Il simbolo Sabiano in cui si colloca il Sole durante l’ultima Luna piena prima del solstizio d’Estate è il 24esimo dei Gemelli e il suo significato ci spinge a reagire a uno stato di difficoltà paralizzante con abilità e destrezza:

BAMBINI CHE PATTINANO SU UNO STAGNO GHIACCIATO DEL VILLAGGIO

NOTA CHIAVE: L’uso di circostanze inibenti per lo sviluppo del carattere e un approccio trascendente all’ambiente.

L’inverno simboleggia l’oscurità e le restrizioni imposte agli esseri viventi dal freddo. La vita naturale è in uno stato di ibernazione o attività rivolta verso l’interno. Tuttavia, la mente in via di sviluppo può imparare a usare le restrizioni e il potere disciplinante delle risposte esterne “fredde” per elevarsi al di sopra del “congelamento” esterno e per crescere in forza e abilità. L’uomo è la natura che si eleva al di sopra dell’oscillazione ciclica delle polarità naturali. La sua strada è spesso la via negativa. Impara la libertà ritmica (“pattinaggio”) utilizzando le situazioni più impegnative (“ghiaccio”) per dimostrare la sua capacità trascendente di piacere e di auto-mobilitazione.

Anche qui il simbolo della quarta tappa ci presenta una tecnica speciale. È una tecnica mentale in quanto è attraverso la mente che l’uomo può trascendere l’entropia del processo universale dell’esistenza. Vediamo qui infatti il TRIONFO DELL’UOMO SULL’ENTROPIA.

Dane Rudhyar

In cosa consiste questa ‘entropia mentale’? Per averne un’idea simbolica si può ricorrere alla corrispondenza tra il terzo decano dei Gemelli, nel quale si trova il Grado in esame, e l’arcano minore dei tarocchi “Dieci di Spade”, secondo l’attribuzione Golden Dawn/Crowley, chiamato anche Ruin (Rovina)

  • Il numero Dieci, Malkuth, come sempre, rappresenta il culmine dell’energia assoluta dell’idea. Mostra la ragione impazzita, un’insurrezione sgangherata di meccanismi senz’anima; rappresenta la logica dei pazzi e (per la maggior parte) dei filosofi. È la ragione separata dalla realtà. La carta è anche governata dal Sole in Gemelli, ma la volubile qualità ariosa del Segno serve a disperdere i suoi raggi; questa carta mostra la rottura e il disordine dell’energia armoniosa e stabile.

Aleister Crowley, Book of Thoth

Quindi, secondo Crowley, la ragione separata dalla realtà equivale alla rovina o alla pazzia, oppure alla filosofia in molti casi. Per comprendere questa strana associazione di idee possiamo rivolgerci a Friedrich Nietzsche quando accusa Socrate e tutti i filosofi del passato di essersi troppo aggrappati alla Verità, cioè alla convinzione che per vivere bene si debba accedere a ciò che è vero universalmente. Per Nietzsche una verità assoluta è impensabile perché ogni valutazione di vero o falso cambia a seconda del momento storico, che modifica le prospettive morali.

Questa impostazione di pensiero è estremamente pragmatica e accusa la filosofia tutta di peccare in un eccesso di ascetismo. La differenza tra i due approcci può essere identificata partendo dal presupposto che la realtà dal punto di vista dell’essere umano (e forse di tutti i viventi) non è composta di oggetti fine a se stessi, ma di strumenti, cioè esiste per noi solo ciò che ha una funzione, che può essere adoperato per uno scopo; per questo forse anche dietro fenomeni come il fulmine, che non può essere utilizzato attivamente dall’uomo, si è iniziato a vedere la volontà di divinità, che sono estensioni immaginali del potenziale umano.

Il tipo pragmatico quando posto davanti a uno strumento tende ad interagire con esso in chiave materiale, o applicabile in pratica, mentre il tipo ascetico si focalizza principalmente sull’analizzare e sul mettere in relazione lo strumento a tutto il resto, in una scala di valori predeterminata, nella profonda convinzione che ogni cosa esistente provenga da una sorta di algoritmo unitario; in termini spirituali, il pragmatico ricorda l’atteggiamento politeista/pagano mentre l’ascetico si avvicina al monoteista.

Per quanto antitetiche, o piuttosto proprio per questo, le due impostazioni del pensiero, pragmatico e ascetico, costituiscono poli opposti del pensiero tra le quali la mente deve oscillare in continuazione. Infatti, una delle qualità cardine della mente, che ne previene il deterioramento (entropia), è proprio l’oscillazione, specialmente quella che avviene tra il reame dell’ideale – o fantastico – e quello della realtà “oggettiva”. Nessuna delle due impostazioni è definitivamente ottimale in ogni occasione, per quanto un approccio pragmatico sia consigliabile per risolvere problemi mondani ce ne sono altri per i quali è necessaria una meditazione più approfondita e univoca, di conseguenza ascetica; per questo le filosofie di ogni tipo, pur nei loro limiti, contribuiscono comunque all’evoluzione del pensiero comune e quindi della società.

Alla luce del discorso appena svolto, un’ulteriore interpretazione del grado può essere: OSCILLAZIONE fra PRAGMATISMO (per il quale l’Uno è Tutto) e ASCETISMO (Tutto è Uno), ovvero l’atto di emanciparsi (pattinaggio) dalle narrazioni su cui non si ha possibilità di avere riscontro (lo stagno gelato). Pattinare equivale ad oscillare verso un luogo, quindi a trascendere ed emanciparsi dai costrittivi dualismi biologici che ci condurrebbero alla polarizzazione; inoltre, il fatto che a pattinare siano dei bambini ricorda la Funzione Trascendente come formulata da Carl Gustav Jung e chiamata altrove “istinto di gioco”.

Il Sole al 24° dei Gemelli suggerisce dunque l’atto di trascendere le limitazioni e l’entropia e questo si proietta, e quindi si riflette, nella Luna che è nel grado opposto, il 24° di Sagittario:

UN UCCELLO AZZURRO APPOLLAIATO SUL CANCELLO DI UN CASOLARE.

NOTA CHIAVE: La ricompensa che soddisfa ogni sforzo di integrazione in un ambiente sociale per coloro che rimangono fedeli a se stessi.

L’uccello azzurro è un simbolo di felicità, ma si riferisce anche a ciò che si potrebbe chiamare una mente orientata spiritualmente, a cui corrisponde il colore blu, specialmente quando viene menzionato un “uccello”. Un casolare è normalmente parte di una comunità e l’implicazione è che i suoi abitanti sono ben adattati, sia alla vita della comunità, sia al loro stare insieme più o meno isolati.

Questo è un simbolo del quarto stadio e suggerisce che la tecnica essenziale per vivere con successo è lo sviluppo di una coscienza in cui dimorano pace e felicità. C’è anche un suggerimento che la BUONA FORTUNA benedirà la tua vita.

Dane Rudhyar

“Somewhere, over the rainbow, bluebirds fly”

Over the Rainbow, Il Mago di Oz

L’uccello azzurro quale simbolo di protezione e buona fortuna è rintracciabile in molte culture, come quella cinese in cui è l’animale sacro di Xi Wangmu (la ‘Regina Madre dell’Occidente’), una dea o una regina delle fate protettrice delle donne reiette a seconda del periodo storico, oppure si trova nelle fiabe e nell’immaginario della letteratura russa, quale simbolo di speranza. Anton Ivanovič Denikin (1872 – 1947) ha raccontato lo stato d’animo della marcia su ghiaccio dell’esercito volontario, sconfitto nella guerra civile russa, come segue:

Siamo passati dalla notte oscura e dalla schiavitù spirituale al vagabondaggio sconosciuto, alla ricerca dell’uccello azzurro.

Per riuscire in questo periodo occorrerà non solo sviluppare una tecnica per muoversi al di sopra delle limitazioni ambientali ma anche proiettare – e quindi desiderare – un ideale di gioia, speranza e completezza spirituale, rappresentato dall’uccello azzurro. In questo modo il nostro pattinare sarà indirizzato dalla vera volontà verso una meta più alta e sottile del mero esercizio fisico e psichico.

Conclusione: Un anno in un libro

Al fine di comprendere i simboli di questo lungo discorso sugli Ingressi Stagionali, affrontato sin dall’equinozio di Primavera e che si progetta di protrarre per tutto l’anno, consigliamo la lettura del libro La Storia infinita di Michael Ende.

Molti di noi conoscono, tramite il film del 1984, solo alcune delle avventure di Atreyu – che del romanzo costituiscono meno della prima metà – alla ricerca di un Salvatore che possa trionfare sull’entropia rappresentata dal Nulla. Questo Nulla si annida dentro ogni individuo e distrugge il regno di Fantàsia trasformando i suoi abitanti in menzogne, in pratica spinge l’umanità a negare l’esistenza stessa della fantasia. Il risultato di ciò è l’inaridimento e il raffreddamento dell’evoluzione, sia individuale che sociale, e il conseguente ritorno ad uno stato “animale” che contempla solo potere, possesso, contesa col prossimo e territorialità (chi ricorda il terribile lupo mannaro Gmork?).

D’altro canto, anche Fantàsia stessa non è scevra da pericoli poiché si rischia di rimanerne intrappolati e perdere così ogni contatto con la realtà oggettiva; nella seconda parte del libro l’eroe protagonista diventa infatti Bastian stesso, che (spero mi si perdoni il dovuto spoiler) grazie al potere dell’amuleto Auryn realizza ogni proprio desiderio, diventando gradualmente l’immagine ideale di sé ma perdendo al contempo anche la memoria di quando era un semplice bambino. A causa di ciò rischierà quindi di diventare un tiranno.

Nel periodo dell’Equinozio di Primavera si è sperimentato un processo simile alla prima parte del libro, in cui come Bastian, abbiamo osservato le nostre potenzialità riflesse in una narrazione esterna, grande e terribile, della quale abbiamo desiderato essere parte. Di conseguenza quel potenziale è maturato in noi e così abbiamo realizzato come da un grande potere derivino grandi responsabilità.

Nel Solstizio d’estate, ci rendiamo conto di dover essere protagonisti e non solo spettatori della storia, ma per esserlo fino in fondo dobbiamo sviluppare una qualità trascendente del pensiero della quale si è discusso in questo articolo: in parole semplici impariamo a fare di necessità virtù.

Poi, dall’Equinozio di Autunno starà a noi saper sfruttare al meglio quel potenziale per indagare, con le dovute precauzioni, la realtà ancora sconosciuta dei processi occulti che conducono alla tirannia o al caos; una consapevolezza che potrebbe essere veleno o medicina a seconda di come la sapremo assimilare.

Il Solstizio d’Inverno sancirà infine il ritorno verso la strada di casa, fatto di saggezza.

ARTICOLO DI PAOLO DEL CASALE  “All’età di 11 anni viene travolto dalla passione per i tarocchi e, nel tempo, questi lo hanno guidato attraverso lo studio e la pratica della magia e del Thelema in particolare, in forma sia rituale che etica. In età più matura si interessa alla psicologia di ispirazione junghiana e al modello interpretativo della personalità chiamato Big 5, nonché allo studio della bioenergetica di Lowen. L’astrologia con i suoi simboli è per Paolo il mezzo supremo per dare significato profondo alla realtà, alla filosofia e alla spiritualità.”
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