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Tag: pianeti

Traduzione da Latino a Italiano: Ranzovius, versi sui 7 pianeti da Tractatus Astrologicus De Genetliacorum

Nel percorso di Astrologia Tradizionale e Natura delle Cose, ci siamo imbattuti in alcune indicazioni di Ranzovius (Steinburg, 11 marzo 1526 – Breitenburg, 31 dicembre 1598 è stato un astrologo, umanista e generale tedesco) sui sette pianeti, descritti dall’autore in stile poetico, allegorico ed evocativo. La versione in latino è stata gentilmente trascritta in italiano da uno dei partecipanti al Gruppo 2024 e che ringrazio per la gradita traduzione.

I versi sono presentati da Ranzovius come “introduzionealle nature dei sette pianeti, nel suo Tractatus Astrologicus De Genetliacorum; lo stile poetico e allegorico intende risaltare alcune nature proprie dei luminari e dei cinque erranti, ogni verso richiederebbe un commento specifico sul perché di certe attribuzioni che non mancherò di proporre in futuri approfondimenti.

 

SATURNO

Corrompendo con l’odio e la peste maligna, il vecchio munito di falce divora i mortali con bocca crudele. Quando le sue labbra livide impallidiscono sempre in modo singolare, l’invidia serba nel cuore e un’occulta ambizione. Ripugnante, inerte, freddo sotto il petto resta intorpidito. Soccorre l’erede, fende col vomere la terra. (In altre parole) La nera faccia di vecchio, il passo lento, l’orribile barba, la chioma canuta, le membra consunte dalla vecchiaia. Tuttavia è dotato di ingegno e di spirito valente, ma sempre di gelo eterno rattrista la terra.

GIOVE

Dal suo astro giocondo rifulge sulla terra. Giove, donde viene detto padre benigno, ha in custodia leggi e giudici, fori, templi e città. Illustre per giustizia, fiorente di retti consigli, fa i graditi ai potenti; amante dell’onestà, solleva le nascite umili a più alta condizione.

MARTE

Ecco l’igneo Marte che scintilla di rossa luce. La bile ribollente suscita le accensioni del cuore. Gli sono graditi l’ira, la rabbia, il furore, le armi, la ferocia, la strage, il tradimento, la guerra e la rivolta. Più spesso arreca chiara fama di vittoria. Fa le liti da saccheggi e spartizioni. (In altre parole) Sotto Marte regnano l’inganno, il bottino, la strage e la violenza. Il tradimento, la guerra, il sacro si mescola al profano.

SOLE

Sole, occhio del mondo, autore della vita e della luce, solo l’uomo nel suo splendore ha il nome del sole. Crea i magnanimi, i giusti e spesso i superbi, colloca sul trono i re e i condottieri. Fa i longevi e i famosi per autorità, col suo potente favore reca splendidi doni da parte dei re. (in altre parole) Genera il Sole i sovrani splendidi, i giusti e talvolta i superbi, i forti d’animo, i nati sotto una buona stella.

VENERE

Vicina al Sole risplende Venere dal volto dorato. Attraente, graziosa per bellezza, regge i diritti dei potenti. Ama la gioia, le danze, i divertimenti, predispone l’ozio, da lei nasce l’amore e si genera il gioco. Gioisce della primavera, feconda la terra e l’acqua, concede agi alle nozze, le rende felici con la dote. (in altre parole) Apre la luce e schiude ai mortali il giorno datore di vita quando Venere subito flette il corso verso il Sole. A Venere sono riferibili gli uomini garbati, i profumi, la poesia, l’adulterio, i piaceri, la raffinatezza, i dolciumi, il lusso.

MERCURIO

Lieve Mercurio nell’etere si muove lungo brevi giri. Incostante, vario né si arresta immobile. Elargisce acutezza d’ingegno e versatilità nelle arti. Soave oratore a parole, poeta con la lira. E’ un abile mercante; mutevole, applica l’intelligenza al bene, la applica al male. (in altre parole) Mercurio forma i poeti divini nella loro arte, gli scaltri, i dotti, i dotati di parola suadente, i fedeli.

LUNA

La Luna risplende nelle umide tenebre con la candida luce del fratello (il Sole): crea i corpi carnosi, abita le rive erbose, solca gli azzurri flutti del mare. Nell’universo prende per sé l’ultima sfera (lett. “l’ultima casa”). Dona le nozze, dissolve regni e città, instabile muta le condizioni di vita. (in altre parole) L’astro della Luna è fugace, amico delle tenebre e della notte, femminile, vacuo, ombroso, mutevole, vano.

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La Natura dei Pianeti (caldi freddi secchi umidi) secondo il Metodo del XVI secolo

La natura dei pianeti, vista attraverso caratteri umorali e temperamentali connessi al caldo freddo umido secco, è un approccio allo studio delle qualità espressive degli astri nei loro significati accidentali o naturali. Ovvero stabilire se un pianeta rispetta la sua “condizione innata” o meno, può aiutarci a valutare la qualità esplicitante od espressiva degli astri, unitamente ad ulteriori criteri di valutazione.

NATURA PROPRIA DEGLI ASTRI

Saturno ha natura propria Fredda e Secca.

Giove ha natura propria Calda e Umida.

Marte ha natura propria Calda e Secca.

Venere ha natura propria Fredda e Umida

Mercurio ha natura propria multiforme ma in genere è considerato migliore quando freddo e secco.

La Luna ha natura fredda e umida specialmente in fase calante, quando la fase è crescete vede diminuire la condizione del freddo a beneficio di un po’ di calore.

Il Sole ha natura propria calda e secca ma la sua esplicitazione dipende dai caratteri stagionali.

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PIANETI ORIENTALI RISPETTO AL SOLE

Secondo la disposizione degli astri rispetto al Sole e in base al segno che occupa, il pianeta può vedere confermate le sue nature proprie, oppure vederle in un certo senso compromesse nel bene o nel male, dipende dai casi.

I Pianeti orientali rispetto al Sole sono quelli che “sorgono prima del Sole”. In questo caso avremo un cambiamento della natura propria:

Saturno quando è orientale tende ad essere Freddo e Umido.

Giove quando è orientale tende ad essere Caldo e Umido.

Marte quando è orientale tende ad essere Caldo e Secco.

Venere quando è orientale tende ad essere Calda e Umida.

Mercurio quando è orientale tende ad essere Caldo.

PIANETI OCCIDENTALI RISPETTO AL SOLE

I Pianeti occidentali rispetto al Sole sono quelli che “sorgono dopo il Sole”. In questo caso avremo un cambiamento della natura propria:

Saturno quando è occidentale tende ad essere Secco.

Giove quando è occidentale tende ad essere Umido.

Marte quando è occidentale tende ad essere Secco.

Venere quando è occidentale tende ad essere Umido.

Mercurio quando è occidentale tende ad essere Secco.

IL RUOLO DEL SEGNO OCCUPATO

Il pianeta acquisirà valori umorali anche in base al segno occupato.

I segni di Fuoco ariete leone sagittario concederanno Caldo e Secco.

I segni di Terra toro vergine capricorno concederanno Freddo e Secco.

I segni di Aria gemelli bilancia acquario concederanno Caldo e Umido.

I segni di Acqua cancro scorpione pesci concederanno Freddo e Umido.

LA NATURA DELLA LUNA

Per giudicare la qualità umorale o temperamentale della Luna valuteremo il segno che occupa e la fase in cui si trova:

La Luna dal novilunio al primo quarto crescente è Calda e Umida.

La Luna dal primo quarto crescente al plenilunio è Calda e Secca.

La Luna dal plenilunio al secondo quarto calante è Fredda e Secca.

La Luna dal secondo quarto calante al novilunio è Fredda e Umida.

LA NATURA DEL SOLE

Secondo il metodo del XVI secolo la natura del Sole si giudica dai segni in base al decreto stagionale, ne consegue che:

Il Sole nei segni primaverili che sono Ariete Toro Gemelli tende ad essere Caldo e Umido.

Il Sole nei segni estivi che sono Cancro Leone Vergine tende ad essere Caldo e Secco.

Il Sole nei segni autunnali che sono Bilancia Scorpione Sagittario tende ad essere Freddo e Secco.

Il Sole nei segni invernali che sono Capricorno Acquario Pesci tende ad essere Freddo e Umido.

LA SOMMA DEI CARATTERI PRIMI

Secondo il Metodo del XVI secolo dobbiamo quindi valutare:

  1. Il segno occupato dall’astro
  2. La sua posizione rispetto al Sole

Queste informazioni ci daranno il carattere accidentale del Pianeta. Tuttavia è anche da valutare la condizione dell’astro nella sua “distanza” o “vicinanza” al Sole, nonché l’interazione a certi quadranti, a certe stelle fisse, e ad ulteriori variabili che possono modificare la condizione umorale del pianeta. Seguendo però il metodo del XVI secolo, e senza complicarci la vita eccessivamente, giudicheremo l’orientazione dell’Astro e il segno che occupa, facendo poi un calcolo aritmetico di fusione o di elisione. Vediamo alcuni casi pratici.

  1. Saturno orientale al Sole nel segno dei Pesci: Saturno essendo orientale tenderà ad essere FREDDO E UMIDO. Saturno occupa un segno di Acqua quindi FREDDO E UMIDO. L’equazione che ne deriva è FF+UU che quindi ci dà come valore finale F + U. Saturno esprime un carattere Freddo e Umido.
  2. Marte è occidentale e nel segno del Cancro: Marte essendo occidentale tenderà ad essere SECCO. Marte occupa un segno di Acqua quindi FREDDO E UMIDO. L’equazione che ne deriva è F + US. 1 carattere umido annulla 1 carattere secco. Quindi Umido e Secco si annullano. Rimane Freddo. Marte occidentale e nel segno del Cancro tenderà ad essere Freddo.
  3. VENERE è orientale e nel segno del Toro: Venere essendo orientale tenderà ad essere CALDO E UMIDO, è poi in un segno di terra che è FREDDO E SECCO. L’equazione che ne deriva è CF + US. In questo caso abbiamo la presenza di tutti e quattro i caratteri primi (caldo freddo umido secco), non vanno annullati ma si considera una “condizione di equilibrio”.
  4. GIOVE è occidentale nel segno Ariete. Giove essendo occidentale è UMIDO. Si trova in un segno di fuoco CALDO E SECCO. L’equazione ci darà C + US. Umido e Secco si annullano, rimane C. Giove tenderà ad esprimere una natura calda.
  5. Per la Luna considereremo la sua fase lunare unitamente al segno occupato.
  6. Per il Sole considereremo i decreti della stagione.

A COSA SERVE CONOSCERE QUESTE INFORMAZIONI?

Il metodo può rientrare nel computo del temperamento, proprio in riferimento al metodo del XVI secolo. Dunque, è stato utilizzato all’interno dei computi temperamentali.

Personalmente lo uso anche per conoscere la condizione di un pianeta all’interno dei suoi significati accidentali e naturali. Un pianeta che rispetta le sue condizioni naturali è a suo agio e riesce ad esprimersi meglio, rispetto a quando è contrario alle condizioni proprie.

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Descrizioni immagini allegorie dei 7 Pianeti

È evidente che i cinque pianeti erranti Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, unitamente ai due luminari Sole e Luna, sono stati – nel corso della storia della letteratura astrologica e non solo – soggetti a deduzioni e analogie complesse che avevano lo scopo di identificare, attraverso vari attribuiti, le loro più intrinseche e complesse nature. Una delle attribuzioni più interessanti è quella tra “figure di persone” e “pianeti”, quindi la figura di un vecchio, di un bambino, di una donna, eccetera; come ricorrenti sono anche le figure di divinità associate alle nature dei pianeti. Queste attribuzioni le incontriamo da sempre, per esempio le rintracciamo nelle analogie provenienti da Doroteo di Sidone (I secolo), Tolomeo (100-170), Antioco (II secolo), Vezio Valente (120-175), Firmico Materno (IV secolo) e via dicendo. Si rintracciano attribuzioni anche in numerosi manoscritti bizantini e continua in tutta la letteratura medievale, per esempio in Retorio (VI-VII secolo), Al-Kindi (circa 800-873), Albumasar (787-886), e via dicendo. Complesse analogie arrivano anche dal periodo XIII e XIV secolo, in particolare incontriamo interessanti corrispondenze in Liber introductorius di Michele Scoto. Molto interessante anche la Genealogia deorum gentilium di Giovanni Boccaccio che pur non propriamente un testo astrologico, fornisce attribuzioni riconducibili alle analogie astrologiche chiaramente prese da testi precedenti. Ciò che si osserva in questa lunga letteratura è che i pianeti sono stati investiti di attributi diversi: nature e analogie legate ai colori, ai costumi, a immagini di persone, a ruoli sociali, a questioni culturali, ma anche ad attributi divini. Ai pianeti sono associati anche i caratteri primi dove distinguiamo

  • il caldo e l’umido che sono propri della germinazione e sussistenza della vita, freddo e secco che sono contrari alla vita;
  • il caldo estremo come l’umidita estrema tendono ad essere visti come umori che producono eccedenze, reazioni violente, lascività per l’umidità eccessiva, irascibilità per il caldo eccessivo;
  • mentre freddo estremo come secco estremo tendono ad essere rappresentati come caratteri che irrigidiscono le attività umane, l’eccessiva razionalità come anche l’eccessivo dominio tirannico e opprimente, costringente;
  • il freddo e il secco non eccessivi sono associarti anche all’analiticità e alla razionalità;
  • il caldo e l’umido non eccessivi alla magnanimità.

SATURNO

In Abû Ma ́šar Saturno è tradizionalmente posto con analogie cupe: la sua natura è secca, fredda, amara, feroce, ruvida, nera e oscura. È associato ai lavori agricoli, al possedimento di proprietà, ai lavori sui terreni agricoli quanto edificabili, alla costruzione su acque e fiumi, alla misurazione di cose, ma anche benessere derivante dal lavoro della terra, quindi ricchezza quanto all’avarizia fino alla povertà assoluta. Si riferisce a lunghi viaggi ma anche all’assenza quindi all’esilio, all’estraneità, alla solitudine e all’asocialità, alla rigidità, al ripiegamento su sé stessi, alla prigionia, schiavitù, vita dura, privazioni, reclusione, perdita, morte, orfanità, vecchie cose, anzianità, cose vecchie, nonni, padri, uomini anziani. Saturno è anche associato alla prudenza, comprensione, all’esaminazione e alla considerazione, alla lunga contemplazione, nonché alla sincerità. Troviamo associazioni connesse alla malizia, violenza, tirannia, astuzia, inganno, slealtà. Queste attribuzioni le troviamo anche in Alcabizio, Vezio Valente, Doroteo. Mentre Michele Scosto nel suo Liber de signis fornisce questa descrizione: “Se ci si chiede perché Saturno sia rappresentato come un vecchio, la ragione è da dare alla qualità del suo cammino, infatti esita molto a completare il suo percorso attraverso i segni. Indica gli uomini anziani, i tristi amministratori di patrimoni e tutte le cose ponderose. La falce di Saturno simboleggia la vivacità con cui chi nasce sotto di lui accetta sempre il buon destino, perché taglia tutto ciò che trova e lo toglie dal suo posto […] Sotto l’influenza di Saturno, i contadini, gli operai e i poveri nascono senza conoscenza ed egli concede facilmente le arti usuranti senza grandi scritti e senza la sagacia della scienza. Saturno è rappresentato come segue: Ha un viso lungo, magro e deforme come un vecchio, con la fronte calva, i capelli grigi e la barba lunga, indossa abiti scuri, ha una falce in mano, una lunga spada alla cintura, uno scudo sul braccio e un elmo sulla testa”. Saturno è tradizionalmente associato al colore nero e alla rappresentazione della peste e della corruzione, della transitorietà, della costrizione, della caducità, del torpore, della povertà, della vecchiaia, dell’infermità, della morte, dei prigionieri e dei condannati. Per i Babilonesi, Saturno era anche la stella assegnata agli Ebrei. L’attrezzo della falce posseduta dalla divinità Saturno-Crono è un chiaro riferimento alla funzione di Saturno come dio della terra e dell’agricoltura quindi Dio della mutilazione di Urano (padre di Saturno-Crono). Nelle rappresentazioni pittoriche, incontriamo spesso Saturno con una falce e un drago che si morde la coda, sottolineando così l’aspetto temporale di Crono come Chronos (signore del tempo). I segni zodiacali a cui è assegnato Saturno sono il Capricorno e l’Acquario. I figli di Saturno con poche eccezioni erano rappresentati esclusivamente come malvagi, associati alla vita di corte ma dotati di lati oscuri. La stessa nascita di Saturno come divinità ha una chiara derivazione che ci riconduce alla terra e al lavoro agricolo, Saturno nasce dall’unione del Dio dei Cieli con la Dea della Terra. Saturno è stato da sempre associato al lavoro della terra e alla rigenerazione della natura e questo significa soprattutto fatica, sporcizia e un basso status sociale: i conciatori, i macellai, i tagliapietre, i cambiavalute, gli scorticatori, i mastri d’ascia o i boia. Un’ulteriore espressione di costrizione e rigidità è rappresentata da limitazioni fisiche chiaramente riconoscibili a Saturno come la paralisi, la storpiatura o l’amputazione. Con l’inizio del XVI secolo, Saturno viene presentato anche all’interno del discorso della melanconia e comincia ad acquisire anche valori più positivi come rappresentazione degli studiosi seri e rigorosi, di chi si occupa di materie o discipline elevate, nonché di scienze o dottrine occulte e segrete.

GIOVE

Le proprietà di Giove si riferiscono a quelle del dio babilonese Marduk. Quest’ultimo è associabile a concetti di amore per la giustizia. Giove è frequentemente associato ad una serie di figure sociali da esso influenzate come può essere un magistrato, un giudice, un presidente di un tribunale. Abū Ma’šar, nella sua Introduzione all’astronomia, descrive Giove come caldo e umido, arioso e temperato mite e rispettato, molto lodevole e prudente, e dice che è il più adatto a resistere al pericolo. È anche audace, generoso, comprensivo, riflessivo, un vero amante, un amministratore ardente, un amico del bene, un nemico del male e un amico dei principi e dei potenti, è portatore dello spirito naturale, della vita dotata di bellezza, in analogia ai saggi, ai dotti, agli avvocati, ai giudici, ai riverenti. Michele Scoto, nel suo Liber de signis, dà le seguenti indicazioni: “Come pianeta, Giove è rappresentato come vecchio piuttosto che giovane, perché, in effetti, compie il suo percorso con qualche esitazione, e ciò avviene entro dodici anni. Indica coloro che sono saggi e temperati nelle azioni umane, i grassi e i sanguigni, i nobili, chierici e i prelati come il papa, i cardinali, i vescovi e gli altri prelati e altre figure connesse al clero. E tra i laici governa i legislatori, i giudici e i ricchi. […] Egli è sempre rappresentato con una buona veste, perché deve dare buona speranza e buona fortuna a coloro che nascono sotto di lui. Giove è la buona reputazione, la pace e la buona posizione, e il cammino verso la ricchezza. Il bastone di Giove (che troviamo spesso raffigurato in numerose pitture della divinità) indica la dignità che deriva dalla ricchezza, la guida di una città o il comando di un castello, ecc. La pelle di animale con cui è vestito Giove indica l’investitura da giudice o legislatore. I guanti del falconiere, che tiene in mano in alcune rappresentazioni allegoriche, indicano una vita confortevole, sia per lui che per gli altri. […] Giove è rappresentato come segue: ha un viso pieno, una figura piacevole e una carnagione gradevole, assomiglia a un quarantenne con i capelli biondi e la carnagione gradevole con poca barba. In testa porta una berretta e una mitra e sulle spalle un mantello di pelliccia. Nelle mani porta guanti da falconiere, alle dita anelli con pietre preziose e alla cintura un astuccio e altre cose. Come un giudice è vestito con abiti ricamati”. A partire dalla metà del XV secolo, aumenta anche il numero di raffigurazioni di Giove rappresentato in posizione seduta e circondato da molti libri o in una posizione giudicante. Una delle attività più frequentemente rappresentate dei figli di Giove è la caccia che era un privilegio speciale riservato alla nobiltà. In astrologia i segni di Giove sono quello del Sagittario e quello dei Pesci.

MARTE

Già nell’antica astrologia babilonese Marte era associato alla guerra e alla violenza. Per il suo colore rossastro, visibile anche a occhio nudo, era anche associato all’elemento fuoco. Si diceva che avesse una qualità calda e secca e un temperamento collerico. Era considerato il “principale disturbatore tra gli astri convertibili” ed era dio della peste e dei morti, era visto come portatore di sventura e di rovina. I nati sotto la sua influenza erano anche considerati malvagi e corrotti. Si riteneva che avessero una propensione alla guerra, alla violenza in ogni sua forma, alla rapina e all’omicidio, e all’incendio doloso. La descrizione di Marte e dei suoi figli, scritta da Michele Scoto all’inizio del XIII secolo, recita come segue: “Marte è rappresentato come un giovane uomo. Infatti, come un giovane uomo forte si fa strada rapidamente, così fa Marte, che completa il suo percorso entro due anni. […] Egli denota […] il maschile e il collerico, i malfattori e gli uomini d’arme, le conflagrazioni e le risse, i guardiani notturni e le guardie notturne, i sanguinari e le guardie notturne, i macellai, i fabbri. Inoltre, chiama l’uomo nato sotto di lui uno che ha cattive prospettive sotto ogni aspetto. […] E se dovesse essere buono, ma non vuole esserlo, deve usare tutte le armi per nuocere agli altri e per danneggiare gli altri e per difendersi. Per questo motivo le sue armi simboleggiano una guerra feroce e furiosa, motivo per cui chi nasce sotto di lui condivide poco il bene e molto il male. Marte è rappresentato come segue: Ha un viso allungato e giovanile e una pelle secca, occhi sporgenti e capelli rossi simili. In testa porta un elmo e un cappuccio con decorazioni. In mano tiene un berretto (elmo). Ha una lancia e uno scudo, indossa un’armatura sulla schiena, un’armatura per le gambe e delle protezioni sugli arti inferiori. Ha anche una balestra armata e una faretra piena di frecce”. Questo spettro di caratteristiche negative e le relative modalità di rappresentazione rimasero saldamente radicati nel mondo del pensiero fino al primo periodo moderno. I segni di Marte sono lo Scorpione e l’Ariete.

IL SOLE

Si pensa che l’origine del culto del Sole sia da ricercare in Asia Minore. Apollo (lo splendente,
latinizzato: Phoebus) era equiparato al dio del sole Helios in epoca ellenistica. I platonici lo interpretarono come il non-molteplice e videro in questo un riferimento all’Uno, il più alto e assolutamente trascendente. Il Sole è il centro dei sette pianeti. Secondo Tolomeo è la causa delle quattro stagioni, del giorno e della notte. I suoi figli sono descritti da Antioco come dominatori dei capi, da Doroteo come saggi e da Abū Ma’šar come “vincitori”. Di norma è in analogia agli uomini caratterizzati da posizioni sociali elevate: Re, generali, comandanti. Michele Scoto, nel Liber de signis, dà indicazioni concrete: “Il Sole è rappresentato con quattro cavalli, due dei quali sono maschi e due femmine. […] Il nome Solus deriva dal fatto che è unico (solus) nella sua luce e che sorge e tramonta giorno dopo giorno, è un Dio conosciuto (o conoscibile, visibile). […] è disegnato come una figura senza barba, perché la sua natura non cambia quando sorge o tramonta, proprio come Luna, che presto cresce e presto scompare, ecc. Perciò è un giovane e fresco, sempre al lavoro senza subire alcun sforzo […] Nella rappresentazione allegorica il Sole dirige una quadriga, perché questa quadriga significa l’anno nella sua divisione nelle quattro stagioni attraverso le quali corre e completa l’anno. Per questo motivo i quattro cavalli che tirano la quadriga sono rappresentati due di loro dopo una parte del mondo e gli altri due dopo l’altra. […] Nella mano sinistra è posta la mela del mondo e una candela eretta con tre fiamme come segno della Trinità divina, la cui luce illumina tutti gli uomini. E questa immagine mostra il suo aspetto nell’etere”. Di conseguenza, gli ambienti collegati alla natura solare sono solitamente aulici. Le persone associate alla natura del Sole conducono una vita ricca, radiosa, vivace e pacifica, senza carichi di lavoro. Nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, lo sport era parte integrante della vita di tutti i giorni ed è stato spesso associato ad attività solari. La massima personificazione del potere del sole è presentata come radiosa e sicura di sé, è in analogia al governante laico o ecclesiastico. Alcuni figli del sole sono anche caritatevoli. L’esempio del Sole generoso sembra incoraggiarli a donare la loro abbondanza ai meno fortunati. Occasionalmente, i figli del sole fungono da medici. Probabilmente in origine era un riferimento alla competizione musicale nota tra Apollo e Pan della mitologia romana, anche la musica svolge un ruolo: in analogia al Sole possono comparire musicisti, ad esempio nelle bande di Alta. I loro strumenti speciali si riferiscono anche ad un gioco (o ad una attività ludica) destinata ai nobili e ai cittadini ricchi. Il Sole governa il segno del Leone.

VENERE

Nelle raffigurazioni di Venere i suoi figli, ovvero allegria, sensualità, piacere, fertilità, regnano sovrani. La fertilità domina la scena di Venere. Gli elementi associati al pianeta sono l’amore, la bellezza, l’arte e la convivialità in altre parole, tutto ciò che è attraente e suscita desiderio. Michele Scoto ne delinea la rappresentazione nel Liber de signis: “Venere è rappresentata come una persona più giovane di Sol, perché completa il suo percorso attraverso i segni più rapidamente. […] Ella denota il licenzioso e lo scherzoso […] e conferisce bellezza. Perciò è disegnata come una figura che fa presagire uno stato di buone prospettive per chi nasce sotto di lei. Per questo motivo la corona che porta in testa simboleggia allegria e sagacia. I capelli fini simboleggiano il profumo della rosa e il piacere dei sensi. I gioielli e i ricami delle sue vesti la virtù che attrae naturalmente gli altri verso di lei in modo che vogliano stare con lei. I suoi modi gentili simboleggiano la virtù sensibile di penetrare gli altri con amore. La fascia sulla fronte, un oggetto spesso rintracciabile in alcune allegorie, denota anche la sua licenziosità. Venere è rappresentata come segue: ha un viso ben modellato, né lungo né completamente rotondo, di media pienezza, bianco e di colore sano, occhi instabili, seno alto, capelli biondi, un’acconciatura alla moda con riccioli alle tempie e bei vestiti, vestita di gioielli e abiti ricamati”. Boccaccio, nella sua Genealogia Deorum Gentilium, il manuale di miti popolari del Rinascimento, attribuisce questi concetti a Venere: “[…] prende sotto la sua tutela le colombe (un chiaro riferimento al mito). Queste colombe sono poste sotto la cura di Venere perché sono uccelli che si accoppiano frequentemente e si riproducono quasi costantemente; quindi, sono considerate sotto la schiavitù di Venere a causa dei loro frequenti accoppiamenti […] Per questo si dice che i libidinosi sono sotto la tutela di Venere, perché sono sempre coinvolti nella lascività che appartiene alla professione di Venere. Le viene quindi attribuito un carro planetario perché, come gli altri pianeti, si muove in un continuo movimento continuo. Il fatto che il carro sia trainato da cigni può avere diverse ragioni: o perché il loro colore bianco rappresenta lo splendore femminile o perché cantano in modo così dolce, soprattutto poco prima di morire, che questo canto è molto attraente per gli innamorati persi nel loro desiderio eccessivo. Il mirto le viene attribuito sia perché, come dice Hrabanus Maurus è originario delle coste marine, e si dice che Venere venga dal mare, oppure perché si dice che il suo profumo provochi l’amore. Oppure, come dicono i medici, perché fa molte cose buone per le donne, o perché dalle sue bacche si può ricavare una sostanza speciale per stimolare la passione e poi intensificarla. Lo conferma il poeta Sutrio, che presenta la prostituta Glicone come segue: “Portami del mirto, affinché io mi getti più vigorosamente tra le braccia di Venere”. La rosa è il suo fiore perché ha un profumo”. Un altro attributo è lo specchio che rappresenta la bellezza. Occasionalmente un giardino come luogo di svago e piacere, o un giardino d’amore come luogo di piacere fisico e dissolutezza, sono associati a Venere. I figli di Venere, inoltre, sono spesso rappresentati come amanti, danzatrici, musici. Anche le frequenti raffigurazioni dei bagni fanno riferimento alla lussuria carnale. Perché una condizione per il successo amoroso e sessuale era l’igiene personale. Entrambi i sessi dovevano liberarsi da odori sgradevoli per non essere costretti e risultare più attraenti agli occhi (e ai sensi) dell’amato. Le scene dei bagni termali sono della natura di Venere, come anche le scene orgiastiche e sessuali, o di lascività. Oltre alla sessualità per puro piacere carnale, anche la golosità era considerata un qualcosa appartenente alla natura di Venere. I segni in cui Venere incontro la sua dimora sono il Toro e la Bilancia.

MERCURIO

Poche divinità romane hanno un significato così multiforme come Mercurio: la varietà e la diversità delle sue cariche e dei suoi compiti, nonché le affermazioni contraddittorie sulla sua origine, hanno portato a una complessa trattazione del suo significato già nell’antichità. Numerose raffigurazioni della Genealogia Deorum Gentilium di Boccaccio, Mercurio è descritto come l’araldo degli dei e l’interprete delle loro parole. Allo stesso tempo il poeta sottolinea la sua velocità, simboleggiata dall’aggiunta dei calzari alati. Accenna anche alla sua capacità di prendere o dare il sonno – espressa dal caduceo, attorno al quale si avvolgono due serpenti dotati quindi di potere ipnotico. Michele Scoto descrive Mercurio nel suo Liber de signis in questo modo: “Mercurio è rappresentato come un giovane uomo, barbuto, perché completa la sua orbita più rapidamente del Sole e di Venere. Denota i saggi, che sono in un certo senso simili agli antichi, e in parte i malinconici. Per questo la corona con pietre preziose simboleggia una prelatura spirituale, un vescovato o un’abbazia, ecc. La brevità dei capelli, invece, indica la tonsura di un chierico. Lo scettro denota potere e dominio su molti che vivono dignitosamente sotto il suo virtuoso governo. Il libro simboleggia la saggezza. […] Mercurio è rappresentato come segue: Ha un viso medio sotto ogni aspetto viso, capelli rossi… Indossa un mantello intorno al collo e al busto e un bastone con doppi rami senza fogliame e un libro che simboleggia la saggezza”. Il dio planetario è raffigurato mentre viaggia nel cielo su un carro, spesso è accompagnato da una coppia di galli come animali da tiro. Come messaggero degli Dei della mitologia antica, simboleggia il principio della mediazione. Di conseguenza, i suoi figli si riferiscono al trasferimento di materiale, ovvero trasferimento di conoscenze e comunicazione. Rappresentano il commercio e la mercanzia e praticano mestieri artigianali come l’orafo, il costruttore di organi o l’orologiaio. In alternativa, sono rappresentanti delle sette arti liberali o delle belle arti perché sono discipline e professioni in cui si combina arte e ingegno, nonché abilità tecnica e manuale unita ad una necessaria e innata sensibilità”. Inoltre, Mercurio è considerato il pianeta responsabile degli studiosi. Pertanto, tra i suoi figli è di solito un calcolatore, un insegnante, uno scriba, un oratore o talvolta un medico. I segni di Mercurio sono Gemelli e Vergine.

LA LUNA

Nella cultura babilonese, la luna era il simbolo di Sin, il padre, e rappresentava l’archetipo della dignità e del dominio reali quindi in analogia alla dignità regale e del governo. Era considerata il “sovrano più eccelso”, a cui veniva conferito lo scettro, era l’astro più importante e non aveva alcun sovrano al di sopra di sé. Persino Šamaš, il Sole onniveggente, era subordinato a lui. Si presumeva che la Luna fosse iniziata a tutti i segreti del cosmo e le si attribuiva il titolo di “signore del cosmo” e le si attribuiva mitezza e disponibilità, che la facevano diventare anche un medico. La sua influenza sulla crescita era ripetutamente enfatizzata e la divinità maschile associata alla Luna era spesso chiamato dio della vegetazione. A causa della sua forma mutevole durante le singole fasi lunari, nella mitologia greca il satellite della Terra veniva chiamato dio femminile. Divinità femminili come Selene o Artemide, il principio materno di Hera, la divinità sotterranea, il mondo sotterraneo di Persefone, la magia di Ecate. Di conseguenza, la luna era chiamata “stella di Selene”, “di Artemide”, ecc. Dai Romani la dea della luna fu adottata e venerata come dea del mese. A lei era dedicato il tempio di Luna sul colle romano dell’Aventino. Dalla Repubblica romana, ci sono solo poche notizie di segni miracolosi legati a Luna. Nelle credenze popolari, tuttavia, la dea della luna aveva un ruolo considerevole: le venivano attribuite qualità come il divenire e il tramontare, la crescita e la fertilità.  Il dio del sole e la luna servivano insieme come immagine figurativa dell’eternità (sole che sorge, luna che scende). Dal momento che entrambi sembrano compiere rapidi movimenti sul firmamento fin dall’inizio sono stati raffigurati a cavallo di carri. L’astrologia della tarda antichità e dell’alto Medioevo descrivono la luna come umida. In Tolomeo, essa guida tutti i pianeti insieme al Sole e, secondo Iulianos, la Luna guida l’intero cosmo nel rango di regina dei cieli notturni. Tuttavia, si nota anche che la Luna non brilla da sola, ma è illuminata dal sole e che ha un’influenza proporzionante l’attribuzione del satellite della terra al segno del Cancro casa della luna ma anche segno del solstizio d’estate, una perfetta attribuzione che integra in sé tutti i significati della Luna. Avrebbe un’influenza sulla gravidanza, sulla forma del corpo, sul viso e sul matrimonio come riportato da Vezio Valente e Retorio. Valente descrive anche l’influenza sul reddito e sulle spese, sulle navi, case e viaggi. Abū Maʿshar menziona una connessione con la magia e le cose che ingannano le persone. Michele Scoto, nel Liber de Signis, dice della luna: “Alcuni pagani dicono che si riceve la corporeità dalla luna come si riceve lo spirito e la vita dal sole. E dicono che Luna è la protettrice delle vie e è una vergine […] Viene rappresentata con le corna, perché come le corna sono flessibili fino alla curvatura, così anche l’aspetto della Luna cambia […] È illuminata con due candele o torce nelle sue mani, una delle quali simboleggia la luce che riceve dal sole, e l’altra la luce che trasmette a chi sta sotto di lei (il mondo sublunare). […] Viene trasportato su un due o quattro animali, che rappresentano la velocità della sua orbita, che è più veloce di quella del sole […]”. In seguito, la luna fu considerata causa di malattie mentali e si disse che il suo bagliore aveva un effetto morboso. un effetto di formazione della malattia. Spesso si affermava che Luna era la dominatrice dell’elemento acqua.  Questo legame portava anche a rappresentazioni meno lusinghiere. In un manoscritto dell’astrologo italiano Andalò di Negro (1260-1334), le divinità planetarie sono presentate con ricchi abiti. Solo la luna è raffigurata come una ragazza che fa il bagno. La sua bassa posizione sociale serve ovviamente a legare questo dio planetario a una classe sociale non elevatissima. Altre attività associate alla luna hanno a che fare con l’acqua (pescatori, marinai, bagnanti, mugnai) o alludono all’incostanza e alla credulità delle persone. L’instabilità e la peregrinazione, il vagabondare, sono spesso immagini associate alla Luna.

FONTE
LE IMMAGINI DEI PIANETI SECONDO LA RICERCA “DIE MACHT DER STERNE” Planetenkinder: ein astrologisches Bildmotiv in Spätmittelalter und Renaissance di Annett Klingner

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Pseudo-Ptolemy, Iudicia (Stralcio)

Iudiciorum Ptolomei ad Aristonem filium suum liber

Signorum alia sunt masculini generis, alia feminini; feminini ut Taurus, Cancer, Virgo, Scorpio, Capricornus, Pisces. Alia sunt stabilia, alia instabilia, alia mediocria; stabilia ut Taurus, Leo, Scorpio, Aquarius, et hec sunt annorum; instabilia ut Aries, Cancer, Libra et Capricornus, que sunt dierum; mediocria Gemini, Virgo, Sagittarius et Pisces, et hec sunt mensium. Item eorundem alia sunt duorum negotiorum, alia unius; duorum veluti Pisces, Gemini, Virgo, Sagittarius; cetera alia sunt unius.

De planetis

Postquam autem turrium XII divisionem fecimus, quia per planetas earum magistros habent moderamentum ipsorum planetarum partitionem seu gloriam, atque dispositionem seu proprium eorum hospitium, atque officium non negligenda fore autumavimus, quibus studiose cognitis preteritorum, presentium, atque futurorum temporum doctrinam non ignorabitis.

De eodem

Planetarum igitur alii boni, alii mali, alii mediocres. Mali ut Mars et Saturnus, isti enim ubicumque inveniuntur vel permanent et adversantur atque diminuunt, preterquam suis scolaribus non adversantur sed prosperantur. Boni ut Iupiter et Venus, nemini quidem umquam obfuerunt, sed alienos atque suos ab illicitis quoad possunt tuentur; unde isti dicuntur pii, Mars et Saturnus impii. Alii mediocres ut Sol, Mercurius, Luna, mediocres ideo dicuntur quia suis bona ingerunt, alienis non multum mali sed mediocriter ingerunt. Item, alii veridici, alii falsidici. Veridici ut Sol, Venus, Iupiter; falsidici ut Saturnus, Mars; Mercurius et Luna cum veris veri, cum falsis falsi.

De natura planetarum

Saturnus quidem nature frigide et sicce, Iupiter calide et humide, Mars vero calide et sicce, ⟨Sol calide et sicce,⟩ Venus frigide et humide, Mercurius temperate quamobrem vertit se cito ad cuiuslibet naturam. Si enim fuerit cum bonis, bonus erit; si cum malis sive mediocribus, similiter reperietur. Luna frigide et humide nature nullatenus dubitetur, patet enim cum Luna iungitur Soli, semper emittit humiditatem et raro contingit non emittere humiditatem sui.

De nominibus turrium

Horum itaque turres XII sunt. Nomina igitur turrium apte positarum hec sunt: Aries, Taurus, Gemini, Cancer, Leo, Virgo, Libra, Scorpio, Sagittarius, Capricornus, Aquarius, Pisces. Quorum alia sunt calida et sicca et vigent in oriente, ut Aries, Leo et Sagittarius; alia frigida et sicca, ut Taurus, Virgo, Capricornus; alia calida et humida, ut Gemini, Libra et Aquarius, et vigere supradicta in meridie non dubitamus, hec vero in occidente vi[a]m suam exercere affirmamus; alia frigida et humida, ut Cancer, Scorpio et Pisces, suumque esse fore in septentrione, fili mi Eriston, non titubes.

FONTE
PTOLEMAEUS ARABUS ET LATINUS
LINK https://ptolemaeus.badw.de/start

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Brevi notizie dei pianeti, delle stelle fisse e dell’oroscopo di Anonimo

Manuale del 1783 letto dagli inquisitori e lo stesso autorizzato alla pubblicazione. Siamo negli ULTIMI ANNI di vita dell’inquisizione! Proprio nel 1783 per esempio, l’antico archivio inquisitoriale in Sicilia viene dato alle fiamme con una solenne cerimonia pubblica per celebrare l’abolizione dell’Inquisizione. Il testo pare essere ascritto a un certo Masson in “Catalogo poligrafico dei libri” presso li fratelli Reycends, librai in Torino ed in Milano.

E’ definibile “opuscolo didascalico”. Ci sono le descrizioni dei pianeti, anche le descrizioni delle immagini dei pianeti, l’attribuzione dei colori ai pianeti, delle erbe, e di altre cose, e poi alcune disquisizioni sulle stelle fisse, e sulla ripartizione delle 12 case celesti e della forza accidentale dei pianeti nelle 12 case.

Ho evidenziato un errore nel manuale, l’autore dice che la VII casa è “della cattiva sorte” e “gaudio di Marte” probabilmente intendeva associare tale virtù alla VI casa, come è noto da tutta la letteratura astrologica.

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Cavaliere Eyb (1450-1521) e le sue iconografie dei pianeti

Nel manoscritto di un Cavaliere Tedesco del XV-XVI secolo, un testo dal titolo “KRIEGSBUCH” (Libro della Guerra), incontriamo un vero e proprio manuale ricco di iconografie e grafici esplicativi sulle strategie di combattimento. Il manuale molto corposo (oltre 600 fogli) dedica 5 pagine alla rappresentazione iconografica dei Pianeti connessi alla Guerra che secondo il Cavaliere del testo sono Marte Venere Mercurio e i due luminari (sono estromessi Giove e Saturno). Per ogni pianeta è presente una didascalia manoscritta, che mi è stato per ora impossibile tradurre (si capisce giusto nell’iconografia di Marte che l’autore inizia descrivendo il pianeta come Marte o Ares e indicandone i caratteri bellicosi).


Ludwig VI von Eyb detto Il Giovane (1450 – 1521) nacque il 10 ottobre a Castel Sommersdorf in Baviera, figlio di Ludovico V Il Vecchio. Le prime testimonianze delle attività di Eby come soldato risalgono al 1470 (aveva solo 20 anni) quando accompagnò suo padre in una campagna militare nella regione di Brandeburgo. Nel 1476 si recò in Terra Santa per essere nominato Cavaliere, dopo il suo rientro sposò Margarete nel 1478.


Nel suo manoscritto dal titolo “KRIEGSBUCH” illustra le strategie militari e di combattimento, attraverso l’uso di cavalli ma anche di armi, ci sono numerose pagine che descrivono la lotta corpo a corpo e l’azione militare sul campo. Verso la fine del manoscritto dedica alcune pagine a delle iconografie chiaramente astrologiche proponendo solo i pianeti Marte, Venere, Mercurio con i due luminari Sole e Luna. Ognuno di questi pianeti viene raffigurato come un guerriero a cavallo, con stendardo. Sullo stendardo sono riportati i glifi del pianeta ovvero i luoghi di domicilio e di esaltazione. Nella parte bassa, ai piedi del cavallo, viene riportato il segno di caduta del pianeta.


Quello che colpisce da questo manoscritto è che siamo difronte a un manuale “pratico” inerente il sapere delle arti belliche, non è un libro di astrologia, ne l’autore è un astrologo anzi al contrario è un militare. Eppure inserisce alla fine del manoscritto delle allegorie planetarie raffigurando i pianeti delle “pulsioni” (Marte Venere) unitamente a Mercurio e ai due luminari, sottolineando in questo manoscritto l’importanza di questi astri, nell’averli a favore nel campo di battaglia. Testimonia come l’Astrologia fosse profondamente radicata nelle coscienze delle persone, in ogni mansione, in ogni lavoro, in ogni profilo umano, e sempre considerata o interpellata.


Seguono le iconografie ovvero i disegni realizzati dal Cavaliere Eyb nella rappresentazione dei Pianeti della Guerra (o che interessano un Cavaliere).

SEGUONO IMMAGINI SENZA DIDASCALIE

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