In antichità la concezione della malattia era rilegata allo studio delle discrasie, ovvero a quegli squilibri degli umori umani che corrispondevano all’insorgenza di patologie. Quando però una stessa malattia colpisce più persone ci si trova di fronte qualcosa di più complesso da spiegare con il solo squilibrio umorale-individuale. La peste nera fu una vera e propria pandemia, la cui origine è stata collocata in Asia centrale-settentrionale durante il XIV secolo; in Europa si diffuse in particolare dal 1346. In quei tempi la causa eziologica non era nota, infatti la peste nera è provocata da un terribile batterio chiamato Yersina pestis che è stato isolato solamente nel 1849, vettore e veicolo di questo microbo è un animale, il ratto. Inizialmente i ricercatori medievali furono disorientati dal fenomeno perché si riteneva impensabile la trasmissione di patologie da animale a uomo, ovvero tra specie diverse. La discrasia dei quattro umori del corpo – sangue flemma bile gialla e nera – fu quindi spiegata evocando Ippocrate che in “La Natura dell’uomo” afferma: “Allorché molti uomini son colti da una sola malattia nello stesso tempo, occorre imputarne la causa a ciò che v’è di più comune e di cui tutti in primo luogo ci serviamo: e questo è ciò che respiriamo”.

Nel 1348 Filippo VI interrogò la Facoltà di Medicina dell’Università di Parigi circa le cause e le motivazioni del morbo. L’università cercò di capire le cause del fenomeno utilizzando l’astrologia e studiando quindi i temperamenti. L’immagine del cielo che fu studiata è riferita alla data del 20 marzo 1345 ore 13:00, città di Parigi. La data non è casuale, ma è quella che i medici-astrologi indicarono come momento di una congiunzione importante, quella cara alla tradizione araba ovvero la congiunzione dei due architetti, pianeti superiori, Giove-Saturno. Di seguito riporto una parte di questa relazione, tradotta in inglese (e che io vi propongo in italiano) riportata dalla professoressa Martha Carlin, docente universitario della cattedra di Storia medievale, presso “University of Wisconsin-Milwaukee”, da una traduzione della professoressa Alexandra Cuffel docente di Storia medievale.

CAPITOLO 1 DELLA PRIMA PARTE: RIGUARDANTE LA CAUSA UNIVERSALE E DISTANTE – La causa lontana e prima di questa pestilenza era ed è la configurazione dei cieli. Nel 1345, un’ora dopo mezzogiorno del 20 marzo, ci fu un’importante congiunzione di tre pianeti in Acquario. Questa congiunzione, insieme ad altre precedenti congiunzioni ed eclissi, causando una corruzione mortale dell’aria intorno a noi, significa mortalità e carestia – e anche altre cose di cui non parleremo qui perché non rilevanti. Aristotele testimonia che questo è il caso in cui la mortalità delle razze e lo spopolamento dei regni avvengono alla congiunzione di Saturno e Giove, poiché sorgono allora grandi eventi, e la natura di questi eventi dipende dal trigono in cui avviene la congiunzione. E questo si trova negli antichi filosofi, e Alberto Magno dice che la congiunzione di Marte e Giove provoca una grande pestilenza nell’aria, specialmente quando avviene in un segno caldo e umido, come nel 1345. Poiché Giove, essendo umido e caldo, aspira vapori cattivi dalla terra e da Marte, perché è eccessivamente caldo e secco, di conseguenza c’erano vapori nocivi e incendi in tutta l’aria . Questi effetti sono stati intensificati perché Marte – un pianeta malevolo, che alimenta rabbia e guerre – è stato nel segno del Leone dal 6 ottobre 1347 fino alla fine di maggio di quest’anno, insieme alla testa del drago, e perché tutte queste cose sono calde attiravano molti vapori; ecco perché l’inverno non era così freddo come sarebbe dovuto essere. E anche Marte era retrogrado e quindi attirava molti vapori dalla terra e dal mare che, mescolati con l’aria, ne corrompevano la sostanza. Anche Marte guardava Giove con un aspetto ostile, cioè quartile, e che causava una cattiva disposizione o qualità dell’aria, dannosa e odiosa per la nostra natura. Questo stato di cose ha generato forti venti perché secondo Alberto nel primo libro della sua Meteora, Giove ha la proprietà di sollevare potenti venti, in particolare da sud che hanno dato origine al calore e all’umidità in eccesso sulla terra; anche se in effetti era l’umidità quella più marcata nella nostra parte del mondo. E questo è abbastanza per la causa lontana o universale per il momento. (A fine di questo articolo il Report completo in lingua inglese)

La relazione dell’Università parte dalla così detta “causa lontana” che potremmo definire anche con il concetto di “causa accidentale”, ovvero ciò che avviene sulla terra corrisponde a eventi accidentali del cielo. La relazione quindi non poteva che iniziare con uno sguardo del cielo dove in particolare sottolineo l’interesse dei medici-astrologi per l’incontro Saturno-Giove in Aquario. Inoltre i ricercatori sottolineano il fatto che la congiunzione Saturno-Giove avviene con Marte perché associano in particolare Marte all’insorgenza di vapori pestilenziali, se appunto unito a Giove / Saturno. Segue la carta che ho realizzato sui dati presentati dalla relazione, in un grafico più comprensibile per lo sguardo contemporaneo ovvero quello circolare. 

Una tipica invocazione medievale recita A peste, fame et bello, libera nos, Domine, si invoca cioè la provvidenza e l’intervento divino specialmente quando si verificano grandi morie di persone; il tragico evento è percepito come punizione divina. Durante la Peste nera la Chiesa indice benedizioni e processioni per invocare la clemenza di Dio, per esempio. Ma ritornando all’aspetto astrologico, scrivono i medici dell’Università di Parigi: una congiunzione astrale, insieme ad altre congiunzioni ed eclissi, è causa reale della gravemente mortifera corruzione dell’aria che circonda, fonte di mortalità e di carestia […] In grande sintesi la causa di una epidemia è l’aria corrotta.

Soffermandomi sull’immagine del cielo osservata dai medici dell’Università di Parigi, notiamo intanto la congiunzione Giove-Saturno nel segno dell’Aquario, collocata in un luogo angolare, quindi rafforzata per questo nella sua incidenza o influenza. In questo caso è immediato dire che la preminenza tra Saturno e Giove aspetta a Saturno, perché è l’astro che ha più diritti sull’Aquario, primo fra tutti per domicilio. Inoltre osserviamo la vicinanza di Marte al fenomeno di congiunzione Giove-Saturno, un Marte nei confini di Saturno, comunicante per declinazione a Venere in domicilio e alla Luna in Bilancia, segno di esilio di Marte e di esaltazione di Saturno. Saturno governa la VII casa, la VI casa; la VI ha come Almuten Marte, la IV ha come Almuten Saturno.

L’incontro Saturno-Giove va ad interessare luoghi connessi alla salute ma anche alla collettività colpita in particolare nel suo ecosistema (IV casa Marte/Saturno); la salute la rintracciamo nella VI casa. Inoltre, come se non bastasse, ci sono aspetti in mundo importanti: tra cui il Sole che comunica con un sestile a Saturno, oltre alla quadratura in mundo Venere-Giove. L’autorità di Saturno è decretata anche dal fatto che rispetta tutte le condizioni della sua setta, è in Hayz, la sizigia precedente questa congiunzione è una eclissi lunare (totale) al grado 6° della Bilancia (segno di esaltazione di Saturno e caduta del Sole).

Ci troviamo in un grafico in cui il Signore dell’Ora è Marte, l’incontro avviene nel segno fisso dell’Aquario quello che nella disposizione del mondo (Thema Mundi) è definito da autori come Retorio, Valente, Macrobio, “segno pestilenziale” e segno mortifero perché disposto nell’immagine del mondo proprio nel Luogo della morte. Marcrobio specifica anche una questione temperamentale del segno Aquario indicando come pur essendo segno umano è il segno il cui temperamento è il più distante da quello umano. Segno indicato come “faticoso” quando posto in Ascendente, quindi segno della fatica dell’uomo, insomma tutti caratteri che ricalcano la sua qualità fissa (è cuore dell’inverno) e il fatto che sia un segno del domicilio preferito di Saturno. Inoltre la Luna è in via combusta.

La malattia che si presenta, a livello epidemico, ha quindi i caratteri di Saturno, ovvero dovuti a corruzione dell’Aria poiché la congiunzione Saturno-Giove avviene in un segno d’aria per giunta anche fisso, inoltre Mercurio non aiuta, secondo le indicazioni di Robert Hand è in ex conditione; si manifesta con febbre perniciosa, qui troviamo il coinvolgimento di Marte; si manifesta per eccessi, comportamenti non adeguati e non corretti, superficiali, come vuole Giove che può indicare nel caso di questioni mediche malattie causate da abbondanza o comportamenti eccessivi, che permettono l’ingresso del morbo.

Venere anche se non è in aspetto, nel suo avanzamento si avvicina a Saturno per quadratura, la corruzione Venere-Saturno descritta da Sanders indica che tale relazione può determinare corruzione del sangue ma anche ittero nero e flemma abbondante e grezzo (in parole semplici ascessi, infiammazioni purulente). Inoltre Signore dei dodicesimi del grado 18° dell’Aquario, in cui avviene l’incontro Saturno-Giove, è il SOLE che nel grafico è in esaltazione, dispone la casa uno, e si trova in luogo di ripiegamento, punto diminuito anche dal Nodo Sud e disposto da Marte. Questo Sole sta “lasciando” qualcosa di sé proprio perché nel suo moto diurno ha superato la culminazione e volge in luogo dove ripiega che nelle concezioni della tradizione araba significa lasciare qualcosa di sé, rinunciare a qualcosa. Il Sole è significatore universale dello spirito vitale.

Per quanto riguarda le stelle fisse, osservo che nell’immagine del cielo proposta dagli studiosi di quel tempo, all’orizzonte sorgono le Stelle Asellus (pericolo di morte violenta); Procyon è seduta sull’orizzonte est (morsi di animali); Deneb Algedi è proprio in mezzo tra Saturno-Giove in congiunzione (vasi sanguigni, stella che defluisce verso il tramonto quindi è valorizzata la sua natura saturnina, di privazione e diminuzione della vita).

Concludo questo ragionamento riportando la posizione per longitudine della Parte di Malattia così come indicata da Albiruni. Essa cade nel segno Leone, il suo dispositore è il Sole in ripiegamento e in esaltazione, è inoltre in aspetto a Saturno. La Parte di Malattia è nel confine di Mercurio, astro che nel grafico è in ex conditione. La parte di malattia va inoltre a posizionarsi in Casa Uno che nelle immagini del collettivo parla del popolo e della gente comune. Così riscontriamo una Parte di Malattia nel segno Leone per antonomasia segno del Sole e quindi della vitalità, in aspetto a Saturno che priva la vita, che toglie qualcosa “al Leone”, segno della vitalità e del principio vitale-solare. Signore dei dodicesimi della Parte di Malattia è Giove, che nell’immagine celeste è opposto (ovvero in inimicizia) alla sorte stessa.

Queste brevi osservazioni, che posso concedere in un articolo generale e orientativo, dimostrano una cosa interessante: ovvero che nei nostri tempi siamo soggetti a una pandemia che si è presentata man mano che si avvicinava il cambio della triplicità, nella congiunzione media Giove-Saturno sempre nel segno Aquario, segno pestilenziale e corruttivo. La causa eziologica di oggi è diversa da quella di ieri, ma ciò che non cambia è la “corruzione dell’aria”. Questo porta almeno le mie ricerche e i miei studi a comprendere quanto l’astrologia anche se non può indicarci specificità eziologiche, come in questo caso, offre specificità accidentali e la dottrina dei temperamenti è forse quella che più di tutte può aiutarci a comprendere la qualità del clima e quindi degli ecosistemi che l’umana cognizione vive, arrivando anche a comprendere se tali ambienti siano effettivamente sani o non per l’attività biologica e vitale umana. Ancora una volta Saturno dimostra quanto sia giustamente malefico nelle sue ingerenze e in certe condizioni, e come il riflesso del cielo descriva alla perfezione l’evento umano e collettivo. La Peste nera si risolse nel tempo, la cura inoltre in questi casi epidemici di corruzione dell’aria era solitamente connessa a galenici finalizzati a riequilibrare il caldo e l’umido, erano particolarmente usati incensi e misture di erbe perché si riteneva che potessero purificare l’aria dal morbo, inoltre si riteneva il Sole in Leone guaritore della peste, ovvero si intendeva dire che la stagione estiva potesse in qualche modo contrastare le alterazioni dell’aria che poiché corrotte da vapori umidi malsani, potevano essere risolte o contrastate proprio da calore e secchezza.

REPORT COMPLETO NEL LINK IN BIBLIOGRAFIA

BIBILIOGRAFIA
La peste nera, Centro italiano di studi di basso Medioevo, Accademia Tudertina.
Dialoghi sopra le cause della peste universale, Alessandro Puccinelli
Storia della medicina e della sanità in Italia. Dalla peste europea alla guerra mondiale, G. Cosmacini
The report of the Paris Medical Faculty LINK

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