi infermità.

GLI ALTRI SEGNI

Puoi leggere gli altri segni consultando il relativo PDF nella sezione di Academia.edu LINK

 

 

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Fenomeno astronomico e astrologico nelle inclinazioni ai delitti e ai crimini

INTRODUZIONE – Il concetto di delitto è stato da sempre usato nelle società umane per identificare un illecito. Definito con il termine più che eloquente maleficium, consisteva nell’offesa arrecata ad un individuo differenziandosi dal concetto di crimen associato al reato di interesse pubblico. In epoca classica erano considerati delitti il furtum, l’iniuria datum, la bona vi rapta. I procedimenti legali potevano avere una natura civile o penale. Nei riti civili le controversie riguardavano cittadini privati per lo più a causa di torti inflitti (delictum) e in genere la sanzione era pecuniaria (multa). Mentre nei processi di rito penale erano presi in considerazione i reati (crimina) che colpivano l’interesse pubblico e le pene potevano essere anche molto severe.

 

ASTROLOGIA E CRIMINI – Secondo il metodo astrologico, le predisposizioni al delictum e al crimen sono rintracciabili nelle inclinazioni derivanti dal momento della propria nascita, l’idea si basa sulla teoria secondo la quale alcuni fenomeni celesti, e quindi astronomici, possono plasmare nell’individuo certi caratteri innati o certe predisposizioni corruttive che, unite a variabili culturali sociali e ambientali, concorrono ad azioni dannose per sé stessi o per gli altri. L’Astrologia, infatti, è un metodo di indagine che ha lo scopo di studiare il fenomeno celeste, le qualità delle luci, e il loro effetto sulla natività. Ne consegue che alcune determinazioni e analisi astrologiche si basano sullo studio del tipo di umori e di temperature che si esercitavano nel momento della nascita, e come questi possono plasmare o corrispondere significativamente a certe predisposizioni individuali, anche delittuose o criminali.

Alcune questioni scientifiche

Sul piano scientifico esistono una serie di studi che indagano sul ruolo dell’ecosistema terrestre e sul ruolo di certi fenomeni astronomici in correlazione a certe predisposizioni umane e individuali. Può il cielo avere un influsso sulla nostra vita? Con molta cautela possiamo rispondere di “si” se per influenza intendiamo una predisposizione a certi temperamenti. La sociologia ambientale ha dimostrato come le stagioni e i diversi climi del mondo suscitano nei popoli diverse inclinazioni culturali e strettamente connesse ai folclori, alle tradizioni, agli usi e costumi tipici di ogni popolo. Le aree temperate, rispetto a quelle più estreme nel caldo o nel freddo, presentano culture e stili di vita decisamente diversi, come i luoghi in cui le ore del giorno e le ore della notte si equivalgono (all’incirca) rispetto a quelle aree in cui la luce del sole è molto meno efficace rispetto alle ore del buio più durature. Queste qualità connesse al nostro Sole, al suo comportamento rispetto alla Terra, quindi alle qualità della luce e dei suoi effetti negli ambienti, sono alla base di diverse inclinazioni collettive e sociali in cui ogni essere vivente cerca attraverso il proprio sistema biologico di “adattarsi” alle qualità dell’ambiente stesso. Infatti, la luce pare avere un effetto agente, biologico, sul sistema vivente, anche in quello umano.

Tolomeo e le temperature del mondo – Già Claudio Tolomeo nella Tetrabiblos dimostra quanto nella dottrina astrologica sia di estrema importanza la natura dei luoghi che dipende dalla loro relazione al Sole. Per Tolomeo le varie aree del mondo, soggette a temperature diverse, suscitano usi e costumi diversi.

Le indicazioni di Claudio Tolomeo sono “sociologiche”. Infatti descrive le varie aree del mondo, fornendo anche caratteri sul tipo di stile di vita, attraverso un ragionamento sull’azione del Sole e quindi sul comportamento della Luce, e in relazione ai suoi effetti. Secondo questa teoria, dunque, nelle varie aree del mondo soggette a criteri di caldo, umido, secco, freddo diversi, incontreremo diversi costumi, usi, tradizioni, modi di essere sul piano collettivo e che sono strettamente connessi alla natura dell’ecosistema. E’ probabilmente la prima forma di “sociologia degli ambienti” derivante da criteri di stagionalità e di effetti della luce sulle culture del mondo che incontriamo nella letteratura astrologica, in modo così schematizzato ed elaborato.

Il caldo agisce sulla aggressività

Uno studio condotto dai ricercatori Leah Schinasi e Ghassan Hamara per conto dell’Università di Drexel, Pennsylvania, ha dimostrato da una analisi durata dieci anni (dal 2006 al 2015) un aumento dei livelli di criminalità specialmente nelle giornate dove le temperature risultavano estremamente calde, in particolare dai casi analizzati dalla ricerca sono i mesi che vanno da maggio a settembre a segnare una più elevata frequenza di crimini efferati, ovvero proprio nella fase più intensa della primavera e durante tutta l’estate. Un altro studio da esaminare è quello pubblicato dal National Bureau of Economic Research, curato da Anita Mukherjee e Nicholas J. Sanders. Lo studio ha indagato sugli effetti del clima caldo specialmente nella popolazione carceraria. Nei giorni di maggior calura aumentano sensibilmente le interazioni violente, come anche la probabilità di atti violenti. Lo psicologico Craig Anderson già nel 2000 notò questo fenomeno mettendo due gruppi di persone in due ambienti diversi, uno posto a 36°C, l’altro a 14°C. Il risultato fu che le persone collocate nell’ambiente a 36°C tendevano a reagire alle interazioni sociali in modo più aggressivo e ostile. Lo studioso notò quindi una interessante relazione tra caldo e irritabilità. Un’altra ricerca apparsa sul Journal of Public Economics che ha analizzato i crimini nella città di Los Angeles dal 2010 al 2017, ha evidenziato un aumento vertiginoso dei crimini all’aumentare delle temperature, specialmente al superamento della soglia dei 21°C, e nei giorni più caldi l’incidenza dei casi risultava estremamente aumentata.

Nel 1897 il servizio meteorologico americano ha indagato sulla ipotesi di una relazione tra le condizioni del clima e i comportamenti criminali: il risultato è stato pubblicato sul numero del New York Time del 9 agosto 1897, mostrava che durante l’anno precedente negli Sati Uniti si erano contati 1700 omicidi nel trimestre gennaio-marzo, mentre nel trimestre luglio-settembre il numero era salito a 2500 con un incremento di quasi il 50%.

Secondo il ricercatore John Simister, dell’Università di Londra, la connessione tra caldo e aggressività è relativa alla produzione di ormoni e alla loro azione neurobiologica. Durante i periodi caldi il corpo tende a termoregolarizzare gli eccessi con una produzione aumentata di diversi ormoni come il testosterone e l’adrenalina che pur avendo un’azione finalizzata a far adattare il corpo alle temperature più alte, agiscono tuttavia sull’umore delle persone aumentando le reazioni aggressive che nei soggetti più inclini alla reattività possono determinare una propensione a reazioni più impulsive.

Il ruolo della Luna

Gli alti ufficiali della polizia di Brighton, Regno Unito, hanno annunciato nel giugno 2007 che stavano pianificando di schierare più agenti durante l’estate per contrastare i problemi che ritengono legati al ciclo lunare. Ciò ha fatto seguito a una ricerca delle forze della polizia del Sussex che ha riportato un aumento dei crimini violenti durante la luna piena. Una portavoce delle forze dell’ordine ha affermato che “le ricerche condotte da noi hanno mostrato una correlazione tra incidenti violenti e lune piene“. Un agente di polizia responsabile della ricerca ha detto alla BBC che “Dalla mia esperienza di 19 anni come agente di polizia, indubbiamente nelle lune piene sembriamo avere persone con una sorta di comportamento strano – più irritabile, polemico“. La polizia dell’Ohio e del Kentucky ha notato aumenti di atti criminali durante la luna piena. Nel gennaio 2008, il ministro della giustizia neozelandese, non senza critiche da parte dei più scettici, Annette King ha suggerito che un’ondata di accoltellamenti avvenuta nel paese fosse stata causata, o in qualche modo influenzata, dal ciclo lunare.

Numerosi sono gli studi che aprono un importante capitolo sul ruolo della Luna e sulle funzioni endocrine del nostro organismo. Alcune ricerche hanno dimostrato una connessione tra Luna e funzioni endocrine-renali (link), più certe sono le ricerche sull’influenza del ciclo lunare su numerose specie viventi (link).

E’ evidente che la fisiologia umana e animale sono soggette ai ritmi stagionali, lunari e circadiani, sebbene gli studi in corso necessitano di chiarimenti e di dimostrazioni più accurate. Ma è stato provato come il ciclo lunare abbia un impatto sulla riproduzione umana, sulla fertilità, sulle mestruazioni e sul tasso di natalità, sui livelli di melatonina, sull’aumento dei ricoveri in ospedale nelle unità di emergenza, nonché sugli eventi correlati al comportamento umano in riferimento agli incidenti stradali, ai crimini e ai suicidi. I dati risultano tuttavia essere statistici, ovvero indicano solo un dato di incidenza ma non spiegano la motivazione biologica alla base di questa influenza lunare. Gli studi sugli animali invece hanno dato delle dimostrazioni biologiche più evidenti. Per esempio:

  • si è riscontrata una connessione tra ciclo lunare e cambiamenti ormonali all’inizio della filogenesi negli insetti;
  • i pesci risultano influenzati dal ritmo lunare che agirebbe sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi;
  • negli uccelli le variazioni di melatonina e corticosterone scompaiono durante i giorni di luna piena;
  • nei ratti di laboratorio, gli animali risulterebbero più sensibili al gusto durante la luna piena e risulterebbero più eccitate le cellule della ghiandola pineale.

Si ipotizza che la Luna potrebbe agire attraverso la sua radiazione elettromagnetica oppure attraverso l’attrazione gravitazionale. Ma l’esatto meccanismo risulta ancora privo di una spiegazione certa, nonostante si evidenzi questa curiosa relazione tra bioritmo degli esseri viventi e ciclo solare, stagionale, lunare (report scientifici suggeriti link1 – link2 – link 3).

QUESTIONE GENETICA

L’inclinazione a compiere crimini efferati prevederebbe una predisposizione biologica nel commettere certi delitti. Secondo diverse ricerche scientifiche si sono riscontrati alcuni fatti propriamente biologici da tenere in considerazione:

  1. L’esistenza di una mutazione nel gene MAO-A nel Cromosoma X che causerebbe una produzione squilibrata di alcuni ormoni fondamentali nell’equilibrio umorale (serotonina, noradrenalina, dopamina). Il gene “difettato” predisporrebbe biologicamente a una modulazione ormonale diversa rispetto ai soggetti senza mutazione del gene MAO-A. Da notare che la mutazione riguarda una porzione del Cromosa X che è responsabile della differenziazione sessuale.
  2. Il dott. Adrian Raine, responsabile del Dipartimento di Criminologia, Psichiatria e Psicologia dell’Università della Pennsylvania, ovvero colui che ha individuato la mutazione del gene MAO-A, ha evidenziato attraverso una serie di risonanze magnetiche funzionali su diversi criminali la ricorrente presenza di malfunzionamenti di alcune parti del cervello: sviluppo incompleto della corteccia prefrontale, anomalie della corteccia cingolata posteriore, disfunzioni all’area dell’amigdala e dell’ippocampo.
  3. La ricerca di Raine, attualmente la più importante nel panorama medico rispetto all’inclinazione al crimine su base biologica, è rintracciabile nelle seguenti relazioni scientifiche (link 1 – link 2 – link 3).

Fenomeni astronomici e crimini

Secondo la ricerca intitolata Astrocriminology (The Astronomical Phenomena and Crimes) Nadaraya, Z.G. Vestnik KrasGAU (11): 194-196 2010 ISSN/ISBN: 1819-4036 (titolo originale: АСТРОКРИМИНОЛОГИЯ: АСТРОНОМИЧЕСКИЕ ЯВЛЕНИЯ И ПРЕСТУПЛЕНИЯ link della ricercarecenti eclissi solari avvenute in Russia hanno permesso di indagare sull’incidenza nei precedenti e immediatamente successivi giorni rispetto al fenomeno sull’aumento e l’incidenza del crimine; le tempeste solari, come anche altri fenomeni astronomici, dimostrerebbero una correlazione tra evento celeste e insorgenza di certe “infiammazioni” nell’animo umano. Il motivo di questa correlazione non è attualmente noto, e va anche detto che gli studi scientifici su questi fenomeni sono abbastanza scarsi, e a volte si limitano a studiare campioni di popolazione molto bassi. Rimane tuttavia un’evidenza, ovvero quella di una correlazione tra i Luminari Sole e Luna e le vicende dell’uomo visto nella sua individualità e nella sua collettività.

E l’Astrologia, cosa dice al riguardo?

Se scientificamente non è possibile spiegare certe correlazioni tra “alto e basso”, ovvero il perché di certe incidenze e coincidenze, sul piano Astrologico la tradizione della dottrina delle interpretazioni dei fenomeni celesti è ricca di indicazioni. Secondo l’Astrologia, infatti, l’individuo quanto la collettività, come qualsiasi altro oggetto o soggetto sulla Terra, riceve dal fenomeno celeste una serie di influenze che agiscono attraverso la luce, vero veicolo del fenomeno celeste, e quindi sul grado di visibilità quanto di invisibilità. Centrali sono i Luminari perché essi rappresentano i fulcri fondamentali del sistema astrologico. Il Sole è espressione del calore e della secchezza. La Luna del freddo e dell’umido. Unitamente agli altri cinque astri erranti, Mercurio Venere Marte Giove Saturno astri che si prestano ad essere visti a occhio nudo; la geografia solare strutturata nel sistema del settenario è nella tradizione astrologica un “complesso orologio” celeste, attraverso il quale si muovono i temperamenti e gli influssi delle nature celesti e che dipendono nelle loro variazioni dagli effetti delle stelle dell’ottava sfera. Essi agiscono o interagiscono con il soggetto ricevente, la Terra, che filtra la luce (la radiazione del cielo) per mezzo dell’atmosfera, unitamente alla Luna vera propagatrice del fenomeno celeste sulle cose del mondo sublunare. L’azione del cielo avverrebbe per mediazione degli elementi e dei caratteri primi di cui abbiamo una esperienza diretta: caldo freddo secco e umido.

  • Saturno ha natura fredda e secca al più alto grado. Presiede la facoltà ritentiva. Quando Saturno è orientale al Sole tende ad essere Freddo e acquisisce un po’ di umidità. Quando è invece occidentale, è marcatamente sviluppato il suo carattere Secco.
  • Giove ha natura moderatamente calda e umida. Presiede la facoltà accrescitiva. Quando Giove è orientale al Sole tende a confermare la sua natura benigna Calda e Umida. Ma quando occidentale è l’Umidità a prevalere.
  • Marte ha natura calda e secca al più alto grado. Presiede la facoltà irascibile. Quando Marte è orientale al Sole tende a confermare la sua natura Calda e Secca. Ma quando occidentale è la Secchezza a prevalere.
  • Il Sole ha natura di base calda e secca con predominanza del calore. Presiede la facoltà vitale. Il Sole determina le qualità stagionali e il suo carattere dipende dal momento della nostra nascita. Se siamo nati nei segni primaverili Ariete Toro Gemelli il Sole tenderà ad esprimere una naturale più umida che tende verso il calore. Se siamo nati nei segni estivi Cancro Leone Vergine il Sole tenderà ad esprimere una natura più calda che tenderà verso una maggiore secchezza. Se siamo nati nei segni autunnali Bilancia Scorpione Sagittario il Sole tenderà ad esprimere una natura Secca che tenderà verso il raffreddamento. Se siamo nati nei segni invernale Capricorno Acquario e Pesci il Sole tenderà ad una natura più Fredda che tenderà verso l’umidità. Il Sole inoltre ha un ruolo a sé stante ovvero è colui che decreta la natura di tutti gli altri astri (Luna Mercurio Venere Marte Giove Saturno) in base alla relazione della sua Luce con gli altri corpi visibili a occhio nudo. In base a queste relazioni gli astri tenderanno ad essere visibili o invisibili, in quello che prende il nome di fase eliaca, un importante concetto astronomico alla base di molte deduzioni e interpretazioni astrologiche.
  • Venere ha natura moderatamente fredda e umida dove è l’umidità a prevalere. Presiede la facoltà appetitiva. Quando Venere è orientale la sua freddezza è diminuita e tenderà ad esprimere caratteri caldi e umidi. Quando è occidentale invece, a prevalere è la sua umidità.
  • Mercurio è moderatamente freddo e secco dove è il secco a prevalere. Presiede la facoltà intellettiva. Tuttavia quando Mercurio è orientale aumenta nel pianeta il calore. Ma quando occidentale tenderà a confermare le sue caratteristiche secche.
  • La Luna è in genere considerata fredda e umida. Presiede la facoltà naturale o vegetativa. Tuttavia la natura della Luna è mutevolissima e dipenderà molto dalla fase lunare. Dopo il novilunio e quindi nella prima fase quando va verso il suo primo quarto crescente, la Luna tenderà ad aumentare il suo calore e la sua umidità. Dal primo quarto al plenilunio la Luna invece aumenterà il calore e la secchezza. Dal plenilunio al secondo quarto calante comincerà ad esprimere caratteri freddi unitamente alla secchezza. Dal secondo quarto al novilunio risulterà fredda e umida.
  • Le Stelle Fisse, ottava sfera, nelle qualità della loro luce possono modificare le nature proprie dei pianeti qualora fossero ad essi congiunte.

La natura dei pianeti, e quindi la loro modulazione calda fredda secca e umida, dipenderà anche dal segno zodiacale che occupano secondo lo zodiaco tropicale (che è uno zodiaco basato sul Sole, ovvero 12 segni che dipendono dagli equinozi e solstizi, e che hanno una matrice solare-stagionale). Tuttavia gli autori antichi, in particolare viene fatto notare dagli astrologi islamici di al-Andalus, dagli astrologi medievali, e viene ripresa anche dagli astrologi rinascimentali, la natura di un pianeta oltre a dipendere dal suo carattere primario o di base, oltre a dipendere dal suo essere orientale ed occidentale, oltre a dipendere dal segno zodiacale tropico in cui si trova, dipende anche dall’area siderale in cui si trova, ovvero dalla porzione di ottava sfera in cui si dispone. Infatti questi autori ci dicono che le stelle fisse sono le luci che poi modificheranno, o confermeranno, certe nature degli astri. Di conseguenza, è necessario comprendere che:

  • i segni tropici appartengono allo zodiaco tropicale che è uno zodiaco fondato sulla dottrina delle stagioni e che dipende dai decreti del Sole rispetto agli equinozi e solstizi che noi percepiamo fisicamente nei fenomeni stagionali. I segni sono quindi dodici e descrivono, per comprenderci, il calendario solare. I segni di fuoco sono Ariete Leone Sagittario e sono in assoluto definiti caldi e secchi. I segni di terra sono Toro Vergine Capricorno e sono in assoluto definiti freddi e secchi. I segni di aria sono Gemelli Bilancia Acquario e sono in assoluto definiti caldi e umidi. I segni di acqua sono Cancro Scorpione Pesci e sono in assoluto definiti freddi e umidi. I segni dello zodiaco tropicale possono essere divisi anche per stagionalità, cosi avremo i segni primaverili Ariete Toro Gemelli che presiedono un momento solare in cui l’umidità prevale e il caldo aumenta con gradualità; i segni estivi che sono Cancro Leone Vergine che presiedono un momento solare in cui il caldo è confermato e la secchezza aumenta con gradualità; i segni autunnali che sono Bilancia Scorpione Sagittario che presiedono un momento solare dove la secchezza è confermata e cominciano ingerenze di freddo; i segni invernali che sono Capricorno Acquario Pesci dove è il freddo ad essere confermato e dove con gradualità inizia a presentarsi anche un’ingerenza di umidità.
  • Tuttavia le nature stesse delle stagioni non sono fisse e immutabili. La letteratura antica su questo argomento è molto chiara: sulla conferma delle qualità stagionali, o sulla corruzione delle qualità stagionali, giocano un ruolo fondamentale le stelle fisse nel modo in cui si collocano agli ingressi del Sole nei segni equinoziali e solstiziali, e alle relative sizigie.
  • Le stelle vanno a rappresentare uno zodiaco dell’ottava sfera, in questo caso intendiamo per stelle le luci che fanno parte degli asterismi costellativi. Queste luci in base al loro colore e ad altre qualità strettamente legate al tipo di luce che percepiamo, acquisiscono nature planetarie. Avremo stelle della natura di Marte, di Saturno, di Mercurio, di Venere, e via dicendo. Oppure stelle con nature duplici tipo stelle di natura Marte Saturno, oppure stelle di natura Giove Venere, e via dicendo. Le stelle fisse sono quindi luci che possono confermare certi caratteri oppure possono esasperarli in senso negativo e distruttivo, oppure possono guarire o migliorare certe condizioni di debolezza degli stessi pianeti.

L’esplicitazione dei caratteri e il modo poi attraverso cui essi si esprimeranno su un individuo, o su una collettività, dipende anche dal comportamento proprio degli astri, in quello che possiamo definire come qualità essenziale e accidentale. La qualità essenziale è associata al segno occupato dal pianeta, quindi è una qualità strettamente dipendente dalla Sfera Celeste. Possiamo avere pianeti in buone qualità (dignità) essenziali, oppure in qualità miste, oppure in qualità debilitanti (debilità). Esistono poi delle qualità accidentali, che brevemente elenco quelle più importanti:

  • per esempio il moto stazionario, retrogrado, diretto: un pianeta retrogrado è quando lo vediamo “tornare indietro”, si tratta di un moto apparente, abbiamo tale percezione per via di una questione ottica di prospettiva terrestre. Tuttavia questo moto all’indietro è considerato corruttivo per il pianeta, in particolare è rintracciabile nella letteratura antica il concetto di perturbato o di perturbazione. Un pianeta retrogrado è dunque perturbato. Quando è retrogrado le sue caratteristiche sono alterate, recalcitranti, ambigue, quindi i suoi caratteri possono presentare qualcosa di contrario rispetto a ciò che percepiamo;
  • la latitudine positiva o negativa di un astro è, per intenderci, la sua posizione “sopra o sotto” il Sole. Infatti il riferimento per la latitudine è sempre il Sole che ha come latitudine zero essendo una stella fissa. I pianeti che sono “sopra il sole” rispetto alla latitudine zero vedono eccitare i loro caratteri, i pianeti che sono “sotto il sole” rispetto alla latitudine zero vedono comprimere i loro caratteri. Questo può avere un risvolto positivo quanto negativo, dipende dai casi specifici e da altre variabili;
  • le fasi eliache sono poi una questione determinante in sede interpretativa: i pianeti visibili, o invisibili, quindi orientali od occidentali, pianeti che vanno verso una levata eliaca o verso un tramonto eliaco, pianeti che quando escono dall’invisibilità incontro stelle benefiche o stelle malefiche, e via discorrendo, sono una serie di variabili accidentali che definiscono ulteriormente la natura dei pianeti e la loro modalità esplicitante;
  • numerosi sono i comportamenti astronomici dei pianeti che noi percepiamo dalla terra, ogni comportamento fisico ha poi una sua analogia interpretativa, che avremo modo di affrontare nell’approfondimento relativo ai metodi di studio dell’astrocriminologia.

Nessun metodo astrologico può dirci se una persona diventerà un assassino o se semplicemente il suo temperamento violento sarà indirizzato verso altro. Rimane tuttavia la possibilità attraverso il metodo astrologico di conoscere la propensione dell’animo, della mente, delle opere del nativo, attraverso lo studio del suo momento natale, e attraverso le metodologie e i paradigmi della dottrina astrologica. Quindi è necessario nello studio delle inclinazioni legate alla propensione agli atti criminosi o alle azioni violente destinate all’esplicitazione di un crimine, studiare la natività in modo complesso, considerando diversi criteri di valutazione, che elenco di seguito:

  • Primo studio da effettuare è sulla polarità maschile e femminile di una carta di nascita, relativamente alla relazione di questa polarità con il sesso biologico (genetico) del nativo. Infatti quando il sesso biologico contraddice la polarità maschile o femminile di una carta di nascita, significa una “conflittualità” nella relazione tra istinto naturale e questione ambientale. Quando questo dato non coincide è come un uomo in un ambiente che percepisce a lui contrario o conflittuale o con cui ha difficoltà di relazionarsi. Questo dato non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale o con i gusti sessuali, ma è un dato di sola polarità maschile e femminile che è alla base della costituzione degli istinti e degli impulsi primordiali di un individuo.
  • Secondo studio da effettuare è sul temperamento che una carta di nascita intende esprimere, è in un certo senso una integrazione allo studio della polarità maschile e femminile. Non è possibile dire che gli assassini sono tutti collerici… piuttosto ogni temperamento esprimerà una modalità criminale specifica, caratterizzata da certi peculiarità. Vedremo nei casi che ho analizzato come il temperamento caldo (che comprendere quello sanguigno e collerico) sono molto ricorrenti nei casi estremi, dove è la cruenza del crimine, quello che possiamo chiamare crimine efferato, ad essere in rilievo, la velocità del crimine, o la velocità dell’impeto, l’uso di una forza o di una violenza incontrollate. Ma noteremo come in molti temperamenti freddi (che comprendono quello flemmatico e melanconico) i crimini diventano più ragionati, più lenti, con note di sadismo, o di brutalità, con l’uso dell’arte dei veleni o l’uso di sofisticati ragionamenti mentali.
  • Terzo studio da effettuare riguarda le stelle fisse, ovvero appare evidente che l’intervento delle stelle fisse fa la differenza sostanziale nell’esplicitazione di certi crimini efferati. Quindi pur in presenza di una polarità contraddicente o di un certo temperamento, oppure pur in presenza di certi aspetti severi tra i pianeti e la natività di un individuo, è l’intervento delle stelle fisse che può amplificare o sottolineare o confermare una certa predisposizione. Noteremo nei casi analizzati come le stelle fisse puntualmente agiscono sullo sfondo della natività, caratterizzando sovente il profilo criminale. Tra le stelle da segnalare vanno prese in considerazione in particolare le impudica signa specifici gruppi di stelle che agiscono sulla corruzione dei costumi passionali, non sono stelle che hanno azione solo sull’appetito sessuale, ma possono agire nel corrompere questi appetiti e nel male significa anche stelle che disinibiscono i filtri razionali e del discernimento, spingendo alla corruzione dei costumi e quindi al venir meno di una morale o di una etica. Esistono poi stelle che possiamo definire violente, in particolare sono quelle della natura Marte Saturno, oppure natura Marte Venere, ma anche Marte Saturno Mercurio. Insomma, una serie di stelle violente (che ho elencato nell’approfondimento specifico) quando forti nella natività ovvero configurate per esempio ai Luminari Sole e Luna o al governatore dell’Ascendente, o ai pianeti che significano certe inclinazioni individuali, possono colorare in modo violento l’espressione di certe inclinazioni personali.
  • Quarto e ultimo studio da effettuare riguarda il signore della genitura, le inclinazioni dell’animo, della mente, delle opere, le inclinazioni passionali, che sono determinabili attraverso una serie di approcci e metodologie.

In particolare, segnalo brevemente alcune citazioni di Tolomeo sull’argomento “assassini”:

  • Capitolo 8 Della qualità dell’evento futuro – “Quando la stella di Marte (in posizione disonorevole o contraria) detiene, essa sola, il dominio è di norma cagione di distruzione… Similmente arreca violenza, soprusi, prevaricazioni, incendi, assassinii, rapine, ladronerie…”.
  • Capitolo 14 Le qualità dell’animo – ” La stella di Marte associata a quella di Mercurio (in posizione disonorevole o contraria) genera… gli eccitabili, gli agitati e dalla mente sconvolta, falsi, ladri, empi, spergiuri, pronti a prendere l’offensiva, sediziosi, incendiari, carcano l’applauso sulla scena, assassini, falsari, scassinatori, ed operano con inganno e sconsideratamente, incantatori, maghi, venefici, omicidi…”.
  • Capitolo 4 La professione – “Se le stelle di Mercurio e Marte assumono insieme la signoria delle azioni (in posizione disonorevole o contraria) fanno … gli assassini, i ladri, i rapinatori, i briganti, i ladri di bestiame, i facinorosi…”.
  • Capitolo 14 Le qualità dell’animo – “La stella di Saturno in stretta relazione con quella di Marte (in posizione disonorevole o contraria) fanno i banditi, i rapaci, i falsificatori, coloro che soffrono sventura, cupidi, avari, scellerati, senza affezione, insolenti, astuti, ladri, spergiuri, sanguinari, coloro che vivono nell’ingiustizia, pervasi, omicidi, maliardi, sacrileghi, empi, violatori di tombe, quanti sono in ogni cosa depravati…”.

Oltre a Tolomeo, i commentatori quanto gli autori successivi forniscono una serie complessa di aforismi e indicazioni circa l’argomento assassini e omicidi, che affronteremo nei casi specifici e nell’approfondimento relativo al metodo di indagine.

Esistono anche alcune proprietà tipiche di certi gradi zodiacali che indicherebbero inclinazioni violente e propense all’omicidio, anche in questo caso secondo diverse dottrine, brevemente elenco alcune indicazioni al riguardo:

  • Nella definizione delle immagini dei 360 gradi dello Zodiaco derivanti dall’Astrolabium Planum (una traduzione in italiano è presente nell’edizione curata da Margherita Fiorello link) incontriamo alcune immagini violente, ve ne riporto alcune: Quest’uomo sarà litigioso e un assassino Grado 8 dell’Ariete; Questa persona sarà furiosa Grado 18 del Toro; Quest’uomo sarà una persona malevola e iraconda Grado 21 del Toro; Questa persona sarà un assassino Grado 23 del Sagittario; Questa persona sarà un ladro e un assassino Grado 22 del Sagittario; Questa persona sarà un assassino Grado 21 dei Pesci; e via dicendo.
  • Nella definizione delle immagini dei decani ritroviamo spesso immagini violente, per esempio nelle definizioni fornite da Cornelio Agrippa e da ibn Ezra segnalo alcuni di questi volti: terzo volto dell’Ariete, i pensieri sono rivalti al male (ibn Ezra); terzo volto dello Scorpione, indica ubriachezza, fornicazione, ira, violenza, processi (Cornelio Agrippa).
  • Anche nei gradi dei confini o termini, che possono esprimere come la tradizione ci tramanda dei giudizi, incontriamo aree di perniciosità: grado 27-30 confine del Toro, malvagità e violenza; grado 20-28 confine della Vergine, violenza, tortura; grado 21-25 confine Acquario, violenza e morte violenta.

In ambito dell’Astrologia Moderna, alcune intuizioni contemporanee possono ulteriormente aggiungere tecniche di valutazione nello studio delle inclinazioni individuali, specificatamente associate a chi si macchia di crimini efferati. Ho riscontrato in numerosi casi un coinvolgimento importante del Punto Vertex, e un ruolo interessante dei generazionali Urano Nettuno Plutone, che tuttavia vanno utilizzati nella loro relazione ai significatori dell’animo, della mente, delle opere, del signore della genitura e del temperamento, quindi abbinati sempre agli approcci tradizionali. Possono quindi ulteriormente colorare le eventuali evidenze tratte dai metodi classici.

Interessante è anche il momento in cui si compie un atto efferato, in questo caso intendo non tanto le direzioni, le profezioni e le rivoluzioni che sono tecniche che hanno lo scopo di “prevedere” le qualità delle cose future di un individuo, ma piuttosto è emerso che nei giorni in cui si compiono certi eventi cruenti, la carta di nascita del soggetto ha interessanti correlazioni alla sizigia precedente l’evento criminoso, quindi ai transiti della sizigia, e alla qualità della fase lunare nel momento in cui l’evento si compie e spesso siamo in presenza di aspetti orari della Luna molto specifici e suggestivi.

Il sito di Astrocriminologia.it nasce con lo scopo di analizzare i crimini violenti che coinvolgono i singoli individui o la collettività, trattandoli attraverso il metodo astrologico tradizionale e con alcune intuizioni contemporanee, in quello che vuole essere un blog-divulgativo di tipo esperienziale e una raccolta dati per cercare di comprendere l’incidenza degli eventi rispetto a certe figure o qualità celesti. Analizzeremo in questo sito casi storici, ma anche casi di attualità, in una analisi rigorosa e che seguirà un protocollo di indagine specifica, che sarà dettagliata negli approfondimenti che seguiranno.

CONSIGLI DI LETTURA

  • Criminal Astrology: Understanding Crime Charts, di Kirsty L McIntosh
  • Forensic Astrology, di Dave Campbell
  • Exploring Forensic Astrology: The Secrets Behind Famous, di B. D. Salerno
  • True Crime Astrology: Famous Murders and Suicides, di Edna Rowland
  • Amine Oxidases: Function and Dysfunction, di K.F. Tipton, ‎M.B.H. Youdim, ‎C.J. Barwell
  • Sul delitto e le meteore, di Cesare Lombroso
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VODCAST #2 | Marsilio Ficino. Liber De Sole et Lumine

VODCAST #2

Marsilio Ficino. Liber De Sole et Lumine

Francesco Faraoni

Creator Projects

Dal 2013 cura il canale YouTube The Sun Astrology, come progetto multimediale di condivisione della cultura astrologica. Dal 1999 si occupa di ricerca e studio in ambito astrologico. Interessato in particolare alla filosofia naturale e allo studio dell’eredità astrologica antica e moderna, con particolare riguardo agli autori medievali e rinascimentali.

MARSILIO FICINO
LIBER DE SOLE ET LUMIEN

Segue il contenuto multimediale e la trascrizione dell’approfondimento.

TRASCRIZIONE

  • Il DE SOLE è un testo di Marsilio Ficino opera che coincide con il culmine dei suoi lavori. Infatti fu pubblicata nel 1494 praticamente cinque anni prima della sua morte. È un testo che può farci riflettere sul valore dell’Astrologia; è una precisa testimonianza delle ingerenze della religione e della filosofia per cui Ficino ha sempre lottato per tutta la vita, testimoniandoci non solo la sua capacità di comunicare la sua conoscenza astrologica, ma anche di comunicare una mistica lucida sul suo pensiero e su come l’Astrologia segua inevitabilmente i convincimenti filosofici della persona e del tempo storico di riferimento.
  • Nel DE SOLE troviamo una dedica a Piero de’ Medici, solitamente gli autori di questo periodo si rivolgevano a famiglie importanti per ricevere protezioni speciali. Ma per l’opera del De Sole merita una speciale menzione la figura di Piero del Nero: apparteneva ad una famiglia che aveva molti contatti nella Firenze di Ficino, in particolare Piero del Nero nutriva ottime relazioni con i principali eruditi del suo tempo, frequentò inoltre le lezioni di Ficino nell’Accademia Platonica e Ficino gli dedicò anche un’opera specifica il De Cristiana Religione. Piero del Nero fu eletto al priorato e si avviò anche alla carriera politica; le particolari attenzioni e carinerie di Marsilio Ficino (che evidentemente nutriva un interesse per Del Nero anche per le sue posizioni sociali e politiche) portarono Piero Del Nero a ricambiare con sentimenti di gratitudine a tal punto che fece stampare a sue spese l’opera di Ficino, proprio il Liber De Sole et Lumine. Ma ritornando alla dedica a Piero de’ Medici, Ficino indica che l’origine di quest’opera è la metafora del Sole nella Repubblica di Platone.
  • Ma partiamo con una curiosità. Ficino era molto amico della famiglia Valori, esponenti di spicco dell’aristocrazia fiorentina. Alcuni elementi della famiglia Valori proprio nel periodo della pubblicazione del De Sole erano coinvolti in attività di ambasceria presso il Papa. Ficino comunicò alla famiglia Valori, con una supplica, di difenderlo nel caso di future accuse di eresia a causa dei suoi scritti, e con riferimento al De Sole e De Lumine. Ficino sembrava quindi consapevole che queste sue opere potessero suscitare qualche problema. Ci troviamo in un periodo in cui la Santa Inquisizione restringe la possibilità di divulgare certe conoscenze o certe idee, non a caso l’opera di cui vi parlerò oggi è preceduta da una introduzione su come il lettore deve leggere il suo contenuto, ovvero interpretandolo in senso allegorico e anagogico piuttosto che dogmaticamente. È vero che siamo nel papato di Alessandro VI che tuttavia è diventato papa da poco, esattamente nel 1492, e siamo reduci da una serie di lotte intestine che contrapponevano gli intellettuali e gli artisti del tempo di Ficino con chi invece voleva bandire totalmente certe conoscenze. Il Savonarola, frate molto critico nei confronti degli intellettuali specialmente quelli simili a Ficino che non disdegnavano l’astrologia e la filosofia classica, sarebbe stato condannato al rogo solamente nel 1498, e il De Sole invece è stato pubblicato nel 1494, quindi fu pubblicato quando il Savonarola era ancora in vita, e quindi è più che normale che Ficino fosse preoccupato. Aggiungiamoci poi che in questo periodo Pico della Mirandola stava pubblicando un testo contro l’Astrologia giudicandola come “arte divinatoria” e non come scienza, e questo poteva suscitare dei problemi. Quindi nonostante la protezione che Ficino poteva avere da alcune famiglie importanti, potevano comunque essere sollevate delle problematiche non di poco conto, Pico della Mirandola morì comunque nel 1494 nello stesso anno di pubblicazione del De Sole, oggi è stato dimostrato da diverse università attraverso studi biologici e scientifici che il decesso fu la conseguenza di un avvelenamento. E’ evidente che ci troviamo in anni molto particolari dove ci sono due correnti precise: quella diciamo ficiniana che promuove l’astrologia, la magia, come forme di scienza e arte, connotandole comunque di ragionamenti anche filosofici e religiosi; e una evidente corrente anti-ficiniana, che invece intendeva promuovere una censura totale al fine di difendere il dogma cristiano e cattolico.
  • Questa preoccupazione è evidente in una lettera indirizzata a Bernardo Rucellai, scrittore e umanista del tempo di Ficino. Rucellai intratteneva frequenti relazioni epistolari con numerosi intellettuali, tra cui è ricco il carteggio epistolare con Marsilio Ficino: scrive a Rucellai che alcune delle sue parole sulla creazione potrebbero essere fraintese e interpretate come contraddittorie rispetto al dogma della Genesi biblica; in particolare la preoccupazione di Ficino era per il Capitolo 10 del suo Liber De Sole et Lumine, che vedremo più avanti.
  • Il De Sole è stato pubblicato tra il 1493 e il 1494, questi sono i due anni più importanti per la sorte di questo testo. Ci troviamo nel XV secolo e il pontificato è retto da Alessandro VI ovvero Rodrigo Borgia. È stato uno dei papi rinascimentali più controversi per tante motivazioni politiche e morali, anche per esempio per aver riconosciuto la paternità di diversi figli illegittimi, non a caso il suo cognome è diventato ben presto sinonimo di libertinismo e nepotismo, caratteristiche che furono addebitate anche al suo pontificato. Nonostante le complesse questioni morali di questo papa, e le complesse questioni politiche che portava avanti, Alessandro VI nutriva simpatia per il mondo degli intellettuali, ma sempre per un tornaconto personale. È proprio Alessandro VI ad autorizzare la condanna al rogo per eresia in Piazza della Signoria di Firenze del Frate Girolamo Savonarola il che ci fa intuire come anche questo papa fosse fortemente contrario alle restrizioni di un certo mondo intellettuale totalmente devoto alla tradizione e al dogma cattolico, e Alessandro VI non è stato di certo un papa virtuoso dal punto di vista etico e morale. Ha incarnato più il ruolo di un Re che del Vicario di Cristo.
  • Ma prima di dare lettura e commentare alcuni passaggi del testo di Ficino, vorrei ritornare all’accenno fatto sulla natura della sua opera. È evidente che questo testo abbia un chiaro collegamento alla metafora del sole che incontriamo in Platone, infatti in Ficino è ricorrente l’abitudine di mischiare o mettere in relazione concetti religiosi o filosofici come in questo caso, con alcuni principi fedeli della tradizioni astrologica quella che ha come radice la Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, quasi a voler dimostrare, a mio giudizio, la logicità che ruota nella dottrina astrologica che non è solo matematica, fisica, astronomia, ma ha anche una logica e una connessione possibile alla filosofia, alla teologia, alla fede, perché se il Creatore ovvero Dio è artefice di ogni cosa, l’Astrologia è dunque un’opera sì dell’ingegno e dei bisogni dell’uomo ma risponde comunque ad un dato naturale che la collega direttamente alle disposizioni del divino che regolano anche la meccanica celeste. Per esempio, Platone nella sua metafora al Sole (vedere Repubblica, 507 b – 509 b) concepisce il Bene come l’idea più elevata, l’acquisizione del sapere è un’ascesa ovvero un crescere qualitativo dell’essere e che riguarda la percezione delle cose, degli oggetti imperfetti attraverso i sensi, comprensione delle idee, e al culmine di tutto questo vi è l’idea di Bene. E allora il SOLE rientra nella metafora della vista, che è uno dei sensi più importanti e noi vediamo per mezzo del sole ovvero della luce, ed essendo il Sole fonte della luce, il Sole è fonte del bene e della verità perché permette di distinguere le cose che nell’oscurità non sarebbe altrimenti possibile vedere. Il sole genera la luce, la quale fa sì che la vista possa vedere le cose e le cose possano essere viste. Il sole, la luce, la vista, le cose che vediamo costituiscono la prima serie di termini su cui si basa l’analogia tra sole e Bene; la seconda serie di termini comprende il Bene, la verità, l’intelletto, le realtà intelligibili, cioè le idee. Simile al sole è la luce dunque il Bene, perché la luce produce verità, ovvero fa sì che l’intelletto possa conoscere le idee; il Bene è perciò causa della conoscenza intellettuale, ovvero della scienza. È molto interessante il fatto che Ficino si ispiri anche alla metafora del Sole di Platone, dobbiamo quindi pensare a Ficino come ad un uomo assorbito dalla filosofia, dalla religione e nella continua ricerca della conoscenza, è stato mosso nella realizzazione del Liber De Sole et Lumine anche dalle influenze platoniche, dalla sua cultura personale, dal suo credo, dalla sua fede e dalla sua idea di Dio e creazione, e non solo da una mera trascrizione di “nozioni antiche” da tramandare, in una sorta di copia e incolla. Ficino non ha copiato le conoscenze antiche ritrascrivendole, ma ha dato la sua idea delle cose basandosi sulle conoscenze acquisite, e basate sulla morale e sul senso etico che aveva e che lo contraddistinguevano, proponendoci quindi un testo che non è di Astrologia in senso assoluto, ma è il pensiero di Ficino nei riguardi dell’Astrologia, che è una cosa ben diversa. Negli scritti di Ficino, infatti, l’autore non si tira indietro in alcune sue opere nella critica a molte posizioni di Tolomeo considerandole sbagliate o prive di una logica naturale.
  • Il libro del sole e della luce inizia con una prefazione rivolta a Piero de’ Medici. Scrive Ficino: “Giorno dopo giorno sto perseguendo una nuova interpretazione di Platone, già iniziata tempo fa sotto il tuo patrocinio, Oh magnanimo Piero… Perciò, recentemente, quando sono giunto a quel mistero platonico dove egli compara in modo squisito il Sole a Dio stesso, mi è sembrato giusto spiegare una così grande questione in modo un po’ più completo… Dunque, mentre lavoravo per molte notti, illuminato da questo Sole come se fosse la mia lampada, ho pensato di raccogliere questo argomento …” Ficino poi dichiara che questa sua opera che quindi si ispira chiaramente a Platone a alla rilettura della metafora del Sole è dedicata proprio a Piero de’ Medici, e dice “affinché nel frattempo, con questa luce … tu possa prevedere di quale natura sarà questa opera platonica e se mai hai amato il mio Platone … possa tu amarlo più ardentemente e abbracciare con il diletto di tutta la tua mente”. Continua poi con una introduzione ai lettori dove espone il modo in cui il contenuto di questa opera andrà considerato. Scrive che questo libro è allegorico e anagogico piuttosto che dogmatico. Scrive poi che “nulla dovrebbe essere rischiato nelle cose divine a meno che la stessa luce di Dio non l’abbia rivelato alle menti ispirate” alludendo che non intende quindi contravvenire alle credenze del periodo in cui scrive quest’opera, ma poi dice che è la stessa opera e lo stesso pensiero di Platone a ispirarci non a procedere verso la luce occulta delle cose divine (ovvero verso quelle cose non conosciute e che rischiano quindi di contrapporsi ai dogmi del tempo) ma piuttosto di “meditare” sulla luce che è invece manifesta, ovvero ragionare su fatti tangibili, e innegabili. Poi afferma Ficino che nell’opera si parlerà di corrispondenze tratte dalla luce, e tiene a esortare il lettore dicendo “sii indulgente con me, ricorda la licenza apollinea e quasi poetica davanti al Sole, senza negarmi un contenuto più serio e come dicono i Greci dogmatico. Ho promesso un esercizio allegorico e, fino a quel punto, un esercizio mistico degli ingegni, nel nome di Febo, l’ordinatore del giuramento” dove evidentemente Ficino vuole allontanare da sé eventuali accuse di eresia attraverso una premessa che assomiglia molto ad una specie di DISCALIMER dove semplicemente pare intende dire che se anche certe cose possono risultare contrarie al dogma comune e alle credenze comuni, di vederle non come un qualcosa che vuole contravvenire ad una conoscenza nota, ma piuttosto come allegorie, quindi cose immaginarie, creative, elaborazioni della mente. In realtà, a mio giudizio, Ficino si nasconde dietro il concetto di allegoria e anagogia, per difendersi da accuse che nei suoi tempi potevano portare anche al rogo, ma quello che si preparerà è un vero e proprio compendio astrologico, dove numerosi principi sono contrari al dogma comune, ma che lui ha sapientemente costruito e “mascherato” – passatemi il concetto – in allegorie. Ho la sensazione che questa opera presenta “codici ermetici”, ovvero nozioni trasformate in allegorie dove invece Ficino ha voluto veicolare delle conoscenze che ha acquisito o compreso ma troppo pericolose da esporre in modo intellettualmente libero.
  • (Capitoli 2, 3, 4, 5) Ma andiamo verso i capitoli veri e propri dell’opera, quelli che offrono un contenuto anche astrologico su cui ragionare insieme. Il capitolo due ha come titolo “Come la luce del sole è simile alla bontà stessa, cioè a Dio”. Questo capitolo, ma anche i successivi, sono orientati verso una trattazione filosofica e teologica della manifestazione del cielo vista come creazione ovvero opera di Dio. L’Astrologia ha dunque a che fare con Dio? La risposta è “si”, il Divino nell’Astrologia è rintracciabile in base alla cultura, tradizione, pensiero della persona che si avvicina a questa dottrina. Sfatiamo quindi l’idea che la Religione non ha nulla a che fare con l’Astrologia, è una idiozia visto il contesto storico e culturale che proviene dall’Astrologia Rinascimentale. È evidente che questi autori, Ficino ed altri, prima di discutere della logicità del metodo astrologico pongono a sé stessi questioni morali, spirituali, etiche, religiose, perché è naturale farlo… e poiché nei tempi di  Ficino l’astrologia era particolarmente vessata dall’etica religiosa di quei tempi, è giustificabile pensare che Ficino pur credendo in Dio e nella religione cattolica, cerca di giustificare l’Arte e in questo trattato cerca di far comprendere come la manifestazione della luce, dei fenomeni luminosi del cielo, non sono opera del Caos o del Caso ma sono Opera di una Intelligenza che è inevitabilmente Divina, e quindi l’Astrologia se rispetta il Divino e i suoi precetti diventa in un certo senso il metodo o lo strumento attraverso cui l’astrologo cerca di decifrare il Linguaggio di Dio, che è linguaggio creazionista.  Scrive Ficino: “la luce appare molto pura e molto elevata nel regno dei sensi; tra tutte le cose la luce è irradiata più facilmente e ampiamente in un istante; incontra tutto e lo penetra in modo dolce e piacevole; porta con sé calore nutriente che custodisce tutte le cose donando vita e movimento; non è guastata da nulla e non può essere mescolata con il nulla; è diffusa, accarezza, attrae; come calore emana ovunque come compagno d’amore…” poi Ficino afferma “per questo motivo Giamblico giunse a riferirsi alla luce come ad una certa vitalità attiva e ad una chiara immagine dell’intelligenza divina, il raggio che emana dall’occhio è esso stesso l’immagine della visione e in tal senso la luce stessa è la visione dell’anima celeste o l’azione della visione che si estende verso le cose esteriori, agendo a distanza, vedendo e toccando”. Conclude poi Ficino versi di elevata evocazione, e scrive: “guarda il cielo, ti prego, quel cielo il cui ordine manifestamente perfetto dichiara così chiaramente che Dio è il suo creatore… quando si guarda in alto verso le cose celesti il firmamento annuncia immediatamente la gloria di Dio e le opere delle sue mani attraverso i raggi stessi delle stelle e attraverso gli aspetti o le inclinazioni dei loro occhi erranti, soprattutto è il Sole a significare Dio stesso. Il Sole ti offre segni, e chi oserebbe dire falso il Sole?”
  • Vediamo alcuni passaggi brevi del capitolo 3, che ha come titolo Il Sole, Datore di Luce. Dice Ficino che il Sole è signore e moderatore delle cose celesti, ovvero modera tutte le cose celesti, infonde luce in tutte le stelle, e attraverso i 12 segni è chiamato SOLE VIVENTE e quel segno che il Sole rinvigorisce appare effettivamente vivo. Cosa intende dire in questo passaggio Ficino? Il Sole occupando un segno dello zodiaco, vivifica quel segno, lo rende cioè vivo e dunque se il Sole occupa un dato segno significa che devono esprimersi i “segni” riferiti a quel segno specifico. Quali sono i segni che noi possiamo percepire collettivamente? Prima di tutto quelli stagionali, quindi il Sole in Ariete o il Sole in Leone o il Sole in Acquario vivifica, attiva, manifesta, le nature del segno medesimo attraverso una memoria che è prima di tutto stagionale, ecco che con il Sole al grado zero dell’Ariete, per esempio, noi percepiamo l’inizio della primavera e questo inizio della primavera, che coincide con certe manifestazioni naturali, porterà la manifestazione di certi “segni” ovvero “segnali e nature” proprie dell’Ariete. Inoltre, Ficino aggiunge che “il Sole riempie i due segni adiacenti con tanta potenza, questo spazio su entrambi i lati è chiamato dagli arabi ductoria del Sole, cioè il campo solare”. La definizione che dà Ficino di ductoria o doriforia al sole è molto particolare. La teoria della ductoria al sole è molto complessa e riguarda questioni di essenzialità ma anche questioni di accidentalità, ma in particolare vi è una considerazione tecnica precisa per la ductoria al Sole, ovvero il pianeta deve essere orientale al Sole e libero dai raggi, quindi il Sole occupando per esempio un certo segno crea una “zona di luce” nei suoi lati orientali e occidentali dove l’eventuale presenza di un pianeta viene “mascherata” ovvero è invisibile, ma ci sta anche un punto preciso dove tale invisibilità viene meno e il pianeta allora orientale al Sole e appena diventa “visibile” è colui che annuncia il Sole e se rispetta anche altre condizioni è diciamo potentissimo, e tale potenza è data da una disposizione rispetto al Sole. Poi Ficino propone le dignità essenziali del Sole allora dice che il Segno in cui si esalta è l’Ariete che quindi è il capo di tutti i segni ed essendo “capo” significherà il capo cioè la testa di ogni essere vivente. Il Sole trova il suo domicilio il Leone che è il cuore dei segni, e di conseguenza il Leone governa il cuore di ogni essere vivente. Propone Ficino una indicazione di astrologia mondiale dicendo che la fortuna annuale del mondo intero dipenderà sempre dall’ingresso del Sole in Ariete e si potrà giudicare la qualità della primavera e le sorti della primavera, come nel Sole in Cancro giudicheremo l’estate, Sole in Bilancia l’autunno, Sole in Capricorno l’inverno. Stiamo andando verso capitoli dove Ficino spiega principi tecnici ma in modo molto elementare, per esempio nel Capitolo 4 che ha come titolo “le condizioni dei pianeti rispetto al sole” Ficino dice che esistono spazi definiti partendo dal Sole che suscitano cambiamenti e qualità degli altri pianeti, qui si sta riferendo alla percezione del moto del Sole (che è apparente) e agli epicicli che hanno anch’essi relazioni con il Sole. Abbiamo poi il capitolo 5 intitolato “Il potere del sole nel generare e nelle stagioni, al momento della nascita e in tutte le cose”. Ficino fa un elenco di cose molto note, indica che la Luna dichiara il signore della natività e del momento del concepimento specialmente la congiunzione od opposizione del sole e della luna prima della nascita che rivelerà la verità e la fortuna della natività. dice poi che la posizione della sorte di fortuna rivelerà il demone della natività e indicherà il tenore di tutta la vita. Fa poi un accenno sulle stagioni dicendo che il Sole non solo descrive il giorno, le ore diurne e notturne, i mesi, gli anni, ma attraverso la sua luce e il suo calore genera, vivifica, muove, rigenera, riempie di respiro e custodisce tutte le cose che erano nascoste e poi aggiunge che le regioni del mondo troppo lontane dal Sole sono lontane dalla vita, spiegando il perché alcune aree del mondo sono disabitate o comunque inospitali per la vita e la polis. La stagione migliore per Ficino è la primavera, la peggiore dice che l’autunno perché in autunno il Sole comincia la sua caduta. Poi propone un interessante ragionamento sulle 12 case celesti dicendo che il Sole ha la nona parte cioè la casa nove è la casa del sole, luogo ove gioisce, e la Luna ha la terza casa, luogo ove gioisce. Per quale motivo? La motivazione che ne dà Ficino è spirituale, dice che la saggezza, la fede, la religione e la gloria eterna sono i doni più grandi a cui qualcuno possa aspirare e per questo il Sole è nella nona casa chiamata Dio e la Luna nella terza casa chiamata Dea. Dice poi ceh quando il Sole è al medio cielo, nutre lo spirito vitale e gli animali nel mondo, e quando discende ogni spirito è debilitato. Purtroppo tralascia una informazione interessante di cui fa un breve accenno dicendo “tralascerò il perché il Sole al suo sorgere porti profezie a coloro che dormono e del perché la Luna, che Aristotele chiama il Sole minore, similmente ristora lo spirito e l’umore naturale quando sorge e lo indebolisce quando torma”… sarebbe stato interessante un approfondimento al riguardo che tuttavia manca, almeno in questo testo.
  • Passiamo ai capitoli 6, 7, 8 e 9. Il capitolo 6 è intitolato “le lodi degli antichi per il sole e come le potenze celesti si trovano tutte nel sole e derivano dal sole”. Ficino fa affidamento alle attribuzioni che in antichità erano elargite al Sole. Per esempio, dice che Orfeo chiamò Apollo l’occhio vivificante del cielo, e riporta un inno di Orfeo che recita “Il Sole è l’occhio eterno che vede tutte le cose, la luce celeste per eccellenza, luce che modera le cose mondane, che guida o disegna il corso armonioso del mondo, il Signore del mondo, Giove immortale, l’occhio del mondo che gira ovunque, che possiede l’impronta originale a immagine della quale sono fatte tutte le forme mondane”. Ficino riporta che in Egitto sui templi di Minerva si poteva leggere un’iscrizione d’oro che recitava “io sono tutte quelle cose che sono, che saranno e che sono state, nessuno ha mai scostato il mio velo, il frutto che portato è il Sole”. Il che, dice Ficino, ci porta a dire che il Sole nato da Minerva è l’intelligenza divina, quindi è fiore e frutto. Le attribuzioni allegoriche e mitologiche, che dovremmo chiamare tuttavia TEOLOGICHE, sono forme di interpretazione dei valori o degli effetti che il Sole suscita nel mondo e nelle cose del mondo. Per gli scopi dell’astrologia il mito quindi è sicuramente trascurabile perché non ci offre metodologie specifiche per calcolare il temperamento, o le inclinazioni dell’animo, ma per speculare filosoficamente sulla meccanica celeste e sul suo valore nelle cose del mondo, da sempre anche i non-astrologi hanno visto per esempio nel Sole quelle funzioni o quelle proprietà che poi rintracciamo anche nelle metodologie astrologiche, e che i filosofi antichi usavano per altri tipi di scopi, diciamo per riflettere sulla manifestazione delle cose. Ficino riporta nel capitolo cinque Albumasar che ha detto, dice Ficino, che attraverso il Sole e la Luna la vita è infusa in tutte le cose. Cita poi anche Mosé che vede nel Sole il signore delle cose diurne e la Luna il signore delle cose notturne. I Caldei, indica, ponevano il Sole al centro dei pianeti, gli egizi invece ponevano il Sole in mezzo, sopra di essi i cinque pianeti erranti (Mercurio Venere Marte Giove Saturno) e sotto il Sole la Luna e i quattro elementi. Così almeno dice Ficino. Poi riporta alcune indicazioni dei medici, di Eraclito, dei platonici, su come consideravano il Sole per dire poi che “per queste ragioni la maggior parte degli astrologi pensa che come solo Dio ci ha dato un’anima intellettuale così solo Lui ce la invia sotto l’influenza del Sole, ciò avviene nel quarto mese dopo il concepimento”. Ficino introduce poi ragionamenti più tecnici dicendo che Mercurio significa il movimento della nostra mente, Saturno lo stato della mente separata perché è il pianeta che si allontana meno dall’eclittica, poi Giove e Marte sono secondo Ficino concordanti con il Leone Apollineo quindi con il Sole e Giove significa la giustizia religiosa, le leggi civili, la prosperità; mentre Marte significa la magnanimità, la forza d’animo e la vittoria. Per la Luna Venere e Mercurio dice che sono chiamati “compagni del Sole”. La luna a causa della sua frequente congiunzione con il Sole. Venere e Mercurio perché non si allontanano mai troppo dal Sole. E quindi, dice, Luna Mercurio Venere hanno ricevuto il dominio della generazione universale. Di conseguenza la Luna è molto umida quando è in congiunzione o in aspetto al Sole perché, quando in relazione al Sole significa che ha assorbito il suo calore e può dunque elargire un umore riscaldante e vitale che è capace di generare. In questo processo interverrebbe Mercurio che mescola le due parti, calore e umidità, in una proporzione armoniosa, e poi Venere applica una forma decorosa alle cose e miscela con grazia e gioia. E in questo modo, dice Ficino, il Sole distribuisce attraverso le stelle erranti le sue peculiarità donando virtù ad ogni forma.
  • Nel capitolo VII che tralascio vi sono le disposizioni dei segni e dei pianeti attorno al Sole e alla Luna, dove brevemente Ficino spiega la logica dei domicili e delle dignità essenziali. Nel capitolo Ficino dice che i pianeti sono fortunati quando sono in accordo con il Sole e la Luna, sfortunati quando discordanti. Cita in questo caso Tolomeo che considera il Sole e la Luna autori della vita: la Luna fornisce ciò che riguarda la crescita e l’accelerazione, il Sole ciò che riguarda la coscienza. Considera anche Giove e Venere come salutari alla vita. Giove è più armonioso di tutti con il Sole e Venere con la Luna. Saturno e Marte, dice, sono invece all’opposto perché in disaccordo con il Sole e con la Luna. Saturno è più in disaccordo con il Sole, Marte con la Luna. Dice poi ceh i pianeti acquistano improvvisamente un nuovo vigore quando guardano la faccia del sole e della luna, che dice Ficino gli arabi chiamavano almugea. La condizione di almugea è una certa distanza che abbiamo tra per esempio Sole e un pianeta, e dipende dalle distanze indicate dai domicili dei pianeti, condizione che meriterebbe una spiegazione tecnica che però non è nelle finalità di questo approfondimento. Comunque, Ficino fa un esempio proponendo Saturno che sarà in almugea al Sole tutte le volte che è occidentale, ovvero che sorge dopo il sole, nel sesto segno dal segno del Sole. Ficino osserva che vi è accordo tra Giove e Venere, Sole e Luna, disaccordo tra Marte e Saturno. Giove, infatti, ha il suo domicilio in Sagittario che è in trigono al domicilio del Sole in Leone. Venere con domicilio in bilancia ha una spetto benefico di sestile al Luna. Marte ha sede nello Scorpione in aspetto quadrato e dissonante al Sole e Saturno è nel sesto segno dal Sole, non consonante con esso, e nel settimo, totalmente opposto ad esso. Insomma, sono ragionamenti legati alla logica delle dignità essenziali. Saturno e Marte sono discordanti, Ficino li chiama “gli sventurati” e tra i due il peggiore è Saturno perché è estremamente distaccato dal Sole rispetto a Marte con la Luna. Nel capitolo 9 Ficino ritorna ad una trattazione più filosofica, dice che il Sole è l’immagine di Dio e fa un confronto tra Sole e Dio. Leggo quanto Ficino scrive in questo capitolo (alcuni stralci): … il nostro divino Platone chiamò il Sole il figlio visibile della stessa Bontà. Pensava anche che il Sole fosse il simbolo manifesto di Dio, posto da Dio stesso in questo tempio terreno affinché tutti, ovunque, potessero ammirarlo sopra ogni altra cosa. Platone e Plotino affermavano che gli antichi veneravano questo Sole come Dio. Gli antichi teologi gentili ponevano tutti i loro dei nel Sole, come testimoniano Giamblico, Giuliano e Macrobio. Certamente chi non considera il Sole nel mondo come immagine e ministro di Dio, certamente non ha mai riflettuto sulla notte, né ha guardato il Sole nascente; né ha pensato a quanto ciò sia straordinario, né a quanto all’improvviso quelle cose che si credevano morte tornassero in vita. Né ha riconosciuto i doni del Sole attraverso i quali esso solo realizza ciò che le stelle circostanti non possono. Considerate dunque, insieme ai platonici e a Dionigi, che Febo, la principale intelligenza delle Muse, è l’immagine visibile di Dio. Anche che Febe, cioè la Luna, è immagine di Febo quasi allo stesso modo in cui lo è di Dio. E come dice Ipparco, ella è lo specchio del Sole in quanto la luce che cade su di lei dal Sole si riflette su di noi. Non è il caso di discuterne adesso, ma non bisogna trascurare quel paragone platonico che ho descritto più ampiamente altrove.
  • Ficino fatta questa premessa che è una speculazione filosofica, fa un salto verso le corrispondenze naturali, e allora dice che il Sole genera sia gli occhi che i colori, dando agli occhi la potenza con cui possono vedere, e colorando la potenza con cui sono visti, e unendo entrambi insieme con una luce unificante; afferma che Dio creò le specie intelligibili e gli intelletti, dando loro un’adeguata potenza naturale. Inoltre il Sole effonde quotidianamente una luce universale attraverso la quale eccita all’azione reciproca le virtù sia del regno intelligibile che di quello intellettuale, e le unisce attraverso l’azione. Platone dice Ficino chiama questa luce verità rispetto alle cose intelligibili e conoscenza rispetto alla mente umana. Pensa inoltre che il bene stesso, cioè Dio, supera tutte queste cose, come il Sole è superiore alla luce, agli occhi e ai colori. Ma quando Platone dice che il Sole prevale su tutto il regno visibile, allude senza dubbio a un Sole incorporeo al di sopra di quello corporeo, cioè all’intelletto divino.
  • Ficino continua con una lunghissima trattazione filosofica e naturale, la sua complessa intelligenza lo porta praticamente a “legittimare” le speculazioni filosofiche, allegoriche, simboliche, attraverso la legge naturale. È una operazione rischiosa se ci pensate nell’epoca in cui è vissuto, perché tali considerazioni possono suscitare accuse di eresia. Tuttavia ciò che sta facendo Ficino è un’opera non solo di analogia e di corrispondenze simboliche, ma è come se vuole dirci che quelle attribuzioni mitologiche per esempio associate al Sole seguono non una “fantasia astratta” ma piuttosto una logica naturale, che è stata tuttavia parafrasata o traslitterata in un linguaggio diciamo, per intenderci, creativo.
  • Ma veniamo al capitolo 10, quello che Ficino temeva essere pericoloso per la sua incolumità e che potesse metterlo sotto accusa di eresia. Il capitolo 10 ha il titolo “il Sole fu creato per primo e posto nel mediocielo”. La preoccupazione di Ficino, che ha pure comunicato in alcune sue epistole ad alcuni esponenti della famiglia Valori come indicato nell’introduzione a questo approfondimento, era legata ad una possibile accusa di eresia perché il contenuto di questo capitolo è contrario alle disposizioni dogmatiche indicate dalla Genesi Biblica. Ficino dichiarando che il Sole fu creato per primo, rischia una accusa di eresia perché contraddice la Genesi che pone la creazione del Sole nel… quarto giorno (Genesi 1:16). Do lettura di alcuni passaggi di questo capitolo, ecco cosa scrive Ficino: quale cosa più potente Dio creò all’inizio? Mosè rispose: luce. E giustamente, perché la luce emana immediatamente dalla stessa luce divina, o meglio intelligibile, che tra tutte le cose è la più simile a Dio. Infatti la luce intelligibile è nel mondo incorporeo sopra di noi, cioè l’intelletto purissimo. Ma la luce sensibile è nel mondo corporeo la stessa luce solare. Ma la luce nella sua prima fase, come nel primo giorno, è stata creata semplicemente per risplendere dentro e illuminare fuori. Nella seconda fase si rafforzò con la propria forza del calore, poi accelerò tutto il resto. Nella terza fase si propagò nella materia per la propria efficacia e per comando di Dio. Infine nel quarto stadio della sua natura e del suo ordine, come nel quarto giorno, le fu assegnata la forma sferica, donde essendosi diffusa la luce dell’intelligenza divina, si rifletteva su se stessa. Perciò Mosè dichiarò che il primo giorno fu creata semplicemente la luce stessa; mentre il quarto giorno fu fornita la luce solare, cioè la forma sferica.
  • Questo passaggio è veramente interessante. Notiamo come Ficino costruisce questo capitolo. È vero che la Genesi dichiara che è nel quarto giorno che è stato creato il Sole, ma il Sole dichiarato dalla Genesi è per Ficino il “sole terrestre” cioè la stella vera e propria, è diciamo il sole sferico che oggi vediamo nei cieli, nel suo moto apparente. Allora dichiara che il primo giorno è stato creato un “sole” diverso da quello che incontriamo nel quarto giorno, è stata creata la Luce. Oggi Ficino direbbe che la luce del primo giorno della genesi, di cui parlerebbe anche Mosè, è la “scintilla del big bang” degli scienziati di oggi, che dichiarano come l’universo sia iniziato, con un grande botto e una scintilla di luce che si è propagata ovunque dando inizio alla cose che oggi vediamo. Il Big Bang una teoria secondo la quale tutto si è originato da un unico punto dalla densità infinita – un punto definito “singolarità”. Al momento del Big Bang questo punto si sarebbe espanso alla velocità della luce in ogni direzione, creando nel tempo tutto ciò che conosciamo. Ecco il primo giorno ficiniano è una sorta di big bang che Ficino dunque anticipa molto tempo prima della concezione della teoria del big bang. In effetti la Genesi nei primi versi recita che dio creo cielo e terra ma la terra era informe e deserta e il cielo era tenebroso e tutto era nell’abisso e lo spirito di dio aleggiava sulle acqua. Ovvero in principio era “tutta oscurità” eppure era tutto presente ma opscuro non visibile, poi però la gensi dice: Dio disse: sia luce. E luce fu. E ecco che la Luce ha illuminato l’oscurità palesando dunque tutto ciò che era “già presente” ma che doveva solo essere mostrato.
  • Ficino dunque prepara questo capitolo preoccupato di essere accusato di eresia, perché dice che la prima csoa che ès tata creata è la Luce, ma in realtà la genesi dice che prima della Luce erano cieli e terra, tuttavia avvolti dalle tenebre.
  • Altro passaggio molto interessante è sul Sole posto al MedioCielo nella creazione del mondo. Il Sole (o forse dovremmo dire la Luce nella sua forma pura) si trovava nella creazione del mondo al MedioCielo, culminante, lo dice, indica Ficino, anche Mosè che un giorno era compiuto ma, riporta Ficino, Mosè non intendeva la fine del mattino e l’inizio della sera, ma il contrario indicando il “mezzogiorno” come momento di potenza del sole e di sua massima attività, dopo il quale pur rimanendo “giorno” cioè pur rimanendo la luce nel mondo, il sole comincia a discendere, a declinare, venendo sempre meno la su forza.
  • Conclude dicendo: “Giudicò invece Saturno molto lontano dal Sole, sfavorevole nella generazione e nell’azione, quando ordinò la cessazione dell’attività nel giorno di Saturno. Certamente anche Cristo, la fonte della vita, per il quale il Sole pianse a mezzogiorno con il volto coperto, è risorto dai morti nell’ora e nel giorno del Sole; ci restituirà la luce intelligibile allo stesso modo in cui il Sole ci dà luce visibile?
  • Andiamo verso la conclusione con i capitoli 11, 12, 13. Nel capitolo 11 Ficino parla di due luci diverse una quella del Sole e un’altra quelle delle stelle fisse, fa una trattazione anche in questo caso molto filosofica al riguardo. In questo capitolo, tuttavia, trovo più interessante le ulteriori citazioni che Ficino fa rievocando i platonici. Quindi dice che ci sono tre principi: il bene, l’intelletto divino, l’anima del mondo, e dice che la luce contiene tutte e tre nello stesso istante. La luce rivela il bene perché in tutte le cose si diffonde, la luce rivela l’intelletto divino perché tutto dichiara, distingue adorna, e l’anima del mondo riscalda e adorna, tutto genera, muove con calore vitale. Qui Ficino sta spiegando il perché esiste la creazione, come è possibile esistere… lo spiega con analogie filosofiche, religiose, ma finisce sempre verso spiegazioni poi naturali quindi fisiche. E allora dice che il Sole nel mezzo del cielo rappresenta il bene stesso, e l’intelletto divino, o meglio la pienezza delle idee manifestate attraverso il firmamento colmo di stelle, ed infine l’anima del mondo attraverso la luce mutevole della Luna. Allo stesso modo sotto i cieli il primo principio è rappresentato attraverso il fuoco, il secondo attraverso l’aria e il terzo attraverso l’acqua. Infine come le stelle superiori sono stabilmente illuminate dal Sole, e la Luna riceve mutevole la luce del Sole, così gli angeli la ricevono immutabilmente, e le anime sono illuminate in modo mutevole.
  • Nel capitolo 12 Ficino associa il dogma della trinità alle virtù naturali del Sole. Nuovamente è evidente che Ficino sta connotando l’astrologia o se vogliamo la meccanica del cielo a speculazioni religiose cercando di legittimarle attraverso appunto i principi della natura manifesta. E allora dice che il principio della trinità nel Sole lo evinciamo dal fatto che il Sole produce fecondità naturale nascosta ai sensi, e che questa fecondità scaturisce una luce manifesta, e poi la luce ha una virtù riscaldante. E allora dice che la fecondità rappresenta il Padre, la luce l’intelligenza del Padre rappresentata dal Filo concepito dall’intelligenza divina e il calore rappresenta lo spirito amorevole di Dio. attorno a questa trinità i teologi, dice Ficino, hanno scoperto tre gerarchie angeliche ciascuna contenente tre ordini. Il primo ordine è consacrato al Padre, il secondo al Figlio il terzo allo Spirito Santo. Questo dogma religioso dice Ficino è evidente anche nelle facoltà naturali del Sole. La logica della trinità sarebbe poi per Ficino manifesta anche nei tre grandi ordini naturali, il primo ordine è quello delle forme vegetali, il secondo degli animali simili alle piante e il terzo degli esseri viventi come gli animali stessi e quindi anche gli uomini.
  • Ficino dice che dalla Luce del Sole derivano tre diversi tipi di luminosità. Ovvero la Luce bianca, la Luce rossa e la Luce mista. Così alla Luce bianca appartengono i sensi dell’immaginazione e della vista, alla Luce rossa il gusto, il tatto, poi alla luce mista i sensi a metà tra incorporeo e corporeo, come udito e olfatto.
  • Nell’ultimo capitolo, il 13, Ficino dice che il Sole non deve essere adorato come autore di tutte le cose. Conclude alludendo a Dio come ad una entità immobile e il Sole poiché ci appare in movimento oppure a volte ostacolo dalle nubi, o dalla Luna, non può essere una vera rappresentazione di Dio o della sua totalità. Oserei dire che Ficino voglia intendere che il Sole è una sorta di “organo” di Dio, ma non è Dio nella sua totalità. Secondo la teologia di Ficino, dunque, sopra il Sole e sole la luce del Sole e di tutte le stelle vi è un Dio immobile, una entità anche se il termine può causare fraintendimenti che è ovunque, in ogni spazio e in ogni tempo, è una “realtà” che compone la totalità di tutto ciò che è manifesto e che è non manifesto o non percepito dai nostri limitati sensi. Ecco che il Sole dunque appare come una sorta di organo di una Divinità che utilizza questo organo per comunicare con le sue creature e per stabilire i decreti, le leggi, che stabiliranno i cicli della vita, della generazione, della fine, del tramonto, in un certo senso Ficino conclude riportando il lettore a concepire Dio come ad una entità che non può essere spiegata solo con la natura, ma la natura può aiutarci a comunicare con Dio, ma comunque rimane una entità al di sopra anche delle sue stesse leggi, potremmo dire oggi che Dio è il “contenitore” di tutti gli universi possibili e in cui si compiono in ognuno i miracoli della vita attraverso le leggi che regolano i mondi, diverse di mondo in mondo.
  • CONCLUSIONE – ci troviamo in un periodo in cui l’Astrologia è fortemente relazionata alla Natura e alla Fede, Ficino insomma vede nell’Astrologia una forma d’arte che intende interpretare il linguaggio di Dio che è un linguaggio che agisce e si muove attraverso la Natura. Nelle opere di Ficino come in questa che vi ho portato è pregnante una contemplazione religiosa e teologica della natura e delle corrispondenze celesti, segni e sacramenti producono una allegoria naturale che non intende sfidare Dio ma piuttosto intende avvicinare l’Astrologo al linguaggio di Dio. Ma la domanda da porci è… come comunica Dio? è evidente che l’idea che emerge nelle opere di Ficino è che Dio comunica attraverso ciò che ha creato, quindi le sue corde vocali sono quelle che noi chiamiamo Leggi della Natura. Questa connessione alla natura ha una radice precedente a quella di Ficino, dobbiamo infatti comprendere che Ficino viene da un periodo storico precedente che è quello del Naturalismo del XII secolo dove forse il naturalismo era molto più ferreo e molto deterministico più di quello vissuto poi nel rinascimento dove invece la natura è stata relazionata anche all’arte e alla bellezza. Dal naturalismo medievale al rinascimento, il passaggio è attraverso l’arte. La natura non è stata abbandonata ma è stata ampliata la visione nei confronti del creato, ecco che Ficino ha rappresentato per esempio nel De Sole un’opera unica nel suo genere, racchiude scienza, teologia, religione, filosofia, astrologia, arte.
  • Con Ficino abbiamo una importante testimonianza di una astrologia che sempre più sarà strisciante nei tempi successivi, che tenderà sempre più ad essere semplificata, e elaborata attraverso speculazioni filosofiche e artistiche, che poi sono state totalmente perse, anche nel nostri tempi attuali quando l’Astrologia moderna pur arricchendo la dottrina di arte, creatività e immaginale, ha tuttavia dimenticato totalmente il ruolo della Natura che in Ficino era presente in modo centrale, perché l’Arte che non ascolta la Natura è un’arte cieca e debole.

 

Francesco Faraoni

Creator Projects

Dal 2013 cura il canale YouTube The Sun Astrology, come progetto multimediale di condivisione della cultura astrologica. Dal 1999 si occupa di ricerca e studio in ambito astrologico. Interessato in particolare alla filosofia naturale e allo studio dell’eredità astrologica antica e moderna, con particolare riguardo agli autori medievali e rinascimentali.

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Sinodo e natura di Marte

Francesco Faraoni

Creator Projects

Dal 2013 cura il canale YouTube The Sun Astrology, come progetto multimediale di condivisione della cultura astrologica. Dal 1999 si occupa di ricerca e studio in ambito astrologico. Interessato in particolare alla filosofia naturale e allo studio dell’eredità astrologica antica e moderna, con particolare riguardo agli autori medievali e rinascimentali.

Rossana Strika

GUEST PROJECT

L’ospite di questo appuntamento è Rossana Strika, astrologa esperta in astrogenealogia, con approccio integrato tra tradizione e innovazione.

SINODO E NATURA DI MARTE

Segue il contenuto multimediale e la trascrizione dell’approfondimento.

Con la partecipazione di Rossana Strika (Astrologia in itinere – Astrogenealogia stellare – rossana.strika@gmail.com)

TRASCRIZIONE (FF= Francesco Faraoni | RR= Rossana Strika)

INTRODUZIONE

FF – Oggi parliamo di Marte, della sua natura, nonché della sua forza agente nei temi di nascita. L’occasione che si presenta è il suo prossimo sinodo, quello del 18 novembre, su cui ragioneremo insieme all’ospite di quest’oggi, ovvero Rossana Strika, che già molti di voi conoscono. Questo approfondimento sarà organizzato in diversi capitoli. Nella prima parte del video vi porterò alcuni ragionamenti su Marte, dove intenderò focalizzarmi sulla sua natura generale. Successivamente, Rossana ci parlerà del sinodo di Marte, e di altre qualità del pianeta connesse alle sue dignità essenziali. Nell’ultima parte, Rossana ci offrirà una lettura della natività di Tina Turner e Zucchero Fornaciari, e anche io vi darò qualche mia impressione su queste due geniture.

PRIMA PARTE – NATURE GENERALI DI MARTE

FF – Se Marte è il solo dominatore dei costumi di un nativo, e se è ben posizionato, il nato sarà forte, irascibile, crudele, incurante degli altri, valente comandante militare, ma cattivo cittadino, dispregiatore degli dèi, amante delle armi, dissipatore dei beni altrui e propri, smodato, fiducioso di sé, fortunato. Questa indicazione proviene da Gerolamo Cardano (medico, matematico, filosofo e astrologo italiano del XVI secolo), è uno dei suoi aforismi Astrologici che ben sintetizza i diversi spettri espressivi di Marte, visto come signore dei costumi. Vorrei tuttavia partire da una considerazione generale su Marte. Intanto, secondo L’ORDINE DEI PIANETI, Marte si trova nell’area di quelli detti superiori, unitamente a Giove e a Saturno. La vicinanza di Marte al Sole, nell’ottica astrologica, è stata da sempre vista come una vicinanza che caratterizza il pianeta di un calore e una secchezza eccessivi. Per esempio, Claudio Tolomeo (autore del II secolo d.C.) in Libro Uno Capitolo IV della Tetrabiblos, definisce Marte come pianeta in cui predomina la virtù disseccante, tuttavia indica che Marte non solo dissecca ma anche “brucia”– scrive letteralmente – “come del resto conviene al suo colore di fuoco ed alla sua prossimità al Sole”. Tolomeo afferma che il sorgere o tramontare di Marte, come fase eliaca, favorisce un temperamento in cui la secchezza è in eccesso. Poi nel Libro Due Capitolo III, dice che i popoli dei Britanni, dei Galli e dei Germani sono feroci, testardi, bestiali perché questi popoli sono posti sotto il dominio di Marte. Non a caso i greci denigravano spesso le capacità intellettuali dei popoli barbari, definiti appunto come della natura di Marte quindi mossi solo dalle pulsioni e dal desiderio di dominio. Non è da meno Bonatti, orgoglio italiano dell’Astrologia medievale del XIII secolo, che definisce Marte come signore del potere distruttivo al servizio delle passioni, concordando quindi con Tolomeo. Sempre Bonatti concorda con l’opinione di Alcabizio (astrologo arabo del X secolo) secondo il quale Marte è un pianeta maschile, notturno, malefico, opera con calore e con aridità, è focoso eccessivo, collerico. Marte è indicato da Bonatti come signore dei pellegrinaggi o dei lunghi viaggi perché, dice, a coloro che fanno lunghi viaggi sovente accadono molte cose sconvenienti, come rapine, cattive azioni, e via discorrendo, tutte cose che sono della natura di Marte, appunto. Sempre Bonatti dice che nelle professioni Marte ha dominio su tutte quelle in cui si lavora con il ferro e il fuoco, con quelle dove si  batte il ferro con i martelli come il fabbro, ma anche lavori che hanno a che fare con calore, fuoco, lame o cose taglienti come fornai, carnefici, barbieri, cuochi, macellai, chirurghi. Nel Capitolo V del Libro Uno, sempre della Tetrabiblos, Tolomeo chiarisce che Marte e Saturno, sono stati denominati “malefici” perché le loro nature sono profondamente contrarie a tutte quelle che promuovono la vita; in particolare perché Marte ha proprietà disseccante e la disseccazione rinsecchisce tutte le virtù benefiche che rintracciamo nelle complessioni umide-caldo-temperate. Nei capitoli successivi, Marte è definito anche in questo caso maschile, nonché pianeta malefico nelle disposizioni diurne, migliore invece in quelle notturne. Per quanto riguarda gli accadimenti delle cose, Claudio Tolomeo in Capitolo IX Libro Due della Tetrabiblos descrive in linea di massima tutto ciò che può essere ricollegato alla “natura marziale”. Vi elenco alcune descrizioni che fa Tolomeo: È causa di ogni danno e di siccità; Se gli avvenimenti riguardano le persone, suscita guerre, sedizioni civili, collera dei princìpi, morte inattesa; Gli si attribuisce, dice Tolomeo, la febbre terzana, l’emottisi, le malattie acute, la morte violenta, la violenza in generale, gli affronti, gli omicidi, le ustioni, i rapimenti e i furti. In altri capitoli associa l’evento del terremoto, che distrugge e scombina tutti gli ordini precostituiti, a Mercurio unitamente a Marte e a Saturno. Tolomeo dice che nell’Aria Marte ha correlazioni all’arsura, ai venti caldi, pestiferi, e a quei venti che causano corruzione, folgori, turbini, siccità. Marte è associato alle nature dei naufragi subitanei causati dai venti, ai fulmini, alla magra dei fiumi, alla disseccazione dei corsi d’acqua, alla corruzione dell’acqua potabile. Aggiunge che della sua natura è la diminuzione del grano, nonché la corruzione di quanto è prodotto dalla terra. Notiamo come la descrizione delle nature di Marte segua un’ottica molto distruttiva, il principio di questa chiave di lettura è semplicemente l’associazione che è stata data a Marte rispetto a specifici “spettri” naturali, ovvero in Marte rintracciamo sulla terra tutto ciò che è riconducibile alla “secchezza” estrema. Proprio nella filosofia naturale, la secchezza è quel principio che diminuisce, proibisce, ostacola, l’umidità. Quindi la secchezza tende ad irrigidire l’empatia, la sensibilità, i sentimenti, la generosità, e porta ad una maggiore analiticità, che associata però alla “secchezza di Marte” diventa cinismo, analisi spietata, estrema, che non ha timore di nulla e che pur di arrivare ai suoi scopi accetta di correre rischi, di mettere a rischio sé stessi e gli altri. Ecco che Marte intende rappresentare proprio quei lati spietati che incontriamo in natura. Tuttavia, nell’arte dell’astrologia genetliaca o astrologia della natività, Marte non sempre ha ruoli negativi o di vessazione. Può infatti descrivere alcune nature proprie del nativo, che rimandano all’idea della focosità bruciante di Marte. In certe condizioni, propizie per Marte, può quindi indicare una certa tracotanza, prepotenza, che tradotta in senso positivo significa credere fortemente in sé stessi, avere elevata autostima, e portare avanti i propri convincimenti con coraggio, determinazione, e senza temere competizione. In altri casi, Marte può invece evidenziare un modo prepotente, e ingerente, che è percepito come territorialità, gelosia, invidia, tirannia, oppure ad una certa vessazione vissuta dal nativo, che può essere in relazione al sentirsi non adeguati, incapaci di competitività e poco coraggiosi e determinati, o ancora sentirsi vittime degli accadimenti della vita. In linea di massima, Marte va monitorato con particolare attenzione quando per esempio è in relazione ai luminari. Se queste relazioni sono dissonanti, può indicarci appunto uno stato di vessazione, che il nativo può vivere in diverse aree della propria vita. Quindi, può sottolineare una certa propensione nel vivere esperienze violente, che nel bene o nel male formeranno la mente e forgeranno lo spirito. Questo lo dice anche Ranzovius, autore del XVI secolo, indicando come Marte nei capitoli che riguardano l’onore del nativo, gioca un ruolo fondamentale. Infatti, se Marte vessa i luminari o i pianeti che rappresentano l’onore e la vita stessa, il nativo vivrà esperienze taglienti, separative, difficili, o dovrà affrontare situazioni di vessazione, di difficoltà. Tuttavia, possiamo anche avere condizioni migliori per Marte, per esempio in una natività notturna Marte è attutito nelle sue qualità vessatorie, oppure se ci sono condizioni di essenzialità e di accidentalità migliori, oppure se abbiamo la partecipazione di stelle benefiche che attutiscono il male, come può essere un benefico angolare, allora Marte può diventare significatore, così indica Ranzovius, si dell’altezzosità, si della strategia, si della caparbietà, si della ostinazione, ma tutto rivolto verso sentimenti costruttivi, che emanano una idea di carisma da conquistatore e da leader. Secondo le indicazioni di William Lilly, autore del XVII secolo Marte dignificato è l’invincibilità in guerra, il coraggio, l’audacia e la sicurezza di sé. In debilità è il chiacchiericcio, le sedizioni, i traditori, lo spirito soggetto a turbamenti. Vado a concludere con le mie ultime considerazioni. Vi riporto nuovamente Ranzovius il quale dice di non sottovalutare Marte che quando ha certe relazioni con i luminari, e quando le condizioni di essenzialità sono buone, o ci sono ricezioni benigne, significa l’autorità e la capacità di comando, non è infatti raro vedere questa configurazione in condottieri, conquistatori, specialmente quando in tale relazione Sole-Marte partecipa Giove. Per esempio, Doroteo descrive il TRIGONO MARTE SOLE in questo modo: in genitura notturna, e quando Marte è signore dell’ora e in aspetto di trigono al Sole, indica grandi benefici e talora un re potente, e se Giove si trova nella propria triplicità, oppure in un angolo, chi nasce sarà un capo nobile, potente, e se la Luna osserva sarà valoroso, signore di vita e di morte, veloce nel cambiare dimora, sospettoso e diffidente verso anche sé stesso. Ranzovius, come anche Doroteo, presentano dunque chiavi di lettura che propongono un Marte non solo nei suoi lati difficili, ma anche nelle sue nature di comando, dominio, conquista. Concludo riportandovi la Sentenza 23 del Centiloquio pseudo-tolemaico: la Luna muove l’animo ad agire, per questo il pianeta configurato con la Luna è da osservare come un astro che informa sulle colorature dell’azione del nativo. Allora Pontano propone uno schema didascalico, da non prendere come indicazione assoluta ma orientativa, che può essere molto utile in questo momento per comprendere la natura delle “azioni” significate da Marte. Per esempio, rimanendo su Marte, il Pontano dice che quando la Luna si muove verso Marte conferisce qualità dell’agire virile, agire coraggioso, ardente, duro, modi irosi, ma anche arroganza e impertinenza. Ho così introdotto alcune impressioni generali sulla natura di Marte che proprio il 18 novembre 2023 sarà protagonista di un  “evento” celeste. Di cosa si tratta Rossana?

SECONDA PARTE IL SINODO DI MARTE

RR – Una breve introduzione va dedicata al discorso delle Dignità di Marte, premettendo che, anche nel caso il Pianeta si trovasse in una delle sue sedi per così dire “scomode”, ciò non rende assolutamente il Pianeta debole, né la sua natura essenziale secca e calda viene mutata dalla sua presenza in un certo Segno e Casa. Semmai potremmo dire che vi sono Luoghi in cui il Pianeta si può esprimere al meglio e altri in cui bisognerà scoprire come incanalarne l’energia, fermo restando che, ad esempio, una eventuale relazione con i Luminari, zodiacale, per fase eliaca o declinazione, ne conferisce comunque forza. Nel piccolo schema sottostante le Dignità di Marte, i Domicilii sono divisi in Diurno e Notturno, a seconda che il Segno si trovi nell’Emiciclo Solare o in quello lunare (non dipendono quindi dalla natura maschile o femminile del Segno in questione):

DOMICILIO NOTTURNO: ARIETE

DOMICILIO DIURNO : SCORPIONE

ESILIO: BILANCIA E TORO

ESALTAZIONE: CAPRICORNO (Grado 28°- da 27° a 27°59’59”)

CADUTA: CANCRO (Grado 28°- da 27° a 27°59’59”)

Natura Maschile Secco e caldo

Fazione notturna (partito della notte)

Maestro della Triplicità dell’Acqua notturna

Marte è definito “malefico minore” dalla Tradizione, la notte la temperatura si abbassa e, pertanto, Marte la notte è messo in condizione di nuocere di meno, ecco perché vanno valutate anche le condizioni ambientali di nascita. Marte è certamente più corruttivo di giorno, in posizione sopra l’orizzonte assieme al Sole e magari anche in nascita estiva e per giunta verso il mezzogiorno. È solo un esempio chiaramente, poiché in ogni carta di nascita ne vanno valutati gli effetti a seconda degli aspetti in Zodiaco, per declinazione e dei vari livelli di rapporto col Sole, nonché come posizione nella Sfera Locale (sul piano delle Case, in mundo). Come evinciamo dal Quadripartito di Tolomeo… A Marte spettano i Domicilii di Ariete e Scorpione, i due Segni che sono in quadratura naturale con i Segni governati dai Luminari. Lo Scorpione quadra il Leone, Domicilio del Sole, l’Ariete quadra il Cancro, Domicilio della Luna. Ciò in virtù della natura corruttiva di Marte e della sua natura recisoria, il fendente di Marte taglia, separa. L’Ariete è il primo Segno, qui vi si legge anche la simbologia di Marte rispetto all’urlo del neonato alla nascita, al momento in cui si taglia il cordone ombelicale. Marte ci aiuta a porre fine ad alcune esperienze attraverso un’azione, un atto finale recisorio e risolutivo. Marte si esalta nel Capricorno, Segno in sestile naturale alla sua Dimora diurna, lo Scorpione, e Domicilio diurno di Saturno, Marte si esalta nel luogo in cui il Sole arriva alla minima escursione luminosa, massima declinazione meridionale rispetto all’Equatore Celeste. Nel Capricorno Marte si trova nella Triplicità della Terra, governata di giorno da Venere e di notte dalla Luna, ovvero nel Segno governato per Triplicità dai due Pianeti che ne condividono l’hairésis (fazione o partito della notte).

Da esponente di Marte in Cancro (posizione di caduta di Marte), al grado aneretico 29°57‘, quinconce Saturno, sestile Giove e congiunto Venere, posso dire di aver faticato non poco per comprendere la sua forza. Tutti i contributi moderni infatti lo ritenevano „dis-graziato“. Fu solo quando ne compresi l’interpretazione antica che sono riuscita a dignificarlo ed in-graziarmi la sua energia portandolo a manifestazione, secondo la sua attitudine. Senza il mio Marte, visibile, orientale e rispettoso della fazione, Maestro della sua Triplicità, probabilmente avrei avuto molta più difficoltà a rialzarmi in taluni frangenti della mia vita. Dedicandoci a questo particolare evento, questo nuovo ciclo sinodico Sole/Marte a 25°37‘ dello Scorpione, dobbiamo innanzitutto ed in punta di piedi chiederci:

„Di quale Marte si tratta?“

E potremmo mai prescindere da un’altra domanda….

„Quale Luna accompagna questo passaggio?“

Si tratta di una Luna crescente, proveniente dal Novilunio in Scorpione del 13 novembre che, comunque, vede la compartecipazione stretta di Marte, sovrano dello Scorpione (assieme a Plutone nel contributo moderno). Luna di moto veloce, che qualche ora prima del Sinodo raggiunge la massima latitudine meridionale (ventre meridionale), di Declinazione eccezionale, in vuoto di corsa (entrerà poi in Aquario alle 12:27‘). La Luna si trova nel Capricorno, Domicilio di Saturno ed Esaltazione di Marte, congiunta a Plutone. Questo nuovo inizio vede Marte sedersi al trono assieme al Sole, poiché la congiunzione avviene nel Segno di Marte e con la stessa latitudine (scarto 6‘), Marte è dunque „nel cuore del Sole“, in cazimi, nella sua Triplicità e nel Segno in cui Marte esprime la sua natura corruttiva rispetto al Sole, mentre la Luna congiunge Plutone. A livello individuale, in primis, osserveremo la nostra relazione di base, radice, di nascita con Marte. Poi collocheremo questo Sinodo nel Tema.

Come incanalare l’energia di Marte?

Con un lavoro attivo nel nostro personale sommerso, rimosso, nel voler vedere fino in fondo e trasformare le nostre ferite più profonde legate all’insicurezza e alla paura della sopravvivenza. Sopravvivenza che non potremo più delegare esternamente, Marte taglierà tutte le simbiosi, le dipendenze emotive insane e vischiose. Non potremo più volgerci all’esterno cercando riconoscimento ed approvazione. Marte governa anche Chirone ed il Nodo lunare Nord in Ariete, pare quindi sia giunto al termine il tempo dell’appoggiarsi passivamente, del delegare responsabilità o attribuire ruoli di stampella o zattera a chicchessia. D’altronde, già dall’ormai lontano 2018, Urano ci sfida in tal senso e la particolare simmetria che si crea tra Marte/Sole/Urano nel momento del Sinodo, l’Equidistanza che si rende evidente sul piano delle Case, è certamente parlantissima in tal senso. Ciò potrebbe aprire ad una serie di „liberazioni istintive“ che, ad un occhio esterno poco allenato alle incursioni marziali, sembreranno incomprensibili, si tratta tuttavia di atti giacenti nei recessi interiori, in nuce e gravidanza da tempo. Antiche e sommerse insoddisfazioni che ora trovano libera espressione in liberatorie rinascite. Si tratta del coraggio di Essere e manifestarsi nella propria Autenticità, anche nei contesti nei quali ci siamo sempre sentiti osservati, non quando giudicati. Si tratterà di parlare con assertività, esprimendo le proprie opinioni uscendo dal bisogno di compiacere altri.

Marte non compiace, non cerca approvazione né riconoscimento, Marte agisce in base alla volontà del Sole, per soddisfare le scelte di Venere. Ebbene, sarà quindi molto chiaro, durante i due anni che ci accompagneranno poi al prossimo Sinodo del 2026, ciò che vogliamo e ciò che non vogliamo e, soprattutto, cosa dovremo lasciare, da cosa dovremo affrancarci.

Il Sinodo in questione pone le basi per tre movimenti interessanti che qui sintetizzo:

Ø Le fasi che Marte forma rispetto al Sole

Ø Il suo percorso in Zodiaco lungo l’Eclittica

Ø L’attivazione periodica del Sole rispetto al grado sinodico

In questa sede mi preme solo osservare come vi sarà una particolare sollecitazione del grado 29 dell’Asse Cancro/Capricorno e, lungi dall’addentrarmi in previsioni collettive, ciò che desidero è segnalare l’evidente coinvolgimento dell’asse che, più di altri, simboleggia le dinamiche famigliari. Individualmente, per viaggiare e muoverci nel nostro percorso, dobbiamo affrancarci dalla strada di altri, da automatismi, pesi, simbiosi, attaccamenti per genitori, figli, ma anche nelle nostre relazioni. Sono generalmente figure per le quali nutriamo un grande coinvolgimento emotivo, dovremo essere lucidi, chirurgici, camminare assieme senza prevaricare, senza soccombere, in modo che per tutti sia testa alta e sguardo dritto all’orizzonte. Dovremo vedere una strada il più possibile libera dinanzi a noi, senza camminare rivolti all’indietro. Alla ribalta temi individuali anche scottanti, rotture di lealtà famigliari de-generative, schemi di autosabotaggio, ben vengano lavori con terapeuti che conducano alla consapevolezza di emozioni quali aggressività, rabbia, ma anche spietatezza, sommersi desideri di vendetta o rivalsa, antichi rancori, lavori sugli irretimenti quali le Costellazioni Famigliari.

FF – Non aggiungo altro rispetto alle considerazioni che Rossana ci ha magistralmente condiviso, tranne una mia personale opinione su questo fenomeno. Uso i cicli sinodici dei pianeti per comprendere come il “transito” sarà nel suo nuovo percorso sinodico. Questo ciclo sinodico avviene nella sua casa, ovvero in domicilio, e con una condizione di cazimi, è dunque un Marte molto forte e ritengo che il suo ciclo che inizia dal 18 novembre 2023 e terminerà il 9 gennaio 2026 (quando avrà inizio un nuovo ciclo sinodico nel segno del Capricorno) ci parlerà di una fase Marte abbastanza acuta, nel bene o nel male. Sicuramente dal punto di vista dell’Astrologia del collettivo dovremmo studiare Marte nei grafici dell’astrologia mondana, e non lo faremo in questo momento, è quindi difficile dirvi cosa questo Marte determinerà per le questioni specifiche del mondo… ma considerando la sua natura generale è un Marte che può da una parte spingere ad una veduta di insieme più determinata, portando a compiere scelte strategiche importanti, ma se lo consideriamo come un Marte insidioso… là dove viviamo già in questo momento tensioni,  può avere un peso considerevole. Aggiungo che durante il sinodo di Marte del 18 novembre, il pianeta avrà relazioni applicative prima di tutto con Saturno, infatti qualche giorno dopo il Sinodo si realizzerà una quadratura tra Marte Saturno, con la collaborazione di altri pianeti, a sottolineare ulteriormente la perniciosità di questa ciclica ma anche le diverse nature stratificate che si stanno mescolando nel fenomeno.

FF – Ma avremo modo in altri approfondimenti di parlare di Astrologia del collettivo; ora passiamo ad analizzare alcuni temi di nascita, in cui focalizzarci anche sul ruolo di Marte. Si tratta delle natività di Tina Turner e di Zucchero Fornaciari. Rossana prima di dare le mie impressioni veloci su queste natività, vorrei chiederti se puoi presentarci queste due geniture nel loro insieme e nei loro caratteri astrologici, secondo le tue impressioni e valutazioni.

TERZA PARTE – LA NASCITA DI TINA TURNER E ZUCCHERO FORNACIARI

RR – Brevemente entriamo nella natività di Tina Turner e Zucchero Fornaciari. Personaggi diversi ma entrambi caratterizzati da una forte impronta marziale che viene „respirata“ spontaneamente ascoltandone la musica. Marte è molto forte per entrambi, ed in entrambi i casi forte è il coinvolgimento di Marte con i Luminari.

Dedichiamoci prima a Tina. La nascita di Tina è notturna, Marte è sopra l’orizzonte, assieme alla Luna, rispettosamente alla sua fazione notturna, in Casa angolare, la settima, nel Segno di Giove, i Pesci, nella sua Triplicità. Partiamo da una nascita plenilunica che vede la Luna particolarmente attiva che, separandosi da Marte, ne trasla le qualità a Mercurio, pienamente compartecipante lo schema. Segnalo comunque anche l’importante coinvolgimento dell’Asse Aldebaran/Antares, rispettivamente le Stelle brillanti della Costellazione del Toro, Aldebaran, con natura Marte, e Antares, Stella brillante della Costellazione dello Scorpione, con natura Marte e, secondariamente, Giove. Ciò ha sicuramente acuito la forza di Marte, proprio a causa della compresenza di queste Stelle passionali, facenti parte delle 4 Stelle regali di Persia, assieme a Regulus e Fomalhaut. Notiamo che Marte è nella fase di occidentalità rispetto al Sole, aumentano quindi qui le qualità legate al secco, si trova nei pressi di un luogo secco, il Discendente. Di certo conosciamo le sue vicissitudini con il primo marito Ike Turner, di cui conservò il nome d’arte, pseudonimo di Anne Mae Bullock. È anche caratteristica di Zucchero utilizzare uno pseudonimo ed, in generale, ciò può essere frutto della relazione Luna/Marte, presente in entrambi i Temi. Certamente questo Marte, Signore anche di Saturno, è corruttivo per i Luminari, allo stesso tempo la ricezione attiva tra Venere e Giove (Maestro di Marte), lo schema Venere/Giove/Nettuno, il sestile nel mondo tra Luna e Giove descrivono sia la popolarità della cantante che i consensi raccolti e, soprattutto il ruolo attivo della sua conversione al buddismo e la sua partecipazione ad iniziative benefiche a favore del popolo etiope, per combattere la malnutrizione infantile e lo sfruttamento del lavoro minorile. Tina è stata l’icona di esempio per il femminile, della possibilità, ha dato il senso del possibile, del successo nonostante tutto, della forza datale dalla Fede. Tina, guerriero spirituale attraverso la musica, icona femminile della forza in affrancamento dalla violenza domestica. E ha messo l’accento indirettamente sull’importanza del riconoscimento del proprio potere personale di scelta, donna eccezionale che ha avuto forza di rialzarsi anche a seguito di diversi problemi di salute tra cui un trapianto di un rene e il decesso di due figli.

Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, utilizzò questo pseudonimo datogli dalla maestra delle elementari, nella sua vita ha avuto diversi sradicamenti, spostamenti ed una interruzione degli studi di medicina veterinaria per dedicarsi alla musica. A seguire svolse comunque diversi tipi di occupazione, a manifestazione di Marte e della sua natura movimentata, piccoli percorsi esperienziali che l’influsso di Marte porta poi a interruzione al momento opportuno. Interessante il timbro musicale che, pur non esprimendo adesione a nessuna religione, si occupa spesso di far emergere una spiritualità pungente, stimolante e dissacrante. Una certa instabilità emotiva può essere segnalata anche dalla relazione di anti-parallelo tra la Luna e Urano, oltre che dalla relazione con Marte. Presente invece comunicazione tra Luna e Mercurio e, a mia visione, Saturno entra a pieno titolo nelle qualità dell’animo. Forse è a questo importante contributo Luna/Saturno/Marte che possiamo riferire alle depressioni da lui dichiarate tra gli anni 80/90. Anche Zucchero partecipò a iniziative benefiche e ho sempre trovato molto stimolante e piene di energia le sue esibizioni in collaborazione di una band con meravigliose donne di altri paesi, culture, usi e costumi. Zucchero nasce il giorno della levata eliaca mattutina di Marte, momento in cui Marte stabilisce per fase una relazione col Sole, Marte visibile e libero dai raggi del Sole si configura anche alla Luna, angolare in Capricorno, nel Domicilio di Saturno e di Esaltazione di Marte, con Saturno che funge da baricentro esatto tra Luna e Marte. La Luna è crescente e, come quella di Tina, angolare. Marte, di moto veloce, governa anche l’Ascendente. Elemento interessante , Plutone con latitudine settentrionale, nel Circolo orario col grado eclittico di passaggio si unisce a Marte. Per lo stesso motivo Mercurio e Venere sono molto più vicini di ciò che in prima battuta zodiacale può sembrare. Interessante da segnalare la collaborazione musicale con la figlia Irene che pone l’Ascendente proprio in congiunzione a Marte/Plutone del padre.

FF – Mi inserisco nell’approfondimento di Rossana portandovi anche le mie impressioni su queste geniture, che andranno a ricalcare ulteriormente alcune questioni già evidenziate e trattate da Rossana, quindi mi perdonerete la ridondanza.

Per quanto riguarda la natività di Tina Turner secondo la tecnica degli Almuten il Dominatore del Corpo che si ricava dal Signore dell’Ascendente e della Luna, è GIOVE. Ora, Giove come corpo rievoca stature e portamenti eretti, con un viso ovale, allungato, corpo carnoso, i punti di forza di un “corpo gioviale” sono le gambe e per estensione i piedi visto che Giove occupa il segno dei Pesci, ovvero gli arti inferiori sono i punti di forza dell’espressione del corpo. E proprio il segno occupato da Giove indica, citandovi Albiruni, tutti quei corpi che tenderanno ad avere una bella figura nel suo insieme, essendo segno di domicilio di Giove e di esaltazione di Venere. L’ascendente è in Leone, e questo punto è molto importante per il corpo: ibn Ezra (Astrologo del XII secolo) dice che il secondo volto dell’Ascendente Leone è come l’immagine di una persona che ha le mani alzate verso il cielo e che chiama a gran voce (ovvero che ha una voce ruggente e potente), e che suona uno strumento e che danza. Una immagine che ricalca molto le movenze di Tina Turner e la sua voce, almeno per quello che è nel nostro immaginario come Tina-artista. Come descrizione del corpo, ibn Ezra dice che l’Ascendente Leone denota solitamente le fattezze di un bel corpo, e gli occhi del nativo saranno come quelli di un gatto, il corpo sarà dominato da sentimenti irascibili, o da modi di fare dominanti, potenti, oppure appassionati; e aggiunge che chi è nato nel secondo volto del Leone, come per il caso di Tina Turner, avrà un bel corpo, un petto largo, cosce e stinchi sottili, e sarà destinato agli onori e ai riconoscimenti. Per quanto riguarda l’animo e la mente ho calcolato il relativo almuten attraverso l’Ascendente, la Luna e Mercurio. Emerge anche in questo caso la natura di Giove. Ranzovius descrive l’Almuten dell’animo Giove come di chi appartiene alla “categoria” dei filantropici, dei buoni, dei generosi, di chi è disposto al sacrificio e all’impegno per raggiungere valori sempre più elevati, di chi è magnanimo, spirituale o con una visione sanguigna quindi potremmo dire cosmopolita, buono, ben disposto, in particolare ciò è confermato dal fatto che Giove è diretto, non è sotto i raggi del Sole. Tuttavia, è occidentale, lento di moto, in casa otto, fuori setta: questo può indicare qualche turbamento. Ma per comprendere meglio mi sono rivolto alla Luna e a Mercurio che tra loro comunicano, quindi i mali dell’animo sono in un certo senso scongiurati, il nativo riesce ad affrontare i momenti di crisi e i momenti più difficili con capacità e con abnegazione, la Luna riceve Mercurio, ma rimangono tuttavia vessazioni di Marte angolare, che è comunque nella sua fazione e questo attutisce i mali: quindi si turbamento, ma capacità comunque di reagire alle difficoltà. Marte inoltre occupa la VII casa che è la casa del matrimonio, e non sorprende come proprio il matrimonio sia stato per Tina Turner un luogo di violenza, di vessazione, di difficoltà, che ha saputo comunque affrontare e da cui è uscita nonostante tutto. Gadbury (Astrologo del XVII secolo) è molto preciso sulla descrizione di Marte in Settima Casa: è segno di molte perturbazioni, litigi, lotte, contese e controversie. Ma il turbamento dell’animo cos’è? È essere turbati da eventi “interni esterni” al nativo, che mettono a dura prova l’esistenza. Tina, ripeto, ha saputo gestire i momenti di crisi con grande grinta, ma non possiamo certamente non considerare i due grandi lutti che ha subito, ovvero quelli dei suoi due figli, il primo morto per suicidio, il secondo per cancro, entrambi erano gli unici figli naturali di Tina Turner. Credo che è indiscutibile il fatto che la morte di un figlio può rappresentare un turbamento importante per un genitore, ovvero un momento di grande vessazione per il nativo. Notiamo che Mercurio è proprio in Sagittario, casa di Giove e Giove è in casa otto luogo della morte ed è Significatore Accidentale dei figli essendo governatore della V casa. C’è tuttavia una mutua ricezione tra Venere e Giove, che a mio avviso è stata quella che ha potuto dare a Tina Turner una grande capacità di elaborare il male e il dolore. Inoltre, il turbamento dell’animo è confermato dalla condizione di Mercurio che è retrogrado e combusto, in questo caso la combustione di Mercurio anche se non è un fatto così insolito, ne è un danno per le qualità intellettuali, può tuttavia parlarci di turbamenti, e poiché ciò avviene in IV casa, si esprimerà nelle esperienze e in tutto ciò che significa la IV casa, così almeno ispirano le indicazioni di Ranzovius che ho consultato per lo studio della natività di Tina Turner. Altra questione che vorrei proporvi è la posizione della Luna nella natività di Tina Turner. Una Luna che cammina per moto diurno verso il culmine, ha diritto sulla decima casa per esaltazione, Venere è governatore della X casa e la Luna nel segno in cui si trova realizzerà nel tempo un aspetto a Venere. In una nascita notturna la Luna in X casa può indicare la popolarità e il successo, Venere quando ha significato sulla X casa può significare l’arte, la Luna in Decima è nella casa di Mercurio, Luna Mercurio comunica, mettiamoci anche le nature di Venere che ha governo sulla decima, ecco che abbiamo la configurazione dei musici e degli artisti, inoltre questa Luna è con Aldebaran ovvero alfa tauri, una luminosissima luce del Toro Stellato. La Luna con alfa tauri, quando la Luna è luminare del tempo, significa i gloriosi, i noti, secondo Anonimo del 379, ma anima il nativo anche di un temperamento focoso e appassionato, vigoroso. Secondo Robson la Luna con Aldebaran in casa dieci significa onori e stima, popolarità, che saranno raggiunti non senza momenti di grande turbamento.

Per quanto riguarda Zucchero Fornaciari, ho preferito rivolgermi ad uno schema in mundo dove Venere Mercurio risultano in aspetto orario alla cuspide della X casa, la Luna è in X casa. Quindi Venere Mercurio poiché hanno relazioni con la X casa hanno a che fare anche in questo caso con le questioni delle opere del nativo, e Venere con Mercurio fa tra le tante cose anche gli artisti e i musici. Marte è in levata eliaca come segnalato anche da Rossana, e occupa la casa ove ha sede la sua gioia; inoltre è in Vergine quindi nella casa di Mercurio, ed ha una relazione con il pianeta in decima casa, anche Marte quindi ha a che fare con le opere del nativo. È un bel miscuglio di nature, che ben si coniugano con la complessa artisticità di Zucchero, unico artista in Italia che ha saputo presentare egregiamente e con enorme successo una sintesi originale della tradizione melodica mediterranea con elementi ricorrenti che spaziano dal pop, al blues, al soul, fino al rock! Brevemente, per l’almuten del corpo è emersa una natura mista Mercurio Marte, prediligo tra i due Marte avendo un dominio specifico sull’Ascendente e trovandosi nel segno di Mercurio. Quindi un corpo Marte ha solitamente una statura media, corpo forte, ossatura robusta, carnagione rossiccia, o colorita, viso tondo, capelli tendono ad arricciarsi o a risultare crespi, occhi acuti, pungenti. Marte non scordiamoci che è in levata eliaca, molto forte nella sua fase, ed è orientale, significa secondo William Lilly “corpi forti, resistenti, statura discreta e un corpo irsuto”. Per quanto riguarda l’Ascendente, è in Ariete, nel primo volto. Secondo ibn Ezra questo volto concede un incarnato tendente al giallo e poi dice che queste persone avranno molti amici, e odieranno il male. Per quanto riguarda il portamento dell’animo, l’almuten emerso è Saturno nella casa di Marte. Ora la natività è crepuscolare, quindi ci sarebbe da discutere se considerare questa nascita diurna o notturna ma certamente il Sole è al tramonto, quindi preferirei scegliere una dimensione notturna. La Luna è nella casa di Saturno, Mercurio è nell’esaltazione di Saturno, Luna Mercurio comunicano. Quindi il calcolo dell’Almuten pare non smentire la coloratura saturnina di Zucchero per quanto riguarda i tratti dell’animo e della mente. Ma come dobbiamo leggere la natura di Saturno in questo caso? Devo ammettere a me stesso che questo Saturno è fuori setta se considero la natività notturna, è posizionato poi in ottava casa, è peregrino: allora significa secondo le indicazioni generali, i gretti, i malcontenti, i trascurati, i timorosi, i misantropi, gli ansiosi, gli angosciati, e via dicendo. Ora questa natura mi ha molto incuriosito, e indagando ho trovato una intervista di Zucchero rilasciata a LA REPUBBLICA dove ha ammesso per esempio di aver sofferto per molti anni di gravi attacchi di panico prima di salire sul palco, che lo ha portato al consumo anche di alcol e Prozac. Ha raccontato di episodi di crisi di panico, e di una incapacità iniziale nel gestire questa inquietudine, che nell’intervista si è chiesto da dove potesse provenire! Fortunatamente ha anche ammesso di essere riuscito a gestire nel tempo questa sua paura e inquietudine con cui ha ancora oggi a che fare. Ma proprio con la consapevolezza di sé è riuscito nel tempo a gestire questo lato del suo animo. Notiamo infatti una comunicazione in mundo Giove Saturno dove anche se Giove non è benefico della setta ed è in una debilità di Saturno, e nonostante sia in casa sei, è comunque meglio di niente… ma sottolineo anche il fatto che Saturno ha qualche dignità accidentale da non sottovalutare, come il moto diretto, il passo veloce, l’essere fuori dai raggi del Sole, il che significa il tentativo del nativo di reagire alle inquietudine, nonostante la loro presenza, o di poter affrontare questi lati saturnini. Segnalo come stella SPICA. Mercurio si trova nell’area luminosa di Spica, luce della Vergine Stellata, che sicuramente è la ciliegina sulla torta sulle sue spiccate doti mercuriali, colorate anche da Venere perché è il benefico della setta, in dignità essenziale, angolare e che comunica con la decima: lasciatemi dire che le paure saturnine che sono l’inquietudine dell’essere è quella atmosfera che in molti artisti ha permesso di entrare nella profondità dell’anima e che il nativo ha saputo comunque gestire, ricavando da essa – a mio giudizio – anche una grande consapevolezza artistica che ha saputo poi comunicare nella sua arte; grazie poi ad una marzialità evidente dell’Ascendente e dalla condizione accidentale di Marte, sinonimo di tenacia, forza, determinazione e di inesauribile capacità reattiva, di Zucchero ci è comunque sempre arrivata la sua grande versatilità ed energia artistica.

FILE ALLEGATI il ciclo sinodico di Marte

BIBLIOGRAFIA

  • Claudio Tolomeo, Tetrabiblos. Arktos.
  • Ranzovius, Tractatus Astrologicus de Genethilacorum
  • Patrizia Nava, Introduzione all’Astrologia di William Lilly. Agorà &Co.
  • Patrizia Nava, Astrologia Cristiana Libro Terzo. Un metodo facile per giudicare la natività. Agorà &Co.
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  • Charles Obert, Introduction to Traditonal Astrology. Almuten Press.
  • Lucia Bellizia, Antologia di testi sulle stelle fisse
  • B. N. Dykes, Bonatti on nativities. Treatise 9.
  • B. N. Dykes, Bonatti on basic astrology. Treatises 1-3.
  • Gerolamo Cardano, Aforismi astrologici a cura di Giuseppe Bezza. Xenia.
  • A. ibn Ezra, Introduction to astrology. Volume 5. Traduzione e annotazioni di Shlomo Sela.
  • Robert Zoller, Course in Medieval Astrology.

Francesco Faraoni

Creator Projects

Dal 2013 cura il canale YouTube The Sun Astrology, come progetto multimediale di condivisione della cultura astrologica. Dal 1999 si occupa di ricerca e studio in ambito astrologico. Interessato in particolare alla filosofia naturale e allo studio dell’eredità astrologica antica e moderna, con particolare riguardo agli autori medievali e rinascimentali.

Rossana Strika

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L’ospite di questo appuntamento è Rossana Strika, astrologa esperta in astrogenealogia, con approccio integrato tra tradizione e innovazione.

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